OGGETTO:
AUTORIZZAZIONE ALLA SOTTOSCRIZIONE DEL CONTRATTO COLLETTIVO
DECENTRATO AI SENSI  DELL'ART. 51, TERZO  COMMA  DEL  D.LGS
29/93 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI.  

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Premesso:
- che il contratto  collettivo decentrato deve  essere stipulato
secondo le modalità previste dall'art. 45 del D.Lgs.  3 febbraio
1993 n.29 e  successive modificazioni, e  dallo stesso Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro;
- che come prescritto dall'art. 2 delle preliminari "Norme di ga
ranzia  dei servizi pubblici essenziali"  del  CCNL del comparto
del personale delle "Regioni-Autonomie Locali",in data 22/02/96,
prima dell'inizio di ogni altra trattativa decentrata,  è  stato
stipulato il contratto decentrato per individuare, per le diver-
se qualifiche e professionalità addette ai servizi minimi essen-
ziali, appositi contingenti di personale che devono  essere eso-
nerati dallo sciopero per garantire la continuità delle  presta-
zioni indispensabili inerenti ai servizi medesimi;
Visto il Contratto Collettivo nazionale di Lavoro del Com-
parto Regioni - Enti Locali, concernente  il periodo 01/01/94 - 
31/12/97,  in particolare gli articoli 2, 4 e 5 che individuano,
secondo le disposizioni del D.Lgs. n. 29 del 1993, le materie og
getto di contrattazione collettiva decentrata definendone altre-
sì tempi e procedure per la stipulazione;   
Vista la delibera di Giunta Regionale n.3044 del 01/08/95,
successivamente integrata con delibera n. 29 del 16/01/96, esecu
tive ai sensi di legge, con cui è stata costituita la delegazio-
ne di parte pubblica abilitata  alla  trattativa decentrata,  ai
sensi dell'art. 45 ottavo comma del D.Lgs. n. 29/93; 
Vista inoltre la determinazione del Direttore Generale al-
l'Organizzazione n. 195 del 17/01/96, con la quale è stata indi-
viduata la delegazione di parte sindacale abilitata alla tratta-
tiva  in sede di contrattazione decentrata, sulla base di quanto
stabilito dall'art. 6 del CCNL;
Verificato che il contratto decentrato ha un oggetto unico
e indivisibile costituito da tutte le materie della contrattazio
ne decentrata, si dà pertanto atto che l'accordo fra le  delega-
zioni trattanti deve riguardare l'intero Contratto  Decentrato e
non può essere circoscritto solo ad alcune delle  materie che lo
compongono;
Dato atto che si è  svolto il negoziato tra le parti e che
si è concordato il testo definitivo dell'accordo  tra la delega-
zione di parte pubblica e la delegazione di  parte sindacale (ad
eccezione delle Rappresentanze Sindacali di Base Aziendali, che,
pur avendo partecipato alla trattativa, non hanno siglato il con
tratto) che, quale parte integrante e sostanziale, viene allega-
to in copia al presente provvedimento sotto la voce "Allegato B"
dando peraltro atto che le parti "Allegato A"  e  "Allegato  C",   
costituiscono documenti a latere del contratto e non parti inte-
granti dello stesso;   
Preso inoltre atto delle dichiarazioni a verbale dei  sog-
getti sottoscrittori del Contratto Collettivo Decentrato; 
Dato altresì atto che le dichiarazioni  a  verbale presen-
tate da RdB nel corso della trattativa, sono conservate agli at-
ti dell'Amministrazione, in quanto  RdB  non  ha sottoscritto il
contratto; 
Dato peraltro atto che i rappresentanti della CISNAL Azien
Dale e della Federazione Autonoma Enti Locali, pur  regolarmente
convocati, non hanno preso parte alle trattative;
Visto l'art. 51 terzo comma del D.Lgs. n. 29/93 e successi
ve modifiche, che prevede che il testo concordato tra le delega-
zioni sia presentato all'organo di vertice dell'Amministrazione,
ovvero, nella fattispecie alla Giunta regionale, per l'autorizza
zione alla sottoscrizione e che il provvedimento di sottoscrizio
ne deve essere sottoposto poi  all'organo competente per il con-
trollo preventivo di legittimità;
Ritenuto in attuazione di quanto previsto dall'art. 4 com-
ma quinto del CCNL  di  poter autorizzare alla definitiva sotto-
scrizione del testo dell'accordo siglato, in  considerazione del
fatto che quanto convenuto  dalle delegazioni  trattanti  appare
perfettamente conforme a quanto  prescritto dall'art. 5 "Livelli
di contrattazione: materie  e limiti della contrattazione decen-
trata" del CCNL;  
Dato atto del parere espresso dall'Ufficio  di  Presidenza
del  Consiglio regionale, ai sensi di quanto previsto in materia
di relazioni sindacali nell'Ente Regione Emilia-Romagna dall'ar-
ticolo 39 comma quarto della L.R. n.31/94, di modificare le par-
ti relative a "Formazione del personale" e "Protocollo di intesa
per una procedura di conciliazione in sede sindacale", inserendo
e seguenti variazioni:  
- per quanto concerne "Formazione del personale", al termine del
la frase "Per l'approfondimento di specifiche problematiche.con-
nesse ai processi di trasferimento di funzioni." (pag. 32-33)
inserire "Il  Responsabile del Servizio competente della  Giunta
opera d'intesa con un Dirigente indicato dal Direttore  Generale
del Consiglio". Dopo le parole "da adottarsi in modo preferenzia
le" a pag. 33, integrare con: "La definizione degli standards do
vrà contenere, in parte separata o contestuale,  la  specificità
professionale dovuta al Personale del Consiglio".   
- per quanto riguarda il "Protocollo di intesa per una procedura
di conciliazione in sede sindacale delle controversie individua-
li e collettive di lavoro", aggiungere (pag. 47) l'Art.10, norma
di rinvio per  il personale del  Consiglio: "Le competenze della
Direzione Generale all'Organizzazione sono attribuite al Diretto
re Generale del Consiglio per le controversie insorte nell'ambi-
to dell'organico consiliare".
Dato atto del parere favorevole espresso dal Direttore Ge-
nerale all'Organizzazione in merito alla legittimità e regolari-
tà tecnica della presente deliberazione ai sensi dell'art. 4 se-
sto comma della L.R. 41/92 e dalla delibera di Giunta n.2541/95; 
Su proposta dell'Assessore agli Affari Istituzionali, Auto
nomie locali e Organizzazione;  
  A voti unanimi e palesi 
 d e l i b e r a

di autorizzare la delegazione trattante  di  parte pubblica a
sottoscrivere il contratto collettivo decentrato, secondo il te-
sto concordato con la delegazione di parte sindacale, che si al-
lega in copia al presente atto sotto  la  voce "Allegato  B" per
farne parte integrante e sostanziale;  
di stabilire che,  successivamente all'approvazione da  parte
della Commissione  di  Controllo sugli atti dell'Amministrazione
regionale, copia del contratto  collettivo  decentrato sarà tra-
smessa, a cura del Servizio Amministrazione, Valutazione e Siste
mi Incentivanti del Personale,  all'ARAN,  al dipartimento della  
Funzione Pubblica, al Ministero del Tesoro, ai sensi dell'artico
lo 51, terzo comma del D.Lgs. n.29 del 1993.  
 
ALLEGATO "A"  
PREMESSA 
La  Regione Emilia-Romagna, rappresentata da Luigi Mariucci, As-
sessore agli  Affari Istituzionali Autonomie Locali - Organizza-
zione e le OO.SS. Aziendali CGIL CISL UIL  e  CISAL ritengono di
dover premettere  al  contratto decentrato  una loro valutazione
sulla situazione complessiva del pubblico impiego ed in partico-
lare del comparto Regione - Enti Locali  al  fine di sollecitare
un diverso clima di relazioni sindacali e soluzioni contrattuali
più adeguate  per ciò che concerne la disciplina del rapporto di
lavoro e la funzionalità operativa del comparto stesso. 
In particolare la Regione Emilia-Romagna e le OO.SS. già richia-
mate formulano la seguente dichiarazione congiunta: 
dopo l'entrata in vigore della Legge 421/92 e del D.Lgs.29/93 le
concrete esperienze attuative risultano deludenti  e  fortemente
criticabili.  In  effetti l'occasione  è servita soprattutto per
promuovere una generica  e  sommaria criminalizzazione in blocco
del pubblico impiego, trascurando  il fatto che se l'Amministra-
zione Pubblica di questo paese è rimasta in piedi, mentre il suo
sistema politico ed istituzionale continuano ad essere attraver-
sati da una crisi profonda, ciò  si  deve al fatto che la grande
parte dei lavoratori pubblici, negli ospedali, nelle scuole, nel
le Regioni, nei Comuni  e in tutti gli altri Enti Pubblici hanno
continuato a  prestare la loro attività con spirito di servizio,
pur vedendosi privati spesso di adeguate gratificazioni economi-
che e professionali, e addirittura dovendo subire l'erosione del
valore reale delle loro retribuzioni.  Ancor più i limiti di at-
tuazione della nuova normativa si sono manifestati rispetto alla
effettiva contrattualizzazione del rapporto di lavoro.  Vi  sono  
state assurde lungaggini determinate  dalle inammissibili intru-
sioni della Corte dei Conti e  da colpevoli inadempienze del Go-
verno nell'entrata in vigore del Contratto di Comparto, ritarda-
ta per circa dieci mesi  dal momento della sua stipulazione.  Di
recente la stessa Corte dei Conti ha opposto il veto alla appro-  
vazione conclusiva del Contratto per  la Dirigenza,  siglato nel
novembre 1995, non sul punto del controllo degli oneri finanzia-
ri, ma sulla questione della legittimità della soluzione per via 
arbitrale  delle  controversie in materia di licenziamento inve-
stendosi di funzioni improprie.
In tale quadro critico spiccano negativamente le questioni rela-
tive alla autonomia organizzativa e  negoziale delle regioni ga-
rantire dall'art. 117 Cost. Tutte le iniziative assunte dalle Re
gioni stesse per allargare  i  margini di autonomia negoziale ed
organizzativa hanno sortito risultati limitati ed insoddisfacen-
ti. Senon vanno sottovalutati alcuni spazi significativi  aperti
dal Contratto di Comparto, questi risultano tuttavia ancora ina-
deguati. In particolare il Contratto Nazionale futuro  dovrà ri-
muovere ogni vincolo disfunzionale rispetto alla gestione effica
ce delle amministrazioni.  Il Contratto Nazionale,  insomma, non
dovrà essere onnicomprensivo e prescrittivo,  ma  limitarsi alla
disciplina dei trattamenti economici minimi e normativi inderoga
bili evitando ogni disposizione di dettaglio che vincoli  le Re-
gioni e gli Enti locali in contrasto coi principi regionalisti e
autonomisti sanciti dalla Costituzione.  
Perciò la Regione Emilia-Romagna e le OO.SS. nello  stipulare il
contratto decentrato rivendicano per le amministrazioni regiona-
li  e  locali la più ampia autonomia negoziale soprattutto sulla
quantificazione e gestione dei fondi destinati alla produttività
superando la normativa vigente  che  detta invece criteri rigidi
che lasciano spazi del tutto insufficienti  alla negoziazione a-
ziendale. Denunciano inoltre il fatto che sulle materie relative
alla revisione dell'ordinamento professionale ed alla sua speri-
mentazione, non sia ancora neppure avviato  il confronto in sede
ARAN mentre gli Enti Regionali hanno assoluta esigenza di dispor
re di un sistema professionale flessibile al fine di riorganizza
re i propri apparati, come è stato riconosciuto dall'art. 1, com
ma 12, della legge 28/12/95, numero 549 "Misure di razionalizza-
zione della finanza pubblica", il quale prevede che "Alle Regio-
ni che hanno disciplinato l'applicazione dei principi in materia
di ridefinizione di strutture organizzative e delle dotazioni or
ganiche di cui al decreto legislativo 3 febbraio 1993,  n. 29, e
successive modificazioni ed integrazioni,  è data  la facoltà di
avvalersi, al fine dell'attuazione dei processi di riforma orga-
nizzativa, di misure flessibili nella gestione delle risorse uma
ne, ivi compresi i provvedimenti per l'incentivazione della mobi
lità in ambito regionale. Tali misure sono applicabili  fino  al
31 Dicembre 1998 ...".  
Sulla base di quanto fin qui dichiarato la Regione  Emilia-Roma-
gna e le OO.SS. si impegnano a sviluppare congiuntamente le azio
ni  più  opportune  al  fine di  promuovere  la riorganizzazione
dell'apparato regionale nei termini più funzionali ad assicurare
l'efficacia e l'efficienza della macchina regionale ed a garanti
re la qualità e responsabilità del lavoro necessaria per realiz-
zare il pieno adempimento dei compiti istituzionali assegnati al
la Regione al servizio dei cittadini e della comunità regionale.
Poichè la Regione Emilia-Romagna ha promosso tutte le iniziative
necessarie di ristrutturazione organizzativa postulate dalla nor
mativa vigente, la stessa Regione Emilia-Romagna e le OO.SS. con
cordano nell'affermare che debbono essere assunte nuove ed effi-
caci iniziative, anche al di là e oltre le disposizioni del pre-
sente contratto decentrato,  in direzione della  valorizzazione,
professionale e  retributiva, dell'impegno lavorativo dei dipen-
denti regionali collocati ai diversi livelli di inquadramento.
Concordano altresì di stimolare la più ampia partecipazione  dei
lavoratori al processo di riorganizzazione sulla base dei mecca-
nismi partecipativi previsti dall'art.24 della L.R. 31/94. A que
sto fine la Giunta regionale  si  impegna a presentare, entro 30  
giorni dalla sottoscrizione del contratto decentrato, un provve-
dimento  da  sottoporre  al  preventivo esame congiunto  con  le
OO.SS., relativo alle modalità più opportune per assicurare mec-
canismi di adeguata valorizzazione delle professionalità. 
 
