L'AEREATORE

 

 

Questa volta parleremo di un accessorio che ha perso negli ultimi anni molta della sua importanza.

 

In passato l’aereatore poteva essere considerato effettivamente come il cuore di un qualsiasi acquario: per mezzo di esso era possibile creare una giusta circolazione dell’acqua nella vasca, mantenere a livelli accettabili i tassi di ossigeno disciolto (tanto che esso veniva chiamato erroneamente anche “ossigenatore”), creare quelle stupende cascate di bollicine che tanto attiravano l’attenzione dell’osservatore. Oggi, grazie alla disponibilità di ottime pompe centrifughe a bassissimo prezzo (spesso molto più basso rispetto ad un buon aereatore) la circolazione dell’acqua non crea più problemi; i filtri vengono normalmente forniti già muniti di pompa e... persino le cascate di bollicine non attirano più tanto l’attenzione dell’osservatore smaliziato! Infine non va dimenticato che in un acquario con delle piante l’uso di un aereatore oggi viene addirittura sconsigliato perché provoca l’espulsione dall’acqua dell’anidride carbonica, sostanza di vitale importanza per la crescita delle piante d’acquario. Ciò nonostante non si deve sottovalutare l’importanza di un buon aereatore nella conduzione di acquari di qualsiasi dimensioni, specialmente quando si tratta di vasche allestite da principianti che notoriamente quasi sempre mettono in primo piano l’allevamento di una grande quantità di pesci e coltivano un numero minimo di piante.

 

Stabiliamo subito che l’aereatore altro non è che una “scatoletta” in grado di pompare aria, a bassa pressione, all’interno di un tubicino di gomma. Tale lavoro di pompaggio viene espletato mediante la rapidissima vibrazione di una membrana di gomma sopra una camera munita di piccolissime valvole di gomma. La sua azione, simile a quella di un minuscolo mantice, fa sì che l’aria prelevata direttamente dall’ambiente circostante fluisca attraverso un ugello di uscita. Non si tratta, pertanto, come molti erroneamente credono, di un “produttore di ossigeno”, ma di una semplicissima pompa d’aria. Il gas spinto nell’ugello viene quindi incanalato in un tubicino appositamente disposto dall’acquariofilo per convogliarlo nella vasca e farlo fluire attraverso dispositivi diversi, come si vedrà tra breve. Naturalmente l’aereatore dovrà essere posto all’esterno dell’acquario (mai sommerso!), in un luogo ben areato ed asciutto. In caso contrario l’aria convogliata nella vasca potrebbe contenere scorie dannose o le parti metalliche dell’apparecchio potrebbero ossidarsi. Nell’acquisto di un aereatore è necessario tenere presenti alcuni parametri che sarà bene descrivere subito, per evitare di combinare dei pessimi affari. Un aereatore “deve” essere innanzi tutto di buona qualità, ovvero solido, silenzioso, affidabile. Esso infatti, come suddetto, funziona grazie alle “vibrazioni” di una membrana, sostenuta da una struttura metallica (braccio oscillante) a sua volta collegata ad un motorino. Se la struttura non è veramente perfetta e solida, prima o poi si potranno udire rumori molto intensi e fastidiosi. E impossibile immaginare “prima” il fastidio che potrebbe arrecare al sonno notturno o semplicemente alle “tranquille” chiacchierate in salotto un aereatore rumoroso. Pertanto al momento dell’acquisto converrà scegliere l’apparecchio più pesante. Inoltre bisognerà inserire la spina nella presa, tappare con un dito l’ugello di uscita (in caso contrario il rumore stesso dell’aria pompata coprirebbe quello dell’apparecchio) e, con l’orecchio a pochi centimetri dalla cassa esterna, stabilire se il rumore possa apparire eccessivo. Un apparecchio scelto in questo modo certamente risulterà abbastanza costoso, ma ci garantirà un servizio ottimale per molti anni. D’altra parte un buon aereatore può costare al massimo un paio di volte in più di uno scadente, ma può durare 10-20 anni in più: tanto vale fare subito una spesa che si dimostrerà praticamente eterna. Non hanno molta importanza invece i consumi, essendo di solito contenuti entro valori di 3-8 watt/ora. La produzione di aria di un aereatore si misura, come quella delle pompe, in litri l’ora (non bisogna confondere questo dato, naturalmente, con la quantità di acqua trasportabile tramite un aereatore utilizzando un emulsionatore o altri congegni). In generale si consiglia di utilizzare per un acquario d’acqua dolce un aereatore di potenza pari al volume in litri: per un acquario da 100 litri, un aereatore da 100 litri l’ora. Per un acquario marino si consigliano potenze triple (per un acquario da 100 litri, un aereatore da 300). L’eventuale presenza di più ugelli o di regolatori (meccanici o potenziometrici) del flusso d’aria non ha molta importanza ai fini della scelta. Tornati a casa col nostro aereatore potremo disporlo presso l’acquario e collegarlo ai tubicini di gomma; procederemo come segue. Innanzi tutto sarà bene porre il congegno su un solido ripiano che si trovi ad una altezza superiore rispetto al livello dell’acqua nella vasca. Infatti in occasione di un black-out, se l’aereatore si trova più in basso dell’acquario, attraverso il tubicino di gomma potrebbe verificarsi un ritorno d’acqua, la quale raggiungerebbe le delicate strutture dell’aereatore causando anche pericolosi cortocircuiti, semplici rotture della membrana o, addirittura, funzionamenti al contrario (pompaggio dell’acqua dalla vasca al... pavimento). Per il principio dei vasi comunicanti (sempre importante in acquario) infatti l’acqua tenderebbe a scendere nel tubicino verso l’aereatore. Lo stesso fenomeno non accade, ovviamente, se l’aereatore è disposto sopra il livello dell’acqua. Esistono comunque in commercio delle valvole di “non ritorno” che, inserite nel tubicino che porta l’aria all’acquario, possono eliminare l’inconveniente anche se, nel caso di piccoli aereatori, l’utilizzazione di questi accessori non è sempre consigliabile, riducendo notevolmente il flusso d’aria trasportata. In ogni caso il piano d’appoggio dovrà essere solido, dicevamo, per attenuare le vibrazioni. Meglio evitare dunque sottili pareti di scaffali vuoti all’interno, per non dover sopportare in seguito vibrazioni amplificate dalla noiosa cassa armonica”. Un buon aereatore non necessita di particolari operazioni di manutenzione, se si esclude la periodica sostituzione del filtrino, solitamente sistemato all’esterno della cassa, per trattenere le impurità dell’aria aspirata. Dopo qualche mese la lana sintetica di questo filtro sarà divenuta scura ed impenetrabile (l’aria della città è molto sporca) ed andrà sostituita; conviene utilizzare un batuffolo di cotone idrofilo ben compattato. Un aereatore può essere utilizzato principalmente per tre scopi: circolazione dell’acqua nella vasca, circolazione attraverso un impianto filtrante e sifonatura del fondo. Per quanto riguarda il primo scopo sarà opportuno mettere subito in chiaro che le bollicine, più o meno piccole, che vengono emesse da una pietra porosa collegata all’aereatore, non contribuiscono direttamente ad “ossigenare” l’acqua. La quantità di aria in esse presente e la loro superficie, in rapporto al breve tempo di permanenza nell’acqua (esse salgono subito in superficie e si rompono), non sono sufficienti a produrre scambi gassosi ottimali. In realtà l’azione principale svolta dalle bollicine consiste nel trasportare, nel loro flusso, discrete quantità d’acqua verso la superficie di contatto acqua-aria (ovvero a galla). In questo modo parecchia acqua viene spostata dal fondo e fatta passare verso la superficie, ove cede anidride carbonica ed altri gas ed assume ossigeno (proprio come avviene nei nostri polmoni).

