HUGHES H-4 HERCULES
Caratteristiche:
Nazionalità : Stati Uniti;
Tipo : trasporto militare;
Anno : 1947;
Motori : 8 Pratt &
Whitney da 3000 HP di potenza l'uno;
Apertura alare : 97.54 m;
Lunghezza : 66.60 m;
Altezza : 24.15 m;
Peso stimato al decollo :
181500 Kg;
Velocità di crociera stimata
: 281 Km/h;
Equipaggio : 5 persone ;
Carico : tra 500-700 persone.
In basso i pezzi
prefabbricati di questo gigante dell'aria mentre sono trasportati verso la zona
di assemblaggio per permettere il loro trasporto parte della strada dovette
essere allargata e parecchi alberi furono abbattuti.
Il famoso HK-1 Hercules ( NX37602 ) era un idrovolante tipo cargo
designato per il trasporto di uomini e materiali su lunghe tratte.
Il concetto iniziale fu proposto da un costruttore di navi classe
Liberty, Henry J. Kaiser e fu rafforzato nel tempo del secondo conflitto
mondiale alla ricerca di una macchina in grado di superare l'oceano e portare
truppe e mezzi in Europa senza correre il rischio della traversata oceanica
minata dai sottomarini tedeschi.
Addirittura inizialmente si pensò di costruire fino a 5000
macchine con tali caratteristiche le quali sarebbero state in grado di
sostituire in gran parte il traffico marittimo in una trasvolata senza scalo
fino al vecchio continente.
La proposta originale era quella di un'enorme nave volante dal
peso di 400000 libbre ed un'apertura alare di 320 piedi, la struttura fu
pensata al fine di economizzare al massimo la richiesta di metallo che doveva
essere utilizzato in grande quantità dall'esercito, ecco così che l'uso del
legno fu esaltato.
Già dall'inizio comunque controversie nei confronti dei fondi da
dedicare a tale progetto si alzarono al Senato USA, tanto che durante una
seduta fu dato l'appellativo di Oca Elegante ( Spruce Goose ) da parte di un
senatore al velivolo ancora in fase di concepimento, da allora questo è rimasto
il soprannome spesso riferito a questo idrovolante, anche se alla Hughes tale
nomignolo non è mai piaciuto.
Il progetto di questa nave volante consisteva in un idrovolante a
singolo scafo, con ben 8 motori radiali
ed una singola coda verticale posteriore. La maggior parte delle superfici,
come tutto il rivestimento esterno sono costituite di laminati di legno,
principalmente di betulla e non di spruce.
All'interno la fusoliera è suddivisa in due parti: un'area per le
operazioni dell'equipaggio ed un grande spazio cargo ; le due zone sono messe
in comunicazioni tramite una scala circolare.
Nella zona più bassa del cargo sono locati i serbatoi stagni di
combustibile.
Dopo l'approvazione per la costruzione dei primi prototipi l'HK-1
si preparava a diventare il più grande aeroplano mai costruito , infatti era
quasi tre volte più largo dei più grandi idrovolanti precedentemente costruiti
e probabilmente questo aspetto rendeva il suo progetto il più prodigioso nel
campo aeronautico mai tentato, solo la dedizione del gruppo di sviluppo della
Hughes rese possibile il progredire di questa mastodontica creazione.
Inizialmente furono commissionati 3 esemplari : uno per le prove
statiche, gli altri due per le prove in volo.
Il tempo di costruzione per queste macchine volanti fu stimato tra i 15 ed i 25 mesi.
Il progetto della nave volante varato nel 1942 con la massima
urgenza visto il protrarsi del conflitto trovò comunque svariate complicazioni
e per gli ultimi dettagli occorse troppo
tempo, così, quando nel 1944 il corso della guerra cambiò il progetto HK-1 per il Senato perse ogni
priorità. In più oltre ai ritardi tecnici anche eccessivo peso fu dato ai
particolari, si dice che lo stesso Hughes spese ore ed ore alla ricerca di un
disegno migliore del pannello di controllo del pilota mentre sarebbe stato
sufficiente ripiegare su di una scelta convenzionale per risolvere i problemi.
Proprio i ritardi come la fine del conflitto e la cessata
necessità di grandi trasvolatori oceanici per l'esercito fecero più volte
pensare al Senato di cancellare il progetto, ma pur di vedere finito almeno il
primo esemplare Hughes chiese continue proroghe e fu disposto a spendere di
proprio pugno : in totale furono investiti dal governo 22 milioni di dollari
mente la Hughes dovette sborsarne 18.
Nel 1947 l'aereo era finalmente completo : il 2 novembre dello
stesso anno Howard Hughes ed uno
stretto numero di ingegneri si prepararono per il primo volo, così, con lo
stesso Hughes al controllo l'idrovolante fu fatto accelerare dalla spinta degli
8 radiali sulle acque calme del porto di Los Angeles : l'aereo sollevò lo scafo
di 10-20 metri dal pelo dell'acqua volando per un miglio in meno di un minuto
ad una velocità che toccò le 80 miglia, indi un atterraggio perfetto.
Questo fu un momento indimenticabile per chi lavorò alla costruzione dell'HK-1, ora ribattezzato H-4: dopo le continue minacce di cancellare il progetto perché obsoleto e troppo costoso la prova dell'effettiva possibilità di portare in volo una macchina così maestosa sembrò la vendetta ideale.
Dopo questo volo più che altro dimostrativo, avvenuto davanti un
pubblico di oltre 50000 persone, l’H-4 fu ricondotto al suo speciale hangar per
non provare più l’emozione dell'aria e da quel giorno fino alla morte di Hughes
nel 1976 fu mantenuto in perfetta efficienza in tutte le parti pronto per un
quanto improbabile futuro decollo, fra le altre manutenzioni anche mensili
accensioni dei motori.
Oggigiorno , quando i Jumbo sfrecciano nel cielo trasportando più
persone di quante ne avrebbe potute teoricamente portare l'H-4, questo velivolo
resta un'icona del passato, simbolo della determinazione e della temerarietà
dell'America degli anni 40 come delle persone che hanno avuto il coraggio di
portare a termine il progetto.
Dopo un lungo periodo di permanenza in hangar l'H-4 fu presentato all'Aero Club del sud
California e rimase per molti anni l’attrazione principale al riparo in un
apposito edificio circolare, accanto a lui come sfondo la Queen Mary.
Nel 1992 l'aereo fu trasferito ed ora sta in una costruzione
all'Qvergreen Aviation Center a McMinnville , Oregon.
Al momento attuale è ancora il più grande ( in senso di apertura
alare ) aereo che abbia mai volato.
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