ESPERIENZE
E RICERCHE
“biblíon” giugno-dicembre 2001 |
Progetto di un
“Centro di Informazione,
Formazione e Consulenza”
presso il quartiere
Borgonuovo di Palermo
a cura di:
Il presente
Tirocinio è stato gestito dal Dott.
Marcello Olivetti,
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INTRODUZIONE
Nella scelta dell’oggetto
della ricerca e per motivi di fattibilità della stessa si è scelto di prendere
in osservazione uno dei quartieri “a rischio” della Città di Palermo, e più
specificatamente quello di Borgonuovo.
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UN PO’ DI STORIA...
Il quartiere di Borgonuovo,
situato in una zona compresa tra monte Gibilformi e Cozzo S.Isidoro nel piano di
Castellana, nasce sul finire degli anni ’50 come conseguenza dell’esodo del
dopoguerra. Fu il primo quartiere costruito lontano dalla città la cui
posizione periferica ha consentito una vasta estensione territoriale.
I primi abitanti provenienti
dai quattro mandamenti del centro storico di Palermo, furono coloro i quali
ricevettero l’assegnazione di una casa popolare in conseguenza dell’esigenza
sorta dallo sfollamento di questi cittadini dal centro storico danneggiato dai
bombardamenti. Il quartiere si chiamò così per distinguerlo dal “Vecchio”
sorto dietro il Politeama due secoli prima.
Un secondo insediamento nel
quartiere si è avuto sempre per assegnazione di case riguardando stavolta il
ceto medio e le forze dell’ordine. Insediamenti più recenti hanno visto
interessati soggetti provenienti da un ceto medio-alto che per convenienza
economica si sono stabiliti nel quartiere.
Questa diversificazione
socioculturale è tutt’oggi molto sentito, tanto da provocare una vera e
propria spaccatura sociale.
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ANALISI DEL TERRITORIO
Da un primo sguardo si nota che vi sono case popolari riconoscibili per le condizione precarie con le quali sono state costruite, e le cosiddette case villette. Tra le caratteristiche del quartiere si nota la massiccia estensione di spazi verdi e di strade particolarmente larghe in maniera tale da far si che il quartiere sia molto diverso da quello di provenienza degli abitanti; fra le prime conseguenze si è notato un distacco nei rapporti sociali, in origine molto sentita per via della maggiore concentrazione delle case che permettevano forti relazioni di vicinato. Anche gli spazi verdi, agognati da molti altri quartieri, non sempre in passato sono stati motivo di ricchezza, in quanto erano utilizzati come deposito di rifiuti.
Per quanto riguarda
l’aspetto economico, il quartiere di Borgonuovo risulta povero di
investimenti: mentre non mancano negozi di generi di prima necessità, vi è una
totale mancanza di centri commerciali e negozi di abbigliamento o di altro
genere, la cui presenza si renderebbe necessaria, in rapporto al numero degli
abitanti del quartiere.
Questa mancanza favorisce,
all’interno del quartiere, il proliferare di vari servizi ambulanti, non solo
di alimenti ma anche di scarpe, vestiti e dolciumi. Il sabato è presente,
invece, il mercatino rionale. Per tutti gli altri acquisti la gente è costretta
a spostarsi verso il centro città, tanto che comunemente si usa dire “scendo
a Palermo”.
Questa affermazione sta ad
indicare quanto nel quartiere non c’è un vivo senso di appartenenza al resto
della città.
Un altro problema del
quartiere è rappresentato dallo stato di degrado degli alloggi, dovuto sia alla
cattiva qualità dei materiali usati per la costruzione, che alla mancanza di
manutenzione da parte dell’Istituto Case Popolari.
In base a quanto descritto
sopra e alle testimonianze raccolte sul luogo è emerso che la vita degli
abitanti non è priva di difficoltà e di problemi da affrontare.
Dal tasso di disoccupazione
non si nota una sostanziale differenza rispetto agli altri quartieri; si assiste
ad un fenomeno che si potrebbe chiamare “disoccupazione virtuale”, nel senso
che nel quartiere c’è un’offerta di lavoro occasionale e di lavoro in nero.
Il lavoro comunemente svolto
dalle donne è quello di domestica; per gli uomini le occasioni di lavoro
variano tra quelle saltuarie nei mercati ortofrutticoli, e quelle presso le
ditte di appalto.
La presenza di extracomunitari
è molto bassa o quasi inesistente.
