TEORA

 

Teoresi:2.568
m 660 s.l.m.
km 66 da Avellino
Superficie:23,08kmq
Patrono:S.Nicola:5-6 settembre

   Arrivati nella vivacissima Lioni si imbocca la strada per S. Andrea di Conza ed ecco apparire subito Teora.

   Situata in una delle zone più belle della valle attraversata dal fiume Ofanto, Teora è dolcemente distesa ai piedi del Monte Cresta del Gallo, un vero e proprio monumento naturale che raggiunge quasi i 900 metri di altitudine. Alcune centinaia di metri più in basso della sua vetta, troviamo le prime abitazioni della nuova Teora. Del vecchio abitato non resta quasi nulla. Tre violentissimi terremoti (1694, 1732, 1980) hanno segnato la storia umana, urbanistica e storica di questo paese. II circondario è formato da frazioni e borghi rurali che danno alla verdissima campagna un’aspetto soave. Tra I'Ofanto ed il torrente Fiumicello, tra boschi e terreni coltivati, troviamo Difesa San Vitale, La Civita, Civita Superiore, Croce, Serra dei Mortali, Pagliara, Fiumicello, Serra Mezzana, Boscariello, Gallo, frazioni e siti rurali che costituiscono i colori tenui dello splendido acquerello rappresentato dalle campagne teoresi. Piuttosto isolata per ciò che concerne i collegamenti pubblici e privati, Teora guarda anche verso il salernitano oltre che verso il capoluogo irpino.

   Antiche le sue origini. Nella zona sono strate trovate tombe a fossa della Cultura di Oliveto Cairano (VIII-VI sec. a.C.) e reperti di epoca romana. Per la prima volta il paese viene citato in una bolla papale del 1098. II primo feudatario del borgo di cui si ha notizia è Filippo di Tigoria (1332); la regina Giovanna lo donò nel 1367 a Giacomo Arcuccio. Altri feudatari furono i Gesualdo, i Ludovisi e i Mirelli, che lo tennero fino all'abolizíone della feudalità (1806).

   AI centro del paese vi è una graziosa piazza con la Fontana del Piano (XVIII secolo), sulla quale è lo stemma comunale, rappresentanto da un toro, tre monti, tre stelle e la lettera "T". Sempre in prossimità della piazza è il campo sportivo.

   Teora aveva prima del terremoto del 1980 splendidi palazzi e chiese, andati completamente distrutti. Da ricordare senz'altro Casa Mazzeo, Palazzo Corona, la Chiesa Parrocchiale, la Chiesa della Congrega del Pio Monte dei Morti. L'unica chiesa, che solo in parte è stata danneggiata è quella di San Vito, sulla facciata della quale è stata apposta una lapide che ricorda le 157 vittime del terremoto.

   L'attivissima gente di Teora e la sua verde natura possono offrire comunque al visitatore una occasione di conoscenza di un sito naturale ed umano molto interessante. La lavorazione del ferro battuto e del legno, tradizioni e culture vive della vecchia e nuova Teora, fanno parte, insieme alla lavorazione dell'uncinetto da parte delle donne, della memoria artigianale ed economica del paese, che nessun evento catastrofico è riuscito a cancellare. Patrono del paese è il veneratissimo S. Nicola di Bari. Teora è raggiungibile, oltre che in automobile, anche con il lento ma suggestivo treno della Avellino‑Rocchetta e con la linea di mezzi pubblici sul percorso Salerno-Eboli-Materdomini, un itinerario dal quale è possibile vedere nel suo insieme l'esclusiva bellezza di questa zona.