QUALE
FONDO USARE PER L'ACQUARIO
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Oltre a soddisfare ovvie esigenze estetiche, il fondo di un acquario serve ad ancorare
e nutrire le piante, accogliere pesci e invertebrati che amano insabbiarsi, nonché, più
in generale, a facilitare l'ambientamento dei pesci. Non essendo facilmente sostituibili ad acquario ormai riempito ed avviato, sabbie
e ghiaietti vanno scelti con criterio al momento di programmare l'allestimento della vasca, in
funzione non solo degli oggetti d'arredamento previsti ma anche e soprattutto delle piante coltivate e degli
organismi allevati.
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Ecco una rassegna dei materiali di fondo reperibili nei negozi di acquari: la raccolta in natura è infatti
sconsigliabile, per motivi sia etici che pratici.
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ACQUA DOLCE
La scelta è decisamente ampia e, salvo eccezioni, i prezzi abbastanza contenuti, tali da
rendere superflui il rischio e la scomodità di cercare "in natura" il fondo del nostro
acquario, impresa che consiglio solo a chi necessita di quantitativi davvero ingenti di
sabbia (ma anche in questo caso è possibile ottenere significativi
sconti per quantità, acquistando direttamente dal negoziante sacchi da 25 o 50 kg).
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I ghiaietti policromi
Costituiscono senza dubbio il fondo più diffuso in acquariofìlia, grazie alla loro economicità, versatilità e
buona resa estetica. Ne esistono di diversi tipi e granulometrie (da 1-2 a 10-30 mm), i più fini sono a volte
impropriamente commercializzati come "sabbia silicea". Sono costituiti da granelli diversamente colorati e a
composizione chimica diversa, nel complesso la loro colorazione è piuttosto scura e "calda"; in ogni caso,
contengono quasi tutti una percentuale ridotta ma significativa di calcio, in grado di influire decisamente sul pH. Sono tra i principali responsabili del "pH e durezza che non
scendono mai" lamentato da tanti acquariofili alle prime armi, cui vengono a volte venduti come "assolutamente neutri"
al riguardo..... In realtà, sono ottimi materiali per i classici "acquari misti" o di comunità in cui pH e durezza
possono comunque attestarsi su valori medi: si rivelano invece inadatti per vasche in cui questi parametri devono stabilizzarsi su valori decisamente bassi
(killifish, Discus, riproduzione, ecc). I più grossolani sono adatti soprattutto per acquari con grossi
Ciclidi e altri pesci scavatori, inoltre si prestano bene a ricoprire i filtri sottosabbia; i più fini facilitano la pulizia
del fondo tramite sifoni, agevolano il radicamento delle piante e l'attività di ricerca del cibo da parte di pesci di
fondo provvisti di barbigli, infine sono adatti all'allevamento di pesci che amano infossarsi nel fondo.
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Il quarzo puro
Ha generalmente colore bianco-grigio o rosato e granulometria variabile (da 1-3 a 10-20 mm). E' uno dei materiali di
fondo più consigliabili per vasche in cui sia necessario mantenere pH e durezza su valori bassi, in quanto pressoché
esente da calcio solubile in acqua. Valorizza particolarmente oggetti d'arredamento scuri, come i vari legni,
legno fossile, sugheri e pietre laviche. Certe qualità naturalmente si pagano: il suo costo, infatti, è decisamente
superiore rispetto ai ghiaietti policromi.
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La graniglia lavica
E' un materiale molto poroso e tagliente, di granulometria grossolana (10-30 mm),
utilizzato anche per il filtraggio. Ha reazione completamente neutra riguardo il calcio, dunque si può impiegare senza problemi in vasche per pesci e
piante acidofili. La calda tonalità rossa (per le varietà più pregiate, alcune invece sono molto più scure) e le eccellenti proprietà fertilizzanti lo rendono un fondo ideale per la
maggioranza degli acquari, non è però indicato in presenza di pesci scavatori (Ciclidi) o che "ingoiano" sabbia
(come le carpe), nonché per le specie che si infossano sul fondo come i vari Cobitidi e Mastacembelidi. Va lavato energicamente, perché
è tra i materiali più "sporchi" (ricchi di detriti e polvere) esistenti in commercio. Se utilizzato come materiale di
fondo per vasche di media o grande capacità, meglio richiedere al proprio
negoziante sacchi da almeno 25 kg: le confezioni da 1 o 5 kg per il filtraggio, infatti, sono molto più costose!
