Gli avvoltoi roteano lenti,
in ampi cerchi, in un cielo
appena velato come di polvere di strada.
E un vento percorre il pascolo dove giaccio
agitando l’erba in lunghe onde.
Il mio aquilone è sul vento,
benché ogni tanto sussulti,
come un uomo che scrolli le spalle;
e la coda ondeggia un istante,
poi sprofonda nell’immobilità.
E gli avvoltoi roteano e roteano,
sfiorando lo zenit in ampi cerchi
sopra l’aquilone. E le colline dormono.
E una fattoria, bianca come neve,
fa capolino fra gli alberi verdi—in lontananza.
E io guardo l’aquilone,
perché la tenue luna s’accenderà fra poco,
e poi dondolerà come un pendolo
alla coda dell’aquilone.
Un guizzo di fiamme come libellula
M’abbacina gli occhi—
sventolo come una bandiera!
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