Alenia-Embraer-Aermacchi AMX "Ghibli" (AMI)

Caccia delle forze aeree italiane e brasiliane

Motori: 1 Rolls-Royce RB-168 "Spey" Mk.807 privo di postbruciatore, da 5100 kg di spinta.

Apertura alare: 8,87 metri

Lunghezza: 13,57 metri

Armamento: 2 cannoni da 30 mm (versione brasiliana) o 1 cannone da 20 mm (versione italiana), più fino a 3800 kg di carico bellico disponibile su 5 piloni subalari e ventrali(generalmente 2 missili AIM-9L Sidewinder per autodifesa sulle estremità alari, più bombe a caduta libera Mk-82 e Mk-83 o bombe guidate "Opher" con guida infrarossa e GBU-16 con guida laser)

Velocità massima: mach 0.86

Autonomia operativa: 3800 km

Descrizione: l'AMX (recentemente denominato "Ghibli" dall'Aeronautica Militare) è un velivolo nato dalla collaborazione tra le industrie italiane Alenia (Aeritalia) e Aermacchi con la brasiliana Embraer. Il progetto di base consisteva nel realizzare una macchina multiruolo, specializzata però in missioni di supporto aereo (CAS) e dotata di un buon compromesso tra qualità e prezzo. L'aeromobile che ne derivò fu caratterizzato da una cellula simile a quella di un più vecchio "Hawk" rimodernato, di ridotte dimensioni, dotato di avionica sufficientemente avanzata, sistemi di controllo digitale, MFD, display HUD, una capacità di carico bellico varia e soddisfacente. Nonostante l'AMX nascesse come una macchina piuttosto promettente, in breve tempo cominciarono a venire a galla i primi difetti di questo velivolo: innanzitutto il motore, il Rolls-Royce "Spey" (peraltro acquistato per aumentare la commerciabilità estera dell'AMX) si dimostrò parecchio inaffidabile, accusando spesso malfunzionamenti e causando la perdita di diverse macchine e piloti. Inoltre la mancanza di un postbruciatore rese il velivolo privo di sufficiente potenza per poter affrontare con sicurezza un "dogfight", o una minaccia missilistica, dato che l'insufficiente potenza erogata consentiva un massimo di due manovre evasive ad alto numero di g, al termine delle quali, se non si era sfuggiti al pericolo, ci si poteva definire spacciati. Altro problema del velivolo si dimostrò il radar, non all'altezza delle aspettative, che non poté reputarsi adatto ai profili di missione del "Ghibli". Visti i numerosi problemi dell'AMX, si parla di un possibile MLU (Middle Life Update, aggiornamento di mezza vita) del velivolo, anche se sembra che comunque non ci siano speranze che nel corso dell'ammodernamento venga sostituito lo "Spey"; l'update dovrebbe infatti vertere sull'SMS (Store Menagement System, sistema di gestione del carico bellico), sull'avionica e sulla strumentazione di bordo. Proprio per questo, oggi, il consorzio produttore dell'AMX ha offerto, alle forze acquirenti del "Ghibli", una versione dotata del propulsore (privo di postbruciatore) Eurojet EJ-2000, lo stesso montato dall'Eurofighter 2000 "Typhoon"; forse con un propulsore di questo tipo i piloti potrebbero sfruttare appieno tutte le potenzialità del velivolo che fino ad oggi è rimasto un po' nascosto all'ombra dei suoi difetti. E' tuttavia giusto precisare che durante l'operazione "Allied Force" (l'attacco NATO alle forze serbe del Kosovo e della Jugoslavia) i "Ghibli" italiani sono stati spesso impiegati come velivoli da strike verso nuclei di carri e unità corazzate: in queste occasioni gli AMX si sono dimostrati pienamente all'altezza della situazione, attaccando autonomamente con bombe a guida IR "Opher" e/o ordigni free-fall Mk-82 e Mk-83. Gli stessi piloti hanno confessato di essere addirittura finiti agganciati dai sistemi di puntamento SAM serbe, ma non si sa quanti missili siano stati realmente lanciati verso di loro; di certo si sa solo che nessun "Ghibli" è stato abbattuto. Questo testimonia quanto l'AMX sia effettivamente un valido velivolo da supporto aereo e che con qualche modifica ai suoi punti deboli potrebbe tranquillamente diventare "l'A-10 italiano"...