LA PIETRA POROSA

Un aereatore espleta la sua funzione - dicevamo - attraverso un tubicino in plastica collegato all’ugello di uscita e che porta l’aria pompata in acquario. Un altro piccolo problema è che cosa mettere alla fine di quel tubicino: si potrebbe lasciarlo vuoto, ma in tal caso verrebbero fuori poche bolle grosse con una minore efficacia. Il sistema classico è quello di collegare al tubetto, nella parte opposta rispetto all’ugello dell’aereatore, un accessorietto dei più svariati materiali che viene comunemente detto “pietra porosa” o anche solo “porosa” (in vendita per poche lire nei negozi del settore), la cui funzione è quella di dividere l’aria in tante piccole bollicine, aumentandone la capacità di muovere l’acqua circostante portandola in superficie il che è - ormai lo abbiamo appreso - il primo scopo dell’accessorio. La pietra porosa (e il relativo aereatore) può essere usata perennemente - ad esempio si usa farlo, proficuamente, nell’acquario marino - oppure in momenti di particolare emergenza, quando per una qualsiasi ragione (per esempio: troppo caldo) siano auspicabili un aumento degli scambi gassosi alla superficie e/o un maggior movimento dell’acqua nella vasca.

LA CIRCOLAZIONE DELL'ACQUA

E bene che il neofita apprenda subito un concetto fondamentale: l’acqua dell’acquario deve “muoversi” un po’ tutta: zone in cui ristagni sempre lo stesso liquido sono pericolose perché sfuggono al normale ciclo del filtraggio e perché lì potrebbero avviarsi processi incontrollati di degradazione. In vasche medio-piccole generalmente l’azione della pompa è sufficiente per muovere tutto il liquido. In vasche grandi può essere necessario collocare una porosa in quell’angolino dove si suppone che il rimescolamento garantito dalla pompa del filtro non arrivi bene. E' saggio studiare sulla carta il movimento dell’acqua in modo da poter poi, in sede di realizzazione pratica, indirizzare nel miglior modo possibile il getto di uscita dal filtro e programmare l’impiego di eventuali porose (con annesso aereatore) supplementari.

L’EROGATORE

Un compito importante dell’aereatore è quello di azionare un erogatore; in sostanza un accessorietto che, sulla base dello stesso principio già visto (l’aria “trasporta” anche l’acqua circostante), può provocare il passaggio del liquido da un recipiente all’altro (dal filtro alla vasca). In questo senso sostituisce la pompa centrifuga, ma s’è già osservato però che da questo punto di vista oggi l’aereatore è stato pressoché soppiantato, se non in piccolissimi contenitori, nel cui filtro una pompa non può starci, per quanto se ne costruiscano di sempre più piccole. Può essere oggi ancora impiegato nell'allestimento di piccole vasche da riproduzione o allevamento di avannotti, prima di inserirli nella vasca di comunità; o per allestire vasche di quarantena per pesci malati in modo da non compromettere la qualità dei valori biochimici dell'acqua del nostro acquario principale.

GLI ACCESSORI PER LA PULIZIA

L’aereatore è spesso utilizzato anche per azionare un sifone per le pulizie, commercialmente detto “aspirarifiuti”: non è un accessorio indispensabile ma è certamente comodo per tenere pulito il fondo della vasca aspirando le impurità grossolane, sempre grazie all’azione di trasporto delle bollicine: il principio di funzionamento è lo stesso dell’erogatore.