ACCESSORI  E  INDUSTRIE  PRODUTTRICI

 

 

Come molti di voi mi hanno chiesto, ecco una panoramica sugli accessori reperibili in commercio nei negozi del settore acquariologico. Non tutti sono indispensabili, anzi, alcuni per me inutili, sta all'acquariofilo decidere se vale la pena acquistarli.

 

ACQUARI
E' da tempo finita l'epoca del "fai da te" in acquariofilia, sia per l'accresciuta esigenza di acquari belli e ben rifiniti oltre che funzionali, sia per le rigorose (e sacrosante) normative di sicurezza sugli impianti elettrici imposte dalla Comunità Europea. Ampia e qualificata è oggi la produzione di acquari accessoriati da parte dell'industria acquaristica, con un'offerta che va dalle mini-vasche di meno di 20 litri ai grandi acquari di oltre 500 litri. Le misure sono generalmente standard ma alcune case possono personalizzarle su richiesta dei clienti. L'acquario-tipo prevede un filtro biologico interno con alloggiamento per il termoriscaldatore e l'impianto di illumuiazione inserito nel coperchio a norma CE, con il timer luci incluso o opzionale. Molti modelli vengono offerti con un supporto - tavolo o libreria - dedicato, realizzato in materiale resistente all'acqua e (nel caso di modelli utilizzabili anche per il marino) alla salsedine. Quasi tutte le vasche sono in cristallo molato e saldato con silicone atossico, di gran lunga più diffusa è la classica forma a parallelepipedo (rettangolare) ma non mancano i modelli a cubo, a triangolo (per sfruttare gli "angoli morti" della casa), quelli a losanga o "panorama" (trapezoidali) e i più recenti a parete frontale convessa. Nel complesso, l'acquario di serie rappresenta oggi la migliore scelta per il neofita e risulta vantaggioso anche per l'acquariofilo più esperto grazie all'ottimo rapporto qualità/prezzo ormai raggiunto; è ancora carente però l'offerta di acquari in versione marina completi e funzionali, soprattutto nel segmento degli acquari "di barriera" anche se molte sono le novità registrate dal mercato negli ultimi anni.

 

LAMPADE FLUORESCENTI
I cosiddetti "tubi al neon" o lampade fluorescenti sono ancora la più comune fonte di illuminazione degli acquari, facili da installare e di relativa economicità. In passato il diametro di queste lampade era variabile, oggi la grande maggioranza dei modelli commerciati (eccetto i più piccoli da 8 W) hanno il diametro standard di 26 mm. Oltre a lampade di impiego universale, l'industria acquaristica propone numerosi tipi di lampade appositamente studiati per l'acquario, con spettro variabile secondo le esigenze dell'appassionato (fitostimolanti per le piante, a luce intensa per i coralli ermatipici, attiniche per le vasche marine, ecc.). Di recente comparsa sul mercato sono le compatte ad alta resa, in grado di erogare -a parità di consumo - un'intensità luminosa pari a 3-4 volte quella delle tradizionali lampade al neon.


RIFLETTORI
Negli acquari dedicati ai coralli ermatipici o a piante molto esigenti (come le "rosse") si può veramente affermare che "la luce non è mai troppa", lo spazio sotto-coperchio è però sempre esiguo e impedisce spesso di aggiungere altre lampade fluorescenti a quelle già esistenti. Non è raro poi il caso di acquari venduti con un parco-lampade del tutto insufficiente e, per problemi tecnici o semplicemente economici, non ampliabile dall'acquariofilo. In tutti questi casi un'ottima soluzione può essere rappresentata dai riflettori per tubi al neon, disponibili in misure adeguate ai wattaggi delle lampade e in grado di aumentarne fino al 100% l'intensità luminosa; in pratica, cioè, di raddoppiare l'impianto d'illuminazione dell'acquario in modo semplice e con una spesa decisamente contenuta.


GRUPPI DI ACCENSIONE
La maggioranza degli acquari di serie è provvista di impianto di illuminazione (lampade, reattore, starter, ecc.) posto in un unico blocco sotto il coperchio, ben protetto dall'acqua sottostante. Esistono inoltre in commercio vari gruppi di accensione (con o senza timer) che, collegati ad appositi portalampada con lampade fluorescenti, consentono di illuminare anche vasche autocostruite o non accessoriate.
Alcuni di questi gruppi sono elettronici, privi cioè dei tradizionali reattore e starter sostituiti da un circuito elettronico: sono più costosi, ma anche meno ingombranti degli altri, inoltre garantiscono una vita più lunga alle lampade e un'accensione senza il fastidioso "sfarfallìo". Molti di questi gruppi fungono da vere e proprie centraline: dispongono cioè di 2 o 3 prese di servizio cui è possibile attaccare vari accessori.