ALLEGATO "B"  
CONTRATTO COLLETTIVO DECENTRATO DI LAVORO 1994 -1997
  
CONTRATTO COLLETTIVO DECENTRATO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA  
 1994 - 1997  
Ai sensi degli art.2, 4 e 5 del CCNL 6/7/95
 TRA  
LA Regione Emilia Romagna rappresentata per la Giunta dall'Asses
sore agli affari Istituzionali, Autonomie Locali-Organizzazione,
Prof. Luigi Mariucci e per l'Ufficio di Presidenza del Consiglio
da Katia Zanotti, Vicepresidente; 
e le Organizzazioni Sindacali Aziendali:  
-CGIL rappresentata da Costa Chira, Figna Annusca e Andrea Fiori
ni CGIL Aziendale; Dionigi Gabriella CGIL Funzione Pubblica 
-CISL rappresentata dal Segretario della FILSEL  Regionale Anto-
nio Eccher e dai dirigenti aziendali Fernando Olivi, Laura Gambe
rini, Luigi Zanichelli,  Giancarlo Cantoni, Cesare  Righettini e
Giacinto Mellini;
-UIL rappresentata da Minardi Silvio Segretario Regionale e Com-
missario G.A.U. Nucleo Aziendale UIL,  Masotti Leonardo  e  Vasi
Piergiorgio G.A.U. UIL;  
-FIALP CISAL rappresentata da Fantuz Fiorella  per   CISAL-FIALP
Segreteria Aziendale e Casadei Evio per UNIONE CISAL; 
si concorda l'unito testo di accordo per la stipula del Contrat-
to Collettivo Decentrato di Lavoro. 
AREA DI APPLICAZIONE E DURATA 
Il Contratto Collettivo Decentrato si applica a tutto il persona
le regionale di ruolo e non di ruolo, relativamente agli organi-
ci della Giunta e  del Consiglio, appartenente  alle  qualifiche
dalla II alla VIII e concerne il periodo 01/01/94 - 31/12/97,per
la parte normativa ed è valido dall'01/01/94 fino al  31/12/1995
per la parte economica. 
Il Contratto Collettivo Decentrato si attua entro 30 giorni dal-
la stipulazione,  che si intende avvenuta con la sottoscrizione,
a seguito del perfezionamento delle procedure previste dall'art.
51, terzo comma, del D.Lgs. n. 29/93. 
Il Contratto Collettivo Decentrato mantiene validità fino al suo
rinnovo.  Salve ed impregiudicate le disposizioni dell'art.4 del  
CCNL, le parti convengono che si potranno apportare integrazioni
al Contratto stesso nell'arco della  sua  vigenza in presenza di
innovazioni o  integrazioni contrattuali nazionali  che rinviino
compiti specifici alla contrattazione decentrata.

CONTENUTO DEL CONTRATTO COLLETTIVO DECENTRATO


Il presente Contratto Collettivo decentrato riguarda le  materie
e gli istituti di cui all'art.5 comma terzo del CCNL, secondo le
clausole di rinvio dello stesso articolo ed in conformità ai cri
teri ed alle procedure indicati nell'art.4 del CCNL,  garantendo
il rispetto dei criteri di individuazione delle disponibilità e-
conomiche fissati a livello nazionale, fatto salvo quanto previ-
sto dall'art.31 comma primo lettera b) secondo  capoverso e dal-
l'art. 32 del CCNL, e precisamente: 
sistemi di incentivazione della produttività collettiva, finaliz
zati all'efficienza e al miglioramento  della qualità dei servi-
zi, nell'ambito dei progetti e delle altre iniziative, con rife-
rimento ai criteri generali; 
la quota di risorse e di criteri generali per l'attribuzione dei
trattamenti accessori legati all'effettivo svolgimento di attivi
tà particolarmente disagiate, pericolose o dannose;
linee di indirizzo generale per l'attività di formazione e di ag
giornamento professionale; 
criteri di applicazione, con riferimento ai tempi e alle modali-
tà, delle normative relative all'igiene, all'ambiente, sicurezza
e prevenzione nei luoghi di lavoro, nonchè  per l'attuazione de-
gli adempimenti rivolti  a  facilitare l'attività dei dipendenti
disabili;
le misure per favorire pari opportunità nel lavoro e nello  svi-
luppo professionale. 

DISCIPLINA DEL FINANZIAMENTO DEL TRATTAMENTO ECONOMICO
 ACCESSORIO (ARTT. 31 E 32 CCNL) 
Tra la Regione Emilia-Romagna e le OO.SS. aziendali  si conviene
di individuare l'ammontare del fondo totale per il finanziamento
del trattamento economico accessorio,  ai sensi degli artt. 31 e
 32 del CCNL, in: 
-L. 9.552.802.960 per il personale della Giunta e L. 710.000.000
per il personale del Consiglio, per un  totale di 10.262.802.960
di Lire con riferimento all'anno 1995; 
-L.11.721.335.396 per il personale della Giunta e L. 877.100.000
per il personale del Consiglio, per un totale  di 12.598.435.396
di Lire, con riferimento all'anno 1996. 
Il tutto come risulta dai prospetti allegati al presente documen
to sotto lettere 1)-2)-3)-4) e 5), per farne parte integrante  e
sostanziale. 
La delegazione di parte pubblica  dà  atto che la determinazione
del fondo, così come sopra individuata, potrebbe subire variazio
ni, ma solo in senso migliorativo, in seguito ad ulteriori veri-
fiche, relative alle modalità di ricostruzione  del monte salari
(togliendo l'imponibile dei buoni mensa e degli assegni di fami-
glia e aggiungendo straordinari e produttività).  
Si precisa inoltre che è disponibile la quota di L. 400.000.000,
stanziata sul Bilancio di previsione per l'anno 1996, finalizza-
ta all'incentivazione interna per la progettazione di opere pub-
bliche (ai sensi dell'art.18 primo comma L.109/94). 
L'Amministrazione dà atto  di trovarsi nelle condizioni previste
dal secondo comma dell'art.32  del  CCNL per poter incrementare,
nei limiti previsti dallo stesso comma, con oneri a proprio cari
co,  il  fondo di cui sopra, in quanto sono state già realizzate
le seguenti innovazioni: 
a) attuazione dei principi di razionalizzazione di cui al Titolo
I del D.Lgs.n.29/93 mediante la L.R. 4 agosto 1994 n.31 e succes
sivi atti di attuazione;
b) ridefinizione delle strutture organizzative e delle  funzioni
dirigenziali,  come risulta dalla  delibera  di Giunta n.361 del
15/02/95 e successive modifiche, nonchè dalla delibera di Giunta
n.3053 del 01/08/95 e dalla delibera di Giunta n.4098 del 21 no-
vembre 1995;
c) rilevazione dei carichi di lavoro  e  rideterminazione  delle
piante organiche, come  risulta  dalle delibere  di Giunta n.389
del 6 marzo 1996 e n.562 del 26 marzo 1996; 
d) istituzione e attivazione dei servizi di controllo  interno o
dei nuclei di valutazione in quanto con la delibera di Giunta n.
492 del 19/03/96 è stato istituito il Nucleo di Valutazione.  La
delegazione di parte pubblica,infine, dà atto che il presente do
cumento avrà efficacia vincolante solo dopo che, al termine del-
la trattativa, la Giunta regionale avrà  espresso  la propria au
torizzazione, e questa avrà ottenuto il visto dell'organo di con
trollo. 
____________________________________________________________  
ALLEGATO 1)
  DETERMINAZIONE DEL FONDO TOTALE PER IL TRATTAMENTO ECONOMICO  
ACCESSORIO PER L'ANNO 1995
Lo stanziamento in bilancio relativo all'anno 1993 per il tratta
mento accessorio risultava così determinato: 
- compensi per lavoro straordinario 
 Giunta	L. 2.100.000.000  
 Consiglio 	L.   195.000.000  
 TOTALE 	L. 2.295.000.000  
- compensi incentivanti la produttivita'
 Giunta 	L. 7.200.000.000  
 Consiglio 	L.   490.000.000  
 TOTALE 	L. 7.690.000.000  
- compensi per indennità turno, rischi, cassa,  reperibilità...  
 Giunta 	L.   252.802.960  
 Consiglio 	L.25.000.000  
 TOTALE 	L.   277.802.960  
-STANZIAMENTO COMPLESSIVO: 
 Giunta	L. 9.552.802.960  
 Consiglio   L.   710.000.000  
 TOTALE 	L.10.262.802.960  
Il fondo per il trattamento accessorio per l'anno 1995 è di Lire
9.552.802.960 per la Giunta Regionale e  di L.710.000.000 per il
 Consiglio Regionale. 
____________________________________________________________  
ALLEGATO 2)
Per quanto riguarda l'anno 1996 il fondo è  così determinato, ai
sensi degli artt. 31, primo comma e 32 del CCNL:
FONDO BASE ANNO 1995  
Giunta 		L.  9.552.802.960  
Consiglio  		L.710.000.000  
TOTALE 		L. 10.262.802.960  
- rivalutazione del 6% del fondo base  
Giunta 		L.573.168.178  
Consiglio 		L. 42.600.000  
TOTALE 		L.615.768.178  
- 0,2% del monte salari anno 1993 (esclusi i dirigenti) 
Giunta 		L.200.623.015  
Consiglio 		L. 16.000.000  
TOTALE 		L.216.623.015  



