LE CONDIZIONI SOCIO - ECONOMICHE IN IRPINIA NEL XIX SECOLO

IL CASO DI ANDRETTA

Andretta, centro agricolo dell'alta valle del fiume Ofanto, in Alta Irpinia, in Provincia di Avellino, con una superficie territoriale di 4361 ettari di cui 4173 agrari e forestali, è situata su una collina a 840 m. s.l.tn. Confina con Bisaccia, Calitri, Cairano, Conza della Campania, Morra Ife Sanctis e Guardia dei Lombardi.
La popolazione vive di agricoltura e di pastorizia: un'agricoltura molto povera per la caratteristica orografica che rasenta la sussistenza, una
pastorizia che, per ragioni di sopravvivenza, deve spostarsi dai luoghi "i più alpestri e rigidi" e pertanto sfruttabili solamente nei periodi estivi, in siti di pianura durante l'inverno. L'agricoltura e la pastorizia
rappresentano però le fonti maggiori di ricchezza e le principali occupazioni "di quelle meschine popolazioni" e l'unica "piccola industria".
La prima produce foraggi, vino e grano appena sufficienti al fabbisogno locale; la seconda è molto condizionata dalle vicende atmosferiche.
L'inclemenza del clima nel periodo invernale compromette la produttività degli allevamenti e la stessa esistenza degli armenti: ecco, quindi, la necessità della "transumanza".
Quando le avversità atmosferiche infieriscono si sfiora la tragedia. "La nota miseria figlia della scarsissima ricolta del grano, e totale mancanza del granone risente non poco" e costringe un terzo della popolazione ad emigrare <156).
Sono note le grandinate "devastatrici d'ogni ricolto in molte parti" del 1828 e 1829 e le alluvioni che gettano la popolazione nella più desolata miseria (157).
L'invasione delle "campe" sugli alberi di castagno esistenti nelle quote incolte del bosco S. Giovanni contribuisce ad accentuare la crisi; una raccolta abbondante frutterebbe almeno duecento tomoli di castagne: un sollievo alle già povere risorse. Il Decurionato si prodiga per la distruzione degli insetti e preventiva la somma di ducati 10. Le castagne, specialmente nei periodi di carestia, rappresentano un elemento essenziale per la nutrizione degli abitanti e quindi per la loro sopravvivenza.
La peste, il colera, altre epidemie e le tasse completano il quadro già desolante. Molte persone indigenti sono in uno stato "infelice e deplorabile" e spesso nella situazione di non poter pagare puntualmente le rate bimestrali della fondiaria per "la tenuissima raccolta de' cereali avvenuta in agosto ultimo per non aver germogliato i seminati per la non coltura fatta alli stessi a tempo pronto, atteso che la popolazione stava nel massimo stato d'avvilimento per la malattia in tal epoca, e per siffatta deficienza la maggior parte de bracciali è stata costretta procurarsi il pane ne paesi lontani" (158).
La situazione è talmente grave e al colmo della miseria che famiglie
"intiere lasciando tetti, e qualche piccola proprietà sono spadriate e spadriano tutto giorno: quindi sono crollate più di cento abitazioni" (159).
L'emigrazione, al 2 dicembre 1838, registra già un terzo della popola
zione in meno: fenomeno che continuerà fino alla seconda metà di questo secolo.
Nel 1830 e nel 1840 si rinuncia ad affidare una condotta di cerusico per
le "ristrettezze finanze del Comune e nei tanti vuoti che vi sono non
può essere dal Comune sopportata".
I cerusici esistenti, il dott. fisico Giuseppe Lúongo, il dott. fisico Amato
Arace e il dott. fisico Erberto Tedesco, quest'ultimo è anche medico
condotto, vivono bene con i proventi derivanti dalla professione, come
sostengono i decurioni. Ma le condizioni economiche anche di un
medico non sono così floride se il sindaco, il 2 dicembre 1839, si rivolge al Governo perché conceda "una piazza franca nello stabilimento
medico cerusico della capitale appositamente eretto per la istruzione
dell'arte sanitaria" a Francescantonio Tedesco, figlio di Erberto, medico
del Comune, il quale mostra molta propensione per la professione
medica. Infatti, sempre secondo il sindaco, gli mancano i mezzi per
continuare gli studi essendo la fortuna "avara in prodigargli i suoi favori".
Francescantonio Tedesco è descritto di buona indole e incline allo studio, desideroso "di acquistare cognizione dell'arti salutari, lodevolmente esercitata dal Padre; e questi suoi desideri sono attraversati dalla
mancanza di mezzi in cui trovasi la famiglia per farlo istruire".
La mancanza di mezzi della famiglia, continua il sindaco, può essere
supplita dalla generosità del governo, "sempre intento a promuovere,
ed espandere il miglioramento della istruzione". Una gioventù istruita è
un interesse pubblico: perciò si raccomanda Francescantonio al Ministro
Segretario di Stato per gli affari interni "onde si compiaccia di permettere che lo stesso" sia ammesso nell'Istituto Medico Cerusico napoletano "a piazza franca".
La scuola manca ad Andretta per circa tre anni, dal 1839 al 1841.
Andretta, nel 1827, conta 4980 anime. Nel numero sono inclusi 1000
minori ad anni cinque e 480 poveri. I capifamiglia sono 845.
Esclusi i 1480 indigenti e i minori, la popolazione si divide, per motivi
fiscali, in sei classi:
1° classe 2213
2° classe 799
3° classe 213
4° classe 72
5° classe 34
6° classe 19
Totale 3350