 

PORTALAMPADE
Dopo aver definitivamente sostituito le poco affidabili lampadine a filamento, le lampade al neon restano il sistema di illuminazione più diffuso in acquariofilia. Nel caso non siano inserite in un apposito vano sotto-coperchio a tenuta stagna, però, vanno isolate dagli spruzzi d'acqua e dall'umidità per ovvi motivi di sicurezza ma anche per preservarle da ossidazione e cortocircuiti. Per questo esistono in commercio speciali portalampada stagni, in silicone o policarbonato, da inserire alle due estremità della lampada e collegare, tramite lo spinotto in dotazione, al gruppo di accensione. Al momento dell'acquisto va specificato il wattaggio della lampada, in quanto da esso dipende anche la lunghezza del portalampada.

 

IMPIANTI SPECIALI
Sempre più diffusi sono gli impianti di illuminazione con lampade a vapori metallici, caratterizzate da un'intensità luninosa assai maggiore rispetto ai tradizionali neon ma anche da una forte emissione di calore, che ne rende pressoché indispensabile l'utilizzo in speciali portalampada sospesi sopra la vasca, necessariamente priva di coperchio e quindi "aperta". Sono impianti di costo piuttosto elevato rispetto ai normali gruppi di accensione (ma le lampade hanno una durata maggiore), la loro installazione non è inoltre tra le più semplici richiedendo spesso l'intervento sia dell'elcttricista che del muratore: in compenso, essi consentono di tenere in condizioni ottimali sia piante molto esigenti, ottenendone perfino la fioritura (lampade a vapori di mercurio), sia i più delicati invertebrati ermatipici di barriera (lampade ad alogenuri metallici/ioduri).

 

FILTRI INTERNI
Tra i primi filtri impiegati in acquariofilia troviamo i filtri interni: erano semplici contenitori di plastica o di vetro, riempiti di materiali filtranti (per lo più lana di perlon e carbone attivo) e azionati da un aeratore, confinati nell'angolo più nascosto dell'acquario. I loro eredi diretti sono gli attuali filtri interni rapidi, con pompa incorporata e cartuccia filtrante (spugna o carbone), impiegati soprattutto in vasche di piccola e media capacità. Altri filtri interni sono il sottosabbia e il biologico a scomparti. Il primo, costituito da una piastra unica o da più piastre componibili, viene posizionato sotto il fondo dell'acquario e azionato da uno o più tubi erogatori collegati a pompa o aeratore: oggi lo si considera soprattutto un buon "secondo filtro" da affiancare al filtro principale. Il secondo è probabilmente il filtro oggi più diffuso in Italia, al punto che la maggior parte degli acquari reperibili in commercio - accessoriati e non - ne è provvista di serie: ciò spiega perché i modelli in vendita da montare in vasche che ne siano prive sono relativamente pochi rispetto agli altri tipi di filtri interni.

 

FILTRI ESTERNI
I filtri esterni sono tradizionalmente riconducibili a due modelli: il filtro "a cassetta", da appendere ad una delle pareti della vasca e azionato da un aeratore o da una pompa, e il filtro "a cestello" (detto anche "a circolazione forzata" o "rapido"), da posizionare sotto o accanto alla vasca, munito di una propria pompa. Soprattutto quest'ultimo, dopo un periodo di crisi dovuto alla prepotente ascesa dei filtri biologici interni, è tornato in auge grazie ai nuovi modelli caratterizzati da prestazioni elevate, semplicità di manutenzione, bassi consumi e notevole silenziosità. Ai classici filtri a cestello si sono affiancati negli ultimi anni i filtri "sump", la maggior parte dei quali realizzati con la tecnica della percolazione: si tratta di bacini di raccolta (vere e proprie "vasche accessorie") posti sotto l'acquario da cui ricevono l'acqua a caduta tramite un pozzetto di tracimazione con "troppo pieno". L'acqua cade "a pioggia" gocciolando su strati di speciali materiali filtranti (ricci di plastica e simili) dove avviene la nitrificazione delle sostanze di rifiuto grazie all'abbondante presenza di ossigeno, quindi una pompa ad elevata prevalenza provvede a reimmetterla nella vasca sovrastante. Questi filtri possono fungere da vere "stazioni di filtraggio", potendo ospitare - grazie allo spazio disponibile - filtri accessori meccanici, schiumatoi, reattori di calcio, filtri a letto fluido, ecc.

