Ernest Hyde |
La mia mente era uno specchio: vedeva ciò che vedeva, sapeva ciò che sapeva. In gioventù la mia mente fu come lo specchio d'un'auto in rapida corsa, che coglie e subito disperde i tratti del paesaggio. Poi col tempo sullo specchio si produssero profonde scalfitture, tra cui s'insinuava il mondo esterno, e affiorava il mio io più segreto. È questa la nascita dell'anima nel dolore, una nascita fatta di guadagni e di perdite. La mente vede il mondo come cosa separata, e l'anima ne fa un tutt'uno con se stessa. Uno specchio graffiato non riflette immagini- e questo è il silenzio della saggezza. |