I  PESCI  MARINI  PER  COMINCIARE

 

 

Al contrario dei pesci tropicali d'acqua dolce, quelli marini vengono ancora in grande maggioranza catturati nei loro mari di origine:l'allevamento commerciale dei pesci corallini è infatti piuttosto complesso e difficoltoso (soprattutto per le esigenze ambientali e nutritive delle loro minuscole larve, che richiedono cibo vivo microscopico non facile da reperire), limitato ancor oggi a poche specie di piccola e media taglia. L'acquisto di un pesce marino richiede dunque un maggiore impegno di quello per un suo equivalente d'acqua dolce, vediamo insieme quali sono i pesci più consigliabili per il neofita.

 

Innanzitutto, l'acquariofilo dovrà documentarsi accuratamente sulle caratteristiche morfologiche e biologiche (taglia raggiunta, comportamento, alimentazione), nonché sulle esigenze acquaristiche (come l'arredamento e le dimensioni della vasca) delle specie che gli interessano, evitando di farsi guidare nella scelta da considerazioni puramente estetiche. Acquistare un pesce d'istinto, magari senza averlo mai visto prima, è rischioso per chi possiede un acquario d'acqua dolce ma può avere conseguenze catastrofiche nel campo dell'acquariofilia marina! Una volta scelta la specie, diventa fondamentale valutare lo stato di salute e di acclimatazione dell'esemplare da acquistare. Stazionare presso la superficie, magari boccheggiando convulsamente, è indice di forte stress dovuto a varie cause (acqua inquinata, persecuzione da parte di pesci più aggressivi, ecc.). Pinne sfrangiate o smozzicate possono ricrescere rapidamente, così come qualche scaglia "saltata" che però costituisce una "porta aperta" all'insediamento di eventuali parassiti, sicuramente presenti su pelle, branchie o pinne se il pesce si sfrega nervosamente sulla sabbia o contro gli oggetti sommersi. L'accettazione del cibo da parte del pesce è naturalmente un requisito essenziale per l'acquisto: pensiamoci bene prima di acquistare esemplari che accettano solo prede vive, spetterà infatti a noi acclimatarli al cibo inerte e ciò potrà richiedere del tempo, durante il quale dovremo impegnarci a fornir loro un'alimentazione di reperibilità tutt'altro che agevole.

 

Squali di barriera
Gli "squali bambù" (Emiscillidi) sono cugini dei nostri gattucci mediterranei e, grazie alla taglia non eccessiva per uno squalo (in genere inferiore al metro) e alle limitate esigenze di spazio rispetto ai "veri" pescicani, si prestano bene ad essere allevati in acquario, purché ovviamente di adeguata capacità (almeno 500 litri). Non possono convivere con molti invertebrati (spirografi, molluschi, crostacei, stelle, ricci), né con pesci di piccoli dimensioni, perché li divorerebbero. Sono particolarmente ghiotti di gamberi (interi), granchietti, polpa di cozza, polipetti e pesciolini: grazie alla loro voracità è possibile addomesticarli facilmente, abituandoli a cibarsi direttamente dalle nostre mani! In commercio si trovano diverse specie dei generi Atelomycterus e Chiloscyllium, importate soprattutto dall'Indo-Pacifico: talvolta sono offerte perfino le loro uova, che si schiudono abbastanza facilmente in acquario.

 

Murene
Predatori per antonomasia, i Murenidi sono ospiti davvero affascinanti dell'acquario marino, dove però non possono convivere con pesci più piccoli e neppure con crostacei (granchi, gamberi, aragoste) e molluschi cefalopodi (polpi e seppie). Tutte le murene richiedono un ricco arredamento a base di rocce con colli d'anfora e altri nascondigli simili, non si possono assolutamente allevare in acquari "aperti" da dove prima o poi evaderebbero andando incontro alla morte per disidratazione e anossia. Vanno nutrite con ogni genere di preda animale, viva o morta (gamberi, polpi, pesci, ecc.). Le specie più indicate per il principiante e per acquari di media capacità sono quelle di piccola taglia (come Echidna nebulosa dell'Indo-Pacifico).

