ACCORDO SULLO STATO SOCIALE

Rilancio del welfare, occupazione, sviluppo, trasparenza

1° Novembre 1997

  I N D I C E

 

1. Interventi per l’occupazione

1.1 Mercato del lavoro

1.2 Aree depresse

1.3 Partenariato d'impresa Nord-Sud

1.4 Emersione del lavoro sommerso

1. 5 Sicurezza

1.6 Semplificazione amministrativa

 

2. Interventi di settore

2.1 Industria

2.2 Lavori Pubblici

2.3 Trasporti

2.4 Telecomunicazioni e Società dell'Informazione

 

3. Stato Sociale

3.1 Politiche per il lavoro, la formazione e l'istruzione

3.2 Prestazioni dello stato sociale

3.3 Sanità

3.4 Politica sociale della casa

3.5 Solidarietà Sociale

1. INTERVENTI PER L'OCCUPAZIONE

1. 1 Mercato del lavoro

La politica di risanamento finanziario è affiancata da un intervento a sostegno dell'occupazione, attraverso l'attuazione delle azioni previste dall'Accordo per il lavoro, che hanno già trovato risposta nelle misure previste dalla legge 196/97.

Il Governo è impegnato a garantire la tempestiva attuazione degli strumenti previsti dalla legge 196/97 ed in particolare a dare seguito operativo ad iniziative destinate alla riduzione dell'orario di lavoro previste dall'art. 13 del "Pacchetto Treu", con il quale si prevede la concessione di agevolazioni contributive per quelle imprese che, d'intesa con il sindacato, decidono di ridurre la durata del lavoro per dipendenti. A tal fine sarà emanato il relativo decreto attuativo che dovrà prevedere significativi sgravi contributivi per le fasce orarie da zero a ventiquattro ore settimanali lavorative e da venticinque a trentasei. La copertura finanziaria, prevista inizialmente in 400 Mld. all'interno del Fondo per l'occupazione, è stata elevata dalla Legge Finanziaria presentata in Parlamento a 800 Mld. all'interno di un fondo più generale destinato alle politiche per il lavoro, la formazione e l'istruzione, di cui si specificano gli ulteriori utilizzi al successivo paragrafo 3. 1.

Il Governo conferma altresì l'impegno a recepire la direttiva comunitaria in

materia di orari previa intesa con le parti sociali.

 1. 1.1 Ammortizzatori sociali

Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali sono all'esame i seguenti punti:

Date le premesse, si conviene che il confronto sulla revisione degli ammortizzatori sociali dovrà ulteriormente procedere sulla base del seguenti indirizzi ed esigenze di fondo:

  1. trasparenza dei conti delle diverse gestioni da monitorare permanentemente, anche al fine di evidenziare gli andamenti economici reali;
  2. ripristino dello spirito originale della legge 223/91, con il rafforzamento delle misure attive di gestione degli esuberi strutturali, a partire dai contratti di solidarietà;
  3. maggiore coinvolgimento dei servizi per l'impiego, riorganizzati a livello locale, per rendere più rapidi ed efficienti i processi di mobilità, nel rispetto delle competenze previste dalla legge 59/97;
  4. allargamento degli istituti di integrazione salariale alle categorie escluse;
  5. graduale armonizzazione dei sostegni previdenziali in caso di "disoccupazione con un trattamento di base" da rafforzare ed estendere con gradualità a tutte le categorie di lavoratori scarsamente protette o prive di copertura, fissando le modalità di finanziamento, criteri rigorosi per l’individuazione dei soggetti meritevoli di tutela.

1.1.2 Fondo per l'occupazione

Nell'ambito degli accantonamenti per la Presidenza del Consiglio dei Ministri nel fondo speciale di parte corrente della legge finanziaria 1998 fra le poste attinenti alla Pubblica Istruzione (350 Mld., di competenza del Ministero competente) e quelle attinenti alle politiche del lavoro, dell'orario e della formazione (1050 Mld., destinati - oltre i 700 Mld. già stanziati – al Fondo per l'occupazione presso il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale). Il Governo si impegna a verificare entro il marzo 1998 l'utilizzo del Fondo occupazionale per integrarlo di quanto necessario al raggiungimento degli obbiettivi concordati (LSU, orario di lavoro, formazione continua e apprendistato, riorganizzazione delle agenzie formative, congedi parentali, contratti di solidarietà).

1. 2 Aree depresse

La politica di intervento nelle aree depresse ha registrato una accelerazione nei differenti settori con la messa a regime delle procedure operative. E' il caso dei finanziamenti alle imprese previsti dalla legge 488/92, nonché dei primi importanti risultati nel campo delle infrastrutture. Il Governo ha promosso, nell'ambito della legge finanziaria, una serie di misure specifiche ed ha avviato, in sede di Unione Europea, un negoziato sui problemi inerenti la concessione degli sgravi contributivi.

1.2.1 Sgravi contributivi

Il Governo conferma, nella finanziaria 1998, l'impegno di 200 miliardi relativo alla proroga dello sgravio totale per i nuovi assunti per tutti i settori nelle imprese localizzate nelle aree obiettivo 1, come già previsto nel D.L.669/96.

Il Governo si impegna inoltre a concludere la trattativa in corso con l’Unione Europea per ottenere una riconsiderazione dell'accordo Pagliarini-Van Miert, sotto forma di aiuto al mantenimento dell'occupazione esistente, avendo particolare attenzione alle zone a forte tasso di disoccupazione, al fine di evitare che, nei territori dell'obiettivo 1, la dinamica del costo del lavoro assuma un andamento crescente.

1.2.2 Incentivi perle piccole e medie imprese

Il testo del collegato alla finanziaria 1998 dispone, limitatamente ai territori obiettivo 1, la concessione di agevolazioni fiscali mediante credito d'imposta per le piccole e medie imprese localizzate nelle aree interessate da patti territoriali, nelle aree urbane svantaggiate dei comuni con popolazione superiore a 120.000 abitanti e nelle isole minori, che effettuino nuove assunzioni nel periodo compreso tra il 1°/10/ 1997 ed il 31/12/2000.

L'incentivo del credito d'imposta è mirato a promuovere nuova occupazione stabile nel Mezzogiorno in quanto incentiva l'assunzione a tempo indeterminato da parte delle PMI di nuovi addetti.

