Leccornie per pesci corallini e invertebrati
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In questo articolo vedremo come si può preparare da sé un nuovo tipo di mangime per pesci corallini e invertebrati Possiamo cominciare con l'osservare che nell'acquario marino l'acqua si deteriora molto rapidamente dopo la somministrazione del mangime. Ciò che non viene consumato dai pesci viene attaccato dai batteri ed entra presto in decomposizione, e sono per l'appunto questi prodotti della decomposizione a inquinare l'acqua dell'acquario. Non mi risulta che esista del mangime per pesci inattaccabile da parte dei batteri. Così l'unica soluzione al problema consiste nell'estrarre dall'acquario, a distanza di qualche ora, i resti di mangime non consumati, e fare attenzione la volta successiva a somministrarne un po' di meno. Inoltre è meglio alimentare i pesci un poco al giorno anziché introdurre grosse quantità di mangime due volte alla settimana. Vi sono molti tipi di mangime che deteriorano l'acqua quasi subito, appena introdotti nell'acquario, e lo si nota dal fatto che l'acqua comincia a far schiuma. Ciò avviene perché un certo numero di componenti di quel particolare mangime si scioglie nell'acqua: è possibile osservare il fenomeno a occhio nudo. È un caso che si verifica soprattutto con il mangime animale erroneamente surgelato, e anche con la polpa fresca di mitili e pesci. Il mangime vivo non presenta naturalmente alcun problema, almeno finché resta vivo, e il mangime secco è un buon mangime se le sostanze che lo compongono non cominciano subito a sciogliersi nell'acqua. Ma esiste anche un altro mangime assai economico che non provoca immediatamente il deterioramento dell'acqua e che chiunque può prepararsi da sé.
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Il trucco consiste nel far sciogliere in acqua calda dell'Agar agar o della gelatina,
aggiungendovi tutti quei componenti che si ritiene dovrebbero far parte di un buon mangime; si lascia poi raffreddare il composto finché non assume l'aspetto
di un budino consistente. Il budino verrà conservato in frigorifero e da esso si ritaglieranno di
volta in volta le porzioni da somministrare, lasciandole prima riposare finché raggiungono la
temperatura dell'acqua dell'acquario. La prima volta che mi capitò di leggere qualcosa in
proposito fu nel 1962, in una rivista tedesca di acquariofilia, e precisamente si trattava di un articolo
di W. He- ring, di Città del Capo. In seguito a quell'articolo l'autore ricevette ben 500 lettere!
Ci si chiederà a questo punto se sia più opportuno utilizzare l'Agar agar o la gelatina. Alcuni acquariofili usano per la confezione del loro budino l'Agar, e altri la gelatina.
Io personalmente preferisco l'Agar agar, e chiarirò perché. L'Agar agar viene prodotto da alghe marine.
Chimicamente è simile allo zucchero e non contiene azoto. Per ottenere un budino consistente sono
sufficienti due parti di Agar per 100 parti d'acqua. La gelatina è una specie di proteina, e sono necessarie
almeno 20 parti di gelatina su 100 parti di acqua per ottenere un buon budino. Il valore nutritivo della
gelatina è uguale a zero.Con l'Agar ne basta quindi una quantità molto inferiore, e si evita di introdurre
inutilmente nell'acquario sostanze soggette a decomposizione che contengono azoto. Lasciamo dunque perdere la gelatina.