1.5 % del monte salari anno 93 riferito solo alla VII e  VIII
qualifica
Giunta 		L.692.560.690  
Consiglio 		L. 52.500.000  
TOTALE 		L.745.060.690  
0,5% del monte salari 93 al netto contributi a  carico Ammini-
strazione e con esclusione della parte relativa  ai  dirigenti in
caso di equilibrio di bilancio (art.32)  
Giunta 		L.501.557.538  
Consiglio 		L. 40.000.000  
TOTALE 		L.541.557.538  
0,2% dello stesso monte salari sopra citato in caso di  rispar-
mi di gestione (art. 32)
Giunta 		L.200.623.015  
Consiglio 	L. 16.000.000  
Totale 		L.216.623.015  
TOTALE FONDO PER L'ANNO 1996  
GIUNTA 		L. 11.721.335.396  
CONSIGLIOL.877.100.000  
TOTALE  		L. 12.598.435.396  
____________________________________________________________  
ALLEGATO 3)
SCHEMA RIASSUNTIVO DELLA RIPARTIZIONE DEI FONDI  DEL  TRATTAMENTO
ECONOMICO ACCESSORIO AI SENSI DELL'ART. 31 COMMA SECONDO,  PER LA
GIUNTA REGIONALE  
ANNO 1995 
a) Fondo per il compenso  del  lavoro straordinario (spesa per il
lavoro straordinario 1993 ridotta del 15%) 	L. 1.785.000.000  
b) Fondo per la remunerazione particolari condizioni di  disagio,
pericolo o danno(spesa sostenuta nel 1993 per le indennità di tur
no reperibilità, rischi, maneg gio valori, orario ordinario, not-
turno-festivo  e festivo/notturno) 		L.  252.802.960  
c) Fondo per compensare particolari posizioni di lavoro e respon-
sabilità (1,5% monte salari 93 solo VII e VIII qualifica) costitu
ito per l'anno 1996 				L. 0  
d) Fondo per la qualità delle prestazioni individuali  (risparmio
del lavoro straordinario pari  al  15% della spesa sostenuta nel-
l'anno 93, fino ad un massimo dello 0,5 del monte salari 1993, al
netto della dirigenza) 				L.  315.000.000  
e) Fondo per la produttività collettiva  e  per  il miglioramento
dei servizi (differenza tra la somma complessiva del fondo  e  la
somma utilizzata per la costituzione dei fondi lettere a, b, c  e
d più eventuali  economie degli stessi fondi) 	L. 7.200.000.000  
				TOTALE FONDI  	L. 9.552.802.960  
ANNO 1996 
Fondo per il compenso del lavoro straordinario (spesa  per  il
lavoro straordinario 1993 ridotta del 15%) 	L. 1.785.000.000  
Fondo per la remunerazione particolari condizioni di  disagio,
pericolo o danno(spesa sostenuta nel 1993 per le indennità di tur
no reperibilità, rischi, maneggio  valori, orario ordinario, not-
turno-festivo e  festivo/notturno) 		L.  252.802.960  
Fondo per compensare particolari posizioni di lavoro e respon-
sabilità (1,5% monte salari 93 solo VII e VIII qualifica)
						L.  692.560.690  
Fondo per la qualità delle prestazioni individuali  (risparmio
del lavoro straordinario pari  al 15% della  spesa sostenuta nel-
l'anno 93, fino ad un massimo dello 0,5 del monte salari 1993, al
netto della dirigenza;  per il 1996 è integrato da una somma pari
allo 0,2% dello stesso monte salari, fermo restando il limite mas
imo) 						L.  501.557.538  
Fondo per la produttività collettiva  e  per  il miglioramento
dei servizi (differenza tra la somma complessiva del fondo  e  la
somma utilizzata per la costituzione dei fondi lettere  a, b, c e
d più eventuali economie degli stessi fondi) 	L.  8.489.414.208  
			TOTALE FONDI  		L. 11.721.335.396  
------------------------------------------------------------  
ALLEGATO 4)
SCHEMA RIASSUNTIVO DELLA RIPARTIZIONE DEI FONDI  DEL  TRATTAMENTO
ECONOMICO ACCESSORIO AI SENSI DELL'ART. 31 COMMA SECONDO,  PER IL
CONSIGLIO REGIONALE
ANNO 1995 
Fondo per il compenso del lavoro straordinario(spesa per il la
voro straordinario 1993 ridotta del 15%) 	L.  165.750.000  
b) Fondo per la remunerazione particolari condizioni  di disagio,
pericolo o danno(spesa sostenuta nel 1993 per le indennità di tur
no reperibilità, rischi, maneggio valori, orario ordinario,  not-
turno-festivo e festivo/notturno) 		L.   25.000.000  
Fondo per compensare particolari posizioni di lavoro e respon-
sabilità (1,5% monte salari 93 solo VII e VIII  qualifica) costi-
tuito per l'anno 1996 				L. 0  
d) Fondo per la qualità delle prestazioni individuali  (risparmio
del lavoro straordinario pari  al 15% della  spesa sostenuta nel-
l'anno 93, fino ad un massimo dello 0,5 del monte salari 1993, al
netto della dirigenza) 				L.   29.250.000  
Fondo per la produttività collettiva  e  per  il miglioramento
dei servizi (differenza tra la somma complessiva  del  fondo e la
somma utilizzata per la costituzione  dei fondi lettere a, b, c e
d più eventuali economie degli stessi fondi) 	L.  490.000.000  
			TOTALE FONDI  		L.  710.000.000  
ANNO 1996 
Fondo per il compenso del lavoro straordinario(spesa per il la
voro straordinario 1993 ridotta del 15%) 	L.  165.750.000  
b) Fondo per la remunerazione particolari condizioni di  disagio,
pericolo o danno  (spesa sostenuta  nel 1993 per le indennità  di
turno reperibilità,  rischi,  maneggio valori,  orario ordinario,
notturno-festivo e festivo/notturno) 		L.   25.000.000  
Fondo per compensare particolari posizioni di lavoro e respon-
sabilità (1,5% monte salari 93 solo VII e VIII qualifica)
						L.   52.500.000  
d) Fondo per la qualità delle prestazioni individuali  (risparmio
del lavoro straordinario pari al 15%  della spesa sostenuta  nel-
l'anno 93, fino ad un massimo dello 0,5 del monte salari 1993, al
netto della dirigenza; per il 1996  è integrato da una somma pari
allo 0,2% dello stesso monte salari, fermo restando il limite mas
simo) 						L.   40.000.000  
e) Fondo per la produttività collettiva  e  per  il miglioramento
dei servizi (differenza tra la somma complessiva  del fondo  e la
somma utilizzata per la costituzione dei  fondi lettere a, b, c e
d più eventuali economie degli stessi fondi) 	L.  593.850.000  
			TOTALE FONDI  		L.  877.100.000  
____________________________________________________________  
ALLEGATO 5)
SCHEMA RIASSUNTIVO DELLA RIPARTIZIONE  DEI  FONDI DEL TRATTAMENTO
ECONOMICO ACCESSORIO AI SENSI DELL'ART. 31 COMMA  SECONDO, GIUNTA
REGIONALE E CONSIGLIO REGIONALE. 
ANNO 1995 
Fondo per il compenso  del lavoro straordinario (spesa  per il
lavoro straordinario 1993 ridotta del 15%) 	L.  1.950.750.000  
b) Fondo per la remunerazione particolari condizioni di  disagio,
pericolo o danno (spesa sostenuta nel 1993  per  le  indennità di
turno reperibilità,  rischi, maneggio  valori,  orario ordinario,
notturno-festivo e festivo/notturno) 		L.277.802.960  
Fondo per compensare particolari posizioni di lavoro e respon-
sabilità (1,5% monte salari 93 solo VII e VIII qualifica) costitu
ito per l'anno 1996 				L. 0  
Fondo per la qualità delle prestazioni individuali  (risparmio
del lavoro straordinario pari  al 15% della  spesa sostenuta nel-
l'anno 93, fino ad un massimo dello 0,5 del monte salari 1993, al
netto della dirigenza) 				L.344.250.000  
Fondo per la produttività collettiva  e  per il  miglioramento
dei servizi (differenza tra la somma complessiva  del  fondo e la
somma utilizzata per la costituzione dei  fondi lettere a, b, c e
d più eventuali economie degli stessi fondi) 	L.  7.690.000.000  
			TOTALE FONDI  		L. 10.262.802.960  

ANNO 1996 
Fondo per il compenso del lavoro straordinario  (spesa  per il
lavoro straordinario 1993 ridotta del 15%) 	L.  1.950.750.000  
Fondo per la remunerazione particolari condizioni di  disagio,
pericolo o danno  (spesa sostenuta  nel 1993  per le indennità di
turno  reperibilità, rischi, maneggio  valori,  orario ordinario,
notturno-festivo e festivo/notturno) 		L.277.802.960  
Fondo per compensare particolari posizioni di lavoro e respon-
sabilità (1,5% monte salari 93 solo VII e VIII qualifica)
						L.745.060.690  
Fondo per la qualità delle prestazioni individuali  (risparmio
del lavoro straordinario pari al  15%  della spesa sostenuta nel-
l'anno 93, fino ad un massimo dello 0,5 del monte salari 1993, al
netto della dirigenza; per il 1996  è integrato da una somma pari
allo 0,2% dello stesso monte salari, fermo restando il limite mas
simo) 						L.541.557.538  
Fondo per la produttività collettiva  e  per  il miglioramento
dei servizi (differenza tra la somma complessiva  del fondo  e la
somma utilizzata per la costituzione dei  fondi lettere a, b, c e
d più eventuali economie degli stessi fondi) 	L.  9.083.264.208  
			TOTALE FONDI  		L. 12.598.435.396  

EROGAZIONE DEL FONDO PER LA PRODUTTIVITA' COLLETTIVA ED IL MIGLIO
RAMENTO DEI SERVIZI 
"Il fondo di cui all'art. 31, comma 2, lettera e) del CCNL, è de-
stinato a promuovere il miglioramento organizzativo dell'attività
gestionale o progettuale delle strutture dell'Ente per la realiz-
zazione di progetti-obiettivo, di piani di lavoro e di altre ini-
ziative predisposte dai dirigenti e  finalizzate al conseguimento
di più elevati livelli di efficienza e di efficacia dei servizi i
stituzionali  con particolare riferimento a quelli rivolti all'u-
tenza  anche attraverso l'ampliamento dei periodi di apertura de-
gli uffici al pubblico e la conseguente articolazione e flessibi-
lizzazione degli orari." (Art. 33 comma 1 CCNL) 
Gli obiettivi di miglioramento dei servizi dell'Ente, definiti an
nualmente dalla Giunta Regionale sono articolati in programmi at-
tuativi e progetti-obiettivo proposti dal Comitato di Direzione. 
Il fondo di cui agli artt. 31 e 33 del CCNL è destinato a promuo-
vere il miglioramento organizzativo  dell'attività  gestionale  e
progettuale delle Direzioni Generali della  Regione attraverso la
realizzazione:  
 a) dei Piani di attività generale;
 b) di Progetti-obiettivo. 
Per l'anno 1996 il fondo, per la Giunta Regionale, ammonta a Lire
8.489.414.208 ed è così articolato:  
 60% L. 5.093.648.525 Piani di attività generale 
 40% L. 3.395.765.683 Progetti-obiettivo 
Per l'anno 1996 il fondo, per il Consiglio Regionale, ammonta a L.
593.850.000 ed è così articolato:
 60% L. 356.310.000  Piani di attività generale 
 40% L. 237.540.000  Progetti-obiettivo 
Il fondo di cui sopra sarà ulteriormente incrementato da eventuali
risorse che specifiche disposizioni di legge dovessero finalizzare
alla incentivazione della produttività del personale. 
Nella concreta erogazione del fondo deve essere previsto un siste-
ma correttivo che, a fronte del cumulo in  capo allo stesso dipen-
dente tra produttività collettiva e progetti-obiettivo,tenga conto
dell'oggettiva sovrapposizione fra l'attività ordinaria  e  quella
di progetto,così da consentire il trattamento economico assestato.
Il coefficiente di sovrapposizione  è stimato attorno al 30%  del-
l'ordinaria attività e sarà compiutamente commisurato dopo la fase
di definizione dei progetti. 
A chi partecipa pertanto ad entrambe le sezioni in cui è articola-
to il fondo, spetta una quota di produttività collettiva, relativa
ai Piani di attività generale,  in misura oscillante fra  il 70% e
il 100% .
a) PIANI DI ATTIVITA' GENERALE 
Al fondo relativo al miglioramento dell'attività generale dell'En-
te viene destinato  per l'anno 1996 il 60% delle risorse finanzia-
rie del fondo globale, ovvero,  L. 5.093.648.525 per i  dipendenti
della Giunta Regionale e L. 356.310.000 per i dipendenti del Consi
glio Regionale.  
Il presente fondo è articolato sui seguenti fattori: 



