RISCALDARE O RAFFREDDARE ?

 

 

I pesci provenienti dalle acque nostrane dolci o marine avranno un "range" di temperature tollerate diverso da quello di un pesce proveniente dai tropici, ma comunque sempre comprese in un intervallo ben definito: nel primo caso, il problema maggiore sarà garantire una temperatura massima intorno ai 18-22°C e non oltre, nel secondo caso invece si porrà il problema opposto, ovvero mantenere la temperatura non al di sotto dei 25-26°C anche d'inverno.

 

Pesci, invertebrati e piante delle acque tropicali richiedono una temperature compresa tra 20 e 30°C, con un optimum per la maggioranza delle specie intorno ai 25°C. Durante i mesi invernali occorre dunque riscaldare l'acquario, impresa peraltro semplice e poco dispendiosa. Vediamo con quali risorse.

 

II termoriscaldatore

I più diffusi riscaldatori per acquari sono costituiti da una robusta provetta di vetro speciale, contenente all'interno una resistenza elettrica con termostato meccanico (bimetallico) incorporato. Secondo recenti e rigorose normative CE, la provetta è sigillata con 2 tappi che ne garantiscono la tenuta stagna, sormontati da un "cappuccio" in plastica munito di un pomello per la regolazione della temperatura tramite termostato, di solito su una scala graduata da 18 a 30°C. Una spia rossa segnala quando il termoriscaldatore è acceso. La potenza di un termoriscaldatore si misura in watt: in commercio si trovano modelli di potenza compresa tra 25 e 300 W. La scelta del wattaggio dipende sia dal volume (in litri) della vasca, sia dal Dt° (delta termico), ovvero dalla differenza esistente fra la temperatura che si vuole impostare in acquario e quella dell'ambiente in cui esso è inserito. Con un delta termico di 7-8°C (riscontrabile nella maggioranza delle abitazioni durante l'inverno) possiamo calcolare una potenza di circa 1 W per litro d'acqua, che sale fino a 1,5 W se l'acquario è privo di coperchio e illuminato con lampade sospese. Grazie alla sua tenuta stagna, il termoriscaldatore è interamente sommergibile in acqua, anche se in genere si preferisce tenerlo in verticale, con il "cappuccio" emergente per regolare più agevolmente la temperatura. Non essendo particolarmente bello da vedere, si cerca quasi sempre di occultarlo inserendolo in un vano del filtro o nascondendolo dietro qualche roccia: va però ricordato in proposito che, affinchè possa riscaldare in modo rapido e uniforme, il termoriscaldatore deve avere una circolazione d'acqua ampia e regolare intorno a sè.

 

Il climatizzatore

Di recente comparsa sul mercato acquariofilo, è un apparecchio in grado sia di riscaldare che di refrigerare secondo le esigenze e dunque particolarmente utile per gli acquari marini di barriera e per quelli d'acqua dolce "olandesi", ricchi di invertebrati e di piante che mal sopportano le elevate temperature spesso registrabili in estate.

 

II cavetto termico

Questo semplice accessorio può essere considerato come un riscaldatore complementare dell'acquario: la sua funzione non è infatti quella di riscaldare la vasca, bensì di provocare una debole ma costante circolazione dell'acqua dal basso verso l'alto, imitando così le falde freatiche naturali. L'effetto è benefico soprattutto in acquari alti o con scarsa circolazione interna, in cui è frequente l'instaurarsi di una dannosa "stratificazione termica" che causa escursioni termiche anche di 2-3°C tra il fondo e la superficie. La stratificazione è dannosa soprattutto per le piante che crescono con i cosiddetti "piedi freddi", cioè con le radici che si sviluppano in un substrato più freddo dell'acqua sovrastante: essa determina una stagnazione a livello del fondo che ostacola la circolazione dei nutrienti e la loro assimilazione da parte delle piante.Per assolvere al suo compito, il riscaldatore a cavetto dovrebbe avere una potenza contenuta (in media 0,3 W per litro di volume della vasca) ed essere possibilmente collegato ad un termostato, con sonda fissata a livello del fondo. Cavetti termici troppo potenti e non dotati di termostato possono letteralmente "cuocere" le radici delle piante e causare pericolose morie di batteri e altri microrganismi. Il riscaldatore a cavetto va fissato sul fondo della vasca con apposite ventose e disposto a serpentina per coprire la piu ampia superficie: va da se che il suo impiego va previsto in fase di progettazione della vasca essendo un suo inserimento successivo alquanto problematico. Gli organismi acquatici nostrani - pesci, piante e invertebrati sia d'acqua dolce che del Mediterraneo - necessitano, anche durante i caldi mesi estivi, di temperature sensibilmente piu basse rispetto all'ambiente in cui è inserita la vasca. Il problema e risolvibile facilmente con l'installazione di un accessorio sicuramente più impegnativo - nelle dimensioni e nel costo - del riscaldatore.

 

Il refrigeratore

Accessorio oggi estremamento affidabile, compatto, dai ridotti consumi e, finalmente, dal prezzo accessibile sia pur ancora abbastanza elevato. Con il refrigeratore (la cui potenza dev'essere proporzionata al volume dell'acqua da raffreddare) è possibile mantenere anche d'estate la temperatura dell'acqua su valori simili a quelli riscontrabili in natura. I refrigeratori attualmente disponibili in commercio si possono idealmente suddividere in due categorie: quella dei classici "esterni" e quella degli "incorporabili" di modernissima generazione. La funzione primaria di entrambi è ovviamente la stessa: raffreddare l'acqua portandola alla temperatura selezionata dall'utente, con differenti modalità d'impiego. I refrigeratori esterni, infatti, vanno posizionati al di fuori della vasca ( in genere sotto ) e ricevono acqua da essa attraverso un tubo d'ingresso, raffreddandola ed immettendola nuovamente in acquario; l'acqua può essere convogliata nel refrigeratore tramite la pompa centrifuga del sistema di filtraggio ( sarà fondamentale sceglierne una di adeguata potenza ), soluzione che ci garantisce un sufficiente livello di pulizia del liquido in uscita, oppure grazie ad una pompa dedicata, che in ogni caso dovrebbe essere provvista di un prefiltro per evitare che troppe impurità possano ostacolare il funzionamento dell'apparecchio refrigerante. I refrigeratori di ultimissima generazione sono invece incorporabili nell'acquario: essi non prevedono l'impiego di tubi, in quanto provvisti di un componente sommergibile - una sorta di braccio orientato parallelamente al fianco dell'apparecchio - all'interno del quale l'acqua viene spinta da una piccola pompa centrifuga e gradualmente raffreddata, per poi uscire da forellini posti al di sopra della superficie. Una parte del refrigeratore finisce quindi sott'acqua (preferibilmente nel vano dei filtro dove trova posto la pompa principale e dove quindi giunge liquido ben depurato), mentre il corpo principale, in cui si trovano gli elementi tecnici di maggiori dimensioni, resta all'asciutto aderente ad una parete dell'acquario. Per far si che si trasformino effettivamente in un praticissimo tutt'uno con l'acquario, questi refrigeratori necessitano però di vasche con filtro incorporato appositamente assemblate, in cui sia presente di preferenza sulla parete posteriore una sorta di "nicchia" dove possano essere inseriti.Tutti i moderni refrigeratori sono piuttosto semplici da utilizzare, anche perchè dotati di pratici pannelli di controllo con cui si prende rapidamente confidenza.