Panavia F-3 "Tornado" (Aeronautica militare italiana)

Caccia europeo delle forze aeree di: Italia, Gran Bretagna e Germania

Motori: 2 Turbo Union RB199 34 MK103 da 7620 kg di spinta in postcombustione

Apertura alare: 13,91 m a freccia minima, 8,60 m a freccia massima

Lunghezza: 16,72 m

Armamento: 

Tornado IDS: 2 cannoni Mauser da 27 mm a canna singola più predisposizione per fino a 9000 kg di carichi bellici su 7 attacchi esterni (che solitamente comprendono bombe GP non guidate Mk 82, Mk-83 e Mk 84, ordigni a grappolo, bombe LGB GBU-15 ecc.) e 2 missili aria - aria a corto raggio AIM-9 "Sidewinder".

Tornado ECR: 2 cannoni Mauser da 27 mm a canna singola più da 2 a 4 missili aria - terra ad autoricerca di emissioni radar AGM-88 HARM e 2 missili aria - aria a corto raggio AIM-9 "Sidewinder".

Tornado ADV: 1 cannone Mauser da 27 mm a canna singola più 4 missili aria-aria a medio-lungo raggio BAe SkyFlash sotto la fusoliera e 4 AIM-9 Sidewinder a corto raggio sui piloni subalari.

Velocità massima: oltre Mach 2,2 ad alta quota

Autonomia operativa: 2775 km

Descrizione: 

Tornado IDS (Interdiction Strike)

Il Tornado IDS (Interdictor - Strike, Interdizione - Attacco), che volò nell'aprile del 1974 ed entrò in servizio nel 1980, rappresenta un notevole esempio di aereo da interdizione. Il prototipo fu il frutto della collaborazione di più aziende aerospaziali europee (Aeritalia, MBB e British Aerospace) che, specificamente per la realizzazione del progetto del Tornado, si fusero nella ditta Panavia. La dotazione di bordo del tornado era particolarmente sofisticata e adatta alle missioni assegnate al Tornado IDS: l'avionica disponibile offriva infatti la possibilità di lanciare con precisione il carico offensivo, anche in assenza di visibilità, al primo passaggio dopo un avvicinamento a bassa quota controllato automaticamente a velocità ineguagliate (a bassa quota, il Tornado è l'aereo più veloce del mondo). La completezza delle dotazioni per contromisure elettroniche e autodifesa garantiva la sicurezza del velivolo e dei piloti impiegati. I numerosi piloni subalari e ventrali dotavano il Tornado IDS della capacità di trasportare un carico bellico particolarmente abbondante (oltre 9 tonnellate) e vario (dalle bombe non guidate alle avanzate LGB). Inoltre la predisposizione per il montaggio di serbatoi ausiliari esterni, uniti ai già capienti serbatoi integrati, conferivano al velivolo una notevole autonomia. Altre caratteristiche parecchio vantaggiose furono le alule disposte lungo tutto il bordo d'entrata dell'ala e gli ipersostentatori a doppia fessura posti sul bordo d'uscita della stessa, e le 2 turboventole RB-199 MK103 munite di inversori di spinta che permettevano al Tornado di decollare da piste molto corte o semi - preparate.  L'agilità, derivante dalle compatte dimensioni e dall'ala a geometria variabile del Tornado, e le ottime prestazioni a bassa quote, ne fecero un velivolo particolarmente temuto sul campo di battaglia, come bombardiere di precisione di obiettivi ad elevato potenziale strategico. All'inizio degli anni '90, l'introduzione dell'elettronica digitale e l'installazione del software di gestione dei missili di nuova concezione hanno consentito un MLU (Mid Life Update, aggiornamento a mezza vita) per il Tornado, che ha potuto così potenziare le sue già pregevoli capacità offensive.