fattore base produttività pari al 35% delle risorse fattore ba-
se produttività economiche; 
fattore di professionalità pari al 35% delle risorse fattore di
professionalità economiche,  è collegato alla qualifica funzionale 
secondo i seguenti parametri: 
 QUALIFICHE FUNZIONALI Parametri D.G.5575/87  
 II   125 
 III  130 
 IV   140 
 V150 
 VI   160 
 VII  170 
 VIII 180 
fattore di risultato pari al 30% delle risorse, viene corrispo-
sto secondo il parametro di qualifica e il grado di raggiungimento
degli obiettivi, salvo che il mancato raggiungimento  degli stessi
sia imputabile a documentate ragioni di obiettiva impossibilità.
Per la modalità procedurale di definizione dei programmi operativi
annuali delle strutture e di accertamento dei risultati si confer-
mano le procedure in uso, ovvero:
entro il 30 novembre di ciascun anno  i Direttori Generali, con
l'apporto dei Responsabili di Servizio e degli altri dirigenti ap-
partenenti alla Direzione Generale, predispongono il programma ope
rativo delle attività sulla base degli indirizzi programmatici fis
sati dalla Giunta Regionale;  
entro il 31 gennaio gli stessi soggetti presentano il programma
consuntivo dell'attività dell'anno precedente con  le  valutazioni
riferite ai risultati conseguiti. 
Per assicurare criteri omogenei, le indicazioni metodologiche sono
fornite dalla Direzione Generale all'Organizzazione, attraverso il
Servizio Amministrazione, Valutazione  e  Sistemi Incentivanti del
Personale. 
In tale attività di programmazione e valutazione deve essere assi-
curato il più efficace coinvolgimento dei lavoratori. 
fattore correttivo di presenza che sottrae quote di premio fat-
tore correttivo di presenza in relazione alle giornate non lavora-
te e che agisce su tutti e  tre i fattori precedenti. 
La disciplina del fondo di produttività collettiva è da intendersi
come transitoria fino alla instaurazione di un sistema strutturato
di valutazione i cui criteri verranno esaminati congiuntamente tra
Amministrazione regionale e OO.SS. firmatarie del presente contrat
to, sulla base delle proposte formulate dal nucleo  di valutazione
costituito ai  sensi delle delibere  n. 333 del  27/2/96 e 482 del
19/3/96.
Tale sistema di valutazione  sarà applicato così da consentire  la
conservazione del trattamento economico assestato. 
Eventuali controversie saranno oggetto di tentativo di conciliazio
ne in sede sindacale ai sensi del comma 4, dell'art.34 del C.C.N.L
di comparto. 
Entro il mese di giugno di ogni anno verrà erogata al personale re
gionale la quota relativa al fattore base, a titolo di acconto. 
Nel primo mese successivo a quello di entrata in vigore della leg-
ge di approvazione del bilancio,verranno erogate le successive quo
te,a consuntivo per l'anno precedente con gli eventuali conguagli.  
Per il '96 l'acconto è previsto,indicativamente,entro il 31/10/96,
a seguito dell'assestamento del bilancio in quanto dovrà essere re
impostata la modalità di previsione degli stanziamenti.
b) PROGETTI-OBIETTIVO 
Una quota del fondo, per l'anno 1996, pari al 40% dello stesso, ov
vero L. 3.395.765.683 per i dipendenti della Giunta Regionale e L.
237.540.000 per i dipendenti del Consiglio Regionale, è  destinata
ai progetti-obiettivo. 
La disciplina del fondo di produttività collettiva è  sperimentale
per la durata del vigente CCNL e si propone di introdurre nell'En-
te la cultura di risultato attraverso soprattutto la predisposizio
ne e la realizzazione di progetti-obiettivo o finalizzati indiriz-
zati gradualmente al miglioramento dell'intera attività dell'Ente,
con il coinvolgimento di tutta l'Amministrazione Regionale, gli En
ti e le Aziende, senza preclusione di qualifica e di settori di at
tività. 
I progetti-obiettivo sono definiti sulla base degli indirizzi spe-
cifici adottati dalla Giunta Regionale,su proposta del Comitato di
Direzione,nonché sulle indicazioni generali ed intersettoriali con
tenute nel presente accordo, e coinvolgeranno solo una percentuale
limitata del personale,compresa tra il 35% e il 50% per ogni anno.
Ciascuna Direzione Generale, secondo le  indicazioni metodologiche
fornite dalla Direzione Generale all'Organizzazione, attraverso il
Servizio Amministrazione,  Valutazione e Sistemi Incenti vanti del
Personale, predispone i progetti-obiettivo necessari al  migliora-
mento organizzativo della struttura funzionalmente dipendente.
Tali progetti possono risultare  anche  dall'apporto  congiunto di
più Direzioni Generali qualora l'intervento migliorativo in ogget-
to abbia caratteristiche interdisciplinari e intersettoriali.
Il Comitato di Direzione valuta le proposte  di progetto-obiettivo
secondo indicatori di qualità riferiti alla metodologia e ai risul
tati attesi e definisce i budgets  di  partecipazione al fondo per
ciascuna Direzione Generale, sulla base del lavoro istruttorio-pro
positivo compiuto dalla Direzione Generale all'Organizzazione. 
Nella formazione dei progetti, elaborati dai dirigenti, viene assi
curato il coinvolgimento partecipativo ed informativo dei dipenden
ti,anche con gli strumenti previsti dall'art. 24 della L.R. 31/94.  
Requisiti del progetto-obiettivo 
Il progetto-obiettivo è concepito come strumento finalizzato:
- al miglioramento della comunicazione e  dell'informazione all'u-
tenza; 
- al miglioramento dell'efficacia e della qualità dei servizi; 
- al miglioramento della integrazione intersettoriale;  
- al miglioramento dell'organizzazione anche in termini di flessi-
bilità verso l'utenza;
- alla semplificazione amministrativa e all'accelerazione dei tem-
pi;  
- alla diminuzione dei tempi di erogazione della spesa.
Nell'ambito del progetto dovrà prevedersi un responsabile e la pos
sibilità, attraverso indicatori oggettivi, di verificare l'effetti
vo perseguimento di risultati di miglioramento  dell'efficienza  e
dell'efficacia dei servizi istituzionali.
Il documento di presentazione del progetto-obiettivo  deve indica-
re: 
a) l'azione o l'attività per la quale viene proposto;  
b) la specificazione degli obiettivi finali assegnati all'azione e
all'attività; 
c) la proposta di individuazione del responsabile di progetto; 
d) la fissazione del termine entro il quale deve essere operata;
e) la verifica degli stati di avanzamento del progetto; 
f) la fissazione del termine finale;
g) l'individuazione dei rapporti  con  i  soggetti  esterni  della
struttura interessata;  
h) le modalità di utilizzo del personale;  
i) l'individuazione delle risorse umane e dei relativi ruoli;  
l) l'individuazione delle risorse finanziarie. 
Il progetto-obiettivo deve prevedere nel dettaglio le fasi necessa
rie per la sua realizzazione e le indicazioni per la ottimizzazio-
ne dell'impiego delle risorse: fasi, sottoprogetti, tempi, ecc....
In relazione ai tempi di realizzazione, l'arco temporale di dodici
mesi, è da intendersi quale termine finale. 
"...la scelta dei dipendenti da adibire alle iniziative per la pro
duttività collettiva sarà determinata dal dirigente sulla base del
la loro collocazione organizzativa e professionale e della funzio-
nalità della loro partecipazione agli obiettivi assegnati ai singo
li progetti..." ( art.33, comma 3, C.C.N.L. )
Accertamento dei risultati e procedura incentivante dei  progetti-
Obiettivo.  
La disciplina del fondo di produttività collettiva avvia sperimen-
talmente anche un sistema di valutazione dei risultati individuali
che coinvolgerà il personale impiegato nei progetti obiettivo  per
una quota, pari al 30% per il 1996 e 35% per il 1997, delle risor-
se destinate alla compensazione della realizzazione  degli  stessi
progetti. 
La responsabilità dell'accertamento e della valutazione dei risul-
tati del progetto-obiettivo è  posta in capo al Direttore Generale
interessato per competenza, con l'ausilio di altro Direttore Gene-
rale qualora trattasi di progetti intersettoriali.  
La definizione dell'entità del premio legato alla valutazione indi
viduale sarà proposta dal dirigente direttamente responsabile  del
progetto  e  dovrà essere motivata dal grado di corrispondenza tra
carico di lavoro assegnato e verificato  con il  collaboratore, in
sede di definizione del progetto, e i risultati individuali conse-
guiti.  
Le risorse economiche sono correlate:
- per il 70% per il '96 e 65% per il '97 secondo il fattore di pro
fessionalità (vedi parametri di qualifica definiti per i  Piani di
attività generale) al grado di raggiungimento degli  obiettivi del
progetto;
- per il 30% per il 1996 e il 35% per il 1997 secondo la valutazio
ne del risultato individuale in rapporto al parametro di qualifica 
Il fattore correttivo di presenza effettiva verrà applicato ad en-
trambe le quote prima definite.
La disciplina del fondo di produttività collettiva è da intendersi
come transitoria e sperimentale fino alla instaurazione di un  si-
stema strutturato di valutazione, che coinvolgerà prioritariamente
i dirigenti, i  cui criteri,  previsti per le  qualifiche dalla II
all'VIII, verranno esaminati congiuntamente tra Amministrazione re
gionale e OO.SS. firmatarie del presente contratto, sulla base del
le proposte formulate dal nucleo di valutazione costituito ai sen-
si delle delibere n. 333 del 27/2/96  e 482 del 19/3/96.
Tale sistema di valutazione individuale sarà applicato così da con
sentire la conservazione del trattamento economico assestato.  
Eventuali controversie saranno oggetto di tentativo di conciliazio
ne in sede sindacale ai sensi del comma 4,dell'art.34 del C.C.N.L.
di comparto. 
Nel primo mese successivo a quello di entrata in vigore della leg-
ge di approvazione del bilancio, verrà erogata la quota del  fondo
di cui all'art. 33 del CCNL, relativa ai progetti-obiettivo, a con
suntivo per l'anno precedente.  
Il monitoraggio sui risultati  raggiunti  nell'utilizzo del  fondo
per la produttività collettiva  e  il miglioramento dei servizi, è
assicurato dal Comitato di Direzione che si avvarrà della Direzio-
ne Generale all'Organizzazione, nonché, ove necessario,  di un nu-
cleo di valutazione appositamente costituito.
Le parti sottoporranno ad esame congiunto i risultati della speri-
mentazione stessa al fine di fornire alla contrattazione nazionale
indicazioni sostenute da precisi elementi per il miglioramento del
la normativa in atto. 
L'attività di monitoraggio si concluderà con un rapporto  da  tra-
smettere all'ARAN. 
Per l'anno 1997 le parti si incontreranno per definire l'erogazio-
ne del fondo di produttività con l'obiettivo almeno di conservazio
ne del trattamento economico assestato.  

FATTORE DI INCREMENTO DELLA PRODUTTIVITA' COLLETTIVA IN CONDIZIONI
PARTICOLARI E SPECIFICHE CHE COMPORTINO  ONERI, DISAGI, PERICOLO O
DANNO.
E' riconosciuta la necessità di individuare compensi differenziati
e aggiuntivi al compenso annuale  di  produttività  ai sensi della
lettera e) dell'art. 31 del CCNL, in rapporto particolari e speci-
fiche condizioni che comportino oneri, o disagi, pericolo o danno. 
Entro il 31/07/96 verranno individuate dall'Amministrazione le po-
sizioni di lavoro caratterizzate da particolari condizioni di disa
gio sulla base delle tipologie riguardanti soggetti  e  condizioni
secondo la seguente prima individuazione non esaustiva: 
- personale che opera in  aree dell'Amministrazione  considerabili
disagiate in analogia a quanto previsto dall'allegato B del D.P.R.
347/83  e  in rapporto anche alle prestazioni che comportino l'uso
di sostanze nocive;  
- prestazioni particolarmente disagiate  e  onerose caratterizzate
da una prevalente attività sul territorio in situazioni  di inter-
vento attivo di gestione dell'emergenza; 
- prestazioni particolarmente disagiate ed onerose  che comportino
lo svolgimento dell'orario ordinario di lavoro in una fascia gior-
naliera superiore alle 10 ore, non in missione, con esclusione nel
la Formazione Professionale delle ore autogestite all'inizio e al-
la fine dell'orario giornaliero.  
Si conviene altresì sulla necessità di valutare e apprezzare il di
sagio derivante dall'appartenenza a sedi non accessibili con mezzi
pubblici.
Ci si riserva altresì di valutare anche la presenza  e l'entità di
eventuali effettive condizioni  di  disagio derivanti da posizioni
lavorative caratterizzate da carichi di lavoro eccezionalmente pe-
santi accompagnati da scadenze fisse ed inderogabili e dalla neces-
sità del rispetto di vincoli temporali rigidi e improcrastinabili. 
Per quanto riguarda la Giunta regionale, l'individuazione delle po
sizioni  di  lavoro con particolare e specifico disagio è affidata
al Comitato di Direzione, su proposta della Direzione Generale al-
l'Organizzazione. 
Per quanto riguarda il Consiglio regionale, l'individuazione delle
posizioni di lavoro con disagi e oneri è affidata al Direttore Ge-
nerale, su proposta dei Responsabili dei Servizi. 
Sulla base delle precise tipologie di posizioni  e  prestazioni di
lavoro interverrà entro il 31/10/1996 un accordo decentrato tra Am
ministrazione e Organizzazioni Sindacali Aziendali per la quantifi
cazione delle risorse da destinare, globalmente e per  ciascuna ti
pologia di posizione  in relazione alle diverse qualifiche, a tale 
fattore di differenziazione aggiuntiva del compenso annuale di pro
duttività collettiva.
Le risorse economiche da utilizzare, calcolate con riferimento al-
l'anno 1993 per il pagamento della indennità di cui all'art. 6,com
ma 2,lettere c) e d) del D.P.R. n. 333/90, dovranno fare riferimen
to a ciò che residua dalla corresponsione per  le indennità turno,
 reperibilità, rischio, maneggio valori, orario ordinario notturno
/festivo e festivo-notturno e al trasferimento di risorse, da defi
nire  dalle parti nei modi  e  nei limiti previsti dall'articolo 2
commi 5, 6 e 7 del CCNL - parte economica 1996/1997, una volta che
questo sia definitivamente esecutivo. 
La quota differenziale  aggiuntiva,  sarà erogata  con  decorrenza
01/01/1997, salvo revoca della stessa alla cessazione della condi-
zione di disagio.

FONDO INCENTIVI ART. 18 LEGGE 11/2/1994 N. 109 E ART. 6 LEGGE
02/6/1995 N. 216 
L'Amministrazione si impegna ad attuare le norme di cui agli artt.
17 legge 109/94 e 5 sexies legge 216/95  e in particolare il comma
4 non appena sarà varato il relativo regolamento a livello naziona
le. A tal fine si impegna a intervenire sul Governo perchè tale re
golamento sia definito rapidamente. 
Dei propri interventi sul Governo  e dei risultati darà tempestiva
comunicazione alle OO.SS.
Con riferimento all'art. 18, l'Amministrazione  ha posto in bilan-
cio per l'anno 1996 la somma di  L.400.000.000 per garantire la co
pertura finanziaria della prima applicazione della norma e si impe
gna  all'eventuale integrazione del finanziamento in sede di asse-
stamento  di bilancio,  in ragione del censimento dell'attività di 
riferimento.  
Per l'applicazione dell'art. 18, l'Amminstrazione e le OO.SS. fir-
matarie definiscono i seguenti impegni: 
- entro il 30/6/1996: definizione dei criteri di  ripartizione del
fondo;
- entro il 20/7/1996: censimento degli aventi diritto;  
- entro il 10/9/1996: riparto del fondo. 
L'Amministrazione si  impegna  all'esame congiunto,  con le OO.SS. 
firmatarie del contratto decentrato,  del regolamento nazionale ai
fini della sua corretta applicazione. 
  