 

FILTRI SPECIALI
Negli ultimi anni la tecnologia acquaristica ha messo a punto dei sistemi di filtraggio che sfuggono alle tradizionali classificazioni e richiedono quindi una sezione a parte. È il caso dei cosiddetti "filtri a letto fluido" o "ultracentrifugazione", che sfruttano l'enorme superficie a disposizione dei batteri nitrificanti offerta da un letto di fine sabbia silicea, attraverso cui viene spinta a pressione l'acqua proveniente dalla vasca. Classificabili tra i filtri "biologici" o meglio "batterici", questi filtri si possono collocare sia all'esterno che all'interno della vasca e sono usati soprattutto in acquariofilia marina. I "filtri denitratori" ospitano al loro interno colonie di batteri anaerobici, gli unici in grado - in assenza quasi totale di ossigeno - di trasformare ulteriormente i nitrati, eliminando l'azoto in forma gassosa. Hanno il vantaggio di affrancare quasi completamente l'acquariofilo dai cambi parziali dell'acqua, si tratta però di apparecchi dal funzionamento abbastanza complesso e piuttosto costosi, riservati ad acquari "importanti" e ad acquariofili già esperti. Infine, i filtri multifunzionali sono inseribili nelle vasche "sump" (v. FILTRI ESTERNI) e in grado di funzionare sia con azione chimica che meccanica e biologica.

 

MATERIALI FILTRANTI
Con inevitabile approssimazione, si possono dividere questi materiali in 3 gruppi: i filtranti ad azione meccanica, che trattengono le impurità e i detriti in sospensione più grossolani; i filtranti ad azione biologica, con ampia superficie per garantire il supporto più vasto possibile all'insediamento dei batteri nitrificanti; i filtranti ad azione chimica, che rimuovono o cedono sostanze che influiscono in qualche modo sulla composizione chimica dell'acqua. Molti materiali hanno in realtà una doppia o tripla azione, a seconda della loro struttura e della loro collocazione nel filtro.

 

SCHIUMATOI
Lo schiumatoio potrebbe essere definito "il più utile degli accessori utili": molti acquari marini ne nascono privi, salvo poi dotarsene col tempo, quando cioè gli acquariofili si convincono del suo ruolo fondamentale e dei grandi benefici che il suo uso comporta. Il principio di funzionamento dello schiumatoio si basa sulla caratteristica di molte sostanze organiche solubili (come le proteine e gli acidi grassi, ad esempio) di accumularsi all'interfaccia tra aria e acqua. Nello schiumatoio, la presenza di aria sotto forma di minutissime bollicine disperse crea una enorme superficie di contatto tra aria e acqua: in tale situazione le sostanze organiche solubili aderiscono alle bollicine d'aria formando una schiuma che monta verso l'alto e viene raccolta nell'apposito bicchiere di cui ogni schiumatoio è dotato, per essere quindi facilmente eliminata. Nell'espletare questa essenziale funzione di rimozione delle sostanze organiche, lo schiumatoio provvede al contempo a una efficace ossigenazione dell'acqua e agli scambi gassosi necessari a eliminare l'eventuale anidride carbonica in eccesso.

 

STERILIZZATORI
Per mantenere in buona salute i nostri pesci, il vecchio adagio "prevenire è meglio di curare" è più che mai attuale. Tra i più efficaci sistemi di prevenzione delle malattie virali, batteriche e parassitarie vi è la sterilizzazione preventiva dell'acqua, praticabile soprattutto con due tecniche alternative: l'ozonizzazione e le lampade battericide (UV), queste ultime oggi di gran lunga preferite all'ozono, gas aggressivo e pericoloso se non dosato con attenzione. La sterilizzazione è diffusa soprattutto in acquariofilia marina e, segnatamente, negli acquari di invertebrati che ospitino anche pesci, questi ultimi difficilmente curabili in caso di malattia visto che la maggior parte dei medicinali può avere effetti letali per gli invertebrati.

 

POMPE
La pompa è oggi il vero "cuore pulsante" di tutti gli acquari, ciò che fino a non molti anni fa era considerato invece l'aeratore. La tecnologia si è indirizzata verso una riduzione dei consumi, delle dimensioni, della rumorosità e della complessità di esercizio: attualmente la maggioranza delle pompe in commercio è caratterizzata da un consumo irrisorio rispetto alla potenza, dimensioni assai contenute, assoluta silenziosità e grande affidabilità, unitamente ad un prezzo d'acquisto che, negli ultimi anni, è andato addirittura calando e rende questo accessorio davvero alla portata di tutti. Utili parametri di riferimento per l'acquisto di una pompa sono la sua potenza (espressa generalmente in litri/ora) e la prevalenza (l'altezza massima a cui la pompa riesce a spingere acqua), quest'ultima è importante solo nei casi in cui la pompa è destinata a lavorare sotto il piano d'appoggio della vasca (ad esempio, nelle vasche tecniche e nei filtri "sump"), mentre non è rilevante se la pompa è inserita all'interno della vasca, ad esempio per azionare filtri interni o per creare correnti di movimento.