Un altro aspetto del quartiere
è quello della mancanza di case in affitto, questo ostacolo riguarda non solo
le famiglie già formate, ma soprattutto le nuove coppie che per il fatto di non
volere cambiare quartiere scelgono di rimanere nello stesso nucleo familiare dei
genitori materni o paterni anche da sposati.
Per aiutare la gente del
quartiere, le istituzioni presenti si sono attivate in diversi modi, con
l’unico obiettivo di accrescere il benessere degli abitanti.
Il comune attiva non solo
aiuti di tipo economico, ma organizzando anche dei centri ricreativi e
promuovendo dei progetti destinati a vari soggetti: uno dei più recenti si
chiama “Progetto donna” nato nell’ottobre 2000 all’interno del Centro
Sociale CITTA’ APERTA; si sono attivati, attraverso il progetto, spazi di
accoglienza, attività sportive, momenti di informazione dove si possono
incontrare professionisti di vario settore come pediatri, avvocati, ginecologi
etc. Inoltre sono nati anche dei laboratori artigianali molto utili soprattutto
per quelle donne che si sono viste impegnate e gratificate in qualcosa di
estraneo ai lavori domestici.
Il Comune attraverso questi
progetti intende dare un contributo stabile alla gente del quartiere, in quanto
non si limita ad un aiuto immediato e fine a se stesso, ma cerca di fornire, con
vari mezzi e varie metodologie, competenze che aiutino le persone ad essere
autosufficienti.
Un’altra realtà è
rappresentata dal “Centro Giovani”, punto di aggregazione per adolescenti
dai 14 ai 21 anni che hanno a loro disposizione un laboratorio di ceramica, di
lavorazione del legno, di costumi teatrali e di scenografia.
Tuttavia il comune non ha
ancora previsto nessun progetto per adulti di età superiore alla fascia
giovanile, ad eccezione degli anziani per i quali è previsto un centro
ricreativo. Tutto ciò è realizzato dal comune in collaborazione con le altre
istituzioni presenti sul territorio.
L’A.S.L. gestisce il
consultorio, ed è anche sede poliambulatoriale, che con la presenza di medici
di base fornisce assistenza sanitaria anche domiciliare.
Le altre situazioni di disagio
si caratterizzano per la forte presenza di spaccio di droga, di micro e macro
delinquenza, di matrimoni precoci, alto tasso di disoccupazione, di lavoro
minorile, etc,etc...
Molto spesso gli operatori
sociali si avvalgono della collaborazione della realtà religiosa, che si rivela
molto utile e per la segnalazione di casi particolari e per la risoluzione degli
stessi.
Un ruolo molto importante è
quello svolto dalla scuola, che negli ultimi tempi, ha saputo leggere i bisogni
reali del territorio, per adeguarli alla programmazione scolastica, anche alla
luce delle nuove disposizioni apportate dall’autonomia scolastica.
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DESCRIZIONE
DEL PROGETTO
Dall’analisi del territorio,
svolta nel quartiere di Borgonuovo, abbiamo rilevato che le attività sociali
che prendono vita e danno un servizio costante alla popolazione sono proposte
dalle principali istituzioni della vita sociale: il comune, l’ASL e la chiesa.
Abbiamo constatato altresì, che manca comunque un servizio destinato alla popolazione adulta con particolare riferimento alle problematiche relative alla vita coniugale.
La nostra proposta progettuale
vuole, dunque, mirare all’attivazione di un centro di servizi di informazione,
formazione e consulenza, rivolta alla popolazione adulta del quartiere Borgo
Nuovo. Dedichiamo la parte che segue del progetto alla stesura di tutte le linee
generali ed organizzative che possano rendere in maniera fattibile la sua
realizzazione.
1.
LOCALIZZAZIONE, CONFORMITA’, CONTRATTI.
Secondo la logica
dell’utilizzo delle risorse di rete, pensiamo che sia più opportuno usufruire
dei locali comunali. Il gruppo vuole dare forza allo sviluppo delle risorse
della comunità stessa affinché, le risorse già presenti sul territorio,
diventino bene comune e disponibile per tutta la popolazione del quartiere.
In questo modo crediamo che
tale scelta ci esoneri dal cercare locali da adibire al pubblico utilizzo e
pertanto conformarlo alle norme vigenti; inoltre, in rispetto al budget
finanziario a disposizione, possiamo evitare di stipulare contratti con la
società elettrica e/o telefonica.
2.
ORGANIZZAZIONE INTERNA.