FORMAZIONE DEL PERSONALE  
L'art. 5 comma 2 del CCNL, demanda alla contrattazione  decentrata
"le linee di indirizzo generale per l'attività di formazione ed ag
giornamento professionale" e pertanto tra la Regione Emilia - Roma
gna e le OO.SS. aziendali si conviene quanto segue: 
-La formazione e l'aggiornamento costituiscono una delle leve stra
tegiche di gestione del personale e fattore indispensabile di sup-
porto al miglioramento organizzativo; 
- l'amministrazione organizza  e sviluppa la funzione così che sia
possibile, nell'arco della vigenza  del presente accordo, e comun-
que non oltre  un triennio, sperimentare e  consolidare un sistema
formativo interno in grado di rispondere in modo strutturato, dif-
fuso e capillare ai fabbisogni formativi del personale, preordinan
do anche  le  necessarie ciclicità nella  ripresa della formazione
per le diverse categorie; 
- Per l'approfondimento delle specifiche problematiche riguardanti
la formazione del personale, raccogliere i relativi elementi cono-
scitivi, esaminare e formulare proposte, valutare congiuntamente i
risultati conseguiti, viene istituita, con riferimento agli organi
ci del Consiglio e della Giunta, una Commissione bilaterale ai sen
si dell'art. 11 del CCNL; detta commissione viene convocata in ora
rio di lavoro; il suo funzionamento non determina  pertanto  oneri
aggiuntivi per l'Amministrazione, nè in termini  di straordinario,
nè di altri compensi. Essa è costituita  da  un rappresentante per
ciascuna sigla sindacale firmataria del presente accordo  e da  un
pari numero di tecnici dell'amministrazione;è convocata dal Respon
sabile del Servizio competente della Giunta, che ne coordina i la-
vori, in via preliminare alla formulazione dei piani di intervento
e a conclusione degli stessi, al fine della valutazione congiunta;
i rappresentanti delle OO.SS.  firmatarie possono  richiederne  la
convocazione, a maggioranza. La  Commissione  redige ogni anno una
relazione sull'attività svolta. 
Le parti convengono inoltre  di attivarsi al fine  di  coinvolgere
Gli Enti e gli Organismi di cui al comma 4 del CCNL, per la costi-
tuzione di un Osservatorio all'interno del quale esaminare le pro-
blematiche riorganizzative  e  di mobilità del personale, connesse
ai processi di trasferimento o deleghe di funzioni.  
Il Responsabile del Servizio competente della Giunta opera d'inte-
Sa con un Dirigente indicato dal Direttore Generale del Consiglio. 
- L'Amministrazione sostiene, con specifici percorsi formativi ri-
volti al personale in ingresso ed in servizio - anche a tempo par-
ziale - la riforma organizzativa dell'Ente, i conseguenti processi
di trasformazione, di riallocazione funzionale, di delega, la mobi
lità del personale. 
- L'Amministrazione promuove percorsi formativi a supporto dei pro
cessi di innovazione organizzativa, tecnologica e procedurale coin
volgendo tutto il personale delle strutture interessate,  anche  a
tempo parziale, per l'adeguamento delle professionalità alle nuove
esigenze, la piena valorizzazione e l'arricchimento delle competen
ze. Saranno anche individuate forme particolari di supporto forma-
tivo finalizzato al miglior inserimento ed allo sviluppo di carrie
ra per i dipendenti in condizioni di disagio;
- L'Amministrazione  garantisce lo sviluppo di politiche formative
correlate alla promozione  delle pari opportunità all'interno del-
l'Ente; le linee generali di intervento in tale ambito saranno og-
getto dello specifico accordo. Sono inoltre attivate le iniziative
previste dalle disposizioni  del decreto 626  sia in riferimento a
tutto il personale quanto ai rappresentanti per la sicurezza. 
- La formazione costituisce una delle leve centrali per lo svilup-
po dei percorsi professionali e di carriera;l'introduzione del nuo
vo ordinamento professionale di cui all'art. 42 del CCNL, consenti
rà all'Amministrazione di correlare il conseguimento di concreti e
verificabili livelli di professionalità al superamento di percorsi
formativi mirati ed oggetto di valutazione finale. Poiché il nuovo
ordinamento introdurrà inediti problemi di certificazione, valuta-
zione e quindi di comparazione dei diversi percorsi,  saranno pro-
gettate e sperimentate metodologie  che consentano la  definizione
di standards, la formalizzazione dei risultati e dei relativi atte
stati formativi. Nell'attuale assetto normativo le modalità di ac-
cesso e di sviluppo di carriera prevederanno un largo impiego del-
lo strumento della formazione,  attraverso procedure di corso-con-
corso, da adottarsi in modo preferenziale. 
La definizione degli standars dovrà contenere, in parte separata o
contestuale, la specificità professionale dovuta dal Personale del
Consiglio. 
-  Gli obiettivi sinteticamente delineati sono  conseguiti tramite
l'attivazione di un progetto triennale  di  sviluppo  che comporta
l'adozione di metodologie specifiche sia per l'analisi  della pro-
fessionalità preliminare alla progettazione formativa e dei conse-
guenti fabbisogni formativi, sia per il monitoraggio e  la valuta-
zione degli esiti e degli effetti della formazione, sia infine per
la progettazione e gestione "diffusa" delle diverse iniziative; 
- Al fine di incrementare l'efficacia degli interventi,  in parti-
colare per il personale in servizio, e di valorizzare le competen-
ze interne, viene istituito un Albo dei formatori interni, al qua-
le accedono, previa formazione e selezione, i dipendenti regionali
che ne facciano richiesta e che, anche in ragione delle funzioni e
sercitate e delle esperienze maturate, siano in possesso delle co-
noscenze e competenze necessarie. L'iscrizione all'albo è conside-
rata a tutti gli effetti titolo professionale e l'attività formati
va resa fuori dall'orario di lavoro è retribuita.
- La Giunta regionale individua annualmente le priorità d'interven
to, la allocazione delle risorse rese disponibili  ed  i risultati
attesi. La Direzione generale  all'Organizzazione,  per il tramite
del Servizio competente,  predispone il piano degli interventi, di
concerto con  le altre Direzioni generali,  adottando  i necessari
progetti e demandando alla gestione decentrata le tipologie di at-
tività di natura settoriale.  Analoga modalità viene adottata dal-
l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e dal Servizio com
petente. L'Amministrazione, predisposto il piano annuale di forma-
zione, ne fa oggetto di esame preliminare all'interno della Commis
sione di cui all'art. 11 del Contratto Collettivo Nazionale di La-
voro. I diversi provvedimenti sono oggetto di informazione succes-
siva alle OO.SS 
- L'Amministrazione ha provveduto, per l'anno 1996, ad incrementa-
re di circa il 50%  la dotazione  di bilancio per  la formazione e
l'aggiornamento del personale, stanziando, per le attività da pro-
grammarsi per il personale assegnato all'organico della Giunta re-
gionale,L. 1.500.000.000 pari all'1,25% del relativo monte salari;
l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha definito in L.
120.000.000 l'importo  da destinare alla  formazione del personale
al medesimo assegnato, pari all'1,50% del relativo monte salari. 

AMBIENTE, IGIENE, SALUTE E PREVENZIONE NEI LUOGHI DI  LAVORO
L'art. 5, lettera f) del CCNL demanda alla contrattazione decentra
ta la definizione dei criteri di applicazione delle normative rela
tive all'igiene, all'ambiente, vsicurezza e prevenzione nei luoghi
di lavoro, nonchè degli adempimenti rivolti a facilitare l'attivi-
tà dei dipendenti disabili. 
In periodo antecedente all'avvio  della contrattazione decentrata,
l'Amministrazione ha dato corso,  con decreto del Presidente della
Giunta regionale n. 5/96 e previa informazione alle OO.SS., all'or
ganizzazione attuativa del D. Lgs. 626/94 e successive modificazio
ni. Ad integrazione delle disposizioni ivi contenute, tra la Regio
ne e le OO.SS. si conviene quanto segue:
A - Applicazione del D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni 
L'Amministrazione   e  le OO.SS.  operano periodicamente verifiche 
congiunte sullo stato di avanzamento  dei  lavori e delle attività
previste dal D.Lgs.626/94; l'Amministrazione garantisce l'informa-
zione e l'esame congiunto in merito agli esiti della rilevazione e
mappatura dei rischi, nonchè al programma degli interventi o delle
iniziative anche di carattere normativo da assumere in conseguenza.
In particolare, entro il mese di luglio 96 sarà possibile verifica
re lo stato complessivo  della prima rilevazione dei rischi; entro
ottobre del corrente anno saranno invece oggetto di esame congiun-
to la bozza del documento di valutazione  ed  il programma delle a
zioni conseguenti da realizzarsi nel corso dell'anno 1997. 
L'Amministrazione dà corso a tutte le attività di tipo informativo
e formativo previste dal Decreto sia per il personale in ingresso,
sia per il personale in servizio, nonché in occasione di ogni cam-
biamento che intervenga nell'uso di nuove attrezzature. In fase di
prima applicazione,  l'Amministrazione garantiscel'informazione ca
pillare tramite la diffusione di apposito materiale l'organizzazio
ne di incontri illustrativi rivolti  a  tutto il personale, che si
terranno presso ciascuna Direzione generale. Sono inoltre organiz-
zati momenti formativi per i dirigenti ed i preposti, per i compo-
nenti il Gruppo tecnico per la sicurezza, per i rappresentanti dei
lavoratori. Entro il mese di Luglio 96  l'Amministrazione completa
la prima fase di informazione  e  gli interventi formativi rivolti
alla dirigenza.
La Regione, entro il prossimo mese di giugno, opera  il censimento
delle posizioni professionali soggette a particolari rischi (addet
ti ai videoterminali, alla stamperia, alle serre ecc.) secondo  le
disposizioni del decreto 626/94. Avvalendosi del medico competente,
procede alla programmazione ed attuazione della Sorveglianza sani-
taria, ne assume le risultanze. 
Entro il mese successivo (Luglio) l'Amministrazione si  impegna ad
emanare apposita normativa, per regolare la prestazione del perso-
nale addetto ai videoterminali, le caratteristiche cui deve corri-
spondere il posto di lavoro, l'insieme delle  prescrizioni cui an-
che il lavoratore è tenuto a conformarsi, ai fini della tutela del
la propria salute. E' in completamento  la messa a norma delle at-
trezzature informatiche; entro l'anno saranno sostituiti  i compu-
ters non adeguabili. Con l'inizio dell'anno 1997,  pertanto, tutte
le strumentazioni informatiche saranno conformi  alle norme del D.
Lgs. 626/94. L'Amministrazione si impegna ad assumere analoghe ini
ziative nei confronti delle altre posizioni a rischio, nei medesi-
mi tempi. 
L'Amministrazione provvede inoltre a curare le azioni connesse: 
- alla prevenzione incendi, in particolare per  quanto riguarda le
necessarie simulazioni per la gestione delle emergenze,  l'indivi-
duazione degli addetti e la loro formazione; le simulazioni saran-
no realizzate in via sperimentale prima negli edifici di via A. Mo
ro, entro il mese di settembre. 
- al pronto soccorso, sia per quanto riguarda l'individuazione de-
gli addetti alla prima assistenza, sia per quanto attiene  l'orga-
nizzazione del soccorso medico ed i rapporti con i servizi esterni.
Tale organizzazione sarà completata entro l'anno 1996.
I rappresentanti dei lavoratori  per  la  sicurezza vengono eletti
tra i lavoratori regionali nella misura di:
- 5 rappresentanti per l'ambito territoriale della provincia di Bo
logna;  
- 1 rappresentante per ciascuno degli altri ambiti territoriali. 
La Regione  si  impegna a garantire condizioni  che favoriscano la
massima partecipazione dei lavoratori alla elezione dei propri rap
presentanti, a curarne la formazione non appena eletti, a conveni-
re con le OO.SS., previa valutazione congiunta  della prima speri-
mentazione di cui al comma seguente,  norme che consentano ai rap-
presentanti la necessaria agibilità per l'espletamento dei compiti
di cui all'art. 19 del D. Lgs.626/94.
In attesa che siano rese esecutive le relative decisioni-quadro in
sede di contrattazione nazionale e che siano predisposte le condi-
zioni necessarie a procedere, comunque entro l'anno 1996, alla ele
zione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza,le OO.SS.
provvedono a designare, nell'ambito delle quantità sopra convenute,
propri esperti in materia di prevenzione  e  protezione sui luoghi
di lavoro; essi partecipano in orario di lavoro alla rilevazione e
mappatura dei rischi operata dal Gruppo tecnico  per la sicurezza,
istituito con Decreto del Presidente della Giunta reg.le n. 5/96.
La convocazione costituisce documento valido ai fini della relati-
Va autorizzazione; alla conclusione di ogni incontro il Responsabi
le del Gruppo tecnico per la sicurezza rilascia  apposita attesta-
zione, che ciascun esperto  consegnerà  al proprio responsabile di
servizio al fine del computo delle ore di lavoro. 
B - Disabili  
L'Amministrazione, nell'ambito delle rilevazioni e degli adempimen
ti previsti dal D. Lgs. 626/94, opera il censimento delle condizio
ni di lavoro dei disabili dipendenti regionali, al fine di preordi
nare soluzioni che facilitino l'accesso e la gestione dell'attivi-
tà lavorativa da parte degli interessati; analizza inoltre le  di-
verse posizioni al fine di costruire opportunità di sviluppo delle
mansioni cui i disabili sono attualmente adibiti. 
Le risultanze sono oggetto di verifica congiunta con le OO.SS., in
via preliminare alla attivazione delle diverse azioni; tale verifi
ca è operata entro l'anno 1996.

C - Bonifica dell'edificio di via A. Moro, 30

In ottemperanza degli obiettivi individuati dall'Amministrazione e
le OO.SS. nel verbale d'accordo su Ambiente di  lavoro  e  salute,
l'Amministrazione ha provveduto  a  far predisporre un progetto di
massima per la ristrutturazione del fabbricato di  V. A.  Moro, 30
che prevede:
Bonifica dell'edificio dalle fibre minerali artificiali colloca
te sul controsoffitto, nelle pareti, sulle canalizzazioni di manda
ta aria, e loro sostituzione; 
2. Sostituzione dei pavimenti sopraelevati; 
3. Adeguamenti dei servizi igienici alla Legge 13/89;
4. Adeguamento del fabbricato alle norme di prevenzione incendi;  
5. Disposizione architettonica dei piani;  
6. Sostituzione e potenziamento dei sistemi di regolazione al ser-
vizio dei ventilconvettori; 
7. Sostituzione e potenziamento dei sistemi  di  umidificazione  a
servizio delle centrali di trattamento aria;
8. Ristrutturazione dell'impianto di illuminazione; 
9. Ristrutturazione dell'impianto di rilevazione fumo e del siste-
ma antincendio;
10. Proposte di intervento per il risparmio energetico.  
Sarà cura dell'Amministrazione cercare,  d'intesa  con le AUSL, le
soluzioni più innovative e che tutelino maggiormente la salute dei
lavoratori, nell'esecuzione delle opere di bonifica da lana di ve-
tro, concertando con esse tempi, modi, controlli sull'intervento. 
L'Amministrazione, inoltre si impegna a ricercare le soluzioni or-
Ganizzative più adeguate per garantire la funzionalità dei servizi
salvaguardando dai rischi la salute dei lavoratori.  
La Regione garantisce alle OO.SS. l'accesso a tutta  la documenta-
zione inerente il progetto, consultabile presso il Servizio Patri-
monio e Provveditorato e garantisce inoltre la  più ampia informa-
zione preliminare ed in itinere circa le modalità con le quali sa-
ranno realizzati i lavori. 
"Il Gruppo tecnico per la sicurezza", cui compete l'attività di va
lutazione preliminare  e  controllo in corso d'opera relativamente
alla prevenzione della salute dei lavoratori, opererà, in raccordo
con il medico competente, tutte le indagini e le verifiche necessa
rie, in stretto raccordo con i rappresentanti del personale per la
sicurezza.

