IL RELAX SULLA SPIAGGIA
DI KIWENGWA
Dopo il safari ci hanno assegnato una
camera diversa, di costruzione più recente e rifinita meglio, con il bagno più
grande e con l’aria condizionata funzionante!
In questi giorni il mare è stato
decisamente migliore, senza il dislivello di marea della settimana precedente,
di quel colore azzurro turchese che si vede nelle cartoline. E poi è caldo come
se si entrasse nella vasca da bagno; davvero un piacere!
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Per
fortuna i “beach boys” si sono ricordati che non facevamo parte dei “nuovi
arrivi”, quindi ci hanno lasciato molto più tranquilli, limitandosi a
salutare e a scambiare due parole, ma senza particolare insistenza (a parte
il già citato Gattuso e un altro paio di personaggi, che cercavamo bene di
evitare). Anzi,
gli ultimi giorni dal “compra compra” sono passati al chiedere a noi di
regalare loro qualcosa (ciabatte, cappellini, magliette, sapone, shampoo,
ecc…). |
Visto che a Zanzibar c’è la regola fissa
di mettersi a contrattare i prezzi di tutto quello che si vuole comprare, ci
siamo adeguati: invece di dare in regalo quello che potevamo tranquillamente
lasciare lì, lo abbiamo barattato con oggetti di artigianato locale.
Sono state trattative dure e lunghe, ma
anche momenti tutto sommato divertenti ed abbiamo spuntato qualche buon affare
(uno dei tanti: per un cappellino e l’orologio economicissimo, comprato apposta
per non portare in Africa i nostri costosi cronografi, abbiamo avuto in cambio
tutti i 32 pezzi degli scacchi in pietra bianca e rosa intagliati a mano con le
forme degli animali della savana. Non male direi!).
Avevamo
invece portato materiale da regalare ai bambini (magliette, matite colorate,
blocchi e quaderni), e le abbiamo lasciate ad una missione cattolica che
gestisce una scuola elementare poco distante dal villaggio. Ci dispiace un
po’ non aver potuto vedere i visi dei bambini quando le hanno ricevute, ma la
consapevolezza è già sufficiente. Le giornate sono trascorse tra spiaggia,
bagni, relax pomeridiani in piscina e un po’ di moto, che non fa mai male
(beach volley, calcio-tennis, partite a bocce e perfino il torneo di
racchettoni con sconfitta clamorosa!!!). |
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Al tramonto, doccia veloce e poi al
pianobar per godersi il venticello dell’oceano prima di cena. Le serate sono
sempre state splendidamente riempite dagli spettacoli che gli animatori
tenevano nel teatro del villaggio. Divertentissimi cabaret e una serata
memorabile con una reinterpretazione tutta speciale de “La buona novella” di De
André riservata ai pochi intimi che non sono andati alla discoteca sul pontile
del Bravo club (sicuramente una serata diversa dal solito per un villaggio
vacanze, ma molto bella e toccante. Bravi a tutti i ragazzi!). Abbiamo
conosciuto persone simpatiche e divertenti con cui abbiamo fatto gruppo fisso a
pranzo e a cena; quindi anche al Karibu la buona compagnia non è mai mancata!
Lunedì 22 ottobre abbiamo fatto l’unica
escursione in Zanzibar, e siamo andati a Prison Island (o Changu, nella lingua
locale), ovvero un’isola in cui era stata costruita nei secoli scorsi una
prigione, che però non è mai stata utilizzata per questo scopo, ma solo come
quarantena per malati. Per arrivarci ci siamo trasferiti in bus sulla sponda
ovest di Zanzibar per poi prendere un barcone a motore che in mezz’ora ci ha
portato sull’unica spiaggia dell’isola. Nel tragitto abbiamo anche intravisto
dei delfini che saltavano e nuotavano paralleli alla barca, ma non si sono mai
avvicinati. Peccato.
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A
Changu Island hanno trovato uno splendido habitat delle tartarughe giganti,
molto simili a quelle delle Galapagos. Le abbiamo accarezzate come se fossero
state dei gattini e abbiamo anche dato loro da mangiare delle foglie di
cavolo messe a disposizione dal personale del posto… e come mangiano! La più
grande dicono abbia quasi 110 anni e pesa oltre |
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Poi,
il resto della mattinata è trascorsa in libertà nella piccolissima spiaggia
dell’isola, con un mare che definire di cristallo è ancora poco (e con tutte
le possibili sfumature del blu)! Prima di pranzo eravamo di nuovo al Karibu. |
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E così siamo arrivati al giorno del
ritorno a casa, il 24 ottobre, sicuramente riposati e con tanti ricordi nel
cuore, il safari sopra tutto. Chissà se mai avremo la possibilità di tornare in
questi posti dell’Africa… Sicuramente non potremo più dimenticare colori,
immagini e paesaggi di quei luoghi meravigliosi.
Un sentito GRAZIE a tutti coloro che
avranno condiviso con noi questa fantastica esperienza leggendo queste pagine.
Stefano e Angela.