C'era una volta... il Mondo a colori
Correva l’anno tremila e la Terra era ormai solo una palla di fumi tossici, per questo motivo la gente era costretta a migrare su altri pianeti oppure ad uscire di casa con delle mascherine protettive.
Il paesaggio era lugubre e monotono, c’erano solo grattacieli ovunque, industrie con comignoli fumanti e strade trafficate dove scorrevano navicelle ultraveloci e non catalizzate.
Il cielo era sempre grigio e avvolto in una cappa di denso fumo. Una sola zona non era stata intaccata dall’inquinamento, perché ancora protetta interamente dall’ozono e anche perché non aveva né fabbriche, né grattacieli e né traffico congestionato.
Questa
zona si chiamava “C’era una volta … il Mondo a colori”.
Aveva tanti parchi dove giocavano bambini e animali a contatto con l’aria ricca di ossigeno e con la natura. Nami era una bella bambina di 8 anni, dai lunghi capelli biondi e occhi celesti come il profondo dell’oceano ed aveva seri problemi respiratori dovuti alla presenza di particelle e di scorie nell’aria.
Nami
era molto combattiva e chiedeva al padre: <Perché siamo ridotti così? Cosa
è successo alla Terra in questi ultimi secoli?> Il padre James, famoso
giornalista e reporter,
non riusciva mai a rispondere alle sue domande.
Questi mentre un giorno faceva delle interviste ai VIP della Via Lattea incontrò uno strano personaggio che conosceva i suoi segreti e i suoi problemi e gli suggerì di portare la sua bambina per farla curare e guarire nel paese “C’era una volta … il Mondo a colori”.
James seguì il suo consiglio, preparò i bagagli e partì con la sua bambina nel posto che tutti denominavano “Landa desolata”.
Nami fu contentissima di visitare finalmente un posto così diverso dal solito. Un giorno uscì col padre e vide un negozio molto strano, infatti nell’insegna c’era scritto “Antiquario”.
Entrò convincendo suo padre e cominciò a guardare intorno. Vide degli strani mobili di un materiale sconosciuto e chiese: <Papà come si chiama questo mobile? E di cosa è fatto?> Il padre le rispose: <Cara Nami questo è un buffet ed è di legno.>
<Di legno? E da cosa si ricava?> <Si ricava dagli alberi che ormai si trovano solo in questo luogo e non si può assolutamente toccarli>. Nami incuriosita aprì i cassetti del buffet e fu colpita da alcune foto scattate almeno un secolo prima nel lago di Carezza e vide uno strano arco multicolore che altro non era che l’arcobaleno.
Nami cominciò a piangere dicendo: <Non vedrò mai tutto questo! Perché?> Il padre la consolò dicendole: <Non ti disperare, vedrai che forse un giorno potrai ammirare una meraviglia del genere!> Il padre sentite queste parole decise di pubblicare degli articoli su tutti i giornali del Mondo per far conoscere a tutti la verità sulle condizioni disperate del pianeta Terra. Così si verificò un miracolo. Le coscienze di tutti si risvegliarono e la gente non usò più la automobili, chiuse le fabbriche più inquinanti, usò i pannelli solari per riscaldare le case ...
e fu così che … Nami un giorno si affacciò alla finestra e vide in cielo un arco meraviglioso e chiamando il papà esclamò felice: <Vieni a vedere! Che meraviglia, c’è un magnifico arcobaleno fuori! Evviva!!! Guarda il cielo, è azzurro, sono tornati quegli uccelli migratori che ho visto sulle foto nel negozio di antiquariato, come si chiamano?> e il padre le rispose: <Sono rondini Nami!>
Dai
laboratori furono prelevate e coltivate in vitro le cellule degli alberi e
finalmente il verde cominciò a prendere il posto dei grattacieli.
Esmeralda Scarpetta -Federico Amorino -Luciano Larenza