COME  ARREDARE  L'ACQUARIO 

 

 

Nell'arredamento di un acquario - sia marino che d'acqua dolce - si possono utilizzare sia elementi artificiali che naturali: tra questi ultimi, pietre e legni sono senza dubbio i più usati. Ma negli ultimi anni sono stati fedelmente imitati dall'industria acquariofilia grazie all'impiego di resine ed altri materiali atossici. Numerosi poi gli oggetti di vario tipo e gusto a disposizione dell'appassionato per ornare la sua vasca: vediamoli insieme.

Lo sfondo
Creare uno sfondo bello e naturale al nostro acquario è un compito solo apparentemente semplice. Gli sfondi fotografici esterni, stampati su carta plastificata, rappresentano in genere praterie som-merse di piante acquatiche o pareti rocciose: economici e facilmente intercambiabili, riescono spesso a dare un notevole senso di profondità alla vasca senza sottrarle capacità, come accade con quelli interni tridimensionali. In alternativa, gli sfondi colorati neutri esterni sono in assoluto i più semplici, essendo rappresentati da semplice cartoncino opaco fissato alla parete dell'acquario: importante è la scelta dei colori, che devono essere sempre neutri e non vivaci. Indicato è anche il nero. Gli sfondi interni tridimensionali, realizzati in speciali resine atossiche, sono in assoluto i più costosi ma anche quelli che permettono la realizzazione di ambientazioni spettacolari e assolutamente realistiche. Immersi nell'acquario, sono in genere fissati alla sua parete posteriore, o fissati direttamente al fondo. Hanno il difetto di ridurre, anche in modo sensibile, la capacità della vasca e sono quindi generalmente utilizzati solo in acquari di dimensioni notevoli, anche a causa del prezzo.

Le rocce
Rappresentano uno dei punti di forza nell'arredamento del nostro acquario, permettendoci di ricostruire paesaggi subacquei belli ed particolarmente adatti alla vita dei pesci. Quelle destinate all'acquario tropicale d'acqua dolce è importante siano costituite da materiali non calcarei (nel dubbio, meglio testarle con una goccia di acido muriatico: se adatte non devono assolutamente "friggere") e prive di intrusioni di metalli pesanti, tossici se disciolti nell'acqua (evitiamo perciò di raccogliere rocce sconosciute dalla venature troppo brillanti). I negozi di acquariofilia offrono una vasta scelta di rocce per arredare le vasche, esteticamente molto attraenti e chimicamente idonee a tutti gli acquari. Le rocce laviche, di colore rosso o grigio scuro e particolarmente leggere, sono chimicamente neutre e non alterano pH e durezza. Si prestano particolarmente per far risaltare le livree più chiare e delicate, come quelle di molti Caracidi e piccoli Ciprinidi. Le rocce arcobaleno, di produzione americana, sono spesso lavorate (presentano uno o più fori) ma sempre neutre e dai colori (rosso, bianco, verde) piuttosto vivaci, possono essere utilizzate per creare dei rifugi per i pesci più timidi o territoriali. Le lastre di granito ed ardesia hanno origine metamorfica e dunque reazione neutra, dunque utilizzabili senza problemi in vasche con acqua acida e tenera: con pezzi di dimensioni limitate, si possono realizzare delle "terrazze", che accrescono il senso di profondità dell'acquario, consentendo inoltre la coltivazione delle piante in substrati differenziati. Le rocce granitiche e basaltiche, chimicamente neutre, sono particolarmente adatte in virtù delle loro tonalità scure a mettere in risalto le piante verdi e le colorazioni chiare o iridescenti dei pesci, ma assorbono molta luce costringendo l'acquariofilo a sovradimensionare l'impianto di illumuiazione della propria vasca. Le zooliti, prodotte specificatamente per il mercato acquariofìlo e in genere forate, hanno l'interessante caratteristica di riuscire ad assorbire piccole quantità di sostante azotate (ammoniaca), svolgendo, per un limitato periodo, un ruolo di filtro naturale. Di colore chiaro sono invece i quarzi, bianchi e rosa, cristalli particolarmente belli che, accoppiati a materiali di fondo scuri, creano effetti estetici suggestivi, anche se non troppo naturali. Il legno fossile, proveniente da antiche foreste pietrificate, è un materiale a metà strada fra il regno vegetale e quello minerale, in cui la lignina e lé altre molecole organiche sono sta­te sostituite, nel corso di milioni di anni, da elementi minerali, so­prattutto silicei: non galleggia (è anzi molto pesante), è a reazione neutra e, essendo di colorazione scura, contrasta piacevolmente con il verde delle piante e con la sabbia chiara. Di formazione stalattitica, le rocce di travertino sono spesso usate nei giardini per bordare le aiuole o per formare angoli rocciosi. Di colore chiaro, massicce ma relativamente leggere (presentano numerose cavità interne), sono molto decorative ma assai ricche di calcio che possono cedere in grandi quantità all'acqua modificandone sensibilmente la durezza, quindi sono adatte solo per gli acquari marini o per quelli d'acqua dolce con pH e durezza elevati (vasche per Ciclidi africani, carassi e altri pesci d'acqua fredda, acquario salmastro, ecc.). Originati dalla cristallizzazione di rocce calcaree dovuta alle forti pressioni ed alle elevate temperature che regnano alle grandi profondità del sottosuolo, i marmi (di cui esistono com'è noto numerose varietà di colore: bianco, verde, grigio-rosso, nero, multicolore, ecc.) sono effettivamente composti in buona parte da carbonato di calcio e, quindi, adatti anch'essi solo per vasche marine o comunque con acqua dura e alcalina. Un altro inconveniente è il notevole peso (quasi 3 tonnellate al metro cubo!), che ne consiglia l'utilizzo solo di piccoli pezzi o schegge, peraltro facilmente reperibili come materiale di scarto presso i marmisti.