 

Pesci scorpione
Gli Scorpenidi sono tra i pesci più velenosi del mondo, anche la puntura di un comune scorfano di casa nostra può essere molta dolorosa, quella di alcune specie tropicali addirittura mortale. Per fortuna non è il caso degli Scorpenidi tropicali comunemente allevati in acquario, è necessario però maneggiarli con estrema cautela per evitare esperienze comunque poco piacevoli! In commercio si trovano sopratutto le affascinanti specie del genere Pterois (P. volitans, P. antennata, P. radiata) e dell'affine genere Dendrochirus, tutte di provenienza
indo-pacifica: contrariamente alla maggioranza degli altri Scorpenidi, esse non vivono sul fondo e non cercano di mimetizzarvisi ma nuotano ad una certa distanza da esso, cacciando le loro prede in acqua aperta. Sono dunque voraci predatori ma il loro comportamento è in realtà pacifico e tranquillo, ciò li rende adatti anche a vasche non particolarmente grandi malgrado la loro taglia (20-30 cm). Possono vivere con tutti i pesci di dimensioni pari alle loro e con gli invertebrati, ad eccezione del crostacei e in particolare dei gamberetti. Esemplari non ben acclimatati accettano solo prede vive, non è difficile però abituarli a nutrirsi di pesci e gamberi surgelati o addirittura liofilizzati.

 

Chaetodon semilarvatus

Bavosa dei coralli

Pesce scorpione

 

Cernie
Nei negozi di acquari si trovano spesso giovani e graziosi esemplari di cernie tropicali dei generi Cephalopholis ed Epinephelus, robusti e voracissimi: richiedono vasche con fondo ricco di nascondigli tra le rocce, le anfore e le madrepore, tra cui stazionano lanciandosi in acqua aperta solo per catturare le prede con la loro ampia bocca (non solo "vivo" ma anche pesci e crostacei surgelati o liofilizzati). Purtroppo la maggior parte di loro raggiunge una taglia considerevole in età adulta (mezzo metro e oltre), che rende questi pesci adatti solo ai grandi acquari. Tutte le cernie sono territoriali e vanno comunque allevate solo con pesci di taglia almeno pari alla loro, sono incompatibili inoltre con i crostacei e i polpi.

 

Grammidi
Originari dei Caraibi e cugini delle cernie, questi splendidi e variopinti pesciolini raramente lunghi più di 5 cm sono, a dispetto della taglia, territoriali e battaglieri, tanto che è assai difficile riuscire a far convivere più individui insieme, anche in vasche grandi e ricche di nascondigli. La specie più frequente in commercio è Gramma loreto, robusta e facile da allevare soprattutto negli acquari di invertebrati, dove accetta un po' tutti i mangimi offerti.

 

Pesci cardinale
Gli Apogonidi costituiscono una famiglia assai numerosa (ben 250 specie) ma poco nota in acquariofilia, malgrado la maggioranza delle specie popoli le acque poco profonde di mari e oceani tropicali. Negli ultimi anni però la loro diffusione negli acquari è decisamente in aumento, grazie alla relativa facilità con cui è possibile riprodurli: quasi tutte le specie praticano infatti l'incubazione orale delle uova, quando escono dalla bocca dei genitori (di regola il maschio) gli avannotti sono già abbastanza grandi da poter essere nutriti con i naupli di artemia. Si tratta inoltre di pesci socievoli e pacifici, ospiti ideali anche delle vasche di barriera e facili da nutrire. Nei negozi si trovano soprattutto le specie Pterapogon kauderni (la più frequentemente riprodotta in acquario) e Sphaeramia nematoptera, entrambe indo-pacifiche.