Un emendamento già presentato estende l'applicabilità della norma ai comuni che partecipino alle aree di sviluppo industriale ed ai comuni montani.

1.2.3 Incentivi territoriali

Il collegato alla finanziaria 1998 prevede la concessione di agevolazioni fiscali, nel rispetto del limiti di aiuto stabiliti dalla Comunità, alle imprese che effettueranno investimenti produttivi (nuovi impianti, ampliamenti, riattivazioni, ammodernamenti) nell'ambito del contratti d'area stipulati entro il 31/12/1999 nei territori di cui agli obiettivi I e 2, nonché nell'ambito di altri accordi di programmazione negoziata. Lo strumento agevolativo del credito d'imposta è mirato a rafforzare e consolidare il tessuto produttivo ed economico dei territori interessati dai contratti d'area, sostenendo anche quegli investimenti che, pur non prevedendo la realizzazione di nuove iniziative produttive, possono comunque contribuire allo sviluppo di nuova occupazione.

1.2.4 Istituti della programmazione negoziata

Il Governo conferma che, entro il mese di novembre 1997, è prevista l'entrata a regime delle nuove procedure per l'istruttoria dei patti territoriali e dei contratti d'area che garantirà la conclusione entro 90 giorni e la concessione del finanziamento entro i successivi 45 giorni.

Il Governo si impegna, per quanto riguarda i patti territoriali, a definire immediatamente una modalità di erogazione che, relativamente ai 12 patti già approvati dal CIPE e nel rispetto degli obiettivi di patto concordati, consenta di procedere all'emanazione dei singoli decreti di concessione.

Per quanto concerne i patti territoriali, ancora da approvare, il Governo si impegna a definire, ove occorra, anche attraverso una delibera del CIPE, le procedure necessarie per garantire un'equa ripartizione territoriale del finanziamento, la non sovrapposizione con altri istituti della programmazione negoziata, e in particolare il rispetto dell'equilibrio della destinazione delle risorse tra le aree obiettivo 1, 2, 5b.

Per i contratti d'area già presentati all'esame del Ministero del Bilancio il Governo si impegna ad un sollecito esame.

1. 2.5 Credito

Il Governo recepisce l'esigenza di creare le condizioni perché i tassi praticati alle imprese meridionali vengano riallineati ai livelli medi di quelli applicati alle imprese del Centro-Nord e conferma inoltre l'impegno, già assunto nell'Accordo per il lavoro, di definire una iniziativa nei confronti del sistema bancario con riferimento alle iniziative da realizzarsi nell'ambito dei contratti d'area.

1. 2.6 Agenzie di promozione

Nell'ambito delle attività volte a sostenere l'utilizzo del fondi comunitari destinati alla realizzazione di infrastrutture nonché alla nazionalizzazione e al coordinamento delle attività delle società di promozione di imprese e di lavoro, gli impegni assunti dal Governo in sede Parlamentare saranno definiti in tempi brevi, coerentemente con le competenze attribuite per legge alla Cabina di Regia e nel rispetto di quanto previsto al riguardo nell'Accordo per il lavoro del settembre 1996. Su questi stessi termini il Governo si impegna a consultare le parti sociali.

1. 3 Partenariato d'impresa Nord-Sud

Il Governo è impegnato a favorire un rapporto operativo fra sistemi distrettuali del Centro-Nord e specifiche aree del Mezzogiorno, anche al fine di favorire processi di delocalizzazione di nuove iniziative da aree a forte congestionamento verso aree con maggiori disponibilità insediative ed a forte tensione occupazionale.

Al fine di creare condizioni di maggiore attrattività per tali aree è obiettivo del Governo nazionalizzare la vasta dotazione di strumenti di incentivazione già disponibili, garantendo inoltre tempi certi per i necessari iter amministrativi ed intervenendo sui fattori ritenuti decisivi per la localizzazione da parte delle imprese.

A questo fine è necessario realizzare una mappa delle opportunità del Territorio che potrà configurarsi come una raccolta delle condizioni di offerta delle aree meridionali continuamente aggiornata, per tener conto delle dinamiche territoriali capaci di evidenziare per tutte le regioni meridionali l'insieme delle condizioni e del vantaggi offerti dal territorio.

Al fine di individuare i compiti, le attribuzioni ed i percorsi operativi per facilitare il partenariato nord-sud delle imprese, e nelle more delle attività che renderanno operative le previsioni del precedente punto 1.2.6 nonché per accelerare i tempi del partenariato d'impresa il Governo si impegna a costituire un gruppo di lavoro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che dovrà prevedere, attività periodiche di consultazione con gli imprenditori del nord per illustrare le opportunità localizzative nel Mezzogiorno.

1.4 Emersione del lavoro sommerso

Il valore del "sommerso" italiano viene stimato dall'Unione Europea tra il 25% e il 35% del PIL, contro un sommerso delle altre economie europee dell'ordine del 15%.

E' prioritario obiettivo dell'azione del Governo contrastare tale fenomeno, riportando gradualmente alla luce una quota di occupazione sommersa e restituire così elasticità alle imprese, entrate al fisco, reddito più equamente distribuito ai lavoratori.

Si intende pertanto rafforzare, allargare e integrare gli interventi già varati a livello settimanale tramite un programma graduale di recupero che induca - nel periodo previsto per legge - al rispetto delle norme fiscali, delle regole contrattuali e di tutela dei lavoratori, prevedendo inoltre forme di interventi che consentano di superare gli ostacoli contributivi e fiscali per le attività emerse attraverso i contratti di riallineamento.

A tale fine la finanziaria 1998 ha destinato specifici fondi per l'attuazione dell'art. 23 della legge 196/97, che prevede misure per incentivare il riallineamento retributivo.

Sono inoltre funzionari all'emersione del sommerso anche gli incentivi fiscali per il recupero del patrimonio edilizio, nonché gli incentivi destinati alle piccole e medie imprese che effettuino nuove assunzioni nel Mezzogiorno.

