NASCONO I PRIMI PROBLEMI

 

Parte I

 

 

Molte volte un acquario appena allestito crea dei problemi all'acquariofilo, non solo al neofita ma anche all'appassionato più esperto. Per i più svariati motivi, i primi giorni di funzionamento dell'acquario sono i più critici e, in un certo qual modo, possono decidere tutto il futuro andamento di questa vasca. I seguenti appunti, basati su esperienze personali, vogliono facilitare il più possibile il superamento delle difficoltà.

 

La prima parte è dedicata all'acquario d'acqua dolce; in una seconda parte si parlerà invece dei problemi tipici del nostro acquario marino. Un po' esagerando si può dire che i problemi che un acquariofilo deve affrontare con un nuovo acquario sono innumerevoli, in quanto dipendono nella quasi totalità dei casi da errori più o meno grossolani che soprattutto la persona meno esperta o frettolosa commette rivelando a volte, in questo senso, doti sorprendenti. Se tutti seguissero scrupolosamente le istruzioni allegate ai vari accessori per l'acquario, la maggioranza degli inconvenienti e degli errori sarebbe evitabile. Infatti, le moderne attrezzature, almeno quelle prodotte dalle case migliori, hanno ormai raggiunto una perfezione tale che, se usate in maniera adeguata, fanno funzionare un acquario in modo perfetto. Perciò il primo e probabilmente più importante consiglio che devo dare è quello di studiare scrupolosamente le istruzioni e farlo prima di mettere in funzione l'accessorio o di impiegare, per esempio, i prodotti chimici. Infatti, a volte è più faticoso e più lungo l'intervento necessario per rimediare ad un inconveniente che non il tempo che si dedica alla lettura di un foglio d'istruzioni. A volte si sente parlare di acquari che anche dopo mesi non si riesce a far funzionare bene. Quando si cerca poi di approfondire la questione si scopre che quasi sempre l'acquariofilo, nell'allestire l'acquario è partito, come si usa dire, con il piede sbagliato. Nel momento di acquistare gli accessori, per esempio, non si avevano le idee molto chiare su che tipo di acquario allestire o quando si sceglievano i materiali per l'arredamento, come piante, ecc. non si sapeva ancora a quale tipo di pesci dedicare il proprio acquario. Conviene perciò, prima di allestire un acquario, chiarirsi un po' le idee discutendo del proprio progetto con altri amici acquariofili magari più esperti, o con il proprio negoziante di fiducia. Si stabilisce così la posizione e la grandezza della vasca, la sua attrezzatura tecnica e il suo arredamento: tutto ciò naturalmente in funzione del tipo di pesce che dovrà essere ospitato in questo acquario. Una vasca per Ciclidi avrà bisogno di un altro arredamento di una vasca, per esempio, dedicata a Ciprinodontidi. Il filtraggio per un acquario con pesci che muovono in continuazione il fondo dovrà essere ovviamente più potente di quello di un acquario con piccoli pesci tranquilli e pacifici come per esempio i Caracidi. Se la vasca dovrà servire principalmente per la riproduzione di certe specie, piuttosto che per l'allevamento di un gruppo "misto" di pesci, fin dall'inizio non solo l'arredamento ma anche l'attrezzatura deve essere adeguata alle diverse esigenze. Tutto sommato conviene decidere almeno a grandi linee, prima ancora di allestire l'acquario, quale tipo di pesci si vuole allevare e informarsi bene sulle loro esigenze vitali, studiando le apposite pubblicazioni specializzate e integrando queste informazioni con i consigli che possono derivare da altri appassionati che allevano già gli stessi pesci nei propri acquari. Anche un'accurata osservazione di questi pesci negli acquari dei negozianti può dare utili indicazioni sul loro comportamento che poi, di solito, determina anche il tipo di arredamento della vasca. Nella scelta degli accessori si dovrebbe inoltre tener presente un fattore di notevole importanza e, cioè, dobbiamo orientarci fin dall'inizio verso materiale di ottima qualità. Niente di più sbagliato che voler iniziare con accessori e materiale a buon mercato con la promessa di "migliorare" le cose in un secondo tempo. A volte, il risparmio di poche migliaia di lire può compromettere tutto il funzionamento di un acquario creando molti problemi che, alla fine, costringono l'acquariofilo a spendere una cifra ben maggiore di quella inizialmente "risparmiata". Con ciò non voglio affermare che l'accessorio più costoso sia sempre l'unica soluzione possibile, ma la scelta deve essere molto oculata e conviene se non si dispone di sufficiente esperienza personale, farsi consigliare da persone fidate, siano essi amici esperti o negozianti di fiducia. Un altro errore che compromette un buon inizio dell'acquario è quello di voler incominciare con pochi accessori che poi, in un seondo momento, dovrebbero essere integrati con altri. Si sente così parlare, a volte, di acquari che dovono funzionare inizialmente senza