LE  PIANTE  PER  COMINCIARE

 

 

In passato spesso la coltivazione delle piante in acquario era considerata solo dal punto di vista decorativo, alla stregua di legni, rocce e altri oggetti d'arredamento. Fortunatamente oggi non è più così: tutti gli acquariofili riconoscono alle piante un ruolo fondamentale per l'equilibrio biologico dell'acquario d'acqua dolce e l'appassionato dispone di un'ampia scelta di prodotti e di attrezzature per coltivarle. Conoscere le piante acquatiche e le loro esigenze significa non solo allestire splendidi acquari, ma soprattutto entrare nello spirito di un'acquariofilia intesa come un affascinante modo di apprendere i meccanismi che regolano la vita nelle acque e i rapporti tra gli organismi che le abitano.

Il termine "piante acquatiche" è quanto mai generico e dice poco all'acquariofilo in termini pratici, cioè di coltivazione nelle proprie vasche. In realtà, possiamo distinguere diversi "tipi ecologici" di piante che, in differente misura, sono legate all'acqua e quindi coltivabili in acquario.

 

Piante esclusivamente acquatiche
Effettuano tutto il loro ciclo vitale (dal seme o dalla spora al fiore, se presente) in acqua, da dove assorbono tutte le sostanze nutritive di cui necessitano attraverso fusti e foglie. Alcune specie possiedono anche un apparato radicale ben sviluppato, che serve sia ad ancorarsi al fondo, sia ad assimilare nutrienti disciolti nella sabbia. Sono adatte senza riserve agli acquari, tra le più consigliabili per i principianti ricordiamo le varie specie di Elodea, Egeria, Lagarosiphon, Ceratophyllum, Vallisneria, Crinum e Aponogeton.

 

Piante palustri o anfibie
Rappresentano la quasi totalità delle piante più comunemente coltivate in acquario. Vi appartengono tutte quelle specie che in natura crescono sui bordi di laghi e fiumi, restando sommerse per periodi più o meno lunghi (da pochi giorni a mesi interi) in seguito alle piogge che fanno tracimare i bacini. Sono tutte provviste di apparato radicale ben sviluppato, attraverso cui assimilano sostanze nutritizie dal fondo che deve essere quindi ben fertilizzato, tuttavia durante la vita sommersa possono assimilare nutrienti anche direttamente dall'acqua, modificando in misura più o meno netta il loro apparato fogliare (in genere fusti e foglie sommersi diventano più sottili rispetto alle forme emerse). Tra queste piante ricordiamo le varie specie di Echinodorus, Cryptocoryne, Hydrocotyle, Limnophila, Lilaeopsis, Hygrophila, Ludwigia, Bacopa, Ammannia, Lobelia, Rotala, Ceratopteris, ecc.

Piante epifite
Sono specie - perlopiù anfibie - capaci di crescere abbarbicate a legni e rocce, assimilando la maggioranza dei nutrienti direttamente dall'acqua. In acquario si prestano idealmente a ricoprire gli oggetti d'arredamento e sono per questo molto ricercate. Appartengono a questo gruppo le varie Anubias nonché molte felci, e muschi (Microsorum, Bolbitis, Riccia, Vesicularia).

 

Piante con foglie galleggianti
Sono piante che, pur sviluppandosi ben radicate al fondo da cui assimilano la maggior parte del nutrimento di cui necessitano, emettono foglie che si adagiano in superficie con effetto molto decorativo negli acquari "aperti", in cui è possibile ammirarne anche la fioritura. Vi appartengono tutte le ninfee e piante simili (Nymphaea, Nuphar, Nymphoides).

 

Piante galleggianti
Sono piante che fluttuano liberamente in superficie, provviste o meno di apparato radicale. Si possono senz'altro considerare come interamente acquatiche, il loro utilizzo in acquario è però in genere limitato alle vasche aperte illuminate da lampade a
vapori. Vi appartengono i generi
Azolla, Salvinia, Trapa, Eichhhornia, Pistia, Limnobium e altri.

 

Come disporre le piante in acquario
Creare paesaggi subacquei utilizzando le piante acquatiche ha, come presupposti, buone conoscenze tecniche sulla loro biologia ed uno spiccato senso estetico. Questo consigli rappresentano perciò una semplice introduzione alla loro disposizione, in un acquario che vorremmo diventasse bello come quelli "olandesi". 

La parete di sfondo e quelle laterali.
Se realizzati con materiali morbidi, come sughero pressato o polistirolo espanso, e sistemati all'interno della vasca, sfondi adeguati possono essere utilizzati per impiantarvi specie epifite come Microsorum pteropus e Anubias spp.. Specie con lunghe foglie a nastro, come Vallisneria spp., possono essere utilizzare per nascondere alla vista tubi e cavi.

