ILLUMINAZIONE

 

 

 

 

LA LUCE GIUSTA IN ACQUARIO

La luce in acquario ha una doppia funzione. Innanzi tutto, abbiamo bisogno di un'illuminazione adatta per vedere i pesci e le piante nei loro reali colori. La seconda funzione dell'illuminazione riguarda molto da vicino i processi biologici e chimici che avvengono in acquario.   Vedremo in questo articolo che la luce in acquario ha senz'altro una funzione vitale, ma se impiegata in modo errato può causare gravi conseguenze negative. La luce va dosata in modo appropriato.

   LA LUCE PER VEDERE

Il compito più evidente dell'illuminazione in acquario è quello di far apparire in maniera corretta e piacevole i colori propri dei pesci e delle piante. Già il termine "corretto" è soggettivo; l'acquariofilo probabilmente avverte la luce in modo diverso dai pesci.   E le piante, a loro volta, prediligono - come vedremo più avanti - ben determinati colori dello spettro luminoso per crescere.    Consideriamo prima la componente puramente ottica della luce in acquario, prendendo come esempio il cardinale. Il dorso è verde-grigio, sotto si trova una fascia luminosa blu che dalla bocca attraverso l'occhio si estende fino al peduncolo caudale.   Quasi tutta la metà inferiore del corpo, pio, risplende di un colore rosso cardinale, infine si scoprono delle zone giallastro-bianche nella regione anteriore del ventre.    Per rendere all'occhio umano in maniera piacevole e corretta tutti questi colori, all'illuminazione si pongono pretese molto elevate che riguardano l'aspetto tecnico della luce.   Tra le lampade fluorescenti si è rivelato particolarmente adatto il tipo "bianco neutro". Se invece vedessimo i Cardinali semplicemente illuminati da una lampadina incandescente a luce rossa, la fascia blu al nostro occhio apparirebbe nera, quindi risulterebbe invisibile.   Già da questo esempio comprendiamo che una corretta resa cromatica implica una scelta attente del tipo di illuminazione.   In questo articolo non c'è lo spazio per entrare più dettagliatamente nel merito di problemi di carattere tecnico riguardanti lo spettro luminoso, ma mi riprometto di dedicare dello spazio in merito all'argomento illuminazione.

  L'ASPETTO BIOLOGICO DELL'ILLUMINAZIONE IN ACQUARIO

 Anche questo aspetto dell'illuminazione è di estrema importanza per tutto l'acquario. Esso è correlato molto strettamente alla biologia delle piante. Infine, voglio prendere posizione in merito al problema, spesso discusso, della durata dell'illuminazione in un acquario.   Dovrebbe essere di 12-14, oppure solo di 8-10 ore?    In fondo non è difficile trovare una risposta a questa domanda.   In acquario di regola teniamo dei pesci e delle piante provenienti dai tropici, dove tutto l'anno il giorno e la notte durano uniformemente 12 ore.   La differenza tra la giornata estiva e quella invernele è di alcuni minuti.   Ma sott'acqua la faccenda è diversa.   Qui entra in gioco la correlazione, importante dal punto di vista ecologico, tra l'irradiazione luminosa e gli angoli di incidenza e di rifrazione della luce solare.   Più il sole è basso, più elevata è la perdita per riflessione.   Secondo W. Schmidt con un angolo di incidenza di 70 gradi è già del 13,5 per cento, a 80 gradi del 35 per cento. E a 90 gradi, quando cioè i raggi luminosi si trovano paralleli alla superficie dell'acqua, viene riflessa tutta la luce. In breve, nelle regioni tropicali la giornata subacquea è notevolmente più corta di quella sopra l'acqua. Faremo bene a tenerne conto anche nel determinare la durata dell'illuminazione in acquario, ottenendo così, tra l'altro, un notevole risparmio sui costi di energia.    Ecco allora il mio consiglio di provvedere ad una durata di illuminazione dell'acquario compresa tra 8 e 10 ore.   Per inciso, da alcune ricerche scientifiche è ridultato che un prolungamento della durata dell'illuminazione non aumenta affatto la capacità di assimilazione delle piante.   La curva di rendimento scende prima che venga spenta la luce.