 

AERATORI
Fin dagli albori della moderna acquariofilia l'aeratore è stato il "polmone" dell'acquario, un accessorio indispensabile con molteplici funzioni: azionare filtri e schiumatoi, smuovere e ossigenare indirettamente l'acqua tramite le famose "bollicine" prodotte dai diffusori d'aria, far funzionare i sifoni ad aria per la pulizia del fondo, ecc. Oggi, con l'avvento delle pompe ad immersione sempre più economiche ed affidabili, nonché con la rivalutazione del ruolo dell'anidride carbonica nell'acquario d'acqua dolce, l'importanza dell'aeratore si è notevolmente ridimensionata. Questo accessorio resta però ancora molto utile per diversi impieghi (vasche per la riproduzione e la quarantena, azionamento di piccoli filtri interni, ecc.), mentre i modelli più potenti rappresentano tutt'oggi la soluzione meno dispendiosa per azionare i filtri di più vasche disposte in serie. Non va inoltre dimenticato che, contrariamente alle pompe, gli aeratori non incidono significativamente sulla temperatura dell'acqua, particolare che nei più caldi mesi estivi può assumere una certa importanza. La potenza di un aeratore si misura generalmente con la quantità in litri d'aria emessa in un'ora. I modelli più semplici ed economici hanno generalmente una potenza bassa, assenza di regolazione della portata, spesso non prevedono pezzi di ricambio e, col tempo, possono divenire molto rumorosi. Quelli più costosi sono in compenso più robusti e silenziosi, dispongono dei pezzi di ricambio delle parti più soggette ad usura e sono spesso provvisti di un regolatore di portata; alcuni modelli molto potenti hanno anche una doppia uscita. Nei negozi di acquari c'è un'ampia scelta non solo di aeratori ma anche della ricca accessoristica annessa: tubicini, rubinetti, deviatori, filtri per le impurità, morsetti, ecc.

 

TERMORISCALDATORI
In passato i riscaldatori a provetta erano a potenza fissa, quasi indispensabile dunque collegarli ad un termostato, in quanto se la temperatura esterna saliva eccessivamente (come in estate) si rischiava di "bollire" i propri beniamini! Oggi questi riscaldatori sono quasi scomparsi dal commercio, sostituiti dai loro naturali eredi: i termoriscaldatori, ovvero riscaldatori sempre a provetta di vetro speciale ma con un termostato incluso, nei quali è possibile impostare le temperatura desiderata entro un intervallo solitamente ampio. Nella maggioranza dei modelli il termostato è costituito da una lamina metallica che, seguendo il calore, apre o chiude il contatto; alcuni modelli, più precisi ma anche più costosi, sono provvisti invece di regolazione elettronica. Tutti i termoriscaldatori sono interamente sommergibili in acqua, anche se a volte si preferisce immergerli in verticale lasciando emerso il cappellotto con il pomello di regolazione.

 

RISCALDATORI A CAVETTO
Il cavetto termico non è una novità in campo acquariofilo ma, fino ad un recente passato, ha goduto di scarsa considerazione da parte degli appassionati: costo elevato, complessità di installazione (è obiettivamente difficile inserirlo in un acquario già allestito) e convinzione che con il suo calore "bruciasse" le radici delle piante ne hanno frenato a lungo la diffusione. Oggi questo sistema di riscaldamento si è notevolmente rivalutato, soprattutto da quando non lo si considera più come il riscaldatore principale della vasca, bensì una fonte di calore relativamente modesta da affiancare a quella, più cospicua, del classico termoriscaldatore. Una leggera e costante fonte di calore ascensionale si rivela particolarmente benefica per le piante, evitando il dannoso fenomeno dei "piedi freddi" e la stratificazione termica, pericolosa anche per i pesci e frequente nelle vasche più alte. È sempre consigliabile collegare questi riscaldatori (alcuni dei quali sono a basso voltaggio, ulteriore garanzia di sicurezza) ad un termostato che ne regoli l'accensione.

 

REFRIGERATORI E CLIMATIZZATORI
Gli organismi acquatici nostrani - pesci, piante e invertebrati sia d'acqua dolce che del Mediterraneo - necessitano, anche durante i caldi mesi estivi, di temperature sensibilmente più basse rispetto all'ambiente in cui è inserita la vasca. Il problema è risolvibile facilmente con l'installazione di un refrigeratore, accessorio oggi estremamente affidabile, compatto, dai ridotti consumi e, finalmente, dal prezzo accessibile sia pur ancora abbastanza elevato. Con il refrigeratore (la cui potenza dev'essere proporzionata al volume dell'acqua da raffreddare) è possibile mantenere anche d'estate la temperatura dell'acqua su valori simili a quelli riscontrabili in natura. Di recente comparsa è poi il climatizzatore, un apparecchio in grado cioè sia di riscaldare che di refrigerare secondo le esigenze e dunque particolarmente utile per gli acquari marini di barriera e per quelli d'acqua dolce "olandesi", ricchi di invertebrati e di piante che mal sopportano le elevate temperature spesso registrabili in estate.

