IL FATTO
Il 27 dicembre 1863 il Regio Delegato Mandamentale di Pubblica
Sicurezza "trovasi a letto" per indisposizione. Perciò spetta
al sindaco di Andretta, Vincenzo Miele, comunicare al Prefetto di P.U. il grave
fatto di sangue avvenuto nella Chiesa Parrocchiale.
Agostino Morano fu Francesco di Andretta il 18 dicembre 1862 veniva "gravemente
battuto e ferito da un tal Giuseppe Occhicone di Nicola con colpi di scure,
e mazza da pastore, in seguito di che egli giaceva molti mesi a letto per curarsi,
ma rimaneva però storpio con ambedue le gambe da potere a stento camminare
con le grucce". Morano denunziò all'Autorità giudiziaria
locale il fatto.
Dopo un anno Morano vede Occhicone vivere "calmo e quieto nella propria
casa "e il crimine commesso nei suoi confronti impunito". Morano non
ha i mezzi per sostentare se stesso e la famiglia, composta dalla moglie e da
cinque figli di tenera età, ed è impossibilitato a lavorare. La
mattina del 27 dicembre 1863, alle 9 circa, incontra 1'Occhicone nella Chiesa
parrocchiale e, accecato dall'ira, gli vibra un colpo d'arma da taglio all'inguine
e lo uccide. L'omicidio, ovviamente, crea nel pubblico una forte quanto insolita
costernazione "nommeno che la manifestazione del motivo che ve lo ha spinto".
Morano, immediatamente arrestato, si difende rispondendo "di aver denunziato,
ma invano, il fatto del 18 dicembre alla giustizia, dati a testimoni, che sebbene
in qualche distanza dal luogo, ove avveniva pure videro e udirono tutto, e dati
altri testimoni che l'avevano rilevato quasi morto da terra e trasportatolo
in famiglia" (166).
Il sottoprefetto impartisce le opportune disposizioni per l'istruzione del processo
e fa delegare un altro giudice. Si riserva d'indagare se le disposizioni emanate
hanno avuto un regolare corso e di verificare l'esito.
166) Relazione del Sindaco di Andretta, Vincenzo Miele,
al Prefetto di Principato Ultra del 27 dicembre 1863, prot. 1090, avente per
oggetto: Presentazione di un omicidio.