Tale suddivisione tiene conto, ovviamente, della rendita fondiaria di ciascuno in considerazione dell'industria, della professione e del consumo presuntivo d'ogni famiglia (160).
La maggior parte della popolazione è povera e l'emigrazione aggrava la situazione. Ecco come si esprime il decurionato in occasione di una delibera di variazione di bilancio per l'esercizio finanziario del 1832: "Ne poteva fare diversamente, giacché dette reste (161) essendo state causate dalla "spagnuola", che nel 1828 distrusse interamente i demani quotizzati, ed essendo le quote rimaste da detta epoca incolte, ed abbandonate, e non essendo i quotisti che persone povere, la percezione di tali reste non solo è difficile, ma impossibile ancora. A prescindere che tra le dette reste figurano molte partite inesatte del ruolo transattivo del dazio dal macino, a motivo che più centinaio d'individui compresi nel ruolo emigrarono" (162).
Nel 1832 le classi fiscali subiscono variazioni fino ad arrivare a 16.
Le tasse sono sempre in ogni caso pesanti e le lamentele continue anche nelle famiglie benestanti.
Alcune di queste, incluse nelle ultime classi, Alvino, Miele, Perillo, Pennetta, Mauro, Franza, ricorrono avverso i provvedimenti (163).
Andretta, 4593 abitanti, è compresa nel distretto di S. Angelo dei Lombardi comprendente 22 comuni e con Cairano, 1585 cittadini, fa parte del circondario di Morra, 2513 abitanti. Nel 1812 il capoluogo del circondario diventa Andretta ma perde Cairano che viene inserito altrove. La legge del 1 maggio 1816 e successive modificazioni apportano altri cambiamenti alla Provincia di Principato Ulteriore. Infatti, nel 1850 essa comprende 136 comuni e 13 uniti o villaggi con un'estensione di 980 miglia quadrati. II censimento del 1849 assegna alla provincia 383414 abitanti (390 abitanti per miglio quadrato). La Provincia è divisa in tre Distretti: Avellino, Ariano e S. Angelo dei Lombardi e in 34 circondari. Il Distretto di S.Angelo dei Lombardi è composto di 10 circondari con una popolazione complessiva di 108199 abitanti.
I Comuni sono divisi in classi per numero d'abitanti, per rendita o perché sede d'uffici o residenza vescovile. Andretta, come capo circondario, è sede di pretura ed è considerata di seconda classe (164).

160) Ai fini fiscali si valuta la prima classe per intero (2213 x 1 = 2213), quella della seconda per due (799 x 2 = 1598), la terza per tre (213 x 3 = 639), la quarta per 4 (72 x 4 = 288), la quinta per 5 (34 x 5 = 170) e la sesta per 6 (19 x 6 = 114) per un totale di 5022. La delibera indica però il totale pari a 5032.
Archivio Comunale di Andretta, Delibera del decurionato del 16.12.1827. 161) 800 ducati per il 1828 e altrettanti per il 1829.
162) Archivio Comunale di Andretta, Delibera del decurionato del 24.1.1832.
163) cfr. Ziccardi C., Andretta nella prima metà dell'800, Vallesaccarda, 1996, capitolo 111.
164) Gli altri circondari del Distretto sono: S. Angelo dei Lombardi con Guardia dei Lombardi,

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15<) Archivio Comunale di Andretta, Delibera del decurionato del 2.72.1838.
157) "Un alluvione avvenuto nella notte minaccia la rovina delle contigue abitazioni. Si provvede a riparazioni provvisorie con muri e palafitte".
Archivio Comunale di Andretta, Delibera del decurionato del 7.10.1847.
158) Archivio Comunale di Andretta, Delibera del decurionato del 10.3.1838.
Per il colera del 1837 cfr.: Ziccardi C., Aspetti storici di vita andrettese, Tipolitografia Irpina, Lioni, 194.
160


154) Satnnium ,luglio? dicenihre 1990, n 3?+, pagg.?91_Z93.
155) Gentile G., Cronistoria di Bocchetta S. .Antonio, Nlelli, '1'ìlxyralìa Augusto Ercoluni, 1888. Ri,taunpa anatt,Uica dull'Ammini,strazione Provinciale di Foggia, 1980, Ai naldo Forni Editore, Pagg. 265?266.