 

IMPIANTI DI DISTILLAZIONE
Acqua potabile non vuol dire necessariamente acqua ideale per l'acquario, anzi: oltre a cloro e metalli, vi si possono trovare varie sostanze indesiderabili quali nitrati, fosfati, silicati e perfino pesticidi, provenienti dal dilavamento di terreni agricoli. Inoltre, generalmente presenta una conduttività elevata, ovvero è eccessivamente ricca di sali, molti dei quali contribuiscono a mantenerne molto alta la durezza, i cui livelli sono spesso incompatibili con la vita delle piante e di molti pesci originari di acque tenere e acide. Sarebbe perciò opportuno usare un'acqua depurata dalla maggioranza dei sali e dalle sostanze organiche più o meno nocive: quest'acqua può servire da base per ottenere acqua marina esente da nitrati e fosfati (miscelandola con appositi sali marini sintetici), oppure per un'acqua dolce ideale (previo "taglio" con acqua di rubinetto o integrazione con sali specifici). Due sono le soluzioni alternative per produrre in casa quest'acqua: l'impianto con resine a scambio ionico (costituito da due colonne in serie ad azione decalcificante e demineralizzante) e l'impianto ad osmosi inversa (una membrana selettiva attraverso cui passa l'acqua a pressione, depurata dalla maggioranza dei sali che vi sono disciolti). Entrambi gli impianti presentano vantaggi e svantaggi: i contenitori per le resine sono piuttosto ingombranti e le resine stesse si esauriscono dopo un certo quantitativo d'acqua prodotto (si possono però rigenerare con acido cloridrico e soda caustica), gli impianti ad osmosi sono più comodi e facilmente posizionabili ma con costi di esercizio senz'altro maggiori (in media, occorrono 4 litri d'acqua potabile per ottenerne uno demineralizzato).

 

IMPIANTI DI ANIDRIDE CARBONICA
Vista in passato come un gas nocivo da eliminare dagli acquari grazie alle "bollicine" prodotte dall'aeratore, l'anidride carbonica è oggi considerata elemento indispensabile per un corretto sviluppo delle piante acquatiche. Ai classici impianti con bombole ricaricabili si sono recentemente affiancati quelli con bombole "usa e getta" e quelli, innovativi, con cartuccia al carbonio e quindi privi di bombola. La tendenza del mercato porta a modelli sempre più semplici ed economici, senza rinunciare alla necessaria affidabilità, affinchè l'utilizzo della CO2 non resti limitato agli acquari più grandi e costosi: in essa si inseriscono gli impianti "biologici", che sfruttano particolari batteri per produrre la CO2 in apposite bombole. Nell'acquario marino di barriera l'anidride carbonica è un indispensabile complemento dei reattori di calcio.

 

SALI MARINI
Per i primi appassionati dell'acquario marino era d'obbligo procurarsi direttamente in mare (con i comprensibili disagi) l'acqua per la propria vasca, altrimenti bisognava trasformarsi in "piccoli chimici" e dosare col bilancino una serie di macro e microelementi che, aggiunti ad acqua dolce e sale da cucina, non garantivano comunque che una limitata sopravvivenza a pesci e invertebrati. Poi l'industria acquaristica ha messo a punto e commercializzato sali marini sempre più puri, completi e bilanciati, costituiti cioè dagli elementi presenti anche in semplici tracce (oligoelementi) nell'acqua marina naturale, ma di fondamentale importanza per le funzioni vitali di tutti gli organismi. Oltre agli oligoelementi, molti sali sono arricchiti di calcio disponibile per i coralli costruttori di barriera, nonché di enzimi e colloidi per una migliore acclimatazione degli organismi allevati. Un buon sale marino si scioglie senza lasciare praticamente residui, dovrebbe inoltre essere esente da fosfati e nitrati (o contenerne in quantità minime) che favoriscono un eccessivo sviluppo algale. Essendo come detto già completi, i sali marini andrebbero sciolti in acqua demineralizzata piuttosto che in acqua di rubinetto; è inoltre consigliabile usare per i cambi parziali acqua marina sintetica preparata da non meno di 48 ore e ben aerata.

 

REATTORI DI CALCIO
Tra gli accessori per l'acquario di barriera di più recente comparsa sul mercato, il reattore di calcio è già abbastanza diffuso tra gli appassionati dell'acquario di barriera: esso va collegato ad un impianto di CO2, il cui gas "scioglie" il letto di sabbia corallina all'interno dell'apparecchio, liberando preziosi sali di calcio che vanno a rimpiazzare quelli continuamente utilizzati soprattutto dai coralli ermatipici, stabilizzando inoltre pH e durezza carbonatica, meglio ancora sotto il controllo di un regolatore elettronico.

