Willie Pennington

 

Mi chiamavano il malatino, l’idiota,
perché i miei fratelli erano forti e belli,
mentre io, ultimo figlio di genitori anziani,
ereditai solo gli avanzi della loro forza.
Ma loro, i miei fratelli, furono divorati
dalla furia della carne, che io non ebbi,
svigoriti dall’attività dei sensi, che io non ebbi,
induriti da crescenti bramosie, che io non ebbi,
pur procurandosi fama e ricchezza.
Poi io, la creatura malata, l’idiota,
rimasto in un cantuccio della vita,
ebbi una visione, e attraverso di me l’ebbero molti,
ignorando che ero io il tramite.
Così un albero spuntò
da me, seme di senape.