38. La guazza
Laggiù, nella notte, tra scosse d'un lento sonaglio,
uno scalpito è fermo. Non anco son rosse le cime dell'Alpi. Nel
cielo d'un languido azzurro, le stelle si sbiancano appena: si sente un
confuso sussurro nell'aria serena. Chi passa per tacite strade? Chi
parla da tacite soglie? Nessuno. E` la guazza che cade sopr'aride
foglie. Si parte, ch'è ora, né giorno, sbarrando le vane pupille; si
parte tra un murmure intorno di piccole stille. In mezzo alle tenebre
sole, qualcuna riluce un minuto; riflette il tuo Sole, o mio Sole;
poi cade: ha veduto.
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