Il popolo vive continuamente nella paura. "Dopo
mezzogiorno il mio padre", Francesco Di Guglielmo, visto che non
era ancora arrivata la figlia Maria Teresa, manda "mio fratello Carmine
a domandare la mia sorella e al suo ritorno sentii che diceva col mio padre che
vicino al paglaio dietro un muro si trovava un cavallo ed uno individuo". Alla
domanda di chi potesse essere costui, il genitore risponde:
"Chi sono sono, zappa e zitto", rivela
Maria Di Guglielmo contadina di Andretta di
anni 13. E ancora, "allorquando il mio fratello Carmine venne ai piani e
disse al mio padre che vicino al nostro pagliaro v'era un individuo col cavallo
gli rispose:
mena la zappa che quello è lo stesso padrone".
Le donne sono
spesso oggetto di abusi da parte dei briganti. Sei donne, infatti,
mentre tornano dal lavoro dei campi, il 30 luglio 1863, vengono disonorate dagli
uomini delle bande riunite di Crocco, Schiavone e
Caruso nelle masserie di PianoRinaldo (1).
L'episodio di
Calitri chiarisce molto bene la situazione. "Questa volta però icalitrani opposero alla banda rubelle viva resistenza,
cosicchè ne arrestarono parec
chi. Crocco col resto dè suoi seguaci fuggì in Iscalunga nel tenimento di
Atella, ecolà, attaccato in mille guise, quella trista compagnia
fu quasi interamente distrutta,
parte uccisa in conflitto, parte spenta con fucilazione ordinata in consigli
militarisubitanei, e parte ristretta in prigione.
In S.Andrea
ne furono fucilati quattro, e tra essi il sedicente maggiore MicheleLarotonda. Le sue rivelazioni diedero molta luce nè fatti
della cospirazione conchiu
sa in S. Andrea, del pari che imponenti furono le rivelazioni di Leonardo Grosso
diAvigliano, altro brigante arrestato in Rapone, il quale
esplicitamente confessava
aver l'arcivescovo chiamata la banda in S. Andrea" (2).
(1) Archivio di Stato di Avellino, Prefettura, cari. 1,
fase. 32.
(2) Processo a carico di Mons. D. Gregorio De Luca,
Arcivescovo della Diocesi di Conza eCampagna, ed altri per la cospirazione ed attentati contro
la sicurezza dello Stato del 1861 - Cenno storico - Archivio di Stato di Avellino, Gran Corte
Criminale, Busta 85.