 

PRODOTTI PER IL TRATTAMENTO DELL'ACQUA
E' spesso necessario intervenire sull'acqua, fornendole delle sostanze sintetiche o naturali che aiutino a migliorare e stabilizzare le condizioni generali dell'acquario, nonché per andare incontro alle esigenze specifiche di pesci, invertebrati e piante. È il caso, ad esempio, delle sostanze-tampone che stabilizzano pH e durezza, nonché degli estratti naturali che acidificano gradualmente l'acqua, o delle soluzioni che la arricchiscono di vitamine, aminoacidi e sali essenziali, queste ultime particolarmente indicate per "stagionare" l'acqua distillata, eccessivamente sterile.

 

TERMOMETRI
Misurare la temperatura è indispensabile in acquario: uno sbalzo anche minimo può indebolire e predisporre pesci e invertebrati all'attacco dei germi patogeni, molto sensibili soprattutto le specie marine. Non bisognerebbe dunque risparmiare su un accessorio apparentemente modesto ma in realtà molto importante come il termometro, che non deve assolutamente mai mancare in nessun acquario. In commercio si trovano essenzialmente due tipi di termometro: il classico ad alcol (in vetro, da attaccare internamente con una ventosa) e il più recente a cristalli liquidi, con lettura digitale (strisce o quadranti adesivi da attaccare esternamente su una delle pareti della vasca).

 

DENSIMETRI
La misurazione della salinità, parametro essenziale per l'acquario marino, è piuttosto complessa e costosa, per cui in acquariofilia si preferisce misurare un parametro ad essa correlato, la densità. La maggioranza dei densimetri (misuratori di densità) per uso acquariofilo appartiene a due tipi, diversi per concezione e modalità di misurazione: il densimetro a galleggiamento e quello a lancetta. Il primo viene lasciato a galleggiare nell'acquario (o in un recipiente con acqua della vasca), sull'asta graduata che emerge dall'acqua e viene letto, a pelo d'acqua, il valore della densità. Il secondo consiste in un piccolo recipiente dotato di una lancetta mobile e tarata, con scala graduata lungo la quale (previo riempimento con acqua salata) si sposterà la lancetta posizionandosi sul valore misurato di densità.

 

BIOCONDIZIONATORI
L'acqua di rubinetto (eventualmente "tagliata" con acqua decalcificata e demineralizzata) è usata dalla maggior parte degli acquariofili per il riempimento iniziale e per i successivi cambi parziali della propria vasca. Quest'acqua è spesso eccessivamente ricca di cloro, un gas usato per potabilizzarla ma le cui proprietà disinfettanti si rivelano assai tossiche per quasi tutti gli organismi acquatici; inoltre, nell'acqua potabile sono a volte presenti tracce di metalli pesanti (come il rame) ceduti dalle condutture domestiche, anch'essi nocivi per pesci e piante sia pure in minima concentrazione. Un biocondizionatore (termine per la verità generico e improprio ma ormai entrato nell'uso comune) consente di utilizzare subito e senza rischi l'acqua del rubinetto, eliminando il cloro e "legando", neutralizzandoli, gli eventuali metalli presenti. Inoltre, i biocondizionatori dell'ultima generazione sono arricchiti di sostanze mucoprotettive e cicatrizzanti che aiutano i pesci a superare eventi traumatici (cambi d'acqua, trasferimenti di vasca, cattura con retino, lunghi trasporti, ecc.).

 

BATTERI
In un acquario di nuovo allestimento l'introduzione dei primi pesci è subordinata alla maturazione del suo impianto di filtraggio, ovvero occorre attendere che nel filtro (ma anche sul fondo, sugli oggetti d'arredamento e nell'acqua) si sviluppi una popolazione di batteri decompositori sufficientemente ampia e articolata da poter "smaltire", trasformandole in composti via via meno tossici, le sostanze di rifiuto immesse continuamente nell'acqua (escrementi dei pesci, detriti vegetali, avanzi di mangime, ecc.) che, altrimenti, renderebbero alla lunga il nostro acquario una pozza maleodorante e senza vita.Tale flora batterica si installa spontaneamente nella vasca ma ciò richiede di regola tempi piuttosto lunghi, inoltre non sempre essa si sviluppa in modo omogeneo e completo, almeno durante i primi mesi. Sono perciò disponibili in commercio confezioni di ceppi batterici selezionati e "dormienti" che, a contatto con l'acqua, tornano in attività colonizzando così in breve tempo il filtro e il resto della vasca. Questi prodotti sono molto utili anche per ripristinare la flora batterica inevitabilmente danneggiata quando si puliscono i materiali filtranti o per l'utilizzo di sostanze curative, dopo ingenti cambi d'acqua, ecc.

