I metati
Procedimento per l’essiccazione delle castagne nei “metati”: al momento della raccolta le castagne vengono messe alla rinfusa nella parte alta del metato (sorta di solaio con pavimentazione fatta di listelli di legno di castagno). Al piano terra del metato (un locale senza finestre racchiuso da quattro muri grezzi) viene acceso il fuoco e mantenuto, senza fiamma, per quaranta giorni e quaranta notti. La legna per l’alimentazione del fuoco deve essere esclusivamente di castagno. A metà periodo di essiccazione le castagne devono essere completamente rigirate (girate) per far sì che l’operazione risulti il più possibile omogenea. Dopo i quaranta giorni di fuoco continui detti si procede alla “batdura” e cioè alla sbucciatura delle castagne, che, mentre una volta veniva fatta introducendole in un sacchetto di juta e battendole sopra tronchi di legno, adesso, ad esempio, la Coop. “Nasseta” di Acquabona la eseguono con un’apposita macchina anteguerra recuperata e restaurata allo scopo, come pure e stato fatto con il restauro del metato. L’ultima operazione consiste nel vaglio delle castagne secche per selezionare quelle migliori da mettere in commercio, mentre le altre vengono macinate al mulino ad acqua per ricavarne farina dolce dal sapore antico.
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