 

Pesci farfalla
Gli splendidi Chetodontidi sono ancora grandi protagonisti dell'acquario marino tropicale, anche se negli ultimi anni la loro popolarità è andata un po' scemando con l'aumentata diffusione dell'acquario di barriera, dove l'allevamento di questi pesci - quasi tutti più o meno specializzati nel nutrirsi di polipi di coralli e altri invertebrati - risulta piuttosto problematico. Tutti i Chetodontidi andrebbero allevati solo in vasche ben equilibrate e funzionanti da molto tempo, con un ricco arredamento di pietre vive ben ricoperte di alghe e microrganismi incrostanti. Sono generalmente territoriali ed è quindi consigliabile tenerne singoli esemplari o coppie. Le specie più adatte all'acquario e - sia pure con qualche riserva - consigliabili anche ai neofiti sono quelle polifaghe, cioè con una dieta piuttosto varia che consente loro di adattarsi anche ai mangimi secchi e surgelati: tra queste, Heniochus acuminatus, Forcipiger flavissimus e varie specie di Chaetodon (come C. collare, C. lunula, C. falcala, C. semilarvatus e C. vagabundus).


Pesci angelo
I magnifici Pomacantidi sono senza dubbio i più prestigiosi ospiti dell'acquario marino: ciò vale soprattutto per la grandi e maestose specie sia caraibiche che indo-pacifiche dei generi Holacanthus, Pomacanthus ed Euxiphipops (tutte di taglia massima compresa tra i 30 e i 60 cm), nei quali vi è una netta differenza di livrea tra i giovani (generalmente blu-scuri con striature verticali chiare variamente disposte) e gli adulti, con diverse fasi intermedie di passaggio. Questa particolarità è invece assente o meno evidente nei pesci angelo nani del genere Centropyge, raramente più lunghi di 15 cm e dunque più adatti ad acquari non molto grandi, già a partire da un centinaio di litri. I Centropyge possono convivere anche con gli invertebrati negli acquari di barriera, per i più grossi Pomacantidi questa sistemazione è invece sconsigliata a causa della loro dieta, che include spesso spugne, vermi policheti (spirografi) e polipi corallini, oltre ad alghe e piccoli crostacei. Tutti i pesci angelo dovrebbero comunque disporre di una vera e propria scogliera di "pietre vive" ben colonizzate da alghe e piccoli organismi bentonici, la loro dieta dev'essere inoltre molto variata (includendo cibi secchi, surgelati, freschi e "vivo") e i diversi parametri ambientali sempre stabili ed ottimali. Sconsigliabile l'acquisto degli adulti delle specie che cambiano livrea, i giovani sono molto più facilmente adattabili: tra le specie alla portata dei neofiti, ricordiamo Pomacanthus semicirculatus, P. pani, Centropyge bispinosus, C. ferrugatus, C. nox, C. tibicen, C. loriculus.

 

Cernia

Gramma loreto

Pomacanthus paru

 

Bavose
Con una cinquantina di generi e circa 350 specie, i Blennidi vivono nelle acque tropicali e subtropicali dell'Atlantico e dell'Indo-Pacifico, oltre che nel Mar Rosso, nel Mediterraneo e nel Mar dei Caraibi. Sono piccoli pesci diurni, che vivono in acque basse, caratterizzati da un corpo allungato privo di squame e dotato su tutta la sua lunghezza di un'unica pinna dorsale. La testa di solito è arrotondata, guarnita in quasi tutte le specie da antenne più o meno ramificate e dotata di occhi estremamente vivaci e attenti (lo "sguardo" di un Blennide è inconfondibile per questo!). La maggior parte delle specie bentoniche si mostra estremamente territoriale, nei confronti sia di altre specie sia dei conspecifici, e predilige una dieta mista, costituita da microfauna bentonica e alghe. In acquario le bavose tropicali (come quelle del genere Exallias) vivono bene e a lungo, raccomandandosi soprattutto per le vasche di barriera.