PROGRAMMA DELLA GIUNTA PER LA RISTRUTTURAZIONE DELL'EDIFICIO REGIO
NALE DI VIALE A.MORO 30  
Adempimenti già effettuati 

Approvazione da parte della Giunta Regionale  della delibera n.
957 di conferimento dell'incarico di collaborazione tecnico-ammini
strativa alla F.B.M.  (Data 7/3/1995)
Invio dalla F.B.M. alla Regione dei progetti di massima e rela-
tivi preventivi per l'approvazione; (20/3/1995)
Sottoscrizione del disciplinare di incarico tra la Regione Emi-
lia Romagna e F.B.M. (11/5/1995)  
Approvazione  da parte della Regione  dei progetti di massima e
Preventivi (3/4/1996)

Adempimenti da effettuare
Predisposizione del progetto esecutivo e del preventivo partico
Lareggiato (tempi previsti 120 gg.)
Approvazione  da  parte della  Regione  del  progetto esecutivo 
(45 gg)
3. Predisposizione e pubblicazione dell'avviso di gara (30 gg.)
4. Termini per l'invio delle candidature (30 gg)  
5. Esame delle candidature e selezione imprese da invitare (30 gg)  
Approvazione da parte della Regione dell'elenco  delle  imprese
da invitare (30 gg)
7. Termini per la presentazione delle offerte (45 gg)
8. Esame delle offerte ed aggiudicazione (30 gg) 
9. Inizio dei lavori  (360 gg)  
La durata dei lavori può essere stimata in 16 mesi nell'ipotesi in
cui l'intervento possa riguardare almeno due piani  per volta, col
trasferimento temporaneo in altra sede dei dipendenti interessati.

Modalità di gestione dell'intervento 
Il progetto di massima, trasmesso nel maggio del 1994 alle OO.SS.,
è stato approvato dalla Giunta. 
L'Amministrazione, dopo la predisposizione dei progetti esecutivi,
darà avvio alle procedure previste dalla normativa CEE per indivi-
duare la ditta che eseguirà i lavori. 
La celerità, la puntualità nell'esecuzione, costituirà prerequisi-
to nelle procedure di aggiudicazione  degli appalti.  

PARI OPPORTUNITA' 
Il IV rapporto/1994 sul personale e l'organizzazione della Regione
Emilia-Romagna ha evidenziato l'importanza della presenza femmini-
le all'interno dell'ente (52,46%)  con un trend  in  crescita (nel
1993 era il 51,5%).  
La presenza femminile tocca punte fino al 78%  sui servizi addetti
ad attività amministrativa, giuridica  e  contabile  mentre scende
tra il 30 e il 40% nei servizi con attività  storicamente "maschi-
li" agricoltura, ambiente, edilizia. 
Inoltre la presenza femminile, nonostante  una  leggera inversione
di ingressi in questi ultimi anni  per  la VII e l'VIII qualifica,
si concentra nelle fasce di livello medio basse (26% dei dirigenti,
43% degli VIII, 50% dei VII, 61% dei V e VI, 76% dei II e III). 
Le parti, alla luce di questi dati, ritengono che l'Amministrazio-
ne, per garantire effettive pari opportunità al personale regiona-
le, debba compiere scelte volte innanzitutto a rafforzare l'attivi
tà del Comitato Pari Opportunità Aziendale  e  a fornire strumenti
per assicurare la reale partecipazione delle donne alla elaborazio
ne delle decisioni anche con riferimento ai processi organizzativi,
ai percorsi di formazione e di carriera, alle condizioni ambienta-
li e alla qualità del lavoro.
A tal fine l'Amministrazione, con riferimento  anche  ai contenuti
del Documento trasmesso alle parti in data 13/05/1996 dal Comitato
Pari Opportunità Aziendale, è impegnata: 
- a confermare  le  modalità previste dalla  deliberazione n. 1865
del 12/05/1992 "Approvazione del regolamento  per il funzionamento
del Comitato per le Pari Opportunità"; 
- a favorire l'incontro generale fra  le  collaboratrici dell'Ente
attraverso la concessione  di  una giornata annua  per attività di
contenuto formativo in orario di lavoro, con conseguente riconosci
mento della missione;
- a favorire lo sviluppo di una nuova cultura di pari  opportunità
nell'organizzazione del lavoro  anche  tramite la realizzazione di
interventi formativi rivolti  indistintamente agli uomini  e  alle
donne;
- a sviluppare l'attività di informazione e comunicazione  interna
allo scopo di favorire la conoscenza delle questioni che interessa
no il personale in generale; 
- ad analizzare all'interno  delle  azioni  previste in attuazione
del D.Lgs 626/94 i rischi ambientali specifici per le donne. 
Le parti convengono fin d'ora sulla necessità  di rafforzare ulte-
riormente l'insieme di azioni formative già intraprese nell'ultimo
triennio  con particolare riferimento al raggiungimento delle pari
opportunità nell'organizzazione del lavoro da parte degli uomini e
delle donne.
Convengono inoltre di attuare  e  di sviluppare il piano di azioni
proposto dal comitato e  approvato dalla Giunta, previo esame con-
giunto con le Organizzazioni Sindacali Aziendali, ai sensi dell'ar
ticolo  9 comma 2 del CCNL, con l'impiego delle  risorse finanzia-
rie e organizzative necessarie al conseguimento degli obiettivi. 
L'attività formativa dovrà consentire la  partecipazione  di tutte
le collaboratrici dell'Ente  comprese  quelle  a tempo parziale e,
nella più generale strategia dell'Ente volta al miglioramento orga
nizzativo e dei servizi, sarà finalizzata:  
- all'aggiornamento delle donne che rientrano  dai congedi per ma-
ternità e dal tempo parziale; 
- alla riqualificazione per agevolare i percorsi di carriera; 
- all'appropriazione di contenuti  e  strumenti  tecnico-culturali
più avanzati;
- alla diffusione di una nuova cultura organizzativa tramite l'in-
troduzione in attività ordinarie di formazione di tematiche speci-
fiche sulle Pari Opportunità, quando appropriate rispetto ai conte
nuti delle attività stesse. 
Le parti convengono, infine, di sostenere la definizione di più a-
deguate disposizioni che rimuovano eventuali ostacoli che implici-
tamente generino discriminazioni fra i sessi.
In particolare occorrono strumenti organizzativi che contribuisca-
no a migliorare il sistema  di flessibilità  dell'orario di lavoro
così  da  favorire una  più serena ed efficace compatibilizzazione
del ruolo professionale con le esigenze familiari. 
A tal fine l'Amministrazione è impegnata a: 
- dare attuazione alla Direttiva CEE in materia di congedi parenta
li con le modalità che saranno definite dallo Stato Italiano;
- a prevedere,  su richiesta  degli interessati, l'attribuzione di
profili orari differenziati  in  caso  di comprovate necessità per
l'assistenza ai figli in età scolare, ai familiari tossicodipenden
ti, ai familiari portatori di  handicap (ad integrazione delle di-
sposizioni della legge 104), ai familiari anziani e comunque grave
mente ammalati.
L'amministrazione e le Organizzazioni Sindacali Aziendali richiama
no il documento presentato dal Comitato Pari Opp.tà il 13/05/1996,
in particolare per quanto riguarda l'intenzione  di predisporre un
piano articolato di azioni da sviluppare a seguito del presente ac
cordo, ricomprendente proposte per lo sviluppo dell'attività di in
formazione e comunicazione all'interno dell'Ente per migliorare il
grado di partecipazione e di contributo dei dipendenti  nonchè  il
livello di efficacia dei servizi dell'Ente. 

PROTOCOLLO DI INTESA PER UNA PROCEDURA  DI  CONCILIAZIONE  IN SEDE
SINDACALE DELLE CONTROVERSIE INDIVIDUALI E COLLETTIVE DI LAVORO. 
  Premesso: 
- che si ritiene opportuno stipulare un'intesa tra la Regione Emi-
lia-Romagna e le Organizzazioni  sindacali per l'individuazione di
una procedura di conciliazione  delle  controversie  individuali e
collettive di lavoro al fine di:
- introdurre una misura di deflazione del contenzioso giudiziario,
prevedendo uno strumento di rapida  tutela dei diritti e interessi
dei lavoratori, soprattutto per le controversie di minore rilevan-
za economica; 
-prevedere un istituto di gestione dei contratti e accordi collet-
tivi, che, oltre al rafforzamento dell'autonomia collettiva, offra
alle parti indicazioni utili in sede di rinnovo dei contratti stes
si, soprattutto nel caso che le controversie nascano  da equivoche
formulazioni di clausole contrattuali; 
  tutto ciò premesso 
tra la Regione Emilia-Romagna, rappresentata da...... 
e le Organizzazioni sindacali...... 
si conviene e stipula quanto segue: 

Art.1) Oggetto e natura della procedura di conciliazione. 

Le controversie individuali e collettive  sorte per l'applicazione
di norme dei contratti collettivi di lavoro applicati nell'Ente Re
gione Emilia-Romagna e sottoscritti o dalle Organizzazioni sindaca
li firmatarie del presente protocollo d'intesa oppure dalle Confe-
derazioni o Organizzazioni sindacali di categoria cui le stesse a-
deriscono, potranno essere oggetto di una procedura di conciliazio
ne in sede sindacale, che  ha natura meramente facoltativa  e  che
non costituisce comunque condizione  di  procedibilità dell'azione
giudiziaria.  
Non può essere oggetto di conciliazione  la  materia disciplinare,
per la quale è prevista un'apposita procedura arbitrale. 

Art.2) Legittimazione all'attivazione della procedura.

Può chiedere l'attivazione della procedura di conciliazione in se-
de sindacale chiunque abbia la legittimazione ad agire in giudizio,
compresi gli eredi del lavoratore, oppure direttamente, previo ri-
lascio di procura, l'organizzazione sindacale di appartenenza o co
munque di fiducia dell'interessato. 

Art.3) Richiesta di conciliazione.  

La richiesta di conciliazione  deve  essere  presentata  in  forma
scritta dal soggetto legittimato al Direttore generale all'Organiz
zazione entro dieci giorni dall'insorgere della controversia. 
La richiesta deve contenere una esposizione circostanziata dei fat
ti e delle ragioni di diritto.
In allegato alla richiesta, o  in calce  alla stessa,  deve essere
presentato il mandato all'organizzazione sindacale  che dovrà rap-
presentare l'interessato.  

Art.4) Commissione paritetica di conciliazione.  

Il tentativo di conciliazione è esperito da una Commissione parite
tica formata da almeno un rappresentante dell'Amministrazione e da
almeno  un  rappresentante dell'Organizzazione sindacale  indicata
dalla controparte. 
Il Direttore generale all'Organizzazione, ricevuta la richiesta di
avvio della procedura di conciliazione,  il funzionario  che dovrà
rappresentare l'Amministrazione e chiede all'Organizzazione sinda-
cale segnalata la designazione del suo rappresentante. 
La Commissione deve essere formalmente costituita,  con atto dello
stesso dirigente, entro dieci giorni dalla presentazione della ri-
chiesta. 
Nello stesso atto il Direttore generale  all'Organizzazione nomina
un funzionario per le mansioni di segreteria. 

Art.5) Tentativo di conciliazione.  

Entro cinque giorni dalla nomina, la Commissione deve riunirsi. E'
compito del segretario fissare la  data della seduta  e  convocare
le parti. 
La Commissione  deve  procedere  a  comporre la controversia entro
quindici giorni dalla data della prima seduta. 
Qualora, anche prima della scadenza di tale termine, la Commissio-
ne constati che è impossibile arrivare a una conciliazione, redige
un processo verbale in cui dà atto dell'esito negativo della proce
dura, registrando le ragioni delle parti.

Art.6) Esito positivo della conciliazione.  

Se la procedura conciliativa  ha  esito positivo  viene redatto un
processo verbale che  registra l'accordo intervenuto tra le parti,
che dovranno sottoscrivere per accettazione il verbale stesso.
Le firme devono essere autenticate dal funzionario che ha mansioni
di segreteria.

Art.7) Obblighi dell'Amministrazione. 
   
Per tutta la fase della procedura di conciliazione l'Amministrazio
ne si obbliga  ad  astenersi  dall'assumere decisioni unilaterali. 
L'Amministrazione può, se lo ritiene opportuno e non  confliggente
con l'interesse generale, sospendere durante la procedura  gli ef-
fetti degli  atti  amministrativi eventualmente oggetto della con-
troversia.  

Art.8) Garanzie per il lavoratore. 

Il lavoratore può sempre adire l'autorità giudiziaria  anche prima
dell'esaurirsi della procedura di conciliazione. 
Con la presentazione del ricorso all'autorità giudiziaria si estin
gue la procedura di conciliazione.   
E' fatto salvo quanto previsto dall'art.2113 del codice civile.

Art.9) Adempimenti successivi alla conciliazione.   

Nel caso di esito positivo della procedura  di  conciliazione,  il
verbale sottoscritto  dalle  parti viene tempestivamente trasmesso
alla Direzione generale all'Organizzazione.