L'Agar è reperibile in alcune farmacie, nei consorzi agrari e nei negozi che vendono tutto l'occorrente
per la cucina cinese o indonesiana. Anche i fornitori di prodotti chimici da laboratorio vendono una
qualità molto pura ma costosa di Agar. Per la preparazione occorre un utensile di vasto impiego
in cucina, anche se non tutti forse l'avranno a disposizione. Si tratta di un frullatore, reperibile in
qualsiasi negozio di elettrodomestici. Procederemo quindi nel seguente modo: prenderemo alcuni mitili freschi, un poco di cuore di bue o meglio ancora del fegato, dei
gamberetti surgelati, alghe liofilizzate, o normale insalata, eventualmente qualche goccia di olio
di fegato di merluzzo e un composto di vitamine, alcune compresse di calcio finemente triturate, o
all'occorrenza gusci d'uovo. Il tutto viene versato, con un poco d'acqua, nel frullatore, per ricavarne
una pappina. Occorrerà a questo punto valutare il volume della pappina. Supponiamo che sia di
100 cc circa. Faremo quindi bollire 100 cc di acqua di rubinetto. Quando l'acqua bolle vi aggiungeremo 2 grammi di Agar,
mescolando in continuazione finché l'Agar non si sarà disciolto e avremo ottenuto un liquido trasparente. Lasceremo
poi raffreddare questo liquido fino alla temperatura di 70° C circa, vi aggiungeremo la pappina di mangime, mescolando bene il tutto. Dopo aver fatto ciò, verseremo il composto in una scodella
bassa, del tipo usato per riporre i cibi in frigorifero, e lo lasceremo coagulare. Se l'operazione è riuscita,
il budino sarà consistente non appena il miscuglio avrà raggiunto la temperatura ambiente.
Si potrà allora fare l'esperimento di toglierne un pezzetto e somministrarlo ai nostri pesci.
Potrete così notare che questi pozzetti di budino non si disfano nell'acqua, e non liberano gli alimenti
da cui sono costituiti. Delle volte il budino riesce troppo duro, oppure troppo molle. Questo dipende
dal fatto che esistono diverse qualità di Agar. Bisogna regolarsi in più o in meno per le volte successive.
La prima porzione mal riuscita è meglio buttarla via anziché provare a "rimediarla". Posso dire per mia
personale esperienza che non è consigliabile utilizzare alimenti salati, o troppo acidi. Per il resto, si può
utilizzare praticamente di tutto, e i pesci gradiscono molto questa leccornia! C'è una cosa però che è molto
importante: il colore. Un giorno qualcuno mi portò un esemplare di Terapon jarbua lungo circa 10 cm e quasi
morto, a causa di una ferita aperta sul fianco. L'unica sistemazione che potevo offrirgli era una vaschetta da
10 litri, già da tempo in funzione, provvista di filtro sotto sabbia e di filtro a carbone. Ed in questa vasca
sistemai il pesce, sottoponendolo prima di tutto ad una cura di Halamid, durante la quale naturalmente
avevo staccato il filtro a carbone. Il problema era però che non riuscivo a indurre il pesce ad accettare cibo.Perfino di fronte al mio fantastico "budino" storceva il naso. Normalmente il budino all'Agar
ha una colorazione dal bianco-sporco al grigio. Provai allora a confezionare una nuova porzione,
colorandola di rosso vivo. Con mia grande soddisfazione il Terapon dimostrò di gradire molto
questo mangime rosso, inghiottendone avidamente grosse porzioni. E nel giro di due settimane era
guarito! Da dove si vede che il colore del mangime può avere la sua importanza. Anche altri hanno
fatto la stessa esperienza a proposito della necessità del colore rosso. Da parte mia conosco tré modi per
colorare di rosso il mangime. 1°- Con il succo di barbabietola rossa bollita. Si fa ritirare un poco
il succo e poi si aggiunge qualche goccia di succo di limone. Questo liquido si può conservare in frigorifero
per mesi. Attenzione a non aggiungere zucchero o aceto durante la cottura! 2°- Con la "cocciniglia", che è
reperibile nei negozi di alimentari, e che molte casalinghe, specie le più anziane, sono solite tenere in casa.
