45. Temporale
E` mezzodì. Rintomba. Tacciono le cicale nelle
stridule seccie. E chiaro un tuon rimbomba dopo uno stanco, uguale,
rotolare di breccie. Rondini ad ali aperte fanno echeggiar la loggia
de' lor piccoli scoppi. Già, dopo l'afa inerte, fanno rumor di
pioggia le fogline dei pioppi. Un tuon sgretola l'aria. Sembra
venuto sera. Picchia ogni anta su l'anta. Serrano. Solitaria s'ode
una capinera, là, che canta... che canta... E l'acqua cade, a grosse
goccie, poi giù a torrenti, sopra i fumidi campi. S'è sfatto il
cielo: a scosse v'entrano urlando i venti e vi sbisciano i lampi.
Cresce in un gran sussulto l'acqua, dopo ogni rotto schianto
ch'aspro diroccia; mentre, col suo singulto trepido, passa sotto
l'acquazzone una chioccia. Appena tace il tuono, che quando al fin
già pare, fa tremare ogni vetro, tra il vento e l'acqua, buono,
s'ode quel croccolare co' suoi pigolìi dietro.
|