Nell'ambito delle attività programmate il Governo, tramite delega, intende inoltre emanare, entro sei mesi dall'approvazione della legge finanziaria, un provvedimento atto a favorire l'emersione del "sommerso", il rafforzamento della Pubblica Amministrazione ed un recupero di legalità che preveda, anche con l'intervento di fondi europei:

1. 5 Sicurezza.

Uno dei maggiori impedimenti al libero operare delle attività di mercato è costituito dalla presenza - in particolare in alcune regioni del Sud – della criminalità organizzata. E' fortemente penalizzata l'attività di chi è già titolare di impresa ed è analogamente scoraggiata la nascita di nuove aziende in aree potenzialmente ricche di capacità imprenditoriali e di propensione al rischio di impresa. L'impegno dello Stato e delle forze dell'ordine è da tempo costante e consistente e si è intensificato negli ultimi mesi.

Al fine di giungere progressivamente ad un più diffuso controllo del territorio e ad un maggiore livello di protezione nei confronti di imprenditori ed operatori economici, la Finanziaria 1998 prevede a tale scopo un impiego adeguato di risorse.

In particolare, per potenziare la lotta alla criminalità viene disposto in primo luogo, il finanziamento di un programma di circa 2.000 Mld. per il triennio 1998-2000, volto a dotare la Polizia di Stato e l'Arma dei Carabinieri di più adeguati mezzi operativi.

E' previsto inoltre un programma di potenziamento delle strutture della Guardia di Finanza, dello stesso importo di 2.000 Mld., allo scopo di rendere più incisiva la prevenzione e la repressione dei reati economici.

1. 6 Semplificazione amministrativa

Nel nostro Paese, il costo degli adempimenti e soprattutto dei ritardi burocratici risulta assai elevato e certamente superiore a quello dei nostri maggiori partner.

Si tratta di una situazione di arretratezza che in tempi di completa liberalizzazione della circolazione dei capitali può comportare costi molto elevati per l'Italia nel suo complesso.

Con l'approvazione delle due "leggi Bassanini" si è completato il quadro degli strumenti in grado di garantire forti semplificazioni burocratiche sulle singole procedure, la creazione degli "sportelli unici" per le imprese a livello locale, la certezza e il rispetto dei tempi da parte dell'amministrazione nei confronti degli imprenditori.

 

Nell'esercizio delle deleghe conferite al Governo con la legge 59/97 è possibile infatti prevedere un unico soggetto pubblico referente per il rilascio di un'autorizzazione complessiva per l'insediamento, la realizzazione e l'ampliamento dell'attività imprenditoriale, nonché responsabile dell'acquisizione dei pareri e delle autorizzazioni necessarie per assicurare la tutela di interessi pubblici rilevanti, ulteriori a quelli di propria diretta competenza.

La riallocazione delle funzioni tra i vari livelli istituzionali e la esternalizzazione di attività il cui svolgimento non necessita di un soggetto pubblico, la semplificazione dei passaggi procedurali e la riduzione dei tempi di svolgimento, l'informatizzazione dell'attività dei soggetti pubblici, costituiscono fattori che necessitano di una intensa e immediata azione di valorizzazione e di riqualificazione del lavoro pubblico, essendo evidente che l'introduzione di novità rilevanti, se non accompagnate da azioni di supporto dirette a riqualificare e ad aggiornare il personale, nonché a valorizzare le responsabilità dirigenziali, è destinata ad avere un'efficacia ridotta.

In quest'ottica, sono pertanto in corso di rafforzamento e di riorganizzazione tutte le strutture formative ed i relativi programmi, attuati con risorse nazionali e comunitarie, diretti alla formazione del personale pubblico. In particolare, hanno acquistato rilievo preminente l'accelerazione del programma PASS; l'avvio celere degli interventi formativi per l’innovazione amministrativa e lo sviluppo locale, per i quali il CIPE ha già previsto l'impiego di consistenti risorse; il progetto di formazione funzionale alla Rete unitaria delle Pubbliche amministrazioni; l'estensione della capacità operativa del Formez e la previsione del telelavoro nei provvedimenti collegati alla Finanziaria per il 1998.

Sull'insieme di questi interventi il Governo è impegnato ad avviare i necessari confronti di merito con le parti sociali.

 2. INTERVENTI DI SETTORE

2. 1. Industria

Il Governo è impegnato a sviluppare le linee programmatiche indicate nell'Accordo per il lavoro secondo le seguenti direttrici:

  1. proseguire l'opera di nazionalizzazione degli strumenti di incentivazione attraverso la riduzione dei tempi di istruttoria e la semplificazione dei criteri di selezione delle domande. In particolare la legge 488 sta attivando 15.000 miliardi di investimenti, attraverso il finanziamento di 4.000 domande finanziate per un ammontare complessivo di agevolazioni pari a circa 4.700 miliardi di lire. E' prevista un'occupazione aggiuntiva di circa 50.000 unità di cui 31.000 (63%) nelle unità produttive localizzate nel Mezzogiorno. Le risorse comunitarie messe a disposizione dall'Unione Europea sono risultate interamente impegnate. Il Governo è impegnato a destinare a tale strumento una quota congrua di fondi nell'ambito di quelli destinati alle aree depresse; in tale caso, compatibilmente con il riparto che verrà effettuato, nel corso del prossimo anno il Ministero dell’Industria predisporrà altri due bandi di gara per l'assegnazione delle risorse;
  2. l'approvazione della legge 266/97 ( Bersani) ha rifinanziato per circa 6.000 miliardi le varie leggi di sostegno al sistema produttivo nazionale. Si prevede che con l'inizio del 1998 andrà a regime la piena operatività di tutti gli interventi previsti. Il Governo, inoltre, è impegnato a dar corso alla previsione della stessa legge laddove prevede che a partire dal 1998 il Ministero dell'Industria effettui un'attività di valutazione e controllo sull'efficacia delle leggi in materia di sostegno alle attività economiche e produttive, con particolare riguardo agli investimenti attivati e all'impatto occupazionale. Il Governo si impegna affinché tale azione, di cui sarà informato il Parlamento, sia oggetto di confronto e di analisi anche con le parti sociali;
  3. con la medesima legge sono previste misure per la realizzazione nei distretti industriali di programmi regionali volti al miglioramento della rete dei servizi. Il Governo si impegna a dar luogo ad un tavolo con le parti interessate per compiere, entro il primo semestre 1998, un'approfondita analisi sui distretti industriali nell'ottica più generale dei sistemi produttivi locali e dei sistemi d'impresa, con l'obiettivo fra l'altro di pervenire ad una riforma dell'intera normativa in materia;
  4. il Governo si impegna ad attivare, a partire dall'inizio del 1998, i fondi previsti dall'articolo 13 della legge 140/97 per le imprese che intendono effettuare investimenti in ricerca e sviluppo. Si tratta di uno strumento di agevolazione fiscale per il quale il Ministero dell’industria si impegna a predisporre procedure con il massimo grado di automatismo e di certezza per i beneficiari.