Questa sostanza si fa cuocere con un po' d'acqua e qualche goccia di limone.3°- Con l'eritrosina, che anch'io uso spesso e che
trovo il mezzo più comodo. L'eritrosina è un colorante che serve a colorare di rosso alimenti e bevande, ammesso dalle leggi sui prodotti alimentari. È facilmente
solubile in acqua e dovrebbe essere facilmente reperibile. Per quanto riguarda la conservazione del
mangime, debbo dire che le mie esperienze in fatto di congelamento non sono state positive. Il budino
congelando si "rompe", ed è quindi più consigliabile conservarlo semplicemente nel frigorifero dove
si mantiene per circa sei giorni. È probabile che si riesca a prolungare l'inalterabilità di questo cibo
con l'aggiunta di una punta di Nipagina (da acquistare in farmacia). Con il budino però non ho mai provato. Tra l'altro questo tipo di mangime è l'ideale
per somministrare medicine, vitamine, oligoelementi e ogni altro tipo di sostanze curative, essendo
certi che verranno assorbite dai pesci. Anche gli allevatori professionali di pesci usano questo metodo
per somministrare medicinali. Alcuni acquariofili fanno dapprima cuocere i mitili, la polpa di pesce,
ecc. prima di preparare il mangime. Non ho un'esperienza diretta di questo metodo, che mi sembra
leggermente innaturale. D'altronde non è stato certamente detto ancora tutto sull'argomento.
Ci si potrà ancora chiedere quali sostanze possono essere utilizzate per la preparazione di questo tipo
di mangime. Il fegato è un componente insuperabile; si può provare anche ad aggiungere della farina
di soja, del rosso d'uovo, dei policheti ( per es. Arenicola marina) ecc. Se la composizione è molto varia,
non è necessario aggiungere vitamine e oligoelementi, mentre il calcio è sempre necessario.
Naturalmente si può mischiare al composto anche del mangime secco. Resta da sottolineare che
tale nostro mangime si può utilizzare in particolare anche per i granchi (Carcinus maenas).
Recentemente due ricercatori dell'Università di Kiel (Germania federale), hanno descritto un
mangime all'Agar per granchi. La composizione è costituita da 165 g di polpa di mitilo, 35 g di alga
bruna (Fucus), 4 g di Agar e 330 g d'acqua. Le volte in cui il Fucus non veniva incluso nel composto i
granchi perdevano la loro colorazione, diventando sbiaditi. Se cibati esclusivamente con mitili freschi,
non crescevano di gran lunga altrettanto bene. Probabilmente è possibile trovare un diverso impiego per
il nostro mangime, visto che molti pesci corallini amano brucare e mordicchiare i coralli per riempirsi lo
stomaco. Già nel 1965 apparve un articolo in cui si spiegava un modo particolare di somministrare il
mangime ai pesci d'acqua dolce. L'autore aveva preparato una pappina con mangime secco e polvere
d'uovo, che aveva poi spalmata su alcuni tubetti di celluloide resi ruvidi e poi sistemati nell'acquario, o su sassi che poi venivano
posati sul fondo. I suoi pesci ripulirono completamente sia i tubetti che i sassi. In questo modo potremmo
forse alimentare anche certi pesci corallini delicati. Si potrebbe prendere un bastone di legno, o di plastica,
e immergerlo nel budino ancora caldo, lasciandolo poi raffreddare. Si verrebbe così a formare uno strato
di budino rappreso sulla superficie del bastone, che potrebbe poi essere introdotto nell'acquario.
Probabilmente dovremmo però aggiungere al budino molto calcio, per procedere con questo sistema.
Secondo l'autore sopra citato i suoi pesci impiegarono alcuni giorni ad abituarsi a questo metodo di
alimentazione. Ho inoltre un'idea che personalmente non ho ancora sperimentata, ma che non vorrei tacere.
Deve essere possibile ottenere dal budino dei sottili vermicelli rosati, facendolo colare, quando è ancora
liquido e caldo, attraverso sottili fori nell'acqua gelata. In tal modo si dovrebbe coagulare immediatamente,
e si potrebbero così ottenere delle specie di tubifex artificiali, adatti anche a bocche di piccole dimensioni.
Un'impresa per sperimentatori nati. Per concludere, un'osservazione: tutti coloro che hanno usato questo tipo
di mangime si sono trovati molto contenti. Il grosso vantaggio risiede nel fatto che è possibile, in tal modo,
tenere sotto controllo la dieta dei nostri pesci. Ed inoltre esiste la possibilità di confrontare in modo abbastanza
esatto composizioni diverse e forse in tal modo si può arrivare ad accontentare anche determinate specie
specializzate in fatto di mangime. C'è ancora molto da sperimentare, e non sono necessarie cognizioni
approfondite.
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