Le piante di primo piano. 
Sono piante relativamente basse, o di cui è comunque possibile regolare l'altezza con specifici interventi di potatura. Devono essere scelte fra quelle di dimensioni ridotte e crescita lenta. Si possono dividere a loro volta in almeno due gruppi: piante "da prato" e piante "da cespuglio". Le prime tendono a formare per l'appunto "prati" o "tappeti" grazie ad una rapida moltiplicazione vegetativa per stoloni striscianti sul fondo, che danno origine a nuove pianticelle: a questo gruppo appartengono specie quali Lilaeopsis spp., Sagittaria subulata, Crassula helmsii, Glossastigma elatinoides, Echinodorus tenellus ed Elatine macropoda, tutte coltivabili anche in piccoli acquari. Altre piante tendono invece a formare "siepi" o "cespugli", la cui forma e le cui dimensioni dipendono sia dal loro modo di crescita, sia dalle operazioni di potatura dell'acquariofilo. Sono particolarmente consigliabili per vasche con arredamento a "terrazze" o comunque con notevoli dislivelli del fondo, cui contribuiscono a conferire suggestivi effetti di profondità soprattutto se associate a piante più alte sul retro. Specie adatte ai piccoli acquari: Cryptocoryne lingua, C. minima, C. willisii, Anubias nana; per acquari medio-grandi: Acorus gramineus pusillus, Eleocharis parvula, Lobelia cardinalis, Sagittaria platyphylla, Samolus valerandi, Cryptocoryne wendtii, Echinodorus bolivianus, Micranthemum micranthemoides. Un fondo ben fertilizzato e una forte illuminazione favoriscono in tutte le specie di primo piano una crescita compatta a livello del suolo, inibendone la tendenza a raggiungere la superficie.

Piante per il centro dell'acquario. 
Sono certamente le più vistose, vero e proprio "punto di richiamo" nell'arredamento della vasca. A seconda del modo di crescita, si possono coltivare in gruppo o solitarie: queste ultime meritano in pieno l'appellativo di "piante protagoniste" in quanto monopolizzano l'attenzione dell'osservatore, sviluppandosi rigogliosamente e richiedendo un ampio spazio libero intorno a sé. Piante protagoniste per eccellenza sono i grossi Aponogeton (A. crispus, A. boivinianus, A. henkelianus), le ninfee come Nymphaea lotus (di cui vanno recise tempestivamente le foglie che tendono a salire in superficie), gli Echinodorus più imponenti (come E. bleheri, E. schlueteri e E. osiris), le grandi Anubias (A. barteri, A. heterophylla) e altre ancora. Tra le piante di gruppo per la zona centrale, meritano di essere citate Hygrophila difformis, Heteranthera zostenfolia, Ceratopteris thalictroides, Hydrocotyle leucocephala e Rotala macrandra, ma anche Ammannia gracilis e Hygrophila corymbosa.
Una realizzazione di grande effetto, che aumenta grandemente la sensazione di profondità dell'acquario, è il cosiddetto "viale". Questo è costituito
da una diagonale formata da piante con altezza scalata, che inizia nella parte anteriore della vasca, circa ad un quarto della sua lunghezza complessiva, e si dirige verso la sua parete di fondo. Piante adatte sono quelle a stelo dalla crescita non troppo rapida, come Lobelia cardinalis o Cryptocoryne wendtii, in modo da non dover essere costretti a rifare l'allestimento troppo frequentemente.

Piante per lo sfondo e le pareti.
Vi appartengono le specie che più si sviluppano in altezza, da disporre in filari o in folti cespugli lungo le pareti laterali e posteriore della vasca. La maggioranza di queste piante è adatta solo per vasche di altezza non inferiore ai 40 cm, dunque sconsigliabile per i piccoli acquari. Tipiche piante di sfondo sono quelle a lunghe foglie nastriformi quali i Crinum e le diverse specie e varietà di Vallisneria; un secondo gruppo è costituito dalle specie con foglie aghiformi disposte in verticilli, come le varie Cabomba, Limnophila, Myriophyllum e Ceratophyllum. Infine, le specie con stelo lungo ed eretto su cui si innestano foglie opposte due a due, come le Bacopa, Ludvigia e Hygrophila.

Piante su legni e rocce.
Alcune specie di piante richiedono sistemi particolari di coltivazione che ne condizionano il posizionamento. È il caso ad esempio della felce di Giava (Microsorum pteropus), una specie epifita che non può essere piantata sul fondo ma fissata con filo di nylon su rocce porose (laviche e simile) e legni, dove col tempo si radica naturalmente. Su rocce e legni crescono anche le Anubias, la felce Bolbitis, i muschi e le epatiche
d'acqua (Vesicularia, Glossadelphus, Riccia).

Piante galleggianti.
Vanno necessariamente disposte in superficie, dove occorre tenerle sotto controllo per evitare che ricoprano l'intero specchio d'acqua "oscurando" le specie sottostanti. Ne fanno parte le varie specie di Salvinia, Azolla, Pistia, Trapa, Eimnobium e Eichhornia.

 

Fertilizzanti in compresse a lento scioglimento

Una spuntatina alle radici favorisce l'acclimatazione delle nuove piante in acquario

Fertilizzare le piante nel modo giusto.
I prodotti utilizzabili per migliorare accrescimento e salute delle piante acquatiche, che è possibile trovare attualmente in commercio, sono molti, e spesso non è semplice orientarsi di fronte a questa scelta così ampia. Un elenco delle categorie in cui è si può suddividerli, ci aiuterà a capire come utilizzarli nel migliore dei modi.