un adeguato filtro ma semplicemente con un aereatore e una pietra porosa, oppure con una lampada soltanto mentre ce ne vorrebbero almeno due per una giusta illuminazione. Purtroppo, soprattutto nel primo periodo, l'acquario deve funzionare nel modo più perfetto possibile e, una volta avviato bene, si può fare momentaneamente a meno di certi accessori ma difficilmente le cose funzionano quando fin dall'inizio la vasca non è dotata dei necessari mezzi tecnici. Ciò va detto soprattutto per gli appassionati del "fai da te" che frequentemente rinunciano all'acquisto di accessori indispensabili convinti di poterseli costruire "strada facendo". Se qualcuno ha la necessaria preparazione per autocostruirsi accessori e materiale per l'acquario, lo dovrebbe fare prima di allestirlo, in modo che sia veramente tutto pronto quando la vasca deve funzionare. Chiarito il concetto che l'acquario richiede un minimo di attrezzatura, che deve essere perfettamente funzionante, affrontiamo la questione che per molti neofiti è la più dolorosa, cioè il tempo che deve trascorrere dal momento in cui si termina l'allestimento della vasca a quello di introdurre i primi pesci. La smania di voler vedere l'acquario perfettamente funzionante, completo cioè di pesci e piante, è tipica di tutti gli acquariofili, anche di quelli più esperti che dispongono magari di diverse vasche. Per questo motivo, non si sottolinea mai abbastanza la necessità di apettare almeno un giorno prima di introdurre i pesci dopo aver allestito l'acquario. Voglio però sottolineare subito che questo tempo di un giorno è proprio un limite che solo in ben determinate condizioni può essere raggiunto. L'acquario, cioè, deve essere stato allestito da mani esperte in modo che fin dal primo momento funzionino perfettamente tutti gli accessori (riscaldamento, filtro, eventuale aereatore per il marino, illuminazione, ecc.) e i materiali scelti per l'arredamento siano i più idonei (materiale pulito e lavato, ecc.). Durante questo giorno di attesa si deve controllare poi accuratamente il funzionamento di tutti gli accessori e, se i pesci da introdurre successivamente richiedono un'acqua particolare, si verificano una seconda volta i valori chimici dell'acqua. Solo in questo caso si possono introdurre i pesci anche un giorno dopo l'allestimento. La condizione fondamentale però, secondo la mia esperienza, è in ogni caso l'aggiunta di un buon biocondizionatore al momento di introdurre l'acqua nell'acquario. Questo liquido rende infatti l'acqua, entro brevissimo tempo, adatta almeno alle principali esigenze dei pesci. Senza l'aggiunta di un biocondizionatore, l'introduzione dei pesci a distanza inferiore di 3-4 giorni dall'allestimento è un vero e proprio gioco d'azzardo. A volte tutto funziona bene e i pesci superano il relativo choc, ma purtroppo nella maggioranza dei casi tutti o parte dei pesci introdotti nella vasca nuova muoiono in brevissimo tempo. Chiaramente, per decenni sono stati allestiti acquari senza utilizzare biocondizionatori, ma le cose funzionavano bene solo quando si facevano trascorrere anche molti giorni (a volte più di 15 giorni) dall'allestimento della vasca all'introduzione dei pesci e, per certi pesci delicati, addirittura si utilizzava una piccola quantità di acqua di un acquario già funzionante per "invecchiare" l'acqua nuova. Chi vuole perciò evitare la spesa, del resto abbastanza modesta, di un biocondizionatore, deve per forza tornare ai vecchi sistemi. A questo proposito, va sottolineato che i biocondizionatori favoriscono una certa "maturazione" dell'acqua dell'acquario, ma non hanno direttamente alcuna influenza sulla famosa maturazione del cosiddetto filtro biologico, cioè sullo sviluppo dei batteri nitrificanti nel filtro. Questo processo deve avvenire in tempi ancora più lunghi e non viene influenzato, se non indirettamente, dai biocondizionatori. Ad ogni modo, se in un acquario d'acqua dolce l'allestimento viene effettuato con cura e la vasca non è sovrappopolata, questo tempo di maturazione dell'impianto di filtraggio viene superato senza eccessivi problemi. Come vedremo, le cose stanno diversamente per l'acquario marino ma qui esistono ulteriori "aiuti" chimici. Partendo bene, e ciò significa anche allestire l'acquario con calma, il 90% dei "classici" problemi iniziali viene automaticamente evitato. Tuttavia, per i più svariati motivi, soprattutto il neofita lamenta certi inconvenienti che voglio qui trattare. Parliamo prima di tutto dell'acqua: capita a volte che, poco tempo dopo aver riempito la vasca con l'acqua, in certi casi addirittura a distanza di poche ore, l'acqua si presenti torbida, cioè leggermente lattiginosa. Le cause possono essere praticamente due: o si tratta di uno sviluppo a dismisura di certi batteri (a causa del filtro non ancora maturo o in non perfette condizioni) oppure si tratta di un fenomeno chimico dovuto alla