Prendendo in considerazione la
fattibilità e la realizzazione del progetto, si chiede all’ente comunale di
competenza, l’utilizzo di due locali: uno adibito agli incontri di gruppo e il
secondo agli incontri individuali di coppia. Per tutta la durata del progetto,
gli utenti potranno usare i servizi messi a disposizione dei locali comunali
(sale d’attesa, servizi igienici etc…).
3.
COLLEGAMENTI: link, banche dati, bibliografie, emeroteche.
Dopo aver visionato il sito
del Comune di Palermo, il gruppo si prefigge di inserire una pagina virtuale
all’interno del sito internet, ed un richiamo ad un indirizzo di posta
elettronica nella parte riguardante
le Attività Sociali, oppure nella parte dedicata ai quartieri.
In questo modo si permetterà
ad un’utenza più estesa di essere a conoscenza del servizio attivato presso
il quartiere, anche attraverso la consulenza tramite posta elettronica.
4.
ORARIO E MODULI.
In base al servizio che si
vuole fornire, il progetto ha l’intenzione di dedicare tre giorni alla
settimana per i vari incontri, nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì. Gli
incontri avranno una duratala media di due ore e verranno dedicati il lunedì e
il venerdì per quelli di gruppo, il mercoledì per quelli individuali.
Per agevolare le coppie o i
singoli che lavorano durante la mattina, si sceglie di effettuare gli incontri
stabiliti durante le ore pomeridiane dalle 15:30 alle 17:30.
5.
SCELTE PROFESSIONALI.
Il centro sarà gestito da un
team di pedagogisti generali affiancati da pedagogisti specializzati in
orientamento familiare, specialisti di ludoteca, di psicomotricità e di
logopedia. Durante la fase di attuazione del progetto, il team potrà avvalersi
dell’ausilio di altre figure professionali, nel caso in cui emergeranno
problematiche particolari.
In merito allo sviluppo delle
risorse di rete, il team si propone di interagire ed interpellare le risorse
presenti sul territorio e in forza, presso le istituzioni sociali del territorio
quali: l’ASL, il comune e la parrocchia.
6.
STRUTTURAZIONE COLLOQUI.
Il team si propone, come già espresso sul punto quattro, di strutturare il progetto in due fasi: una dedicata agli incontri di gruppo ed una a quelli individuali. Durante la prima fase saranno utilizzate le seguenti tecniche:
a) modalità di Circle-Time e Brainstorming per stimolare la socializzazione e per attivare i processi di attenzione, riflessione e coinvolgimento attivo da parte dei soggetti del gruppo;
b) modalità di ascolto che tutti i partecipanti del gruppo saranno stimolati a mantenere durante il corso dell’incontro.
Il team si prefigge di
procedere alla raccolta e registrazione dei dati nel momento successivo
all’incontro di gruppo al fine di non ostacolare naturalezza e spontaneità
del momento educativo intenzionalmente attivato.
La seconda fase,
caratterizzata dagli incontri individuali prevederà l’utilizzo di tecniche
relazionali del tipo domanda- risposta per un primo approccio conoscitivo della
coppia interessata; nel corso del colloquio i dati verranno raccolti e
registrati in maniera informale mediante appunti a mano. Durante
questa fase sarà privilegiato da tutto il team uno stile orientativo di
tipo tutoriale affinché siano i soggetti stessi a fornire una valida soluzione
alle loro problematiche. In questo senso il ruolo del team sarà quello indicato
dalle teorie psicologiche riguardo l’ascolto
attivo di Thomas Gordon.
In conclusione le dinamiche rivolte ai soggetti della prima fase saranno limitate solo e sempre agli stessi; mentre, nella seconda fase, ai fini di una migliore comprensione delle problematiche di coppia, il servizio potrebbe essere esteso anche a terze persone coinvolte nelle dinamiche di coppia.
7.
VERIFICA E VALUTAZIONE DEL
PROGETTO.
Il team si propone di
realizzare una fase di verifica in itinere durante lo svolgimento dell’intero progetto
prendendo in considerazione i risultati in termini di affluenza, partecipazione
e processi di problem- solving da parte dei partecipanti.
Una verifica analoga ma più
specifica sarà effettuata nella fase del progetto prendendo in considerazione
gli stessi criteri di verifica poc’anzi enunciati, ma relazionandoli con tutte
le variabili e i fattori intervenuti nel corso dello svolgimento del progetto.