Tornado ADV (Air Defence Variant)

In attesa dell'operatività dell'Eurofighter 2000, l'Aeronautica Militare Italiana si è trovata quasi completamente sprovvista di caccia intercettori, se si fa eccezione per i vetusti ma ancora validi F-104 ASA-M Starfighter. Per ovviare a questo inconveniente, si è deciso, insieme ad altri Paesi europei (tra cui il Regno Unito), di modificare il progetto base del Tornado IDS al fine di ottenere una variante da difesa aerea del velivolo. Nasce così il Tornado ADV (Air Defence Variant), con cui vengono equipaggiati alcuni squadroni britannici (in seguito abbandoneranno i Tornado ADV) ed alcune aerobrigate italiane (che adottano alcuni ADV in leasing). Questa versione presenta alcune sostanziali modifiche rispetto al precedente Tornado IDS: innanzitutto la fusoliera è stata allungata di circe 1,5 metri, per permettere l'aggancio ventrale di 4 missili SkyFlash. Poi è stato rimosso uno dei due cannoni da 27 mm monocanna Mauser. E' stato anche modificato il software di gestione dei carichi bellici, per rendere possibile l'impiego dei missili aria - aria. Infine la colorazione è stata modificata in un bianco - azzurro, come da consuetudine per i caccia intercettori. Il nuovo armamento comprende principalemente 4 missili aria - aria a medio raggio a guida radar semiattiva BAe SkyFlash (un clone europeo dell'AIM-7F Sparrow statunitense), coadiuvati da 2 o 4 AIM-9L Sidewinder a corto raggio, a guida passiva infrarossa, utilizzati per i "dogfight" ravvicinati. Anche se le premesse erano buone, il Tornado ADV non si è però dimostrato un velivolo competitivo, non per dei difetti particolari da parte della macchina, bensì per una difficoltà ad essere operativo in tempi brevi (in caso di sconfinamento  di aerei nemici, una procedura standard di SCRAMBLE prevede il decollo di 2 intercettori nel giro di 5 minuti). Il Tornado ADV è infatti un velivolo da superiorità aerea progettato per effettuare pattugliamenti su lunghe distanze con elevata autonomia (adatti ad uno scenario come quello Britannico), piuttosto che decolli rapidi per interventi di intercettazione (necessari all'Italia). Per questo l'Italia ha equipaggiato solamente uno dei suoi Stormi con i Tornado ADV, preferendgli l'acquisto di un numero ridotto di F-16 A/B che comunque devono ancora essere consegnati. I Tornado ADV dell'Italia sono stati acquistati in un "leasing" della durata di 10 anni dal Regno Unito, al quale i velivoli torneranno una volta scaduto il contratto. Tale soluzione è stata criticata non poco, visto che i costi di manutenzione dei Tornado sono notevoli e, con i soldi spesi per mantenerli in attività, sarebbero potuti essere acquistati definitivamente.

Tonrado ECR (Electronic Combat Reconnaisance)

Le attuali esigenze tattiche hanno suggerito all'Aeronautica Militare Italiana di dotarsi di una serie di velivoli specializzati in missioni di tipo SEAD (Suppression of Enemy Air Defence, soppressione delle difese aeree nemiche), che consistono nella distruzione di più postazioni SAM possibili. Per l'esecuzione di questo specifico tipo di attacco, viene preferibilmente impiegato il missile anti - radiazioni AGM-88 HARM (High speed Anti - Radiation Missile, missil anti - radiazioni ad alta velocità), in grado di rilevare e dirigersi autonomamente verso le postazioni che stanno emettendo onde radar attive. Il Tornado ECR è fondamentalmente la cellula base di un Tornado IDS, ottimizzata per impiegare proprio questo tipo di missile: i piloni ventrali e subalari del velivolo sono in grado di trasportare fino a 4 (generalmente però solo 2) AGM-88. L'armamento aggiuntivo comprende 2 cannoni monocanna da 27 mm Mauser e 2 AIM-9L Sidewinder a corto raggio per l'autodifesa. Purtroppo anche i Tornado ECR stanno subendo notevoli ritardi di produzione, tanto che l'Aeronautica Militare Italiana ha deciso, in attesa dell'arrivo dei 15 esemplari di Tornado ECR ordinati, di equipaggiare alcuni Tornado IDS con i vettori per il lancio degli AGM-88 HARM. una soluzione temporanea, ma relativamente efficace.