precipitazione di certi sali (carbonati ecc.). Nel primo caso non serve cambiare completamente l'acqua, perchè i batteri troverebbero nuove sostanze nutritive nell'acqua "fresca". È più opportuno controllare il buon funzionamento del filtro e aggiungere all'acqua un curativo generico che, normalmente, nel giro di poche ore, al massimo qualche giorno, elimina tutta la lattiginosità. Se, invece, si tratta di un fenomeno chimico, conviene aumentare l'aereazione dell'acqua con l'aiuto dell'insufflatore d'aria, cambiando circa il 50% dell'acqua e controllando tutto il materiale decorativo che probabilmente è troppo calcareo. A volte l'acqua, dopo qualche giorno, invece di essere lattiginosa, diventa verdastra. In qualche caso i colpevoli sono delle minuscole alghe (le cosidette alghe unicellulari) che si sono sviluppate grazie ad una notevole quantità di sostanze nutritive presenti nell'acqua potabile (nitrati) e ad una forte illuminazione dell'acquario. Anche qui giova un cambiamento di circa 1/3 dell'acqua, l'introduzione di carbone attivo nel filtro e un "oscuramento" della vasca per 2 o 3 giorni. Se invece l'acqua si presenta giallastra o color ambra, probabilmente si tratta di sostanze coloranti provenienti dagli acidi umici introdotti tramite la torba o legni di torbiera. Questa colorazione, ritenuta antiestetica da qualche appassionato, può essere facilmente eliminata con un filtraggio attraverso carbone attivo. Va sottolineato che un'acqua torbida, al di fuori dell'acqua giallastra dovuta ad acidi umici, è sempre segno di un primo pericolo per i pesci. Soprattutto l'acqua lattiginosa richiede un immediato intervento da parte dell'acquariofilo perchè, se si tratta di una "esplosione" di batteri, i pesci ne possono risentire entro brevissimo tempo. Per la maggioranza dei pesci tropicali oggi allevati in acquario l'acqua non deve essere particolarmente tenera, fin quando almeno non si vuole affrontare la loro riproduzione. Perciò, l'acqua potabile è quasi sempre utilizzabile senza particolari trattamenti mischiandola con altra ottenuta con resine particolari, in vendita nei negozi del settore, anche se è opportuno controllare, almeno inizialmente, la sua durezza e il valore di pH. A distanza di qualche giorno dall'introduzione nella vasca si dovrebbero poi controllare questi valori per confrontarli con i risultati della prima misurazione. Se a questo punto si nota un aumento della durezza vuol dire che il materiale utilizzato per l'arredamento è fortemente calcareo e, se vogliamo allevare i pesci che non prediligono acque particolarmente dure conviene sostituire questi materiali con altri privi di sostanze calcaree. Per controllare se la sabbia o una roccia sia calcarea basta versare sul materiale asciutto qualche goccia di acido muriatico. Se a questo punto si forma una certa quantità di schiuma il materiale contiene delle sostanze calcaree. Nel controllare il pH non si dovrebbe notare una notevole variazione (non superiore a 0,5) altrimenti c'è qualcosa nel chimismo dell'acqua del nostro acquario che non funziona, a meno che precisi interventi dell'acquariofilo non tendano a voler cambiare forzatamente il pH (come per esempio l'applicazione di un diffusore di C02). Il pH in un acquario si abbassa generalmente a causa dell'introduzione di acidi (aggiunta di estratto di torba, filtraggio con torba, diffusione di C02) mentre il pH tende ad aumentare a causa della mancanza di CO2 libero nell'acqua (molte piante, forte aereazione). Normalmente un pH intorno al valore neutro, cioè intorno a 6,5-7, è ritenuto ideale per l'allevamento della maggioranza dei pesci. Un valore diverso dovrà essere raggiunto solo quando si vogliono allevare certe specie delicate. Una valida indicazione per i giusti valori chimici dell'acqua si può avere confrontando i valori chimici dell'acqua in cui il negoziante di fiducia tiene i pesci prima di venderli. Un altro inconveniente che, in alcuni casi, si presenta dopo pochi giorni in acquari nuovi, è costituito da una specie di pellicola oleosa sulla superfice dell'acqua. Questa pellicola si forma soprattutto negli acquari in cui la circolazione dell'acqua non è molto intensa ed è il risultato dello sviluppo di determinati batteri. Per prima cosa si deve eliminare questo strato oleoso che compromette lo scambio dei gas alla superficie dell'acqua, del resto indispensabile per il buon funzionamento dell'acquario, per poi provvedere ad una migliore circolazione dell'acqua con l'aiuto di una pompa centrifuga più potente applicata naturalmente a degli acreatori. Per eliminare la fastidiosa pellicola oleosa basta ritagliare, nelle adeguate misure, un foglio di giornale e appoggiarlo con precauzione sulla superficie dell'acqua. Rimuovendo lentamente questo foglio la "pellicola" resterà attaccata e potra essere così rimossa abbastanza agevolmente.

 

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