Elliott Hawkins


Somigliavo ad Abraham Lincoln.
Ero uno dei vostri, Spoon River, in tutta amicizia,
ma ero per il diritto di proprietà e per l’ordine.
Assiduo frequentatore della chiesa,
qualche volta intervenivo nelle pubbliche occasioni ad ammonirti
contro i mali dello scontento e dell’invidia,
e a denunciare chi tentava di distruggere l’Unione,
e a indicare il pericolo dei Cavalieri del Lavoro.
Il mio successo e il mio esempio esercitano un influsso fatale
sui tuoi giovani e le generazioni future,
malgrado gli attacchi di giornali come il «Clanion».
Andavo regolarmente a Springfield,
quando il Parlamento si riuniva,
per prevenire speculazioni sulle ferrovie,
e sugli uomini che stavano costruendo lo stato.
Godevo della loro e della tua fiducia, Spoon River,
malgrado le voci che fossi un faccendiere.
Passai quieto nel mondo, ricco e corteggiato.
Morii, infine, è naturale, ma giaccio qui,
sotto una lapide su cui è scolpito un libro aperto
con le parole «Di questi è il regno dei cieli».
E ora, voi salvatori del mondo, che non mieteste nulla in vita
e in morte non avete né lapidi né epitaffi,
vi piace il silenzio delle vostre bocche tappate
dalla polvere della mia trionfale carriera?