L'organo, politico o burocratico,  competente in relazione all'og-
getto della controversia, provvederà  a  ratificare l'operato  dei
rappresentati dell'Amministrazione e  a dare attuazione  a  quanto
concordato in sede conciliativa, previa  verifica  di  legittimità
dell'accordo.  

Art.10) Norma di rinvio per il personale del Consiglio 

Le competenze della Direzione Generale all'Organizzazione sono at-
tribuite al Direttore Generale del Consiglio  per  le controversie
insorte nell'ambito dell'organico consiliare.   

DICHIARAZIONE A VERBALE DELLE OO.SS.
CGIL CISL UIL CISAL E RdB*  

Le OO.SS. Aziendali CGIL CISL UIL CISAL  e RdB  nel  sottoscrivere
l'intesa sull'ambiente, igiene, salute e prevenzione nei luoghi di
lavoro ritengono di  dover ribadire,  facendosi  interpreti  della
pressante richiesta del personale, che i lavori di risanamento del
la sede di Viale A. Moro, 30 siano realizzati  a locali totalmente
vuoti. 
Invitano pertanto l'Amministrazione ad assumere con urgenza ogni u
tile iniziativa al riguardo.   
Soluzioni operative diverse non troveranno il consenso delle OO.SS.
che richiederanno  come  condizione inderogabile  di procedibilità
non solo le specifiche autorizzazioni delle autorità competenti ma
anche e soprattutto l'espressione di parere positivo dei rappresen
tanti del personale per la sicurezza  a  seguito del confronto con
il gruppo tecnico previsto dall'accordo. 
Sosterranno questa loro posizione  con l'appoggio  del personale e
con ogni iniziativa che riterranno idonea allo scopo.  
* L'OO.SS. RdB compare in quanto ha firmato la dichiarazione a ver
bale, ma non il contratto.

ALLEGATO "C"  

DOCUMENTI A CORREDO DEL CONTRATTO DECENTRATO  

DICHIARAZIONE CONGIUNTA

Le parti firmatarie del Contratto Collettivo Decentrato di Lavoro,
al fine di garantire stabilità ed efficacia alle relazioni sindaca
li, convengono di incontrarsi, per un confronto costruttivo su al-
cune importanti questioni che sono  di  comune interesse, previste
al capo II del CCNL come materie di informazione, esame e forme di
partecipazione.
Entro il prossimo mese di giugno le parti  si impegnano quindi  ad
affrontare le questioni relative, in via preliminare, alla normati
va in attuazione delle disposizioni del CCNL  e,  successivamente,
alla mensa, ai criteri di programmazione  della mobilità, al fondo
di solidarietà, alla definizione di standard di spazi e attrezzatu
re per le OO.SS. aziendali  e  alle materie  non  disciplinate dal
CCNL.   
Le parti convengono di dare una  prima attuazione sperimentale al-
l'art. 11 del CCNL prevedendo la costituzione  di  due osservatori
per il periodo di un anno con riferimento agli organici della Giun
ta e del Consiglio: 
- il primo dedicato ai problemi  della  formazione e già contenuto
nello specifico accordo, con estensione alle problematiche relati-
ve ai servizi sociali e a quelle di inserimento lavorativo dei di-
sabili;  
- il secondo, sull'approfondimento delle tematiche relative all'or
ganizzazione del lavoro e al monitoraggio  dell'applicazione della
normativa contrattuale, ivi comprese  le problematiche normative e
qualitative connesse al servizio mensa.
Per le modalità essenziali di funzionamento riferite  ad  entrambi
gli osservatori, si fa riferimento a quanto convenuto nell'accordo
sulla Formazione del Personale.   

DOCUMENTO DELL'AMMINISTRAZIONE REGIONALE  EROGAZIONE DEL FONDO PER
LA QUALITA' DELLA PRESTAZIONE INDIVIDUALE  (Art. 34 CCNL) 

Allo scopo di valorizzare la capacità dei dipendenti  ed  il loro
contributo alla maggiore efficienza delle amministrazioni  e alla
qualità del servizio pubblico, dal 1 dicembre 1995, ciascuna ammi
nistrazione corrisponde i premi di qualità della prestazione indi
viduale utilizzando il fondo di cui all'art.  31, comma 2 lettera
d).  
  Importo Fondo Anno 1995Importo Fondo Anno 1996   
	Giunta:			Giunta:   

L. 315.000.000			L. 501.557.538

  Consiglio:  			Consiglio:  
L.  29.250.000			L.  40.000.000
Il premio è attribuito ad una percentuale massima del 15% del  per
sonale in servizio in ciascuna qualifica nei limiti del fondo.  La
quota del 15% è calcolata con riferimento al numero massimo dei di
pendenti in servizio in ciascuna qualifica, nel semestre di riferi
mento.  

PREMIO INDIVIDUALE 
qualificaI   	400.000 
qualificaII  	430.000 
qualificaIII  	460.000 
qualificaIV  	500.000 
qualificaV   	530.000 
qualificaVI  	570.000 
qualificaVII  	630.000 
qualificaVIII 	700.000 

PRESTAZIONI INDIVIDUALI AL 15% DEI DIPENDENTI DI CIASCUNA QUALIFI-
CA (solo Giunta).

1995 dati aggiornati al 31.12.1995 (TABELLA ESEMPLIFICATIVA)
Q.F TOT.(15%) TARIFFA TOT.SPESA  TOTALE  SOGLIA RESIDUO
 RESIDUO
DIP. TOT. INDIV. QUALIFICA  PROGRESS.
  2  20  3 430.000  1.290.000  1.290.000 313.710.000  
  3 104  16 460.000 7.360.000  8.650.000 306.350.000  
  4  86  13 500.000 6.500.000 15.150.000 299.850.000  
  5 759 114 530.000 60.420.000 75.570.000 315 mil.239.430.000  
315 mil.
  6 836 125 570.000 71.250.000 146.820.000 168.180.000  
  6 509  76 630.000 47.880.000 194.700.000 120.300.000  
   51
  8 618  93 700.000 65.100.000 259.800.000 55.200.000  
  ---------------------------------------------------------------  
  ---------------------------------------------------------------  
T 2932 440 259.800.000   55.200.000  
  ---------------------------------------------------------------  
  ---------------------------------------------------------------  
   ANNO 1996 ( una semestralità ): dati aggiornati al 31.1.1996   
 (TABELLA ESEMPLIFICATIVA)   
  Q.F TOT.(15%) TARIFFA TOT.SPESA  TOTALE  SOGLIA RESIDUO
 RESIDUO
DIP. TOT. INDIV. QUALIFICA  PROGRESS.
  2  20  3 430.000 1.290.000  1.290.000 500.267.538  
  3 104  16 460.000 7.360.000  8.650.000 492.907.538  
  4  83  12 500.000 6.000.000 14.650.000 486.907.538  
  5 741 111 530.000 58.830.000 73.480.000 502 ca. 428.077.538  
502 ca.
  6 818 123 570.000 70.110.000 143.590.000 357.967.538  
  6 494  73 630.000 45.990.000 189.580.000 311.977.538  
  8 590  87 700.000 60.900.000 250.480.000 251.077.538  
  ---------------------------------------------------------------  
  ---------------------------------------------------------------  
  T 2850 425 250.480.000   251.077.538  
  T 2850 425 250.480.000   251.077.538  
  ---------------------------------------------------------------  
  ---------------------------------------------------------------  
Per quanto riguarda la Giunta Regionale, la ripartizione delle posi-
zioni da attribuire a ciascuna Direzione Generale è compiuta dal Co-
mitato di Direzione su proposta della Direzione Generale all'Organiz
zazione.
Per quanto riguarda il Consiglio Regionale, l'Ufficio di  Presidenza
opererà l'attribuzione per budget su proposta del Direttore Generale.
I dirigenti attribuiscono i premi entro il 30 giugno  e il 30 novem-
bre di ciascun anno per consentire l'erogazione dei  premi  nei mesi
di luglio e dicembre.
Per il 1995/1996 l'erogazione avrà luogo a seguito dell'assestamento
di Bilancio, in cui verrà istituito il capitolo dedicato.
 "...L'attribuzione dei premi avviene sulla base dei  seguenti crite
ri anche disgiunti: 
a) precisione e qualità delle prestazioni svolte;   
b) capacità di adattamento operativo al contesto di intervento, alle
   esigenze di flessibilità e alla gestione di cambiamenti organizza
   tivi; 
c) orientamento all'utenza e alla collaborazione all'interno del pro
   prio ufficio e tra diversi uffici; 
d) capacità organizzativa e  di proporre soluzioni innovative  e  di
   contribuire alla realizzazione  di miglioramenti organizzativi  e
   gestionali. Eventuali controversie sull'applicazione del  presen-
   te istituto saranno oggetto di tentativo di conciliazione in sede  
sindacale."
Le decisioni adottate dai dirigenti devono essere rese  pubbliche. A
richiesta del singolo lavoratore o delle OO.SS. deve  essere eviden-
ziata la motivazione delle decisioni medesime.
I risultati generali dell'applicazione del presente articolo sono co
municati alle OO.SS. che possono chiedere un incontro al riguardo.
Il provvedimento di attribuzione, motivato secondo i criteri indivi-
duati, compete al dirigente sovraordinato. La valutazione  da  parte
del dirigente si configura come abituale metodo di lavoro. 
I risultati raggiunti, in termini di maggiore produttività  e di mi-
glioramento del livello qualitativo e quantitativo dei  servizi, me-
diante l'impiego del fondo di cui al presente articolo, sono oggetto
di monitoraggio e valutazione da parte del competente Servizio della
Direzione Generale all'Organizzazione,  con  riferimento alla Giunta
regionale. 
L'attività di monitoraggio si conclude con un rapporto da trasmette-
re all'ARAN.
Le eventuali somme residue andranno ad incrementare il  Fondo per la
produttività collettiva e il miglioramento  dei  servizi  per l'anno
corrente e, ove non possibile, per l'anno successivo.
Ove necessario potranno essere utilizzate  le  flessibilità previste
dall'art. 2 commi 5, 6 e 7 del CCNL relativo al biennio di parte eco
nomica 1996-1997.
La Giunta e l'Ufficio di Presidenza, definiscono le direttive neces-
sarie ad assicurare una gestione ottimizzata dell'insieme delle leve
del sistema premiante al fine di ottenere  il miglior equilibrio tra
risorse finanziarie, sistemi incentivanti disponibili e qualità del-
le risorse umane presenti nel  processo organizzativo, anche con ri-
guardo alle più flessibili modalità previste  dal CCNL  relativo  al
biennio di parte economica 1996/1997.

DOCUMENTO DELL'AMMINISTRAZIONE REGIONALE
EROGAZIONE DEL FONDO PER COMPENSARE PARTICOLARI POSIZIONI DI  LAVORO
E RESPONSABILITA'  ( Art. 35 CCNL )  
Importo fondo anno 1996   
 Giunta:L. 692.560.690Consiglio: L. 52.500.000   

Tale fondo è riservato alle qualifiche VII e VIII nel limite massimo
del 40% dei dipendenti complessivamente in servizio nelle stesse qua
lifiche: 
  TABELLA ESEMPLIFICATIVA AL 31/01/1996   
  Qualifica   Giunta 40%  Consiglio   40%  Totali  40%   
	VII 	   494  1984819   542217   
 	VIII 	   590  2364618   636254   
Ai fini dell'attribuzione del compenso previsto, i Direttori Genera-
li, su proposta dei dirigenti funzionalmente competenti, individuano
per il periodo annuale di riferimento, le posizioni organizzative  e
le funzioni professionali, specialistiche e  di  responsabilità alle
quali collegare tale elemento di retribuzione accessoria tenendo con
to dei criteri di cui al comma 2 dell'art. 35 del CCNL, ovvero:   
 - livello di responsabilità richiesto dalla posizione;
 - complessità delle competenze attribuite;  
 - specializzazione richiesta dai compiti affidati;  
 - responsabilità di procedimento ai sensi della Legge  241/90.
A titolo esemplificativo, alcuni degli elementi distintivi, oggetti-
vamente individuabili, per procedere in sede di  prima applicazione,
all'individuazione delle figure professionali in possesso dei requi-
siti sinteticamente elencati all'art. 35,  comma 2 del CCNL, possono
ravvisarsi: 
a) nella responsabilità di U.O.O. semplici e complesse, e di staff;   
b) nella responsabilità di risultato di piani e progetti di media ed
elevata complessità;   
c) nella responsabilità sostanziale e/o formale di procedimenti ammi
nistrativi complessi;
d) nella responsabilità di procedimento ai sensi della Legge 241/90; 
e) nella responsabilità di procedure di verifica e controllo di alta
complessità.
f) nello svolgimento significativo, anche se non prevalente, di man-
sioni appartenenti alle qualifiche superiori rispetto a quella di in
quadramento. 
Tale indennità è annua lorda, revocabile e di importo variabile nel-
l'ambito dei seguenti valori: 
Qualifica Minimo  		Massimo   
 VIII 	 1.000.000		2.000.000  
 VII 	   700.000		1.200.000  
Per quanto riguarda la Giunta regionale, l'attribuzione  dei budgets
delle posizioni da compensare, nonché la definizione  delle modalità
specifiche di attribuzione, è compiuta dal Comitato  di Direzione su
proposta della Direzione Generale all'Organizzazione.
Per quanto riguarda il Consiglio Regionale, l'Ufficio di  Presidenza
opererà l'attribuzione per budget su proposta del Direttore Generale.
L'indennità viene corrisposta ai titolari delle posizioni individua-
te ai sensi del comma 2 a conclusione di ogni esercizio finanziario.  
L'indennità cessa di essere corrisposta qualora  il  dipendente  non
sia più adibito alle posizioni organizzative e alle funzioni specia-
listiche e di responsabilità individuate dal comma 2.  
Le eventuali somme residue andranno ad incrementare il  Fondo per la
produttività collettiva e il miglioramento  dei servizi  per  l'anno
corrente e, ove non possibile, per l'anno successivo.
Ove necessario potranno essere utilizzate le flessibilità dall'art.2
commi 5, 6 e 7 del CCNL relativo al biennio di parte economica 1996-
1997.   
La Giunta e l'Ufficio di Presidenza, definiscono le direttive neces-
sarie ad assicurare una gestione ottimizzata dell'insieme delle leve
del sistema premiante al fine di ottenere  il miglior equilibrio tra
risorse finanziarie, sistemi incentivanti disponibili e qualità del-
le risorse umane presenti nel processo organizzativo,  anche con ri-
guardo alle  più flessibili modalità previste  dal CCNL relativo  al
biennio di parte economica 1996/1997.

