La
Musicoterapia è una tecnica di medicina dolce basata sul concetto che
il suono, entrando direttamente in contatto con le emozioni, determina
benessere psicofisico.
Sono sempre rimasta affascinata dal "potere" che la musica ha su di me: nel farmi vivere più intensamente alcune sensazioni, nel farmene emergere altre meno conosciute o nel farmi provare uno stato di tranquillità in situazioni ansiogene. Immagino la mia vita come un film in cui ogni evento è scandito da un sottofondo musicale idoneo ed è solo così facendo che i ricordi del passato conservano dentro di me tutto il loro impatto emotivo... Ed è per questo motivo che tutte le pagine del mio sito sono scandite da diversi pezzi musicali, classica e non. Attualmente mi sono interessata all' ascolto della musica come tecnica terapeutica attraverso lo studio di alcuni testi in vista dell' esame universitario di "Psicologia dell' handicap e della riabilitazione". La musicoterapia viene infatti utilizzata anche nella pratica riabilitativa dei servizi psichiatrici insieme ad una serie di tecniche chiamate arti terapie o terapie espressive. Si tratta di tecniche di intervento con i pazienti in cui il medium della relazione fra conduttore e paziente non è dato dalla parola, ma da una forma artistica. Le più diffuse sono le arti visive (pittura, scultura e video), il teatro (a sua volta alla base di tecniche molto diverse, come il teatro vero e proprio, la drammaterapia, lo psicodramma, il sociodramma), la danza (danzaterapia ed espressione corporea) e la musica, appunto. La musicoterapia, in particolare, è una tecnica mediante la quale è possibile facilitare l'attuazione di un progetto di integrazione spaziale, temporale e sociale della struttura funzionale dell' handicap, attraverso l'impiego del parametro musicale. La musica infatti è un linguaggio particolare che dal mentale procede verso il sensoriale e il corporeo e attiva risposte motorie, sensoriali e neurovegetative in parte autonome da un' elaborazione centrale. La musicoterapia agisce attraverso elementi quali l'intensità, il timbro, il ritmo e la durata, che sono significanti fondamentali nella comunicazione primordiale del bambino con la madre, aventi la finalità di attivare o di facilitare lo sviluppo linguistico o comunicativo del bambino. La musicoterapia permette, attraverso il ritmo, che è profondamente radicato nel profondo dell' essere, una presa di coscienza. L' importanza dell' esperienza ritmica è quella di permettere l' integrazione delle sensazioni consentendo progressivamente di prendere forma in un pensiero, anziché rimanere separate e senza nome come accade nelle sindromi schizofreniche. L'esperienza sonoro-musicale suscita intensi stati d'animo e ha accesso immediato all' inconscio, consentendo la ripetizione e la riattualizzazione fantasmatica delle esperienze relazionali primordiali con la madre, sentita come "puro suono". Nel contesto della psicoterapia è possibile utilizzare la musica in terapia o come terapia, considerandola come mezzo per facilitare la relazione o come parte integrante della relazione stessa. La musicoterapia viene distinta in attiva e passiva, nel senso che la prima è un'applicazione della musica che prevede l'uso degli strumenti, della voce e del canto, per ottenere miglioramenti, come abbiamo visto, nei soggetti con handicap psicofisici, mentre la seconda usa l'ascolto per ottenere un miglioramento dello stato psichico dell'osservatore e viene maggiormente usata nell'ambito dei disturbi nevrotici o in quelli d'ansia. La moderna musicoterapia è orientata verso questo secondo tipo di applicazione e in questo senso pare destinata a svilupparsi sia come tecnica di rilassamento che come metodologia psicoterapeutica. DI COSA SI TRATTA? Da questo punto di vista, la musicoterapia si basa sull'idea che, se usata correttamente, la musica: - agisce sul sistema neurovegetativo (che regola le funzioni del corpo quali la traspirazione, il ritmo cardiaco, la pressione sanguigna) e - facilita la liberazione delle emozioni e delle risorse creative di ciascuno. * A differenza dei metodi di cura basati sulla separazione di mente e corpo (come nella psicoterapia e nella medicina tradizionale), la terapia musicale ha un approccio olistico, che riguarda cioè sia la parte spirituale che quella fisica dell'individuo: i suoni, infatti, provocano nello stesso tempo reazioni emotive e risposte fisiologiche, per cui nella cura con la musicoterapia mente e corpo vengono considerati nella loro unità. * La