I legni
Sono sicuramente tra i materiali più gradevoli e naturali per arredare il nostro acquario d'acqua dolce.
Non tutti i legni sono però adatti ad essere utilizzati in acquario: la maggior parte di quelli reperibili in natura, anzi, può arrecare più danni che benefici cedendo all'acqua sostanze organiche tossiche e coloranti o, col tempo, dando luogo a pericolosi fenomeni di decomposizione e quindi di inquinamento. È' consigliabile quindi acquistare i legni e le radici nei negozi specia­lizzati di acquariofilia, per ave­re la sicurezza di introdurre nella nostra vasca materiali sicuri o comunque preventiva­mente trattati per l'immersione permanente in acqua. Le radici di torbiera sono raccolte in terreni particolarmente acidi e poveri di ossigeno, ciò le rende a lungo inattaccabili da muffe, funghi e batteri una volta immerse in acqua. Purtroppo questi legni cedono all'acqua massicce quantità di acidi umici, tannini e sostanze coloranti, in grado di acidificare e scurire notevolmente l'acqua, specie in vasche di volume ridotto, caratteristica negativa per fortuna meno rilevante in numerosi altri legni e radici dai nomi spesso fantasiosi ed esotici ("mopani", "Manila", "savana", ecc.), raccolti in zone tropicali aride e sabbiose: l'azione combinata di sabbia, vento e sole li ha parzialmente mineralizzati, rendendoli generalmente pesanti (la maggioranza affonda in acqua) e dando loro forme e colori affascinanti, simili a sculture astratte. La superfìcie rugosa e irregolare delle cortecce di sughero risalta con effetti suggestivi in acqua, contrastando piacevolmente con le piante verdi e le sabbie di colore chiaro. Il sughero è un ottimo materiale d'arredamento che dura a lungo in acqua senza rilasciare alcuna sostanza tossica, ha tuttavia notevoli proprietà coloranti ed acidificanti e per giunta galleggia in permanenza assorbendo solo minime quantità d'acqua, va quindi obbligatoriamente ancorato al fondo fissandolo ad esempio con un chiodo ad una base di legno o plastica ricoperta di sabbia.