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I ghiaietti ceramizzati
Sono materiali trattati ad alta temperatura, di granulometria media (3-4 mm) e
pressoché sterili, privi di detriti organici: ciò ne rende superfluo il lavaggio e basterebbe da solo a giustificarne il costo sensibilmente più elevato
rispetto alla maggioranza degli altri ghiaietti. La particolare lavorazione offre poi un'ampia scelta di colori,
tutti atossici: dai più classici (nero, grigio) ai più "frivoli" (rosso, fucsia, rosa, giallo, ecc.). Soprattutto
il nero è molto indicato per far risaltare rocce chiare (quarzi rosa, zooliti, ecc.), ha però il difetto di assorbire
molta luce. Questi ghiaietti hanno conosciuto un notevole successo da quando sono apparsi in commercio, molti
acquariofili però li giudicano con severità, considerandoli artificiali e paragonandoli, in un certo senso,
alle piante di plastica e alle radici di resina o ceramica.
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Graniglia
lavica
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Ghiaietto
ceramizzato
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ACQUA MARINA
Se, come abbiamo visto, per l'acquario d'acqua dolce è preferibile scegliere il materiale di fondo (sabbie e ghiaietti)
tra quelli a reazione chimica neutra riguardo la presenza di sali di calcio che, ceduti all'acqua, contribuirebbero
ad incrementarne eccessivamente la durezza e il pH, per l'acquario marino valgono considerazioni esattamente opposte.
Qui vi è infatti la necessità di mantenere il pH oltre 8, valore decisamente alcalino:
questa stabilità è garantita da una durezza carbonatica elevata ( superiore a 8-10° dKH ), ovvero da una forte presenza di carbonati
e bicarbonati di calcio e magnesio disciolti nell'acqua. Un materiale di fondo calcareo, dunque, aiuta a stabilizzare nel
tempo e su valori ottimali certi parametri fondamentali per pesci e invertebrati.
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La sabbia corallina
È il materiale di fondo per eccellenza dell'acquario marino tropicale, ma - incongruenze geografiche a parte -
è ottima anche per il mediterraneo. Viene prelevata in zone costiere tropicali ed è costituita sia da frammenti
di madrepore e tubipore frantumate dall'azione meccanica delle correnti o da quella biologica dei pesci pappagallo
(Scaridi)che se ne nutrono, sia da calcare oolitico che si accumula col tempo intorno a frammenti dì alghe e detriti vari e,
rompendosi, finisce col ridursi in grani irregolari e di varia grandezza. Ne esistono varie pezzature commerciali:
la più diffusa e apprezzata è la classica sabbia a granulometria fine (1-2 mm), ideale per vasche che ospitino
organismi che tendono ad insabbiarsi come spirografi, pennatule, cerianti, attinie di sabbia, Labridi, scorfani,
ghiozzi, sogliole, ecc. I ghiaietti corallini a granulometria maggiore (fino a 20-30 mm), che spesso includono
grossi pezzi di rami di madrepore: sono generalmente più adatti a ricoprire filtri sottosabbia e a fungere da
materiali filtranti ad azione chimico-biologica nei filtri a scomparti, in virtù della loro elevatissima porosità.
Tutte le sabbie e ghiaie coralline sono a colorazione prevalentemente bianca, tendono però a ricoprirsi di alghe
e quindi a scurirsi dopo alcuni mesi di permanenza in acquario. Sono ricche di detriti vari e vanno quindi
sciacquate accuratamente in acqua corrente prima dell'uso.
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I gusci frantumati di ostriche
Destinati al consumo umano possono essere "riciclati" e costituire un valido materiale di fondo
(nonché di filtraggio) per l'acquario marino, sia mediterraneo che tropicale. In commercio si trovano
confezioni fino a 10 kg, decisamente più economiche della sabbia corallina. Con un po' di pazienza
e di... lavoro, è possibile realizzarli anche in casa: la materia prima si può reperire sulle spiagge
(in particolare dopo le mareggiate), oppure mettendosi d'accordo con ristoranti e pescherie. I gusci frantumati
vanno lavati energicamente prima dell'impiego in acquario: alcuni pezzi sono più leggeri e sottili degli altri e
tendono a galleggiare, vanno perciò eliminati o usati eventualmente come materiale filtrante ad azione
chimico-biologica (ottimo "tampone" per il pH). Il fondo di gusci frantumati è piuttosto "tagliente"
e inadatto all'allevamento di pesci e invertebrati con abitudini fossorie citati a proposito della sabbia corallina.
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La sabbia di aragonite
Raccolta soprattutto ai Caraibi, è simile per struttura a quella corallina ma ancor più efficace per
stabilizzare pH e durezza avendo un'elevatissima capacità-tampone e cedendo all'acqua, oltre a calcioe carbonato, anche diversi oligoelementi utili agli invertebrati. Si tratta di un materiale incredibilmente
poroso (un centimetro cubo di sabbia sviluppa ben 20.000 cm2 di superficie interna!), adatto quindi
all'insediamento di ricche colonie di batteri nitrifìcanti e perciò usato con azione filtrante come visto
in precedenza per la sabbia corallina.
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Sabbia
quarzifera
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Sabbia di
aragonite
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