LA CLASSE DI AEREI
ZVENO
Questo articolo più che trattare un singolo'aereo curioso'
parlerà di una serie di'aerei comuni' degli anni '30 che uniti assieme hanno
formato alcuni dei più interessanti complessi modulari volanti dell'aviazione
militare.
Ancora nel corso degli anni '20 l'ingegnere Vladimir S.
Vakhmistrov studiò la possibilità di poter caricare su un aereo di medie-grandi
dimensioni delle unità volanti più piccole le quali sarebbero state traghettate
per gran parte del tragitto dal più potente mezzo maggiore, indi rilasciate in
condizioni di autonomia ancora ottimali per poter svolgere una serie di
mansioni quali ricognizioni, attacchi ad obiettivi di un ipotetico paese
ostile, magari si potevano anche utilizzare dei caccia scorta aviotrasportati
per uno stormo di bombardieri o aerei da carico.
La proposta fu presa in considerazione dell'Istituto di Ricerca
Scientifica dell'Aeronautica dell'Esercito Russo che realizzò una serie di
velivoli seguendo questo concetto tra il 1931 ed il 1939.
In un’epoca dove
l’aviazione era in pieno sviluppo l’interessante idea di Vakhmistrov trovava un
terreno fertile e per la realizzazione delle unità da lui stesso concepite
potevano essere utilizzati aerei già in servizio, dunque l’affidabilità di
mezzi già collaudati era affiancata al risparmio legato al non dover sviluppare
dei nuovi velivoli concepiti al semplice scopo di diventare aerei modulari.
La realizzazione di questa prima macchina basata sulle idee di
Vakhmistrov risale al 1931.
Come nave madre veniva utilizzato un Tupolev
TB-1 , grande bombardiere propulso da due motori ad elica bipala alloggiati
in gondole alari, una caratteristica della sua linea erano le due grandi ruote
anteriori del carrello fisso.
Le estese superfici alari del mezzo sembravano ottimali spazi
liberi dove poter agganciare delle unità minori e proprio sopra di queste, uno
per parte furono agganciati due biplani
Tupolev I-4 modificati dalla caratteristica ala alta,
carrello fisso e motore anteriore ad elica.
Tale esemplare di aereo combinato russo era il banco di prova per
le future varianti della classe Zveno
ed il primo rilascio delle unità I-4 in aria avvenne il 3 dicembre dello
stesso anno quando nei cieli dell’aeroporto di Monino, sotto lo sguardo vigile
degli osservatori, i due piccoli aerei furono sganciati simultaneamente alla
quota di 3000 metri.
Dopo questo primo test altri distacchi in quota avvennero,
purtroppo alcuni con esiti disastrosi che comunque non fecero demordere
l'interesse dell'aviazione militare per tale progetto che fu portato avanti.
Sempre partendo dalla piattaforma di lancio di un Tupolev TB-1 in
questa versione venivano caricati due Polikarpov I-5 i
quali erano locati praticamente nelle stesse posizioni dei precedenti I-4.
Queste nuove unità parassite a vantaggio rispetto ai predecessori
avevano le più ridotte dimensioni.
Un I-5 appena
liberato a momenti stava per scendere lentamente posteriormente allo
Zveno –1A
Il programma Zveno puntava con questa unità verso un salto di
qualità.
La realizzazione risale al 1934 e prevedeva l'adozione di una
nave madre più grande, il Tupolev TB-3 , che in questa
conformazione era in grado di trasportare ben 3 I-5, due attaccati sopra le
ali, un terzo installato sopra la fusoliera.
Anche questa versione di aereo strettamente sperimentale portò con successo a termine il distacco delle unità minori durante il volo.
Alla ricerca di altre zone utili per l'aggancio dei velivoli
figli nel 1934 una nuova versione di Zveno adottante come nave madre sempre un
bombardiere TB-3 modificato provava a trasportare sotto le ali, uno per parte,
due Grigorovich I-Z.
Il test di sgancio purtroppo ebbe un esito tragico ed uno dei due
I-Z, pilotato da Korotkov, appena liberatosi dai supporti andò a cozzare contro
l'ala del TB-3 , l'aereo parassita andato danneggiato precipitò al suolo
portando con sé il pilota.
Dopo questo tragico avvenimento i programmi non furono sospesi e già l'anno successivo una
nuova possibilità di aggancio fu sperimentata sulla piattaforma TB-3.
Questa volta l'aereo parassita trasportato era uno solo e la
modalità di giunzione all'unità madre era curiosa: il TB-3 partiva dal suolo
singolarmente, indi in volo liberava sotto la fusoliera una struttura a
trapezio alla quale dal basso si sarebbe avvicinato ed agganciato un I-Z.
Tale modalità di trasporto era adottabile solo durante il volo in
quanto atterraggio e decollo con l'aereo figlio attaccato sotto la fusoliera
sarebbero stati impossibili.
Il primo aggancio in aria avvenne il 23 marzo dello stesso anno
1000 metri sopra i cieli di Monino e dopo aver testato l'effettiva fattibilità
del collegamento l' I-Z fu dolcemente
rilasciato.
Utilizzando come nave madre un TB-3/AM-34 venivano questa volta
trasportati due Polikarpov I-16 sotto le ali; i voli
sperimentali avvennero l'estate del 1935 con successo.
Siamo arrivati alla versione più ambiziosa della classe Zveno, è
l'autunno del 1935.
Come piattaforma centrale veniva utilizzato un TB-3/AM-34 , sotto
ogni ala stava un I-5, sopra le stesse un I-16 per parte, in più durante il
volo veniva calato un trapezio al quale era agganciato un I-Z.
La combinazione finale prevedeva bel 6 aerei agganciati assieme
di 4 tipi diversi.
Al momento del rilascio gli aerei figli venivano sganciati
simultaneamente.
Dai prototipi precedenti nasceva il primo vero aereo operativo della
classe Zveno utilizzato anche in qualche operazione militare durante la seconda
guerra mondiale.
Si trattava di un'evoluzione del Zveno - 6 e come questo aveva
come aereo centrale un TB - 3 / AM-34 che sotto ogni ala trasportava un I-16,
ciascuno dotato di 2 bombe da 250 Kg.
Il decollo di questa macchina dal peso di oltre 22000 Kg
prevedeva tutti e 6 i motori dei velivoli accesi; in fase di volo gli stessi
sostentati dal carburante fornito dai serbatoi del TB-3/AM-34 permettevano di raggiungere una velocità
massima di 268 Km/h.
Una volta sganciati gli I-16 avevano ancora i serbatoi pieni di
carburante e dunque erano dotati di un'autonomia che avrebbe permesso loro di
addentrarsi per parecchi chilometri
dietro le linee nemiche, sganciare il carico bellico e tornare alla base amica
più vicina senza problemi di carburante.
Con l'ingresso in guerra della Russia nel 1941 gli SPB entrarono
attivamente in gioco : 12 unità più 6 TB-3/AM-34 di supporto stanziati in
Crimea effettuarono diversi raid contro navi, ponti e altri obbiettivi nemici
fino all'anno successivo.
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