L'azione del Governo è indirizzata a promuovere una politica industriale attenta alle specifiche esigenze dei vari settori in termini di competitività internazionale e di sviluppo.

In tale contesto assume una notevole rilevanza il processo di privatizzazioni avviato dal Governo nonché quello di liberalizzazione dei grandi servizi a rete, in sintonia con le direttive comunitarie in materia. Si tratta, infatti, di effettuare progressivamente il passaggio verso uno Stato prevalentemente regolatore avendo tuttavia in mente che tali processi devono essere affrontati con un approccio strategico, non limitato a pure ottiche finanziarie.

L'obiettivo di lungo periodo è quello di ridefinire i caratteri propri di un sistema produttivo che punta a creare nuove condizioni di crescita e di occupazione.

Il Governo, pertanto, si impegna ad affrontare tali problematiche realizzando un confronto con tutte le parti interessate che, in un ottica non solo di breve periodo, sia teso a valorizzare i fattori competitivi a cominciare dalle risorse umane.

Le parti sociali saranno coinvolte dal Governo nella definizione e nello sviluppo delle politiche industriali nello spirito dell'Accordo per il lavoro.

Il Governo inoltre si impegna ad un confronto sistematico fra le parti interessate con riferimento alle problematiche relative al settore energetico e ribadisce gli impegni assunti in relazione alla metanizzazione della Sardegna ed al completamento delle reti del Mezzogiorno.

Infine il Governo ritiene utile attivare un confronto con le parti sociali entro febbraio 1998 per informarli sulle proposte di riforma delle società per azioni.

2.2 Lavori Pubblici

Il capitolo sui lavori pubblici previsto nell'Accordo per il lavoro pone al centro dell'azione programmatica il rilancio delle opere infrastrutturali.

In quest'ottica il Governo ha assegnato massima priorità al problema della riapertura dei cantieri. Tra gli interventi in materia legislativa più importanti si ricordano le modifiche alla legge quadro sui lavori pubblici, la definizione del regolamento attuativo e dei criteri di qualificazione delle imprese, il decreto sulle anomalie delle offerte sulle gare di appalto, la determinazione delle categorie per l'iscrizione all'Albo Nazionale dei Costruttori e disposizioni per l'iscrizione alle medesime categorie.

 Il rilancio delle opere pubbliche si è avviato tramite:

Nell'edilizia residenziale pubblica si sono rimessi in moto finanziamenti pari a 900 Mld., mentre a 1.600 Mld. ammontano le risorse ora attribuite alle regioni per l'edilizia agevolata. Ha preso il via il programma di riqualificazione urbana con finanziamento dello Stato pari a 588 Mld. e l'attivazione di investimenti pubblici e privati pari a circa 5.500 Mld. Si prevede la sottoscrizione di tutti i protocolli d'intesa entro il 1997, mentre l'apertura dei cantieri è prevista a partire dalla metà del 1998. Sono stati inoltre attivati i programmi comunitari Urban e Interreg. URBAN è un intervento pari a 700 Mld. per il recupero e la riqualificazione urbana di aree degradate in 16 città di cui 12 nel Mezzogiorno; INTEREG prevede programmi cofinanziati dall'UE per la cooperazione fra regioni limitrofe e nazioni, per complessivi 1.700 Mld. L'ultimo provvedimento per il recupero urbano assegna 200 Mld. per i cosiddetti "contratti di quartiere", destinati ad aree urbane con forte degrado urbano e sociale.

Per la difesa del suolo, nell'ambito dei fondi per le aree depresse assegnati dal CIPE nel 1997, 970 Mld. sono stati attribuiti al settore ed è stata aumentata la dotazione triennale destinata alla prevenzione del rischio idrogeologico. Per l'alluvione del Piemonte del 1994 sono stati aperti cantieri o sono in fase di appalto 800 Mld. di lavori. Sono poi stati approvati diversi piani stralcio (Arno, Tevere, Tagliamento, Liri-Volturno).

Si è operato per la riforma dei servizi idrici: il Programma Operativo Risorse Idriche - QCS Italia 94-99, cofinanziato dall'UE, ha riconosciuto prontamente cantierabili e ammessi a finanziamento progetti per circa 4.200 Mld. di lire. Sono oggi attivi oltre 50 cantieri per progetti pari a 1.100 Mld.;

altri cantieri per circa 600/700 Mld. si apriranno entro l'anno, i rimanenti nel primi sei mesi del 1998.

Nel campo delle infrastrutture portuali sono state attivate opere per 218 Mld., oltre a opere infrastrutturali nei porti ad elevata densità di traffico per 463 Mld.

Nel settore autostradale si sta concludendo il processo di revisione delle concessioni autostradali. Entro il 31.12.1997 avverrà il rinnovo delle convenzioni con le 24 società concessionarie autostradali italiane, che dovrebbe avviare interventi sulle autostrade per complessivi 38.000 Mld., di cui circa 3.445 Mld. per il 1998.

Per il settore della viabilità stradale, i più rilevanti interventi già avviati riguardano le opere inserite nel QCS 1994-1999, cofinanziato dall'UE per 1.000 Mld. e gli interventi su assi primari del Mezzogiorno, quali l'autostrada Salerno - Reggio Calabria, la SS. n. 106 "Jonica" e l'autostrada Messina-Palermo. Il Programma triennale 1997-1999 ANAS – con investimenti pari a 5.285 Mld. per il 1997 e circa 18.000 Mld per il triennio - è il primo esempio di regionalizzazione.

