LA VOCE DEGLI STUDENTI

“biblíon”                                                                                                                                                               giugno-dicembre  2001

 

             Le culture vanno tutte rispettate

 

              di

             Caterina Sciacca

 

 

Oriana Fallaci interrompe un silenzio durato molti anni, e ritorna con un articolo graffiante, lacerante, come un pugno nello stomaco, che in ogni caso ti porta a riflettere.

Non so se questo fosse il suo fine, sicuramente è riuscita a farmi arrabbiare,indignare, ma anche commuovere.

Mostra una leggerezza sconcertante nell’accomunare islamismo e terrorismo, coglie perfettamente nel segno Dacia Maraini quando sottolinea “proprio in questa circostanza così delicata, così grave per il futuro del Mondo, tu te la prendi con chi non è pronto a buttarsi in una guerra di religione. Per te chi distingue tra terrorismo è un ipocrita, un “sfottuto” intellettuale , meschino  e spocchioso”.

Non sono sicuramente tutti i musulmani pronti a lottare per la Jihad, non si tratta di una guerra di religione, ma di un gravissimo atto di terrorismo. L’abilità degli americani è stata proprio Bush quando si reca in una moschea “all’indomani”della strage, ma è un uomo che ha capito il rischio della creazione di un fronte unico musulmano con consequenziale conflitto di enorme portata, probabilmente proprio quello che si augurava Bin Laden.

Nell’articolo ricorre una certa insofferenza, la paura di perdere la propria cultura, sopraffatta dall’ avanzata islamica, non vuole nemmeno sentir parlare di cultura musulmana:”a me dà fastidio perfino parlare di due culture:metterle sullo stesso piano come se fossero due realtà parallele di uguale misura”.

Il confronto di due culture però è insensato!Le culture non si paragonano, hanno il decorso, la loro storia, e vanno tutte ugualmente accettate e rispettate. Ha ragione quando si indigna perché nei Paesi musulmani gli occidentali devono adeguarsi a tutte  le loro regole, anche quelle per noi insensate come l’uso del chador, ma non è adeguandosi all’intolleranza che si ottengono dei risultati, bisogna bensì pretendere di mantenere la propria identità culturale anche nei loro Paesi.

Certo per noi è inconcepibile che si debba sottostare a tutte le limitazioni iscritte nel corano, e che una donna debba annullarsi finchè essa stessa non si considererà più nessuno, non sono però delle stupide, scimunite, minchione come lei le definisce, non vedo, vessate e sottomesse come sono, che altro possano fare se non cercare di sopravvivere.

Dall’alto della libertà della quale gode, dimentica quale sia la situazione di quei Paesi che ha personalmente visitato; è una donna più profondamente americanizzata di quanto essa stessa creda. La dissertazione sulla guerra di indipendenza americana mi sembra abbastanza inutile, non credo bisogni insegnare a noi Italiani che cosa vuol dire guerra di indipendenza; forse è vero, in effetti il nostro senso patrio si è affievolito, ma non si può fare una generalizzazione indiscriminata. E’ vero, l’Italia ha tanti difetti, e noi Italiani tendiamo ad essere lassisti e menefreghisti, capisco come la Fallaci guardi con orrore lo scempio fatto da alcuni scalmanati musulmani a Firenze in piazza del Duomo. La trascuratezza per i nostri beni artistici è, purtroppo, quello che ci contraddistingue agli occhi del Mondo; il problema non è che un gruppo di musulmani abbia fatto tale scempio, ma che a nessuno importasse fermarli.

La convivenza multi etnica in Italia è ormai una realtà, e proprio l’America ci insegna che essa porta numerose problematiche sociali e non.

L’assalto continuo alle nostre coste è una cosa deprecabile, ma ancora più deprecabile è l’assoluto assenteismo delle istituzioni nel risolvere questa spinosa questione.

Non credo che il problema sia di sostituzione di cultura, bensì di convivenza, date le enormi differenze; noi non rinunceremo mai a Dante, Michelangelo, Leonardo, a San Pietro, alla torre di Pisa, a San Marco a Venezia o al Duomo di Milano, sono la nostra storia, il nostro passato, magari li trascuriamo, ma daremmo la vita per difenderli.        

Penso non abbiamo poi tanto da invidiare agli Americani, come la Fallaci sostiene, non siamo poi tanto differenti, e non dimentichiamo che la comunità italiana in America è una delle più forti, i nostri Paesi sono sempre stati legati a filo doppio, eravamo noi, durante la guerra fredda, la linea di confine all’avanzata comunista.

Abbiamo tutti pianto, siamo rimasti impietriti davanti al crollo delle due torri, e non perché vi fossero centinaia di I italiani li dentro, ma perché in quel momento ci sentivamo uniti a loro, il loro dolore è stato pure il nostro la loro guerra sarà anche la nostra guerra.Non si può prevedere che sviluppo avrà la situazione odierna, probabilmente sarà una guerra lunga,  molto difficile da gestire.

Un insegnante che deve affrontare questo argomento si trova di fronte a numerose difficoltà, non è semplice spiegare il quadro internazionale che si sta delineando, per questo diventano importanti le parole di giornalisti del calibro della Fallaci, ma se proprio loro si fanno prendere nella trappola dell’odio e dell’intolleranza la situazione diventa difficilmente gestibile.

Un articolo del genere deve essere correlato da articoli in controbattuta, di modo che ogni alunno abbia la possibilità di riflettere personalmente, magari mettendo per iscritto il proprio pensiero così da delinearlo meglio e poi dibatterlo argomentando le proprie opinioni.            

Caterina Sciacca

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