TURBINARIA SPECIES
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I coralli del genere Turbinaria, come le Tubastraea, appartengono alla famiglia Dendrophylliidae e sono costruttori di barriere che ospitano nel loro tessuto specie simbionti, al contrario delle colorate Sclerattinie anermatipiche descritte prima. I coralli del genere Turbinaria, soprattutto T. peltata e T. frondens a forma di ciotola e T. mollis più a cratere, vengono importati prevalentemente dal Singapore, poiché vivono lungo le coste coralline della Malaysia e del Sumatra, molto spesso anche in acqua leggermente inquinata, addirittura nel porto stesso di Singapore. Sopportano senza problemi una sedimentazione abbastanza elevata. Secernono subito molto muco, come anche la maggior parte delle specie di Fungia, e le loro ciglia convogliano rapidamente i detriti depositatisi verso il margine della colonia. Anche per quanto riguarda il trasporto, questi graziosi coralli dai polipi grandi non sono delicati. Spesso si trovano le Turbinaria anche in regioni su fondali semi-solidi con una forte presenza di Zostera, nonché tra la vegetazione di Caulerpa e Sargassum. Viene tollerata addirittura una temporanea vita all'asciutto. In acquario queste Sclerattinie si tengono in modo eccellente, a patto che i valori di nitrati e fosfati siano inferiori rispettivamente a 5 e 0,5 mg/l. Se si aggiunge regolarmente la nostra acqua calcarea, la "ciotola" della colonia continua a crescere di circa 1-1,5 cm all'anno. È importante un costante movimento moderato dell'acqua che lambisca il corallo da tutte le parti. Se inoltre provvediamo a sistemare le colonie leggermente oblique nella decorazione in modo che non si possano accumulare grosse quantità di detriti, le Turbinaria sopravvivono bene per degli anni. Come per la maggior parte delle Sclerattinie ermatipiche, il nemico principale sono le alghe verdi filamentose, che volentieri ricoprono parti dello scheletro prive di tessuto per poi respingere i polipi ancora intatti. Quindi le Turbinaria vanno introdotte nella vasca solo quando non crescono più alghe filamentose. I coralli prosperano in modo eccellente in tutti gli acquari con una buona crescita di alghe calcaree rosse. La nutrizione di queste Sclerattinie è molto semplice. Di giorno i polipi regolarmente si aprono del tutto. Oltre a finissimo surrogato di zooplancton si possono somministrare direttamente ai polipi anche Dafnie, nonché piccoli gamberetti, minuscoli pezzi di polpa di bivalvi e di pesce oppure dei Mysis. E sufficiente che ad una parte dei singoli polipi venga offerto direttamente del cibo 1-2 volte alla settimana. Le specie di Turbinaria non sono sensibili a piccoli pesci, a patto che non siano divoratori di "Aufwuchs")*. Anche Stenopus hispidus, Hippolysmata grabhami o Lysmata debelius in linea di massima sono innocui, sebbene regolarmente cercheranno di levare ai polipi i bocconi di cibo. Con i loro polipi a stella, grandi fino a 1 cm, le Turbinaria sono indubbiamente tra i coralli più appariscenti. Oltre ai coralli di barriera qui presentati e ormai allevati con successo da numerosi acquanofili, esiste una vasta gamma di altre specie che più raramente vengono importate e offerte in commercio. Chi volesse occuparsi in modo più approfondito con questi animali, siccome sono tuttora pieni di misteri e incitano il nostro orgoglio a tenere con successo anche degli organismi che generalmente vengono considerati difficili, rispetti i seguenti consigli. Resti di coralli poco appariscenti ma ancora vivi spesso si trovano su materiale coralligeno vivo appena importato. Con molta perseveranza e pazienza si riescono a tirare su gradatamente delle colonie intatte. Anche le pietre alle quali sono attaccati Actinodiscidi e Zoantiniari sono una buona fonte di resti di coralli. Danno una mano pure gli appassionati subacquei che, in quanto acquariofili, spesso sono in grado di portare a casa piccole colonie delle più svariate Sclerattinie, perché di regola trattano questi organismi con molta più cautela di quanto non sia possibile quando vengono spediti dagli importatori. Conosco non poche vasche in cui delle Sclerattinie, portate a casa da subacquei, non solo sopravvivono, ma crescono così bene da poter cedere dei frammenti. Ciò che è possibile per Alcionacei, coralli molli del genere Xenia, Actinodiscidi e Zoantiniari, in futuro sarà certamente sempre più fattibile anche per i coralli costruttori di barriera. Per questo in fondo è necessario solamente un contatto più intenso tra gli acquariofili marini interessati. Nei molti acquari che ho potuto osservare negli ultimi anni si trova una sorprendente varietà di coralli tropicali di barriera di cui vogliamo brevemente presentare alcune. Il materiale