Storia:

Le profonde differenze storico-culturali fra i popoli africani si sono manifestate, nel corso dei millenni. Nel tempo alcuni gruppi hanno dato vita a comunità potenti, per esempio, i Bantù dell’Africa occidentale e centrale, a partire dal 700 d.C. hanno formato splendidi regni, isolati dal resto del mondo dalla gigantesca distesa sabbiosa del Sahara.

Queste comunità erano chiamati i regni dell’oro, il metallo che avevano in abbondanza e scambiavano con i mercanti arabi. I principali regni furono quelli di Ghana, del Mali, del Senegal e del Benin. In questi regni e più generale a sud del Sahara, fra il 1000 e il 1500, si diffuse l’Islam

Tratta di schiavi

Nei secoli XV e XVI le esplorazioni geografiche portarono le caravelle europee su tutti gli oceani del pianeta, fino al lontano oriente ricco di spezie e d’oro fino all’America, <<scoperta>> e subito conquistata. Fu quello per l’Europa un periodo di grande espansione, però per l’Africa fu l’inizio della tratta dei neri che spopolò intere regioni del continente e creò inimicizia tra le tribù coinvolte nel traffico di schiavi e quelle che ne erano vittime.

 

Colonialismo

Dal XVIII secolo la rivoluzione industriale trasforma progressivamente il modo di vivere dell’occidente, che acquista una indiscutibile superiorità economica, scientifica e militare sul resto del mondo e se ne serve per imporre il suo dominio ai paesi non industrializzati.

Ormai tutta la superficie terrestre era stata scoperta e tra la potenze europee iniziò una nuovo guerra incessante per ottenere i territori più estesi, poi si aggiunsero anche Stati Uniti e Giappone. Queste potenze volevano assicurarsi i territori per ottenere le materie prime, con le quali si costruiscono e si facevano funzionare le macchine. E c’era un desiderio di impossessarsi di nuovi mercati, diminuendo così la crisi di sovrapproduzione (II metà dell’800). Ma si aggiungevano anche motivazioni militari e politiche, il diffondersi di un esagerato sentimento di orgoglio nazionale spingeva gli stati europei a dar prova ciascuno della propria potenza anche costruendo vastissimi imperi coloniali.

Nel giro di pochi anni, fra Otto e novecento, l’Africa viene quasi completamente colonizzata delle potenze europee che se la dividono a tavolino o conquistano con la guerra i pochi spazi ancora liberi.


L’indipendenza degli stati africani

La decolonizzazione, cioè l’indipendenza degli stati africani giunge solo dopo la seconda guerra mondiale. Le potenze colonizzatrici se ne vanno, spontaneamente o con la forza, ma alla colonizzazione fa seguito il neocolonialismo, cioè il predominio economico delle potenze europee sugli stati di nuova indipendenza. Nel periodo della guerra fredda l’Africa divento un terreno di scontro fra le superpotenze che cercano di estendere le loro zone d’influenza armando l’uno o l’altro regime, non importa quanto tirannico, corrotto o incapace, purché stia dalla loro parte e serva ai loro interessi. Risultato di questa politica è il diffondersi di dittature, a volte feroci, in paesi poverissimi, dove i villaggi sono privi di luce e di telefono ma dispongono in abbondanza di armi per la guerra. Quando poi ha termine il periodo della guerra fredda molti paesi africani vengono semplicemente <<dimenticati>> e abbandonati al loro destino , perché giudicati privi di importanza economica o militare.

 

Conquista e occupazione dell’Africa

L’imperialismo è la conseguenza dello sviluppo tecnologico e economico di questi anni e gli europei si sentivano superiori alle razze non industrializzate. Conquista e occupazione dell’Africa si svolsero in modo tumultuoso, con contrasti e tensioni fra gli stati colonizzatori, che più volte giunsero a un passo dalla guerra. Per porre tregua ai conflitti fu necessario indire convegni internazionali di capi di stato e di ministri degli Esteri. Il più importante di questi incontri diplomatici fu la conferenza di Berlino, che si svolse tra il 1884 e il 1885. Ad essa parteciparono quattordici paesi, i quali decisero e concretamente progettarono la spartizione dell’Africa. In pochi decenni tutto il territorio africano fu assoggettato, dall’Atlantico all’oceano Indiano, dall’Egitto al Capo di Buona Speranza. Nel 1914 rimanevano indipendenti solamente due stati africani: la Liberia, fondata nel 1847 per iniziativa di benefattori americani e popolata da ex schiavi neri riportati in Africa dalle Americhe, e l’Etiopia, che era riuscita a spingere l’assalto degli italiani. Il Sudafrica apparteneva all’impero britannico, ma era retto da un governo autonomo di coloni bianchi. La conquista fu facilitata dai contrasti esistenti fra le numerose tribù africane, che la tratta dei neri aveva opposto le une alle altre.

 

  Durante il dominio coloniale furono aperte scuole per combattere l’analfabetismo, si costruirono ospedali e la popolazione ricominciò ad aumentare. Gli europei introdussero le macchine, le loro progredite tecniche agricole e minerarie, imprimendo all’economia africana un forte slancio verso la modernità. Tuttavia, da questi, cambiamenti trassero vantaggio, molto più dell’Africa, le potenze europee.