Per il Giubileo 2000 sono stati già assunti impegni di spesa per 600 Mld. Ed effettuati trasferimenti per 491 Mld. Su Roma e Lazio e nei prossimi tre mesi sarà operativa la legge 270/97 relativa ai diversi territori del Lazio, che prevede investimenti per circa 2.000 Mld.

Sulla base di questo quadro di iniziative, i cui lavori inizieranno entro il 31/12/1998, si sottolineano i punti principali di impegno:

  

RIEPILOGO DEI 15 INTERVENTI PIU' IMPORTANTI DA AVVIARE NELL'ANNO 1998

1. Autostrada Salerno-Reggio Calabria 1.256 mld.

2. Altro ANAS (viabilità stradale) circa 6.000 mld.

3. Variante di Valico 117 mld.

4. Altro autostrade 3.445 mld.

5. Autostrada Messina-Palermo 619 mld.

6. Programma per Roma Capitale - Giubileo 2000 Lazio 2.353 mld.

7. Programma per Roma Capitale - Giubileo fuori Lazio 2.000 mld.

8. Risorse Idriche - QCS Italia 94/99 Obiettivo I 4.286 mld.

9. Magistrato per il Po - Alluvione 1994 402 mld.

10. Interventi di difesa del suolo (risorse precedenti al 1997) 958 mld.

11. Recupero e manutenzione IACP 1.675 mld.

12. Progr. riqualificazione urbana (attivazione risorse tot. 5.500 mld) 588 mld.

13. Contratti di quartiere 200 mld.

14. Interventi zone terremotate (totale risorse 4.000 mld.) 1.000-1.500 mld.

15. "Rottamazione della casa" in attesa di stima

Totale risorse per maggiori interventi inerenti al 1998 superiori a 25.500 mld

 
2.3 Trasporti

Il Ministro dei trasporti si impegna a convocare in tempi rapidi una Conferenza nazionale dei trasporti finalizzata all'aggiornamento del Piano nazionale dei trasporti.

Il Governo presenterà un disegno di legge di istituzione "dell'Autorità di regolazione dei trasporti" e una proposta di riorganizzazione del Ministero dei trasporti e della navigazione in attuazione del Regolamento ministeriale art. 1, c. 9, L. 537/93.

Sarà inoltre costituita una Unità di Vigilanza sulle Ferrovie dello Stato, secondo quanto disposto dall'art. 1, comma 13, della legge 537/93.

2.3.1 Nuove relazioni sindacali ed industriali

Presso il Ministero sarà attivato un tavolo di concertazione finalizzato alle seguenti iniziative, alle quali - in caso di accordo - potrà essere data rapida attuazione:

  1. l’istituzione di un Osservatorio per il monitoraggio della realizzazione degli investimenti infrastrutturali. Dovranno partecipare all'iniziativa i soggetti attuatori, le OO.SS. e il Ministero dei LL.PP;
  2. istituzione del "Consiglio nazionale del trasporto e della logistica" – con la partecipazione di Istituzioni ed Enti locali, di organizzazione degli utenti e dei consumatori, delle Aziende di trasporto e delle OO.SS. più significative - al fine di meglio raccogliere e di organizzare sistematicamente esigenze, suggerimenti e proposte;
  3. istituzione dell'Autorità di regolazione dei trasporti (cfr. punto 1.2);
  4. sviluppo di un sistema di relazioni industriali che individui percorsi di conciliazione delle controversie sindacali, ovvero modalità di attuazione delle stesse dirette a proteggere i diritti degli utenti. Potranno partecipare a questo "tavolo delle regole" le Parti datoriali e le OO.SS. di settore. I principi che verranno concordati saranno dalle parti considerati impegnativi agli effetti delle relazioni contrattuali. Le Aziende non apriranno trattative e non sottoscriveranno accordi con soggetti sindacali che non abbiano preventivamente accettato tali principi o che non vi si attengano.

2.3.2 Principali interventi infrastrutturali

1 Ferrovie dello Stato TAV:

  • proseguiranno nel 1998 i lavori sulle tratte Roma/Napoli e Bologna/Firenze;

    saranno avviati i lavori sulla tratta Milano/Bologna e sui nodi di Napoli, Roma e Bologna;

    saranno aperte nel 1998 le Conferenze dei servizi per la tratta Torino/Venezia.

  • Le iniziative previste sulla direttrice TO-NA comporteranno investimenti pari a quasi 33.000 Mld., di cui oltre 20.000 a carico di privati.

    2 Trasporto metropolitano/trasporto rapido di massa

    Il complesso delle iniziative in questione è destinato a mobilitare risorse per complessivi 19.330 Mld., di cui oltre 13.000 entro il 2001; investimenti nel Mezzogiorno: 5.008 Mld. (1 997-2001), 1.800 (oltre il 200 1), per un totale di oltre 6.800 Mld.

    3 Cabotaggio

    Sarà data attuazione al nuovo piano di riordino del cabotaggio FINMARE, che conferma il ruolo di un polo pubblico di cabotaggio e ne promuove il rilancio in termini di competitività, anche in relazione alla prossima liberalizzazione del settore. E' previsto dal piano il potenziamento del trasporto merci, in una logica di intermodalità e di libero servizio.

    Proseguiranno nel settore della navigazione fluviale gli interventi di cui alla L. 380/90, per realizzare la completa navigabilità del Po, lungo l’ intera tratta da Cremona alla foce, allo scopo di dare attuazione ad un moderno cabotaggio marittimo-fluviale al servizio di una delle aree più industrializzate d'Europa.

    4 Aeroporti

    Sarà data attuazione ad un piano di ammodernamento degli aeroporti, destinato a mobilitare risorse per oltre 4.500 Mld., di cui 450 nel Mezzogiorno (Fiumicino, Malpensa, Venezia, Bari, Cagliari, Catania, Alghero, Lametia Terme).

    5 Progetti europei

    Proseguirà la progettazione delle iniziative dirette alla realizzazione di una rete ferroviaria transeuropea [Collegamento ferroviario alta velocità Torino- Lione; Asse del Brennero, ammodernamento della linea di accesso al traforo del Gottardo, Corridoio Adriatico, Corridoio 5 (Venezia-Kiev), Corridoio 8 (Adriatico-Mar Nero)].