illustrativo a questo proposito lo si trova nei testi di Schuhmacher e Kùhlmann. Oggi vengono allevate più o meno sporadicamente, ma quasi sempre con successo, specie dei generi Montipora e Asteropora, che formano colonie a cuscinetti incrostanti ed emisferiche e che provengono quasi esclusivamente dalla piattaforma corallina o dalla zona dì barriera subcostiera. Nei loro calici calcarei larghi 1-2 mm ospitano dei bei polipi a stella alti fino a circa 4 mm. In alcune vasche crescono in maniera sorprendente specie a foglie o incrostanti di Leptoseris, Agaricia, Pavona, Merulina e Clavarina, i cui polipi singoli si riconoscono come organismi sottilissimi quasi solo di notte con una lente d'ingrandimento. In compenso questi coralli di barriera incrostanti, talvolta con colonnine digitiformi e sottilissime e con camme, sono spesso meravigliosamente colorati, muniti di orli di un verde luminoso, macchioline rosa o turchesi, nonché di un velo giallo fluorescente. Negli acquari di coralli si vedono pure piccole colonie dei generi Platygyra, Leptoria e Oulophyllia, che crescono molto lentamente. Sembrano resistenti le graziose specie di Goniastraea con i loro calici calcarei irregolarmente esagonali e larghi 4-7 mm e con polipi attivi di notte e alti fino a 10 mm. Ho osservato buoni risultati di allevamento anche con specie di Lobophyllia e Symphyllia - rosso-bruno, rosso carico o verde veleno -, nonché con i cuscinetti verrucosi a foglia delle specie di Echinophyllia. In futuro, delle oltre 2000 Sclerattinie perlopiù ermatipiche verranno certamente allevati nei vari acquari ancora altri rappresentanti. I successi finora ottenuti da molti acquariofili continuano a sorprendermi. Se penso come alcuni acquariofili curano e riproducono infaticabilmente le loro splendide Acropora approvvigionando già alcuni amici con colonie secondarie da loro tirate su, sono pieno di speranze per i prossimi anni. In questo contesto sono importanti soprattutto osservazioni di molti anni, che sulla convivenza degli Antozoi più disparati in uno spazio ristretto forniscono preziose indicazioni. È chiaro che non a tutti gli acquariofili marini riesce subito di mantenere in vita per un certo tempo i misteriosi costruttori di barriere. La presentazione dei coralli fin qui menzionati dovrebbe quindi contribuire a continuare su questa strada nelle ricerche. Anche l'illuminazione artificiale con una distribuzione spettrale giusta e corrispondente alla profondità dell'acqua nelle barriere certamente continuerà ad occuparci. Lo stesso vale per la decomposizione biologico-batterica dei nitrati e dei fosfati. Da quando vennero trattati questi problemi per la prima volta, quasi 10 anni fa, sono nati vari modelli di filtri di denitrificazione che ormai hanno capacità sorprendenti. L'eliminazione regolare di fosfati eccessivi, e quindi critici dal punto di vista del metabolismo, è tuttora difficile, ma anch'essa un giorno sarà certamente possibile. L'alimentazione in linea di massima può essere definita priva di problemi. In base a molte ricerche negli ultimi anni sui vari meccanismi di nutrimento delle Sclerattinie, possiamo affermare che la maggior parte dei costruttori di barriere interessanti per l'acquario è di nutrizione facile. Generalmente si somministrano quantità eccessive e non troppo scarse di surrogato. La maggior parte delle Sclerattinie che negli ultimi 10 anni sono state allevate e in parte riprodotte proviene da regioni più o meno fortemente danneggiate da un intenso traffico navale, da ricerche di petrolio, dal turismo di massa e dallo sport subacqueo, da insediamenti in barriere coralline finora disabitate, dall'estrazione di materiale calcareo ed edile, ecc. Sclerattinie provenienti da queste regioni, che oltre tutto sono ben raggiungibili con i mezzi di trasporto, sono particolarmente indicate per l'allevamento in acquario. Infatti, non dimentichiamo che già nei loro biotopi naturali si sono dovute adattare a condizioni d'acqua mutate e ora spesso molto scadenti, o comunque le tollerano abbastanza bene. Quindi non sorprende se alcune specie in acquari ben illuminati e con un forte movimento dell'acqua trattata con un buono schiumatoio non solo sopravvivono ma crescono e si riproducono. Spesso si osserva addirittura la riproduzione sessuale e lo sviluppo di minuscoli polipi di corallo mediante larve Planula. Tutto ciò dovrebbe indurre ogni acquariofilo marino ad ulteriori ricerche.
*) con il termine "Aufwuchs", per il quale nè in inglese, nè in italiano esiste una traduzione, viene indicato come un insieme di alghe e di microrganismi che ricopre rocce, piante e fondali costituendo un ecosistema che si potrebbe chiamare "copertura biologica".
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