Charles Webster

 

Il bosco di pini sulla collina,
e la fattoria a miglia di distanza,
si vedevano nitidi come attraverso una lente
sotto un cielo azzurro pavone!
Ma una coltre di nubi il pomeriggio
avvolse la terra. E tu attraversavi la strada
e il campo di trifoglio, dove l’unico suono
era il liquido tremolo del grillo.
Poi il sole tramontò fra grandi turbini
di tempeste lontane. Un vento si levò
che spazzò il cielo e attizzò le fiamme
delle stelle inermi;
e fece oscillare la luna rossiccia,
che pendeva tra l’orlo della collina
e i rami scintillanti del pometo.
Camminavi assorta sulla riva
dove le gole delle onde erano come caprimulgi
che cantassero sott’acqua e piangessero
allo sciacquio del vento fra i cedri,
poi ti sei fermata, troppo tesa per piangere, accanto alla casa,
e alzando lo sguardo hai visto Giove,
che sfiorava la vetta del pino gigante,
e in basso hai visto la mia sedia vuota,
cullata dal vento nel portico deserto—
sii coraggiosa, Amore!