    6 Sostegno alle aziende di trasporto

    Il Governo si impegna a introdurre il Registro internazionale di navigazione, diretto ad invertire la fuga di navigli verso bandiere estere e al mantenimento del sostegno all'industria cantieristica (400 Mld. per gli anni 1997-99).

     

    2.4 Telecomunicazioni e Società dell'Informazione

    2.4.1 Telecomunicazioni

    Nell'ambito del processo di liberalizzazione e di riassetto del settore delle telecomunicazioni, orientato verso un incremento dei livelli di concorrenza e verso concreti benefici a favore degli utenti, il Governo intende sviluppare un'attività fortemente coordinata in modo da legare i diversi obiettivi in una sinergia efficace, anche a tutela degli interessi nazionali.

    In questo quadro la gestione dell'azione di Governo nel settore TLC si svolgerà a livello di intervento a carattere nazionale ed internazionale.

    Alcuni fondamentali processi in corso assumono una valenza strategica ed operativa e si configurano quale minimo comune denominatore dell'indirizzo da assumere:

    1. la liberalizzazione che, con differenti stadi di maturazione nei diversi paesi e con differente velocità in tutto il mondo, sta caratterizzando tutti i segmenti della filiera del settore delle telecomunicazioni;
    2. la globalizzazione del contesto operativo e competitivo di riferimento e la conseguente tendenza alla creazione di aree sovranazionali di "gioco";
    3. l'evoluzione dello scenario concorrenziale nella direzione di un business:
      1. mondiale, per aree geografiche di riferimento;
      2. universale, per copertura della popolazione potenzialmente raggiungibile;
      3. innovativo, per il fatto di annullare istantaneamente e globalmente le variabili tempo e spazio con conseguente rilevante impatto anche sociale;
    4. la proliferazione di alleanze strategiche che individui una tendenza chiara verso un obiettivo di graduale estensione della copertura del territorio sovranazionale da parte dei pochi più robusti operatori.
    5. Ciascuno dei processi descritti avrà un rilevante impatto sulle variabili macro-economiche di interesse anche politico quali l'occupazione, gli aspetti economici e finanziari, gli aspetti sociali e il sistema paese.
    1. Società dell'Informazione

    In attuazione dell'Accordo per il lavoro, il quale evidenziava la necessità di superare le arretratezze infrastrutturali e di intervenire con politiche attive per favorire lo sviluppo della Società dell'Informazione in Italia, il Governo ha istituito Forum permanente per la Società dell'Informazione, quale sede di consultazione e confronto tra gli operatori pubblici e privati, le parti sociali ed il Governo. Per realizzare il coordinamento tra le diverse amministrazioni al fine di dare impulso e rendere più efficaci le loro azioni è stato avviato un Comitato interministeriale per la Società dell'Informazione sopportato da un Gruppo di studio e di lavoro del quale fanno parte i rappresentanti delle amministrazioni interessate.

    In particolare l'attività programmatica del Governo è orientata :

    3. STATO SOCIALE

    3.1 Politiche per il lavoro, la formazione e l'istruzione

    Il Governo prosegue nell'attuazione delle politiche individuate con l'Accordo per il lavoro e, d'intesa con le parti sociali, nel triennio 1998-2000, svilupperà l'azione già intrapresa nel contesto della riforma dello stato sociale.

    L'aumento degli investimenti nelle risorse umane costituisce uno degli obiettivi qualificanti del Governo condiviso dalle parti sociali ed una condizione per l'avvio di una nuova forma di stato sociale orientata alla qualificazione della società ed al benessere degli individui.

    Si procederà d'intesa con le parti sociali, alla predisposizione di un piano organico di interventi per il triennio 1998-2000. Ministero della pubblica Istruzione, Ministero del Lavoro, Regioni ed Autonomie locali lavoreranno in stretto raccordo per il perseguimento degli obiettivi comuni ed in particolare per la realizzazione del già avviato sistema formativo integrato.

    Per sostenere l'azione già impostata, il Governo agirà anche per una riprogrammazione degli interventi cofinanziati da fondi strutturali europei al fine di spostare risorse strategiche che, investendo sia il settore privato che quello pubblico, rendano più celere ed ampio il raggiungimento degli obiettivi prioritari.

    Gli accantonamenti per il lavoro, la formazione e l'istruzione a disposizione della Presidenza del Consiglio nella legge finanziaria 1998 saranno finalizzati a:

    1. iniziative per i1 lavoro che prevedono:
    2. le politiche formative (istruzione - formazione professionale) dovranno garantire ai giovani la crescita culturale per un pieno diritto di cittadinanza e facilitarne l'inserimento nel mondo del lavoro.

    L'integrazione tra sistema dell’istruzione e sistema della formazione diviene elemento condizionante. In questo quadro la riforma dei servizi per l'impiego dovrà valorizzare in termini specifici l'imprescindibile funzione attiva delle azioni formative.

    Per l'apprendistato, sulla base dell'impianto normativo della legge 196/97 e della decretazione e regolamentazione attuativa, si sperimenteranno iniziative pilota di un percorso comune , in modo che la formazione in alternanza faccia parte a tutti gli effetti e con pari dignità del sistema di formazione integrato.

    Per la formazione professionale sono prioritari gli interventi volti a favorire la trasformazione dei centri di formazione professionale in agenzie formative. Nonché la necessità di indirizzare gradualmente le risorse finanziarie derivanti dal contribuito dello 0,30% alla formazione continua.

    In particolare il Governo, in attuazione delle politiche dell'istruzione, in riferimento al processo di integrazione, intende curare:

    Per gli interventi integrati saranno definiti criteri e strumenti sperimentali comuni di certificazione, valutazione ed orientamento.

    Nel piano pluriennale si indicheranno criteri e strumenti per le attività del sistema di istruzione, del sistema di formazione professionale e di quelle integrate; in esso saranno analiticamente esposte priorità e risorse, anche organizzative, con immediato riferimento alle poste e alle politiche della Finanziaria 1998.

    Il piano consentirà di indicare le destinazioni a cui dovranno convergere gli impegni della Finanziaria e i criteri di qualificazione della formazione collegati al ruolo dell'Università.