 

Pesci falco
La distribuzione in natura della famiglia dei Cirritidi (Cirrhitidaé) è tipicamente pantropicale, cioè comprende pressoché tutti i mari dei tropici. La taglia media di questi pesci si aggira intorno a 10-15 cm, ciò rende soprattutto le specie indo-pacifiche (come quelle del genere Cirrhitichthys e il curioso Orycirrhitus typus) molto adatte all'acquario tropicale, sia di barriera che dedicato essenzialmente ai pesci. I loro occhi sono mobilissimi e probabilmente la vista è molto acuta: si tratta di un altro adattamento al loro peculiare sistema di caccia che ricorda assai da vicino quello dei falchi e degli altri rapaci diurni. Come questi, infatti, i Cirritidi scrutano i dintorni dall'alto in cerca di una preda in movimento: in genere si posizionano su un ramo di madrepora, o su un pinnacolo di rocce all'interno del loro territorio, che difendono piuttosto accanitamente da invasioni dei loro simili. Individuatala dal suo "posto di vedetta", il Pesce falco vi si getta sopra per ghermirla e divorarla con rapidità insospettabile in un animale apparentemente così... statico! In natura, questi pesci si nutrono essenzialmente di gamberetti e pesciolini di piccola taglia (soprattutto larve e avannotti). Sconsigliabile è naturalmente la convivenza con pesci molto piccoli e soprattutto con i gamberetti di qualsiasi tipo, mentre non c'è alcun problema con i pesci di taglia maggiore della loro bocca e con tutti gli altri invertebrati. Pur essendo tipici "cacciatori a vista", i Cirritidi si abituano facilmente ai cibi inerti, essendo molto voraci e... sempre affamati.

 

Pesci scoiattolo
Gli Olocentridi sono pesci corallini pacifici e tranquilli, la convivenza forzata con specie aggressive o eccessivamente vivaci li rende timidi e scarsamente visibili in acquario. Robusti e facile da allevare, richiedono vasche piuttosto spaziose (a partire da 200 litri), ben arredate con rocce e scheletri madreporici di varie forme e dimensioni, disposti a ricreare una scogliera in cui si aprano cavità ben riparate sfruttate come nascondigli. Sono ospiti ideali anche degli acquari di barriera, dove però è sconsigliabile la convivenza con i gamberetti che possono divorare con la loro grande bocca. Attivi soprattutto nelle ore serali, dopo lo spegnimento delle lampade, una volta ambientati in acquario si mostrano però volentieri anche di giorno, soprattutto quando viene distribuito del cibo: vengono accettati un po' tutti i mangimi secchi e liofilizzati per pesci marini, graditi però soprattutto i cibi freschi o surgelati come polpa di cozza e di gambero, pesciolini, gamberetti krill, artemie, ecc.

 

Pesce scoiattolo

Pesci pagliaccio

Damigella gialla

 

Pesci pagliaccio
Questi celebratissimi pesci corallini appartenenti alla famiglia dei Pomacentridi (generi Amphiprion e Premnas) vivono nel Mar Rosso e Indo-Pacifico, nelle lagune e nei reef corallini, ovunque siano presenti i grandi anemoni dei generi Heteractis, Stichodactyla, Macrodactyla, Criptodendrum e Entacmaea con cui vivono in simbiosi. Di piccola taglia (raramente superiore ai 10 cm), sono ospiti ricercatissimi di tutti gli acquari tropicali. È sempre preferibile acquistare individui giovani (4-5 cm) più rapidamente adattabili alla vita in acquario; si tratta, fra l'altro, di alcuni fra i pochi pesci marini regolarmente riprodotti in cattività: i soggetti nati in allevamento sono un po' più costosi di quelli catturati in natura ma assai più robusti e adattabili, dunque senz'altro da preferire per il neofita. I giovani sono socievoli e vivono in branco presso i grossi anemoni, crescendo divengono però generalmente territoriali e preferiscono vivere in coppie fisse, seza mai allontanarsi dall'anemone alla cui base si riproducono regolarmente. La deposizione delle uova si osserva frequentemente anche in acquario, dove l'allevamento delle minuscole larve è però piuttosto problematico. Una coppia adulta necessita di una vasca di almeno un centinaio di litri e mal sopporta la coabitazione con altri pesci pagliaccio, soprattutto di specie con livrea simile. La presenza di un grande anemone non è indispensabile ma permette di ammirare uno spettacolo (la simbiosi mutualistica tra pesci e attinia) unica al mondo: in assenza dell'anemone, comunque, spesso i pesci pagliaccio si adattano ad un "surrogato" come spugne, spirografi, coralli, ecc. Accettano tutti i mangimi secchi per pesci marini, oltre a cibo vivo e surgelato (artemie, dafnie, mysis, chironomi, polpa di cozza tritata, ecc.). Sono molto longevi, potendo vivere in cattività fino a 15 anni.

