MALATTIE CAUSATE DA FLAGELLATI

 

 

Oodiniasi

 

Agente patogeno: il dinoflagellato Oodinium ocellatum.

Sintomi: poiché il parassita si annida inizialmente nelle branchie, la respirazione più accelerata è il primo sintomo della malattia. Compaiono sulla pelle, a volte subito, a volte negli stadi più avanzati, due puntini bianchi o giallastri, visibili soprattutto sulle pinne. Ad uno stadio più avanzato, il pesce sembra cosparso di zucchero in polvere. Se la malattia non viene fermata in tempo, vengono attaccati anche gli occhi. Il muco appare ruvido e cade a brandelli. I pesci soffrono progressivamente di asma. Galleggiano alla superficie respirando con difficoltà o si adagiano sul fondo. All'inizio quando non sono ancora riconoscibili i sintomi della malattia, i pesci si strofinano sui sassi, sui coralli e su altri oggetti. La malattia è molto contagiosa! L'Oodinium ocellatum è un parassita dell'epidermide e delle branchie. quando un parassita è completamente cresciuto, lascia il suo ospite e cade sul fondo dove forma una ciste. Si divide quindi in due cellule che si scindono a loro volta fino a produrre dei nugoli di nuovi individui provvisti di un flagello e che nuotano liberamente nell'acqua alla ricerca di un pesce che li ospiti. Se questo viente trovato, i germi di insediano innanzitutto nel muco, poi nell'epidermide e quì iniziano la loro vita di parassiti. Non attaccano però soltanto la pelle e le branchie, ma li si può trovare anche nella cavità della bocca e nell'intestino. Il ciclo completo della larva natante, fino al parassita adulto, dura circa 10 giorni, alla temperatura di 24-26°C. Si tratta di uno dei parassiti più frequenti nei pesci marini. Gli esemplari appena importati ne vengono ben presto contagiati, soprattutto quelli provenienti da Singapore. Gli esportatori sarebbero molto previdenti se trattassero contro l'Oodinium i pesci catturati, prima di esportarli. Prima della guerra, questa malattia rendeva quasi impossibile tenere in cattività i pesci tropicali, poiché non si conoscevano i mezzi per combatterla. Dopo la guerra vennero provati dei medicinali, sia nell'Acquario di San Francisco che nell'Acquario Artis di Amsterdam.

Come combatterla: è possibile combatterla, soprattutto all'inizio, con solfato di rame, di zinco o con cloromicetina, quest'ultima, anche se non garantisce la guarigione, può venire usata per quelle specie che sono sensibili allo zinco ed al rame. Si possono usare anche dei bagni permanenti di triplaflavina, che però non sono efficaci quanto i bagni di solfato di rame. Se i parassiti si trovano nell'intestino, non possono venir raggiunti dai suddetti medicinali e possono propagarsi. E quindi prudente tenere i pesci in quarantena almeno per altri dieci giorni dopo che il trattamento è apparentemente riuscito.