48. Maria
Ti splende su l'umile testa la sera d'autunno, Maria!
Ti vedo sorridere mesta tra i tocchi d'un'Avemaria: sorride il tuo
gracile viso; né trova, il tuo dolce sorriso, nessuno: così, con
quelli occhi che nuovi si fissano in ciò che tu trovi per via; che
nessuno ti sa; quelli occhi sì puri e sì grandi, coi quali perdoni, e
domandi pietà: quelli occhi sì grandi, sì buoni, sì pii, che da
quando li apristi, ne diedero dolci perdoni! ne sparsero lagrime tristi!
quelli occhi cui nulla mai diede nessuno, cui nulla mai chiede
nessuno! quelli occhi che toccano appena le cose! due poveri a cena
dal ricco, ignorati dai più; due umili in fondo alla mensa, due
ospiti a cui non si pensa già più!
|