 

FERTILZZANTI
Le piante dell'acquario, esattamente come le piante da giardino e da appartamento, devono essere regolarmente fertilizzate affinchè dispongano dei nutrienti indispensabili per la crescita. In commercio si trovano numerosi tipi di fertilizzanti: materiali di fondo naturali (argilla o humus) o arricchiti con sostanze nutrienti a lento rilascio, da usare insieme o in alternativa a sabbie e ghiaietti; sfere e compresse a lento scioglimento da inserire nel fondo presso le radici; fertilizzanti liquidi, assimilati dalle piante acquatiche non solo con le radici ma anche attraverso fusto e foglie. Quasi tutti i fertilizzanti per piante acquatiche sono esenti da nitrati e fosfati, sostanze utilizzabili direttamente da poche specie e in compenso "concimi" per le alghe infestanti.

 

INTEGRATORI
In ogni acquario, sia marino che d'acqua dolce, molte sostanze disciolte nell'acqua vengono assimilate selettivamente dagli organismi acquatici (pesci, piante, alghe, invertebrati), che le sottraggono così all'ambiente. Queste sostanze sono peraltro di fondamentale importanza per gli organismi allevati o coltivati: il calcio, ad esempio, è indispensabile per l'edificazione degli scheletri calcarei corallini e delle conchiglie dei molluschi. Gli integratori permettono una reintroduzione mirata delle sostanze più richieste dagli organismi marini e di cui c'è maggior rischio di carenza. In acqua dolce, è spesso difficile distinguere gli integratori dai fertilizzanti: in genere, rispetto a questi ultimi gli integratori sono più selettivi, la loro formulazione cioè comprende solo specifiche sostanze nella forma più facilmente assimilabile dalle piante.

 

OLIGOELEMENTI
Oligoelementi si chiamano gli elementi sciolti nell'acqua in quantità minime (tracce), inferiori a 1 mg/litro. Nell'acqua marina, oltre a 11 "macroelementi" che costituiscono da soli oltre il 99% dei sali in soluzione (sodio, cloro, magnesio, ecc.), esistono almeno una settantina di oligoelementi che insieme costituiscono meno dell'1% della composizione chimica dell'acqua di mare ma sono indispensabili alla vita di pesci, alghe e invertebrati che quindi li sottraggono continuamente dall'acqua, insieme a vitamine e aminoacidi: parte di queste sostanze viene rimpiazzata per mezzo dei cambi parziali dell'acqua e con il mangime somministrato ai pesci, ciò non è però quasi mai sufficiente e occorre quindi una reintegrazione mirata. Oligoelementi per piante e per pesci (eventualmente associati a vitamine) sono disponibili anche per l'acqua dolce.

 

TEST
La composizione chimica dell'acqua è estremamente variabile, inoltre possono esservi disciolte numerose sostanze che influenzano notevolmente la vita degli animali e delle piante ospitati in acquario: è opportuno conoscere e monitorare i parametri ambientali di volta in volta più utili per avere successo in questo hobby e non procedere alla cieca. Il mercato offre una gamma davvero ampia di test di ogni genere, sia per acqua dolce che marina. I più comuni e diffusi sono quelli che misurano il pH, i vari tipi di durezza e i nitriti. Il recente successo degli acquari marini di barriera ha comportato la richiesta di test molto specifici relativi a particolari oligoelementi, mentre la conferma dell'importanza dei nitrati e dei fosfati nello sviluppo delle alghe infestanti ha aumentato sensibilmente la diffusione dei test per queste due sostanze. I misuratori più classici sono quelli a gocce: si tratta di reagenti liquidi che, a contatto con un campione d'acqua, lo colorano; confrontando il campione con una scala colorimetrica si ottiene una misura abbastanza precisa del parametro richiesto. Metodologia simile hanno i test in polvere o compresse, da sciogliere in acqua. Rapidi e comodi i misuratori a strisce colorimetriche, utili soprattutto per misurazioni veloci. Infine, i test elettronici sono indubbiamente i più precisi ed affidabili, ma anche assai più costosi e quindi riservati ad acquariofili molto esigenti, come gli appassionati di Discus e di acquari marini di barriera.

 

MANGIMI
E'soprattutto dal dopoguerra che sono stati formulati e distribuiti in commercio i mangimi per pesci d'acquario, prima d'allora gli acquariofili nutrivano i loro beniamini soprattutto con cibo vivo o "fatto in casa". I mangimi secchi (fiocchi, granuli, pellets, crisp, ecc.) sono stati i primi ad essere prodotti espressamente per i pesci da acquario, composti da un'ampia varietà di materie prime sia animali che vegetali. Un tempo si lamentava per questi mangimi una carenza di vitamine, oggi ampiamente superata al punto che pressoché tutti i mangimi secchi contengono le vitamine essenziali (inclusa la C stabilizzata). I mangimi liofilizzati sono alimenti disidratati in condizioni di sottovuoto per ridurre al massimo i rischi di contaminazione batterica, si tratta in genere di animali (vermi, gamberetti e piccoli crostacei, larve di insetti, ecc.) che, una volta reidratati in acqua, tornano ad assumere forma e dimensioni originarie: costituiscono un'ottima e comoda alternativa ai mangimi freschi e surgelati, il loro impiego è in sensibile aumento soprattutto in acquariofilia marina. Infine, i mangimi surgelati non differiscono granché, per modalità di preparazione e conservazione, dai classici surgelati per il consumo umano. Movimento a parte, sono l'alimento più simile alle prede naturali dei pesci che sia possibile somministrare in acquario, il loro impiego si è perciò rivelato fondamentale per allevare con successo le specie più esigenti, soprattutto marine.