Come si può ricavare dalla lettura del progetto, il nostro intervento si fonda sull’ipotesi che la promozione di un centro di formazione, consulenza e servizi, rivolto alla popolazione adulta di uno dei quartieri “a rischio” di Palermo possa influire positivamente sulla vita personale e sociale degli abitanti.
2.
FASI DELLA RICERCA: STESURA DELLA GRIGLIA DI DOMANDE E INTERVISTE CON
LE ISTITUZIONI INTERESSATE (materiale raccolto).
Il quartiere oggetto del
nostro lavoro è Borgonuovo in cui abbiamo svolto un’indagine che è stata
preceduta dalla stesura di una griglia di domande da rivolgere alle istituzioni
interessate.
Al COMUNE abbiamo richiesto informazioni riguardo a questi punti:
_ estensione del territorio e delimitazione dei confini
_ popolazione ( abitanti- età, sesso, razza)
_ tasso di disoccupazione
_ servizi ( scuole statali e non statali, attività ricreative, centri sportivi, consultori, forze dell’ordine, accessibilità dei mezzi pubblici, mercati e negozi in genere, A.S.L., ospedali, centri di accoglienza).
Alla scuola ci siamo rivolti per avere risposta a questi quesiti:
_ numero della popolazione scolastica
_ dispersione scolastica
_ tasso di bocciature e di ripetenze
_ partecipazione dei genitori alla vita scolastica
_ presenza di extracomunitari
_ attività integrative extrascolastiche
_ presenza di figure professionali specifiche( sociologi, psicologi, educatori ).
Alla chiesa infine abbiamo chiesto queste informazioni:
_ affluenza delle persone
_ attività di volontariato
_ gruppi di preghiera
_ feste rionali
_ congregazioni
_ centri di accoglienza (orfani, ragazze-madri, tossicodipendenti, anziani, barboni).
La fase successiva dell’indagine è stata la raccolta del materiale avvenuta a seguito di colloqui ed interviste alle diverse rappresentanze delle tre istituzioni da noi interpellate.
Per quanto riguarda il Comune, i nostri incontri sono avvenuti con l’assistente sociale del quartiere che ha fornito risposte precise, puntuali e dettagliate alle nostre domande, arricchendo inoltre ogni informazione con una visione chiara e completa che inevitabilmente trapelava dalla sua profonda e professionale conoscenza del quartiere.
La nostra modalità di raccolta delle informazioni si è basata prevalentemente su appunti scritti sia al Comune che in Chiesa, in cui il nostro colloquio è avvenuto con il parroco della Chiesa più attiva del quartiere: S. Cristina
Per quanto riguarda la scuola invece, la raccolta delle informazioni è stata accompagnata, dopo un breve colloquio con il dirigente scolastico, dalla concessione da parte della direzione didattica di una copia del P.O.F. (piano dell’offerta formativa) contenente tutte le informazioni da noi ricercate.
3.
FASI DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
La fase conclusiva del progetto è stata anche la più delicata perché ha comportato l’organizzazione del materiale raccolto e la costruzione del progetto.
La modalità di lavoro da noi utilizzata ha previsto due diversi momenti di realizzazione: il primo riguardante l’elaborazione e l’analisi del territorio, il secondo, riguardante la costruzione del progetto sulla base dei bisogni reali rilevati dall’analisi del quartiere stesso.
Tutto il materiale raccolto durante le indagini sul campo e riferiti alle griglie su citate, è in possesso di coloro che hanno elaborato il progetto. Tale materiale verrà comunque presentato nel caso in cui il progetto possa essere concretamente realizzato in seguito ad un relativo e necessario finanziamento.
4.
CONCLUSIONE
In conclusione, crediamo che il quartiere Borgonuovo, ha rappresentato per noi tirocinanti, un importante terreno di prova per l’ideazione e la realizzazione di un centro rivolto al sociale, mirato alla crescita, alla formazione e all’orientamento della persona soprattutto in realtà con grande carenza di un sistema di valori.
Questo ha comportato, da parte nostra, una presa di coscienza delle svariate dinamiche presenti in un quartiere metropolitano, e la conseguente coscienza delle molteplici responsabilità inerenti la funzione dell’educatore in simili realtà.
Vogliamo, inoltre,
ringraziare, per l’attiva collaborazione alla realizzazione del presente
progetto, la Sig.ra Di Giovanni, Assistente Sociale della Ripartizione del
Comune di Palermo, la Sig.ra M. Pezzini, Preside della S.M.S. “Gregorio
Russo” e Padre Aurelio Pollino, parroco della Chiesa di Santa Cristina.