musicoterapia sollecita il coinvolgimento dell'individuo, contribuisce a
risvegliare la volontà nei soggetti apatici o a moderare l'eccessiva
irruenza in chi si mostra aggressivo con gli altri. * La
musicoterapia quindi si può considerare una cura dolce calmante o
stimolante, a seconda dei problemi e quindi degli effetti che si
vogliono ottenere. I campi di applicazione della musicoterapia sono diversi. Oltre che nei già segnalati casi di handicap psicofisico, questa tecnica si è rivelata molto utile nel miglioramento dei disturbi provocati dall'ansia e dallo stress. Le sedute di musicoterapia, infatti, possono distendere efficacemente i soggetti troppo tesi o, al contrario, restituire ottimismo e vitalità a quelli che soffrono di momenti di apatia o di depressione. * L'ascolto è indicato nella preparazione al parto: le sessioni di rilassamento con la musica, infatti, sono calmanti e utili per le gestanti. Una melodia di sottofondo dolce e tranquilla, inoltre, rende più piacevole l'esperienza del parto. * La musicoterapia è stata sperimentata con successo nella cura di malattie gravi come l'autismo. * Si rivolge infine a chiunque voglia rilassarsi, divertirsi, attivare le proprie energie fisiche e mentali, favorire il contatto con le parti più profonde di sé. COME SI SVOLGE UNA SEDUTA? 1 Il colloquio Durante il primo incontro, il musicoterapeuta (il terapeuta che cura attraverso la musica) osserva l'individuo che vuole sottoporsi alla cura e ne studia la personalità. * Il terapeuta propone alcuni test di ascolto, ovvero una serie di brani che lo aiutano a capire quali sono le preferenze musicali della persona che vuole fare la cura e personalizzare l'intervento terapeutico. * Non è detto, infatti, che una composizione possa avere gli stessi effetti su individui con sensibilità musicale, estrazione sociale e provenienza geografica differenti: alcuni possono gradirla, altri invece rifiutarla. * In base ai risultati dei test di ascolto e alla natura del disturbo, il terapeuta stabilisce con chi deve lavorare l'individuo e quale percorso seguire. 2 In gruppo o da soli Il terapeuta può in alcuni casi consigliare la cura attraverso sedute individuali, ma nella maggior parte dei casi la musicoterapia si effettua in sessioni di gruppo durante le quali vengono in contatto persone differenti tra loro. * Diversi caratteri e problemi sono quindi messi a confronto attraverso i differenti tipi di espressione musicali. In questo modo ognuno crea suoni a cui gli altri rispondono stimolando sia la creatività del singolo che quella del gruppo. 3 I diversi tipi di cultura Dopo aver individuato l'"identità sonora" della persona che si sottopone alla cura, cioè i suoi gusti in campo musicale, il musicoterapeuta decide come modulare l'intervento per curare i suoi disturbi. Le attività musicali proposte (il canto, l'ascolto, la produzione strumentale) sono scelte con l'obiettivo di coinvolgere il paziente e di valorizzare le sue potenzialità positive anche a livello musicale. * In alcune sedute il terapeuta fa ascoltare i brani, in altre propone attività in cui il paziente fa musica in prima persona cantando, suonando uno strumento musicale oppure muovendosi liberamente sul ritmo di una composizione. L'intervento perciò non segue mai schemi rigidi e l'ascolto, la produzione strumentale e il canto sono integrati all'interno di un unico programma terapeutico che varia a seconda del percorso del paziente. L'ASCOLTO, IL SUONO, IL