 

REGOLATORI ELETTRONICI
E' l'era dei computer e l'acquario non fa eccezione, le vasche "computerizzate" sono sempre più numerose anche se l'elevato costo degli accessori di gestione elettronica ne limita ancora la diffusione tra gli appassionati. L'esigenza dei regolatori elettronici che controllino e segnalino variazioni anche minime di certi parametri ambientali è particolarmente sentita dai possessori dei grandi acquari di barriera, ricchi di coralli e altri organismi sensibili, nonché dagli acquariofili che vogliono sfruttare al massimo e senza il minimo rischio i vantaggi della somministrazione di CO2 nel loro acquario d'acqua dolce.

 

MANGIATOIE
Per l'acquariofilo le sospirate vacanze - specie quelle estive, di solito più lunghe - rappresentano sempre un periodo critico, corrispondendo ad un forzato "abbandono" dell'acquario, sia pur temporaneo. Per assenze di una settimana o poco più è in genere sufficiente un timer per le luci, che garantisca un'illuminazione ottimale a piante o invertebrati ermatipici. Se la vacanza si prolunga, va presa in seria considerazione (in mancanza di un vicino o amico compiacenti) la possibilità di installare una mangiatoia automatica: questo accessorio funziona di solito a batteria (è dunque indipendente dalla rete elettrica) e consente di distribuire due o più volte al giorno un quantitativo di mangime predeterminato. Alcuni modelli dispongono di un sistema di ventilazione incorporato per mantenere il cibo sempre asciutto, in altri è possibile ventilare il mangime collegandoli ad un aeratore. È in ogni caso consigliabile riempire il serbatoio di queste mangiatoie con mangimi pellettati (in granuli), meno igrofili di quelli in fiocchi e quindi meno soggetti a compattamento con l'umidità.

 

SOSTANZE CURATIVE
Sano come un pesce", mai detto fu così infelice: in realtà, i pesci d'acquario sono afflitti da malattie di ogni genere la cui diffusione è non di rado da imputarsi all'assenza di quarantena e di cure da parte di importatori e negozianti, questi ultimi sempre più tentati dal "fai da te" nell'importazione. La cura non è sempre agevole, anche perché non può prescindere da una corretta diagnosi spesso fuori dalla portata dell'acquariofilo che non dispone certo di strumenti di laboratorio ed è quindi costretto ad affidarsi all'esperienza e... alla fortuna. Oggi i negozi specializzati offrono una vasta scelta di prodotti in grado di curare efficacemente gran parte delle più diffuse patologie dei pesci d'acquario: come per i medicinali per uso umano, è importante seguire attentamente le istruzioni e i dosaggi consigliati dai produttori.

 

ALGHICIDI E LUMACHICIDI
Alghe e lumache sono per molti acquariofili (specie i neofiti) un vero flagello: fastidiose e invadenti, dannose per le piante e spesso poco appetite dai pesci, sono comunque un segnale che qualcosa nell'acquario non va o che se ne è trascurata eccessivamente la gestione. È sempre meglio prevenirle o combatterle con rimedi "biologici" (specifici pesci e invertebrati "mangia-lumache" e "mangia-alghe"), nei casi più gravi e apparentemente irrisolvibili possono essere d'aiuto specifici prodotti in vendita nei negozi di acquariofilia, da utilizzare con una certa accortezza seguendo attentamente le istruzioni per l'uso.

 

PICCOLI ACCESSORI
La manutenzione dell'acquario comporta una serie di piccoli interventi periodici, che vanno dalla pulizia del fondo a quella dei vetri, dal cambio parziale dell'acqua alla potatura delle piante. Vi sono poi operazioni particolari che richiedono degli interventi specifici, come isolare una femmina di Pecilide prossima al parto, ad esempio, oppure realizzare complesse strutture di arredamento incollando tra loro rocce o coralli. Per la manutenzione ordinaria e straordinaria dell'acquario, nonché per soddisfare esigenze un po' particolari che possono presentarsi nella sua gestione, sono disponibili in commercio numerosi accessori che, apparentemente non indispensabili, possono risolvere con poca spesa problemi altrimenti di non facile soluzione.

 

Ora se avete scelto qualche accessorio di vostro interesse e volete sapere chi lo produce e quanto costa visitate le aziende che operano sul mercato, dove troverete numeri di telefono, fax, @-mail, indirizzi internet.