Il capitano Orlando

 

Oh, voi giovani radicali e sognatori,
voi ingenui senza paura
che passate accanto alla mia lapide,
non ridete se ricorda che fui capitano dell’esercito
ed ebbi fede in Dio!
Le due cose non si contraddicono.
Passate con reverenza, e leggete con seria attenzione
che un gran popolo, cavalcando con urla di sfida
il centauro della Rivoluzione
spronato e frustato sino alla frenesia,
tremò di terrore, scorgendo la foschia del mare
oltre il baratro verso cui correva,
e cadde di sella in precipitoso sgomento
per celebrare la festa dell’Essere Supremo.
Mosso dallo stesso senso di sconfinata realtà
della vita e della morte, e gravato a mia volta
dal destino d’una razza,
come potevo io, piccolo bestemmiatore,
nel turbine dell’incontenibile marea di una nazione,
continuare a essere bestemmiatore,
e capitano dell'esercito?