LA VOCE DEGLI STUDENTI

“biblíon”                                                                                                                                                              giugno-dicembre  2001

 

Dobbiamo far guerra in tutto il mondo?

  di 

Michela Chimenti

Leggendo l’articolo  di Oriana Fallaci non posso negare di esserne stata profondamente colpita. Ammiro molto la determinazione e la schiettezza di questa scrittrice ma non condivido pienamente le sue idee. Certamente la Fallaci avrà molta più esperienza di me, visto le sue tante “avventure” di cui parla, però forse quest’ultime con il tempo l’hanno un po’ troppo indurita. Innanzi tutto, come dice la stessa Dacia Maraini, credo che alla Fallaci le notizie dall’Italia all’America giungano non del tutto esatte, durante questo mese non ho assolutamente sentito parlare di gente che gioisce vedendo le Twin Towers crollare, piuttosto ho visto gli italiani piangere per i loro figli, fratelli, mogli e mariti  che si trovavano  su quelle torri e che li vedevano morire senza poter fare nulla di concreto per aiutarli, ho visto un’Italia veramente preoccupata per quello che stava succedendo in America.

Inoltre credo che la Fallaci tenda un po’ troppo a generalizzare, non possiamo affermare che tutti i siriani, gli egiziani, gli iracheni, i palestinesi e così via siano tutti da condannare, come non credo che gli immigrati che arrivano in Italia siano la sola causa della delinquenza del nostro Paese. Io non capisco , ma abbiamo dimenticato cosa voglia dire veramente la guerra , quanta morte e quanta povertà arrechi, non credo che bombardando Kabul  i terroristi si impauriscano , i terroristi sono  in tutto il mondo, dobbiamo fare la guerra in tutto il mondo ?

Altra cosa che mi ha dato molto fastidio è il sentir dire “ le donne sono così stupide da accettare il  chador  e così scimunite  da accettare di non andar a scuola “ , cara Oriana  forse tu non sai o forse dimentichi che le donne che si ribellano vengono fucilate  e non credo che siano così scimunite , forse hanno paura, una cosa  molto comune a noi uomini.

Non voglio essere talmente ipocrita dal dire che noi occidentali siamo uguali agli orientali , perché credo che la nostra sia  una cultura superiore alla loro e non condivido per niente le loro leggi e la loro morale, se così la si vuol chiamare ( certo non l’avrei detto in televisione in una situazione così delicata, come ha fatto il nostro “caro” Silvio).

In questi Paesi avvengono cose inaudite è un vivere sotto un regime dittatoriale, è come se fossero rimasti indietro nel tempo  certamente anche noi abbiamo  sbagliato fino a sessanta anni fa  quando Hitler voleva eliminare tutti gli ebrei, però abbiamo imparato e non credo che  quella strage possa riaccadere anche perchè gli equilibri mondiali sono cambiati, quindi non bisogna allarmarsi così tanto .

Un’ ultima cosa che volevo puntualizzare è che la  Fallaci ha pienamente ragione quando dice che in Italia  la bandiera la si sventola solo allo stadio e che ci si odia anche all’interno dei partiti,  i problemi in Italia ci sono e li tocchiamo con pelle giorno dopo giorno  ma certamente l’ America non è perfetta forse ha anche più problemi dell’ Italia stessa .

Inoltre volevo aggiungere che non tutti i giovani sono così ignoranti in Italia , io so chi era Mazzini chi erano i Carbonari , chi era Cavour  e così via  e se qualche altra cosa non la conosco  ancora  non rimarrò di certo a bocca aperta ma cercherò di impararla al più presto , dopo tutto  non tutti gli americani traboccano di intelligenza.

Detto questo non so bene quale debba essere il comportamento  di un educatore  di fronte alla lettura dell ‘articolo della Fallaci  perché non ho ancora molta esperienza in questo campo però credo che innanzi tutto darei vita a un dibattito così da permettere ad ognuno  di esprimere la sua personale idea . Infatti penso che un educatore debba cercare di non plagiare la mente dei suoi allievi , non debba far capire del tutto il suo pensiero perché automaticamente sarebbero in pochi  a pensarla diversamente da lui. Ognuno  deve avere il diritto di  pensarla come meglio crede , perché se tutti la pensassero allo stesso modo  non  potrebbe nascere un dibattito, o meglio , non potrebbe nascere un dibattito costruttivo. Inoltre credo che l’intervento dell’ educatore all’ interno di un dibattito si debba limitare all’osservazione , a cercare di capire certi atteggiamenti, certi comportamenti ,  ma non deve correggere  quelli sbagliati perché sarebbe un plagiare il pensiero dell’alunno, ma deve fare in modo che questi atteggiamenti si correggano da sé, deve essere così bravo da riuscire a far divenire  il suo intervento  impercettibile  ma  allo stesso tempo efficace .

MICHELA  CHIMENTI

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