Fertilizzanti liquidi.
In genere contengono potassio, magnesio, zolfo ed altre sostanze nutrienti. Vanno aggiunti all'acqua della vasca con cadenza settimanale o bisettimanale, secondo il prodotto utilizzato, e sono particolarmente adatti per la coltivazione di quelle piante che assumono la maggior parte degli elementi necessari attraverso foglie e fusto.

Fertilizzanti granulari, in stick o tavolette.
Vanno mescolati alla sabbia del fondo nella fase di allestimento della vasca, ma esistono in commercio sabbie già arricchite di fertilizzanti. I singoli granuli sono, in alcuni casi, ricoperti da una particolare membrana osmotica, che ingloba i nutrienti rendendoli disponibili per le piante solo quando la loro presenza in soluzione tende ad abbassarsi.

Sfere d'argilla e laterite.
Anch'esse possono essere utilizzate nella preparazione del fondo della vasca, ma in questo caso è opportuno che lo strato d'argilla sia trattenuto da una sottile retina sintetica, che eviterà la loro "risalita" alla superficie del substrato di fondo, e successiva trasformazione in focolai di proliferazione algale.

Anidride carbonica.
Uno degli elementi fondamentali nell'accrescimento delle piante è indubbiamente il carbonio, nel caso delle piante acquatiche esso viene "estratto" soprattutto dall'anidride carbonica (CO2). In mancanza di CO2 libera, queste utilizzano come fonte di carbonio i bicarbonati presenti in soluzione, facendo abbassare pericolosamente il KH e rendendo così instabile il pH, che alla presenza di CO2 e a quella di bicarbonati è strettamente legato. Somministrando CO2 si ottiene, quindi, il doppio risultato di fornire una preziosa fonte di carbonio alle piante e di stabilizzare il pH su valori debolmente acidi o neutri. Gli impianti per la diffusione della CO2 sono composti da una bombola (di tipo ricaricabile o "usa e getta"), che contiene il gas in forma liquida. Le bombole sono fornite di un rubinetto di apertura e di un riduttore di pressione, che regola la sua uscita tramite una valvola a spillo. Due manometri misurano la pressione all'interno della bombola e quella di esercizio. La CO2 è immessa nell'acquario sotto forma di minutissime bolle, tramite un apposito diffusore, in genere munito di un "contabolle" che permette di calcolare la quantità di gas rilasciato (misurata in bolle/minuto). Circa 20-30 mg/l rappresentano un'adeguata quantità di CO2 in soluzione per un acquario ricco di piante, quantità che può essere raggiunta, nell'ipotesi di una vasca di circa 250 litri di capacità, erogando 1-2 bollicine al secondo.
Per tenere costantemente sotto controllo la quantità di CO2 disciolta nell'acqua (non dimentichiamo che, a valori molto alti, oltre i 60 mg/l, essa può diventare tossica per i pesci) si ricorre a un misuratore continuo di CO2 posto all'interno della vasca, il quale, mutando il proprio colore, indica in modo approssimativo la giusta, eccessiva o insufficiente quantità di questo gas presente nel nostro acquario.

 

Dieci regote d'oro per ben cominciare con le piante
1) Documentarsi sulle caratteristiche ed esigenze delle varie specie prima dell'acquisto.
2) Preferire sempre esemplari senza fiori e con foglie giovani, magari meno appariscenti ma più facilmente acclimatabili.
3) Fare molta attenzione durante il trasporto dal negozio all'abitazione: usare scatole di polistirolo o borse termiche durante i mesi più freddi o più caldi, non "schiacciare" mai le piante una sull'altra.
4) Prima di piantarle nella vasca, potare le foglie vecchie, è inoltre buona regola cimare le radici con le forbici.
5) Se si inseriscono le piante durante l'allestimento dell'acquario, effettuare l'operazione con la vasca parzialmente riempita con acqua almeno tiepida (sui 20°C), declorata e con valori chimici (pH e durezza soprattutto) possibilmente già definitivi.
6) Realizzare preventivamente uno schizzo di come saranno disposte le diverse specie e varietà nella vasca, tenendo presente l'altezza raggiuntala ognuna, la rapidità dello sviluppo, le esigenze di luce e di fondo, ecc.
7) Nell'inserire le pianticelle, rispettare una distanza di sicurezza tra i singoli esemplari a misura del loro futuro sviluppo (documentarsi sulle dimensioni raggiunte dalle foglie).
8) Le piante acquistate in coltura idroponica vanno inserite senza il vasetto, infatti il substrato spugnoso su cui radicano è in genere eccessivamente ricco di fertilizzanti che favorirebbero lo sviluppo delle alghe infestanti.
9) Le piante acquistate in mazzetto vanno liberate dall'anello di piombo e inserite una per una, rispettando una minima distanza tra i singoli steli.
10) Negli acquari di recente allestimento attendere qualche giorno (10-15 almeno) prima di cominciare a fertilizzare.