 

Damigelle e "Diavoletti"
I piccoli e vivaci Pomacentridi (generi Dascyllus, Chrysiptera, Pomacentrus, Abudefduf, Chromis, Amblyglyphidodon, ecc.) sono tra i più diffusi pesci corallini allevati nell'acquario marino, ideali per il principiante grazie alla loro robustezza, alla taglia ridotta (di rado superiore ai 10-12 cm) e all'economicità (sono senz'altro i pesci meno costosi). In natura si trovano in tutti i mari tropicali, dai Caraibi a tutto l'Indo-Pacifico, in una grande varietà di ambienti (lagune, baie, reef rocciosi e madreporici, ecc.), ovunque vi siano nascondigli disponibili sotto forma di anfratti tra le rocce, coralli ramificati, grotte, ecc. Unico neo: sono molto socievoli in giovane età, ma da adulti divengono spesso territoriali ed aggressivi verso i propri simili ed altri Pomacentridi, formando coppie stabili che difendono un loro territorio tra le rocce ed i coralli nel quale si riproducono regolarmente. Disponendo di una coppia, la deposizione delle uova in acquario è abbastanza frequente, difficile però l'allevamento delle minuscole larve. Un piccolo gruppo di giovani o una coppia adulta si possono allevare in vasche a partire da 80-100 litri di capacità, arredate con molte rocce e scheletri madreporici. La dieta include un po' tutti i mangimi secchi e liofilizzati, da alternare con cibo vivo o surgelato come artemie, dafnie, mysis e chironomi.

Pesci chirurgo
Se l'allevamento di Acanturidi belli ma impegnativi come quelli dei generi Acanthurus, Paracanthurus e Naso è - salvo eccezioni - riservato ai più esperti, quello dei Zebrasoma è senza dubbio alla portata dei neofiti. Vivono nelle lagune e nelle scogliere coralline di tutto l'Indo-Pacifico, dal Mar Rosso alle Hawaii. Come tutti gli Acanturidi, i rappresentanti del genere Zebrasoma si possono definire onnivori con una netta preferenza - più marcata negli adulti, meno nei giovani - per le alghe e i vegetali in genere (onnivori-fitofagi), per questo molto apprezzati negli acquari marini in genere e di barriera in particolare perché, oltre a non disturbare la maggioranza degli invertebrati, contribuiscono in misura rilevante a sbarazzare vetri e oggetti sommersi (nonché gli stessi invertebrati sessili) dalle alghe incrostanti e filamentose. Sono tra i pesci chirurgo più robusti, tuttavia - specie durante l'acclimatazione iniziale - risultano molto sensibili alle parassitosi cutanee (Cryptocarion e Oodinium in particolare), contro le quali occorre sempre vigilare pronti ad intervenire con le specifiche sostanze curative. Tra le specie più apprezzate, Z.flavescens (18-20 cm) è di gran lunga la più popolare e allevata del suo genere, oggi protagonista quasi immancabile degli acquari di barriera dove è il "mangia-alghe" per eccellenza. Assai vorace, deve mangiare molto e in continuazione: evitare l'acquisto di soggetti troppo magri, reduci da lunghi digiuni o alimentati in modo inadeguato (solo lattuga o solo mangime animale). Una dieta onnivora, a base vegetariana, è sempre la più indicata. Individui giovani sono da preferire e, in grandi acquari di barriera ricchi di madrepore e pietre vive (a partire da 500 litri effettivi), si possono tenere anche in piccoli gruppi che, di solito, si tollerano anche in età adulta. Molto tollerante verso pesci e invertebrati, in genere è poco aggressivo anche nei confronti di altri pesci chirurgo. Anche una specie molto apprezzata e regolarmente importata per il mercato acquariofilo, soprattutto i giovani sono molto graziosi e abbastanza facili da acclimatare, crescendo diventano però aggressivi e... ingombranti. Vasca di almeno 150 cm di lunghezza e 500 litri di capacità, non può convivere (se non in maxi acquari) con altri congeneri. Giovani più spiccatamente zoofagi (cibo surgelato e vivo), non deve però mancare un'integrazione vegetale che, col passare del tempo, diviene via via prevalente. Convivenza con altri pesci e invertebrati: buona. Anche Z. veliferum (con l'affine Z. desjardinii del mar Rosso) è molto diffuso in acquario e raccomandabile al neofita, unica riserva la taglia considerevole (fino a 40 cm) raggiunta dagli adulti. Vasca di almeno 150 cm di lunghezza e 500 litri di capacità, non può convivere (se non in maxi acquari) con altri congeneri. Giovani più spiccatamente zoofagi (cibo surgelato e vivo), non deve però mancare un'integrazione vegetale che, col passare del tempo, diviene via via prevalente. Convivenza con altri pesci e invertebrati: buona.