Piante di plastica - Terracotte - Quarzo bianco - Legni

Le piante di plastica
In certi acquari d'acqua dolce è difficile - se non impossibile - im-piantare una vera vegetazione acquatica. È il caso, ad esempio, delle vasche d'acqua salmastra, oppure di quelle che ospitano pesci fitofa-gi, che si nutrono cioè di alghe e piante ("piranha erbivori", certi Barbus, carassi, ecc.). Alle piante "vere" si può anche rinunciare per scelta, per opinabile che sia: in ogni caso, come alternativa esistono le piante di plastica, repliche spesso estremamente curate fin nei minimi particolari ed in grado, grazie anche all'utilizzazione di particolari materiali, di essere non facilmente distinguibili, in acquario, dalle piante vere e proprie.

Decorazioni varie 
Una decorazione artificiale può essere la replica più o meno fedele di un modello naturale (legno, roccia, ecc.) oppure un oggetto di fantasia (dai galeoni in miniatura alle anforette). In commercio si trovano repliche quasi perfetti di legni e rocce, talvolta più costose rispetto a ciò che si trova in natura ma con alcuni vantaggi rispetto a questi: non si deteriorano, sono meno facilmente attaccabili dalle alghe, pesano molto meno di analoghi oggetti naturali, non colorano l'acqua e non influiscono sulla sua composizione chimica, sono infine realizzati in forme e colorazioni gradevoli e facilmente armonizzabili con il resto dell'arredamento. Anche la ceramica, opportunamente lavorata, forni­sce ottime repliche di oggetti naturali, anche se particolarmente costose: elementi per ter­razze, sassi e rocce in ceramica con fori per l'inserimento di sabbia e piante, tronchi d'albero e radici di mangrovia sono tutti oggetti d'arredamento di gran­de fascino nell'acquario d'acqua dolce, la cui origine "artificiale" si evince difficilmente dopo alcune settimane di immersione, quando vengono ricoperti da un leggero strato di microrganismi e alghe incrostanti. L'impiego di palombaretti, piovre, galeoni, castelli,anforette, colonne romane ecc. è strettamente legato al gusto personale dell'acquariofilo. Se stampati e colorati con materiali atossici (attenzione a che ciò sia garantito), non influenzano in alcun modo la composizione chimica dell'acqua, la loro pre­senza nell'arredamento è inol­tre del tutto trascurabile per i pesci che, col tempo, ci si abi­tuano e li considerano alla stre­gua di una roccia, di un corallo o di un legno utilizzandoli magari come rifugio o addirittura come substrato per le loro uova. Se proprio non se ne può fare a meno, si cerchi se non altro di utilizzarli con moderazione e buon gusto, evitando di trasfor­mare il fondo dell'acquario in un "parco dei divertimenti" di stampo decisamente kitsch. Gli artistici e decorativi "col­li d'anfora", autentici o imita­zioni, più o meno incrostati di alghe ed altri organismi bentonici, costituiscono senz'altro il rifugio preferito da cernie, murene, polpi ed altri predatori di fondo: anche per essi vale la raccomandazione di non esagerare nel numero (di solito un singolo pezzo di buone dimensioni basta a rendere particolarmente suggestivo l'arredamento dell'intero acquario).