    Le politiche per la formazione e l'istruzione scolastica e universitaria indicate sono finanziate con fondi che si integrano con:

    Onde ottimizzare la complessa attuazione degli impegni indicati, le attività di concertazione già avviate verranno strutturate e intensificate.

    3.2 Prestazioni dello stato sociale

    Il Governo e le parti sociali convengono di nazionalizzare l'erogazione della maggior parte dei benefici dello stato sociale sulla base della sussistenza di determinate condizioni economiche e della capacità di accertarne l'effettiva portata.

    L'obiettivo è quello di evitare sprechi ed abusi e di riservare esenzioni ed agevolazioni ai soggetti ed ai nuclei familiari che ne abbiano effettivamente titolo. Lo strumento che si intende predisporre si configura come una sorta di misuratore di reddito convenzionale che opererà solo nei confronti di coloro che chiedono il riconoscimento di un beneficio (es. esenzioni ticket, integrazione al minimo pensioni, ecc.) e che opererà solo ai fini delle esigenze dello stato sociale, senza alcuna estensione o implicazione di ordine tributario.

    Si intende prevedere un procedimento di calcolo che tenga conto di elementi reddituali e patrimoniali con abbattimenti specifici per la casa di abitazione o in locazione, nonché per i mutui immobiliari, prevedendo una franchigia relativamente al patrimonio finanziario.

    Il Governo intende introdurre, nell'ambito della manovra di finanza pubblica per il 1998, la normativa relativa alla valutazione della condizione economica per l'ammissione alle prestazioni sociali, attraverso una apposita delega legislativa che definisca principi e criteri direttivi, riservando alla normativa secondaria la definizione delle concrete modalità operative e procedurali.

     3.3 Sanità

    Il confronto tra Governo e parti sociali sul problema della Sanità si è dispiegato in questi mesi nella prospettiva di rafforzare il modello organizzativo del Servizio Sanitario Nazionale a partire dalla riconferma del principio ispiratore di universalità ed equità.

    Gli interventi di nazionalizzazione e riqualificazione dell'intero comparto, prospettati nel corso della trattativa, hanno trovato una prima risposta nella proposta di Legge Finanziaria per 1998.

    Sul versante delle risorse, c'è innanzitutto da registrare l’incremento del Fondo sanitario nazionale. Dopo dieci anni si interrompe la lunga stagione di sottostima del fabbisogno e di finanziamento inadeguati. Una stagione accompagnata dalla progressiva formazione di disavanzi sommersi da ripianare a posteriori con il contestuale deterioramento delle capacità di innovazione e sviluppo del settore.

    La finanziaria 1998 assegna 8.000 miliardi in più al SSN, i finanziamenti passano infatti da 98.000 a 106.000 miliardi, e stanzia altri 3.000 miliardi per il ripiano dei debiti progressi nel biennio 1995-'96. Un adeguamento significativo che consente di avviare una nuova fase di certezza delle risorse e quindi di sviluppo qualitativo del sistema, destinando alle Regioni i finanziamenti adeguati per rispondere al bisogni di salute dei cittadini ma anche per completare i necessari interventi di nazionalizzazione e riqualificazione dell'offerta sanitaria nell'ambito di una più stringente e chiara responsabilizzazione finanziaria.

    Chiusa la prima fase del programma straordinario per l'edilizia sanitaria, il Governo ha stanziato, per il 1998 -'99, i primi 2.500 miliardi della seconda fase destinati al completamente o alla ristrutturazione di reparti ospedalieri, laboratori, Residenze Sanitarie Assistite. Nuove procedure permetteranno un accesso più agile ai fondi. Si tratta di un capitolo importante della politica di investimenti in Sanità finalizzato a ridisegnare la rete dei servizi in modo più funzionale alle esigenze del territorio.

    Nuove risorse - 600 miliardi per il 1998 - sono state infine individuate per la creazione di un Fondo progetti di innovazione, finalizzato a rafforzare l'offerta di servizi sanitari alternativi al ricovero ospedaliero, l'assistenza domiciliare agli anziani, ai malati cronici e terminali e ad avviare l'introduzione della Carta sanitaria magnetica nella quale saranno raccolti i dati e le notizie sulla "vita sanitaria" di ciascun cittadino e nella quale sarà certificato anche il diritto all'esenzione. Un progetto destinato, tra l'altro, a rendere più trasparente il rapporto tra cittadino e SSN.

    Nel complesso, le misure contenute nella Finanziaria, sono rivolte a favorire un uso più corretto delle risorse sia a livello regionale che aziendale con una riduzione degli sprechi e una maggiore responsabilizzazione di tutti i soggetti pubblici interessati alla programmazione, organizzazione e gestione dei servizi.

    Sul piano normativo, le proposte del Governo si muovono lungo le seguenti linee d'azione di carattere strutturale che si accompagnano alla definizione del nuovo Piano Sanitario Nazionale per il triennio 1998-2000:

    1. completamento del processo di riforma avviato con la regionalizzazione e la aziendalizzazione, con il Disegno di legge delega di modifica e integrazione dei decreti legislativi 502 e 517, collegato alla Finanziaria 1998;
    2. lotta alla disoccupazione e eliminazione del precariato nelle professioni sanitarie;
    3. riordino dell'attuale sistema della compartecipazione alla spesa e delle esenzioni;
    4. politica del farmaco.

    A)

    Il Disegno di Legge delega di modifica e integrazione dei decreti legislativi 502 e 517 risponde all'esigenza, avanzata anche dalle parti sociali, di adeguare il processo di riforma sanitaria alla finalità del SSN e agli obiettivi di equità, efficacia e qualità del sistema.

    La Delega prevede, infatti, di:

    B)

    La disoccupazione e il precariato nel settore sanitario hanno assunto dimensioni ormai insostenibili che richiedono un intervento organico al quale il Governo non intende sottrarsi. Il Ministero ha già pronto un Disegno di legge per un intervento immediato atto a sanare alcune situazioni di precariato che si trascinano da tempo.

