Insomma la cosa andò così:
con la sua eredità comprammo la terra,
e fratelli e sorelle lo accusarono d’aver avvelenato
l’animo del padre contro di loro.
E con tutta la nostra ricchezza non avemmo più pace.
La moria colpì il bestiame, il raccolto andò a male.
Un fulmine si abbatté sul granaio.
Così ipotecammo la terra per tirare avanti.
E lui divenne taciturno e sempre preoccupato.
Poi i vicini non ci rivolsero più la parola
e si misero dalla parte dei fratelli e delle sorelle.
E io non sapevo dove voltarmi, non è come da giovani
che uno dice: «Non importa,
ne ho altri di amici, oppure mi passerà
con un viaggetto a Decatur».
Poi i miasmi più tremendi infestarono le stanze.
Allora incendiai i letti e la vecchia bicocca
divampò in un boato di fiamme,
e intanto agitando le braccia ballavo nel cortile,
e lui piangeva come un vitello all’addiaccio.
|