Scheletri di madrepore - Pietre vive - Pietre laviche

Gli scheletri madreporici
Fino agli anni Ottanta gli acquari marini tropicali venivano arredati prevalentemente con scheletri corallini, oggi inclusi nella convenzione di Washington (CITES) che ne ha fatto lievitare considerevolmente il prezzo riducendone di molto l'importanza nell'arredamento degli acquari marini, anche se difficilmente l'acquariofìlo rinuncia a inserirne qualche "pezzo" nella sua vasca. La presenza in acquario di scheletri madreporici ramificati è apprezzata soprattutto dai numerosi pesci corallini che tra i rami dei coralli sono soliti rifugiarsi o insidiare le loro prede, come damigelle (Pomacentridi), pesci mandarino (Callionimidi), pesci falco (Cirritidi), ecc. Va evitato invece il loro impiego nelle vasche d'acqua dolce dove, oltre a influire su pH e durezza essendo costituiti in buona parte da carbonati di calcio, sarebbero del tutto innaturali. Gli scheletri madreporici vengono trattati ed esposti al sole per eliminare ogni residuo organico dei polipi corallini che li hanno edificati in vita (vanno comunque energicamente sciacquati in acqua dolce prima di essere utilizzati), sono dunque tutti bianchi ad eccezione delle rosse tubipore e del corallo blu. In alternativa agli scheletri madreporici natu­rali, sono di recente apparse in commercio delle repliche sintetiche dei coralli, realizzate con speciali resine atossiche e colorate come i modelli naturali vivi. Il risultato è senz'altro apprezzabile e, anche se il loro costo resta elevato, i coralli sintetici sono preferibili a quelli naturali essendo decisamente più "ecologici".

Conchiglie
Le più grosse e massicce (Lambis, Cymbium, Strombus, ecc.) e i "balani giganti" provenienti dai tropici, hanno un grande effetto decorativo e offrono un rifugio naturale e gradito a molti pesci marini tropicali di piccola e media taglia; attenzione però a non esagerare inserendone un numero eccessivo, sia perché si rischia di realizzare un lugubre "cimitero di conchiglie", sia perché le loro cavità fungono da ricettacolo di escrementi e detriti vari che non possono essere rimossi se non estraendo l'intera conchiglia o il gruppo di balani dall'acqua.

Pietre vive
Costituiscono ormai l'arredamento di base di tutti gli acquari di barriera e di buona parte di quelli dedicati ai pesci. Si tratta di rocce di varie forme e dimensioni, prelevate da scogliere dei litorali tropicali o da reef morti successivamente colonizzati da alghe ed altri organismi incrostanti: il nome acquariofilo deriva proprio dalla ricchezza della flora e della fauna che le ricopre e che, se opportunamente conservata, accelera sensibilmente la maturazione dell'acquario e, in seguito, risulta determinante per la stabilizzazione dei processi biologici al suo interno. Le pietre vive vengono importate "a secco", in contenitori isolanti al cui interno viene mantenuto un elevato grado di umidità: se raccolte e spedite correttamente, e in seguito ben acclimatate dall'importatore, conservano in vita buona parte degli organismi che le colonizzano, molti dei quali (come i batteri e i protozoi) invisibili ad occhio nudo. Il loro costo è molto elevato (vengono vendute a peso o al "pezzo") ma senza dubbio giustificato dai vantaggi che il loro impiego comporta: tra l'altro, esse consentono di nutrire molti invertebrati microfagi e bentofagi (cioè che si nutrono di microrganismi del fondo) che difficilmente accettano cibi sostitutivi, come certe stelle e diversi molluschi nudibranchi. Prima di introdurle in acquario, però, vanno esaminate con attenzione, pezzo per pezzo: spesso infatti ospitano nei loro anfratti granchietti, vermi carnivori ed altri invertebrati che, col tempo, possono rivelarsi dannosi per gli altri ospiti e, per giunta, molto difficili da catturare! Alcuni negozi offrono pietre vive raccolte nei nostri mari, la cui utilizzazione dovrebbe però restare limitata agli acquari mediterranei: la maggior parte degli organismi che le colonizzano (a partire dalle alghe), infatti, non resiste a lungo alle condizioni di temperatura e salinità dell'acquario tropicale, col rischio dunque di pericolosi fenomeni di inquinamento.