    E' stato avviato un Tavolo permanente Sanità - Murst - Regioni - Ordine dei medici - Sindacati - per affrontare il fenomeno nel suoi diversi, aspetti e sono già state individuate alcune linee di approfondimento:

    C)

    Il Governo intende perseguire gli obiettivi di una revisione dell'attuale sistema di compartecipazione alla spesa e di esenzioni che, senza aumentare gli oneri complessivi a carico dell'insieme degli utenti, consentano:

    D)

    Per quanto riguarda la politica del farmaco il Governo è impegnato nella ridefinizione dei prezzi ai fini dell'adeguamento del prezzo medio europeo, con la conseguente opportuna maggiore stabilità per le imprese; non deve mettere in discussione le garanzie di efficacia ed efficienza dei livelli di assistenza per il cittadino e deve tradursi in maggiore qualità, nel quadro delle coerenze con le finalità del SSN.

    3.4 Politica sociale della casa

    La disponibilità certa di un'abitazione ad un canone di locazione che incida in misura limitata sul reddito è considerata dal Governo elemento essenziale di salvaguardia del potere di acquisto dei lavoratori, prima che provvedimento di assistenza ai settori sociali più deboli.

    Il Governo si muove dunque nella direzione di ampliare il parco degli alloggi pubblici accelerando le procedure realizzative delle regioni e, di intesa con il Parlamento, è impegnato alla messa a punto di un intervento legislativo sulle locazioni, i cui punti qualificanti sono:

    1. un sostegno alle famiglie appartenenti ai ceti sociali più deboli;
    2. incentivi alla proprietà perché acceda ad un tavolo di concertazione con le rappresentanze degli inquilini al fine di concordare canoni e durata dei contratti.

    L'obiettivo della concertazione è riportare a normalità la situazione delle locazioni ampliando la disponibilità degli alloggi sul mercato.

    Per queste ultime finalità è previsto nella Legge finanziaria un appostamento di 500 Mld..

    3.5 Solidarietà Sociale

    Nell'ambito del sistema della protezione sociale il settore dell’assistenza necessita di una profonda riorganizzazione. Governo e parti sociali hanno convenuto sui fondamentali indirizzi di questa riforma che dovrebbe:

    Per la realizzazione di questi obiettivi il Governo e le parti sociali concordano di intraprendere le seguenti iniziative:

    1) Istituzione del Fondo per le politiche sociali

    Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è istituito il Fondo per le politiche sociali.

    In attesa dell'entrata in vigore della legge generale di riforma dell'assistenza, obiettivo del Fondo è quello di contrastare le diverse forme di povertà.

    Finalità del Fondo sono dunque:

    Nella fase attuale si conviene sull'ipotesi di sperimentare su scala locale l'introduzione del reddito minimo di inserimento, gestito nell'ambito del Fondo delle politiche sociali che, a differenza degli ammortizzatori sociali, si riferisce a forme di povertà non riconducibili solo alla perdita del lavoro.

    Trattandosi di una misura sperimentale si propone che essa sia riferita ad una platea definita e limitata: le famiglie che hanno figli minori ed hanno un reddito sotto la linea della povertà effettivamente accertata.

    A decorrere dall'anno 1998 gli stanziamenti previsti per gli interventi disciplinati dalle leggi: n. 476 del 19 novembre 1987, n. 216 del 19 luglio 1991, n. 266 dell’ 11 agosto 1991, n. 104 del 5 febbraio 1992, n. 284 del 28 agosto 1997, n. 285 del 28 agosto 1997, e dal DPR 309 del 9 ottobre 1990, sono destinati al Fondo di cui al comma 1. Il Ministro per la Solidarietà Sociale ripartisce annualmente con proprio decreto, sentiti i Ministri interessati, le complessive risorse finanziarie confluite nel Fondo. Sulla base di tale riparto il Ministro del Tesoro apporta le occorrenti variazioni di bilancio.

    Un apposito decreto legislativo disciplinerà la fase di avvio della sperimentazione.

    Le somme stanziate per le finalità di cui sopra possono essere utilizzate quale copertura della quota di finanziamento nazionale di programmi cofinanziati dall'Unione Europea.

    2) Politiche a sostegno delle responsabilità familiari

    1. detrazioni fiscali e assegno al nucleo familiare:
    2. oltre all'aumento delle detrazioni fiscali per i figli già ipotizzato dalla riforma delle aliquote IRPEF e in discussione in Parlamento, il Governo si impegna a mantenere ed elevare l'entità dell'assegno al nucleo familiare allargando la platea dei beneficiari utilizzando la restituzione del fiscal drag per il 1998. Si conviene sull'opportunità di procedere a detrazioni fiscali per chi si avvale di lavoro di "cura" a pagamento per anziani non autosufficienti e figli minori. Si conviene inoltre di destinare una parte del risparmio che deriverà dall'applicazione dello strumento di selezione dei cittadini al fine della ammissibilità alle prestazioni dello stato sociale per l'aiuto alle famiglie nella cura dei figli, con particolare riguardo al diritto allo studio;
    3. congedi parentali e familiari:
  • per promuovere come richiesto anche dalla Unione europea politiche a sostegno delle responsabilità familiari e per conciliare la vita lavorativa e quella familiare il Governo si impegna ad approvare un disegno di legge con corsia preferenziale tenuto anche conto dei tempi urgenti richiesti dalla discussione parlamentare.
  • 3) Riordino invalidità e fondo per anziani non autosufficienti

    Le parti sociali concordano sulla esigenza di destinare un importo di 50 Mld. annui per l'istituzione di un fondo nazionale per le persone anziane non autosufficienti finalizzato alla realizzazione di interventi necessari al riequilibrio del rapporto tra trasferimenti finanziari e servizi al fine di sostenere e favorire l'autonomia dei singoli e delle reti familiari. A tale esigenza si farà fronte anche nell'ambito degli accantonamenti di fondo globale previsti nella Legge Finanziaria. Si conviene inoltre sulla necessità di riordinare la normativa sull'invalidità distinguendo tra anziani non autosufficienti e soggetti handicappati per nascita, ragioni accidentali e per sopravvenute malattie invalidanti.

    4) Riordino dell'assistenza

    Per quanto riguarda la riforma generale dell'assistenza quanto discusso e concertato al Tavolo del confronto tra le parti sociali sarà raccolto in un disegno di legge del Governo da accompagnare a quelli di iniziativa parlamentare il cui iter è già avviato.