Lambert Hutchins |
uno, la casa che costruii sulla collina, con le guglie, le verande e il tetto di ardesia; e l’altro, il lungolago di Chicago, dove c’è il piazzale di manovra dei treni, con le locomotive che fischiano e le ruote che stridono e il fumo e la fuliggine scagliati sulla città, e il frastuono dei vagoni sul boulevard— uno sgorbio come un porcile nel porto d’una grande metropoli, lurido come un letamaio. Contribuii a lasciare questa eredità a generazioni non ancora nate, col mio voto in Parlamento, e il bello fu di farla finita con la continua paura del bisogno, e di dare alle mie figlie un’educazione come si deve, e un senso di sicurezza nella vita. Ma, vedete, benché avessi la villa e i viaggi gratis e una certa notorietà locale, mi arrivavano chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere, dovunque andassi, e le mie figlie crebbero con l’aria che qualcuno le volesse bastonare; e si sposarono all’impazzata, in fretta e furia, tanto per togliersi di qui e cambiare. A che è servito allora tutto quanto? A niente, a un accidente! |