CGIL - CISL - UIL - CISAL   
REGIONE EMILIA-ROMAGNA 
  DICHIARAZIONE A VERBALE   
Le OO.SS. Aziendali CGIL CISL UIL CISAL al fine di  evitare un ampio
e diffuso contenzioso  in ordine all'applicazione del  fondo per  la
qualità della prestazione individuale e del fondo per compensare par
ticolari posizioni di lavoro e responsabilità invitano l'Amministra-
zione, in questa fase di prima attuazione sperimentale di criteri se
lettivi, ad erogare i relativi benefici tenendo conto  di  tutte  le
prestazioni di buon livello del personale regionale e di tutte le po
sizioni di lavoro e responsabilità presenti nell'Ente.   
Le OO.SS. CGIL CISL UIL CISAL ritengono che un utilizzo ottimale del
criterio della rotazione, se confermato da preliminare e scritta de-
terminazione dell'Ente, possa rappresentare un positivo approccio al
problema, efficace comunque nell'evitare ricorsi  sistematici contro
le decisioni dei dirigenti, riservando di conseguenza al contenzioso
previsto dal CCNL solo casi che presentino elementi  particolarmente
significativi.
Le OO.SS. CGIL CISL UIL CISAL invitano, infine,  l'Amministrazione a
considerare somma residua da riassegnare al fondo per la produttivi-
tà collettiva per il 1996 quanto destinato  al fondo  per la qualità
della prestazione individuale per l'anno 1995 non potendosi, a pare-
re delle OO.SS., far retroagire una valutazione di merito individua-
le senza aver posto il personale nella condizione di  proporsi  come
candidato possibile sulla base di criteri predeterminati e conosciu-
ti.  

DOCUMENTO DEL COMITATO PARI OPPORTUNITA' AZIENDALE REGIONE EMILIA-RO
MAGNA QUALE CONTRIBUTO ALLA CONTRATTAZIONE DECENTRATA. 

Il  Comitato Pari Opportunità Aziendale della Regione Emilia-Romagna
consultato dall'Amministrazione,  in materie afferenti alle Pari Op-
portunità ha ritenuto opportuno stilare il seguente documento che ol
tre a rispondere alle sollecitazioni dell'Ente - ai sensi dell'art.3
della delibera n. 1865 del 12/5/1992 "Approvazione  per il funziona-
mento del comitato per le pari opportunità" - ottempera anche all'ar
ticolo 4, comma 1 e 2, della stessa delibera che attribuisce un ruo-
lo propositivo del Comitato rispetto ai soggetti della contrattazio-
ne. Il  nostro punto di partenza per formulare alcune proposte è sta
to il IV° Rapporto/1994 sul personale e l'organizzazione della Regio
ne Emilia-Romagna che ha evidenziato l'importanza della presenza fem
minile all'interno dell'ente (52,46%) con  un trend in crescita (nel
1993 era il 51,5%).  
La presenza femminile tocca punte fino al  78%  sui  servizi addetti
ad  attività  amministrativa,  giuridica  e  contabile mentre scende
tra il 30 e il 40 % nei servizi con attività storicamente "maschili"
agricoltura, ambiente, edilizia.
Inoltre  la  presenza  femminile, nonostante una  leggera inversione
di  ingressi  in  questi ultimi anni  per la 7ª e l'8ª qualifica, si
concentra nelle fasce di livello medio-basse (26% dei Dirigenti, 43%
degli 8›, 50% dei 7›, 61% 5› e 6›, 76% 2› e 3›). 
Questi dati ci fanno capire quanta  strada ancora occorra percorrere
affinché si possa veramente raggiungere una situazione di pari oppor
tunità tra uomini e donne. 
I dati sopra riportati hanno assunto un significato più profondo al-
la luce delle indicazioni pervenute dal "Forum" organizzato dal Comi
tato e da un gruppo di dipendenti l'11 marzo scorso. 
Le donne che avevano pensato e realizzato diverse relazioni "sull'or
ganizzazione del lavoro e pari opportunità" hanno avuto  il consenso
di tutte le dipendenti presenti - ed erano moltissime - e sollecita-
vano, quale denominatore comune, una richiesta  di  cambiamento del-
l'organizzazione del lavoro, una circolazione dell'informazione,  un
rilancio della formazione e della riqualificazione, una flessibiliz-
zazione degli orari di lavoro.   
Alla luce di quanto sopra  esposto riteniamo utile formulare una se-
rie di proposte che potranno aiutare nell'immediato la contrattazio-
ne decentrata ma che impegneranno il Comitato stesso entro il 30 set
tembre p.v. a presentare un secondo piano di "Azioni Positive".
Il Comitato ritiene che sia necessario,  in primo luogo, cambiare la
cultura che esiste attualmente sull'organizzazione del lavoro, fonda
ta su un soggetto neutro e con modalità schematiche e fortemente ver
ticistiche. Occorre pensare ad  una organizzazione che  tenga  conto
delle diverse risorse  umane,  occorre  capire che solo strutturando  
un'"organizzazione del lavoro degli uomini e delle donne" si potran-
no utilizzare al meglio le potenzialità di ogni soggetto che sarebbe
coinvolto e motivato riconoscendosi in quella organizzazione. 
A tal fine si ritiene di estrema utilità promuovere un'attività for-
mativa specifica destinata, inizialmente, ai dirigenti  - sia  donne
che uomini -e da allargarsi poi alla cosiddetta "area quadri" e cioè
7° e 8° livelli - sia donne che uomini.  
Nell'immediato si potrebbe, quale primo segnale di rinnovamento, pre
disporre una raccomandazione presso le Direzioni Generali  dell'Ente
che consigli alcuni atteggiamenti utili a consentire alle donne pre-
senti in servizio di partecipare realmente  alla elaborazione  delle
decisioni anche con riferimento ai processi organizzativi, ai percor
si di carriera, alla qualità del lavoro. 
Sarebbe estremamente utile avere una omogeneità di atteggiamenti tra
tutte le Direzioni Generali che prevedano:
- massima circolazione di tutte le informazioni riguardanti il perso
nale (circolari, predisposizioni di corsi, ecc.);
- massima trasparenza,  meglio ancora se pubblicizzate, su  tutte le
decisioni che riguardano il personale in servizio (chi viene mandato
ai corsi, a chi vengono assegnati i posti auto, ecc.);
- spedizione  a domicilio degli atti riguardanti il personale a tut-
te le donne a casa in maternità;
- convocazioni di riunioni,  per quanto possibile, nella mattinata o
nel primo pomeriggio; 
Sulla formazione, che si ritiene strumento  principe  per rafforzare
la cultura della differenza,  il Comitato ritiene opportuno sottoli-
neare che:  
- ogni corso  organizzato dall'Ente dovrebbe avere una articolazione
flessibile in maniera da consentire la partecipazione effettiva del-
le donne. L'attività di formazione dovrebbe quindi essere struttura-
ta tenendo conto anche dei tempi delle donne prevedendo altresì even
tuali possibilità di recupero a fronte  di assenze  motivate. E' poi
necessario tener conto delle persone in part-time per consentire al-
le medesime l'accesso ai corsi.  
- L'Amministrazione  dovrebbe prevedere ordinariamente  corsi di ag-
giornamento rivolti  alle donne  che rientrano dalla maternità o dal
tempo parziale, con particolare  riguardo ai cambiamenti normativi o
strumentali avvenuti nel frattempo.
- Nei percorsi formativi promossi dall'Amministrazione, specie in ma
teria di organizzazione del lavoro, dovranno  essere previsti moduli
specifici sul tema della valorizzazione delle risorse femminili.
- Si dovrebbero predisporre,  in attuazione del D. Lgs.  626/94, dei
momenti formativi che prevengano rischi legati alla condizione della
donna, con particolare riguardo allo stato di gravidanza ma anche in
considerazioni di problematiche solo femminili. 
Si potrebbero, al riguardo, predisporre depliants informativi o bre-
vi guide da distribuire a tutte le donne su temi generali o in manie
ra mirata a seconda delle funzioni svolte e dei rischi connessi. 
- L'Amministrazione, ordinariamente, dovrebbe consegnare ad ogni nuo
vo assunto/a una copia della normativa con particolare riguardo agli
istituti più utilizzati dalle dipendenti e le modalità per fruirne. 
Per il personale in servizio si potrebbe predisporne un estratto. 
Si rammenta altresì che l'attività formativa dovrebbe essere la leva
che consente una riqualificazione per agevolare i percorsi di carrie
ra, per raggiungere l'appropriazione  di contenuti tecnico-culturali
più elevati.
A tale proposito il Comitato presenterà, nel "Piano di azioni" sopra
richiamato, specifici programmi. 
Alla domanda di flessibilizzazione delle dipendenti, il Comitato ri-
propone l'ampliamento dell'utilizzo della "fascia 9", così come indi
cato già nel I° Piano di Azioni positive  del  Giugno 1992. Tale fa-
scia attualmente assegnata solo per motivi  lavorativi potrebbe veni
re assegnata anche per comprovate necessità legate  anche  all'assi-
stenza dei figli in età scolare,  ai familiari tossicodipendenti, ai
familiari portatori  di handicap (ad integrazione delle disposizioni
ex lege 104/92, ai familiari anziani o comunque ammalati. 
Ulteriori provvedimenti potrebbero scaturire alla luce della diretti
va Cee sui congedi parentali. Al riguardo ci riserviamo un approfon-
dimento per meglio definire un provvedimento  che  potrebbe assumere
carattere legislativo anche alla luce dell'approvazione di una legge
nazionale di cui il Parlamento dovrebbe con urgenza farsi carico. 
Il Comitato a  partire  dalla questione  dei tempi,  intende altresì
svolgere un'iniziativa di confronto ampio fra le collaboratrici del-
la Regione su temi che riguardano anche le problematiche dello Stato
sociale, dei servizi, degli accessi, degli orari della città in quan
to tematiche che ineriscono un'organizzazione sociale le cui carenze
ricadono necessariamente sulle donne.  
Si propone inoltre un monitoraggio  tra  le persone che usufruiscono
del part-time per capire se le flessibilità introdotte  soddisfano i
bisogni personale e lavorativi, se all'interno della struttura l'es-
sere in part-time ha prodotto cambiamenti o discriminazioni, se si è
potuto comunque accedere a corsi organizzati dall'Ente.
Alla luce dei dati che emergeranno  si  potranno calibrare azioni di
miglioramento.
Si ritiene comunque necessario fare il punto anche relativamente al-
le Aziende che dovevano recepire  e applicare il part-time autonoma-
mente. Occorre sapere cosa è stato fatto, se ognuna ha provveduto al
recepimento, come sollecitare eventuali ritardi. 
Infine si richiama l'attenzione sull'attuale situazione del Comitato:   
- entro brevissimo tempo il Comitato dovrà essere rinnovato, occorre
assicurare - in un momento tanto delicato - adempimenti rapidi;   
- occorre provvedere ad un adeguamento della disciplina di funziome-
mento arricchendola con un protocollo  che proceduralizzi l'acquisi-
zione da parte dell'Amministrazione del parere preventivo del Comita
to Pari Opportunità per le materie afferenti  alle pari  opportunità
previste dall'art. 26 L.R. 37/90 e per tutte le disposizioni normati
ve e salariali che possano incidere sui rapporti di parità;  
- occorre prevedere inoltre l'adeguamento dei mezzi assegnati al Co-
mitato, così come evidenziato dalla relazione conclusiva dell'indagi
ne conoscitiva della Commissione lavoro del senato sullo stato di at
tuazione della legge 10 aprile 1991, n. 125: si è creata una legge a
vanzata ma non si sono concessi i mezzi per applicarla.  
Si rende assolutamente necessario formalizzare la messa a disposizio
ne di uno spazio attrezzato da utilizzare per le riunioni del Comita
to, per costruire un archivio di dati attraverso lo scambio di infor
mazioni e materiale con gli altri comitati aziendali e gli altri or-
ganismi preposti in materia di pari opportunità, per poter incontra-
re le donne dell'Ente e prevedere, quando  ci saranno le condizioni,
l'apertura di uno sportello;
- occorre prevedere la possibilità di coinvolgere, su specifiche ini
ziative, dipendenti dell'ente (come già avvenuto per la realizzazio-
ne del Forum) anche in orario di lavoro e prevedendo la copertura di
eventuali missioni;
- occorre ancora  assicurare la possibilità  di momenti  di incontro
tra il Comitato e tutte le donne dell'Ente  in  orario di servizio e
con copertura delle spese di missione;
- si dovrebbero infine prevedere specifiche risorse messe in bilan-
cio dall'ente, per predisporre studi, ricerche,  e momenti formativi
anche per le componenti del Comitato.