CANTO. L'ascolto I brani musicali per l'ascolto, che di solito non sono lunghi, devono essere selezionati in base alla personalità e alle preferenze musicali del soggetto, poichè le risposte a un determinato stimolo sonoro sono molto diverse da caso a caso. * Non è possibile, quindi, stabilire in assoluto ricette musicali valide per tutti. Dire, per esempio, che il "Preludio al pomeriggio d'un fauno" di Debussy provochi un benefico influsso rilassante non è corretto: benchè si tratti di una musica lenta e struggente, infatti, in alcune persone può provocare noia o addirittura irritazione. Allo stesso modo, una composizione eccitante e vivace, costruita su una base ritmica molto marcata, come la "Rapsodia ungherese" di Liszt, infonde energia e vigore in alcuni, ma può lasciare del tutto indifferenti coloro che sono abituati ad ascoltare musica rock. * I brani utilizzati appartengono a genere musicali diversi: si può usare una canzone di musica leggera come una sinfonia di Beethoven, una sequenza di suoni della natura o un brano di musica etnica. * La musica proposta, comunque, deve essere in sintonia con il soggetto. Se, infatti, è davvero gradito, l'ascolto di brani musicali può agire positivamente sulla frequenza della respirazione e delle pulsazioni cardiache. I brani ascoltati, infatti, attenuano alcune tensioni che determinano, insieme a uno stato di ipereccitazione, anche una intensificazione eccessiva dei battiti del cuore e degli atti respiratori. * Ma oltre a questi effetti fisiologici, la musica può sollecitare l'immaginario e provocare risposte creative. Considerato a torto il momento in cui chi "riceve" i suoni è in uno stato di passività, l'ascolto non è così distante dalle attività di produzione musicale. Anche se ascolta musica, infatti, l'individuo non è passivo, semplice destinatario dei suoni. Al contrario, l'ascoltatore è a pieno titolo un creatore in quanto fa rivivere dentro di sè il brano musicale, reinterpretandolo secondo la sua cultura e la sua sensibilità. Il suono L'uso degli strumenti musicali è un utile supporto per la conoscenza di se stessi: si producono suoni in sintonia con i propri sentimenti e si stabilisce una comunicazione con gli altri membri del gruppo, nelle sedute comuni. * Ciò che conta non è suonare bene, quanto riuscire a prendere coscienza delle proprie capacità espressive attraverso la musica che si produce. * In musicoterapia, infatti, si usano strumenti musicali semplici, per cui nessuno si sente "incapace" di suonare e quindi escluso dal gruppo. In genere si usano strumenti a percussione (tamburelli, legnetti, triangoli, piatti, maracas, metallofoni), che permettono di comporre melodie anche senza avere particolari competenze musicali. Il canto In gruppo o da soli, il canto può diventare un'attività liberatoria. La voce, infatti, rispecchia le condizioni mentali, fisiche ed emozionali di una persona: è lo specchio dell'anima. Comprendere la propria voce, scoprire come vengono emessi i suoni, è un ottimo modo per imparare a percepire i significati non espressi celati dietro le parole. * Le attività di musicoterapia sono molto utili per chi ritiene di essere stonato. Spesso chi non riesce a intonare bene una sequenza di suoni ha la sensazione che la sua voce sia come bloccata. In questi casi, alcuni semplici esercizi aiutano a liberare la respirazione da tensioni e forzature innaturali accumulate in seguito a stress fisico o emotivo. Dove si fa Le sedute di
musicoterapia si effettuano sia in studi privati che in alcuni ospedali
e aziende sanitarie locali. PER SAPERNE DI PIU' Letture consigliate: * "Manuale di Musicoterapia" di Rolando Benenzon (Borla ed., 1984) * "La Musicoterapia" di Edith Lecourt (Cittadella Editrice, Assisi, 1992) * "Dalla
educazione musicale alla Musicoterapia" di L.M. Lorenzetti (Zanibon
ed., 1989))
Per conoscere
i nomi dei musicoterapeuti, presenti nella propria città, è possibile
telefonare all':
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