 

Pesce chirurgo

Pesce balestra

Pesce istrice

 

Pesci balestra
I Balistidi sono diffusi nei mari tropicali di tutto il mondo (una specie è presente anche nel Mediterraneo) e figurano, per la loro grande intelligenza e la non comune adattabilità, tra i pesci più consigliabili a chi si accosta per la prima volta all'acquariofilia marina. Purtroppo molte specie (come quelle dei generi Balistapus e Balistes) sono molto aggressive e territoriali in età adulta, dunque bisogna rassegnarsi ad allevare questi pesci da soli o in alternativa in acquari davvero molto grandi e spaziosi, ricchi di nascondigli e in compagnia di pesci di pari taglia (la maggioranza dei "balestra" supera agevolmente i 30 cm). Pur accettando anche i mangimi secchi essendo molto voraci, necessitano dei loro cibi preferiti (molluschi, granchi e gamberetti, ricci, ecc.) anche per mantenere costantemente usurata la possente dentatura sempre in crescita. Una specie ideale per cominciare è Odonus niger, diffusa dal Mar Rosso al Pacifico-occ. tropicale, su fondali corallini e rocciosi fino a 50-60 m di profondità. Inconfondibile per la sua livrea blu notte, è uno dei pesci balestra più pacifici e meno territoriali, dunque allevabile anche in comunità. Per la sua taglia richiede però acquari grandi (minimo 400 litri) e spaziosi, l'acclimatazione è a volte lunga e può prolungarsi eccessivamente (i pesci restano nascosti tra le rocce) se nella vasca sono presenti specie troppo vivaci o aggressive. I Rhinecanthus sono tra i Balistidi più robusti, consigliabili anche al neofita ma, per il loro spiccato territorialismo, poco indicati per le vasche di comunità dove spesso aggrediscono senza apparente motivo gli altri pesci. La convivenza risulta decisamente più pacifica in acquari molto grandi (minimo 400-500 litri), ricchi di nascondigli e con pesci di buona taglia. L'arredamento dev'essere molto stabile perché questi pesci si divertono spesso a spostare per gioco pietre, conchiglie e altri oggetti sommersi, nonché a scavare sul fondo anche in cerca di cibo.

 

Pesci istrice
I Diodontidi vivono nei mari caldi di quasi tutto il mondo, sui fondali più vari (dagli estuari a mangrovie alle barriere coralline), da 3 a oltre 100 m di profondità. Possono gonfiarsi come i più noti pesci palla, in più gonfiandosi erigono i numerosi aculei che ne ricoprono il corpo, diventando una sorta di "palla spinosa" difficilmente aggredibile dai predatori, del resto già scoraggiati dalle loro carni fortemente tossiche. In acquario i pesci istrice vivono bene e a lungo, richiedono però molto spazio per nuotare perché sono sempre in movimento curiosando qua e là, anche per questo hanno bisogno di mangiare spesso ed abbondantemente: la dieta è identica a quella consigliata per i pesci balestra, rispetto ai quali queste specie sono assai meno aggressive e possono quindi essere ospitate in comunità, purché in compagnia di pesci di taglia adeguata (un Diodontide adulto può superare i 30 cm).