IL BRIGANTAGGIO DOPO LA RESTAURAZIONE
Con la Restaurazione, il brigantaggio continua con gli stessi
caratteri, solo in parte modificati.
Il 4 giugno 1815 il principe Leopoldo, figlio secondogenito del Re, alla testa
dell'esercito austriaco prende possesso del Regno in nome di Ferdinando IV.
Tutti inviano al restaurato Re "omaggi di fedeltà e ìndìrizzi
dì devozìone". Anche la Corte Criminale di Principato Ultra
"che non era stata avara di elogi per i1 tramontato regno murattiano",
esprime la soddisfazione per la riacquistata pace e per la libertà del
commercio (150).
Il barone Malaspina, aiutante generale comandante la Provincia
di Principato Ultra, il 15 luglio 1815, informa il núnistro di Polizia
di Napoli sulle attività dei briganti nell'Irpinia e nel Sannio.
Nella Provincia di Principato Ultra, egli scrive, alcuni facinorosi armati scorrazzano
per le campagne. Qualche perturbatore infastidisce i cittadini tranquilli e
commette numerosi reati.
Una banda di circa dieci uomini, comandati da Rosario di Simone e Amato Russo,
disertori del dimesso esercito, si aggira continuamente nelle montagne circostanti
e ampie assassini, furti e attentati. I suoi membri hanno rifiutato l'indulgenza
offerta dal Re e i salvacondotti inviati dalla Commissione sembrano protetti
dagli abitanti e arrestarli è molto difficile. Occorre una forza imponente
per la loro cattura. Le autorità del Circondario di Yaduli segnalano
la comparsa, nel bosco della Ferrara, di una nuova comitiva di circa dieci ladri,
quasi tutti evasi dalle prigioni di Benevento. Questi, guidati da un certo Auciello
di Benevento,aggrediscono, impunemente e senza
alcun "ritegno", i viandanti anche di giorno e nelle pubbliche strade.
Anche il Comune di Calitri chiede aiuti per impedire i continui furti chc si
compiono di notte nel suo territorio.
Il Comune di Andretta e turbato da diverse bande d'assassini che ricattano e
commettono " guasti senza esempio".
Un'altra banda, comandata da Andrea Sannazzaro, Lorenzo d'Urlo ed altri del
Comune di Montoro si aggira nelle vicinanze di Forino e di Solofra. Nelle loro
frequenti riunioni "cercano di eccitare fomento per sollevare quelle popolazioni
alla rivolta e così darsi alle rapine alle quali tende la di loro particolare
veduta.
La Legione di Solofra, con la Guardia di Sicurezza interna e la Legione di Montoro,
si scontra, nei boschi d'Aiello, vicino Forino, con alcuni briganti. Nello lotta
è ferito a morte Nicola Marano di Montoro (151 ).
Malaspina, dopo pochi giorni, conferma la gravità della situazione, ed
evidenzia l'aumento dei delitti. Declina, anche, ogni responsabilità
presso il governo se non si adottano più incisivi provvedimenti per prevenire
altri disordini. Le scarse forze a disposizione scoro adibite per la riscossione
delle imposte, per la scorta dei procacci, e per altri importanti servizi (I52).
Ad un mese dalla Restaurazione, il sottintendente Vitali del Distretto di S.
Angelo dei Lombardi, in Principato ultra. scrive al ministro di PoliziaLuigi
de Medici (153) e lamenta i frequenti attentati contro persone e proprietà,
la paralisi della pubblica amministrazione, le evasioni fiscali,
l'inerzia della guardia di sicurezza interna, la connivenza di legionari
con i malfattori considerati "pericolosi" alla pubblica tranquillità
che
sono "quei borbonici che il governo di Murat non aveva mancato di
strettamente sorvegliare ".
A Cairano, il 5 giugno, otto briganti sequestrano Nicola Frieri mentre vigila
i suoi poderi, lo portano nel bosco delle Rose e minacciano di
ucciderlo se non consegna la somma di diecimila ducati. Il sindaco,
allora, arma 25 giovani e, con l'aiuto del Comune di Pescopagano cui aj
si è rivolto, libera Frieri e cattura il capo brigante, Erberto Quaglietta,
un calabrese e un altro di Pescopagano. Gli arrestati sono condotti in
quest'ultimo Comune dove sono "ridotti a pezzi da quel popolo cui non
poté resistere la forza suddetta ".
Gli attentati contro le persone e la proprietà sono numerosi: `per
cui
imploro acciò una forza imponente ed estranea venga in S. Angelo dei
Lombardi per ridonare alla gente onesta la sicurezza e la tranquillità
e
nel tempo stesso attivarsi all'arresto degli scellerati, locché non da
altri
si può sperare, mentre che i legionari si sono decisi con punibile precisione
a non volersi prestare a verun servizio e molti di essi, di notte e di giorno,
commettono ruberie ed insolenze facendo continue unioni con gli accennati ed
altri scellerati, onde invece di prevenire i delitti ne sono fautori e partigiani
e non oso tacere che il capitano stesso dà mano alla loro baldanza, permettendo
loro le scroccherie che tutto il giorno si commettono nel tenimento di S. Gugliélmo
ove sotto pretesto di guardare la strada, si attruppano i legionari in unione
ad altri scellerati per tramare gli eccessi che con orrore si commettono a man
franca. Non debbo
tacervi che i signori Capitani della Guardia di Sicurezza interna, poco
o nulla si interessano del servizio di essa, dacché il Giudice di Pace
per
le sue occupazioni e il Sindaco per le sue infermità, non possono
accudirvi. Da tutto ciò conoscerà che l'amministrazione é
paralizzata; le contribuzioni non si pagano; gli oggetti militari non che i
soldati sbandati non si riuniscono e tutto offre un'idea di anarchia.... Lusinga
che un attaccamento del presente, faustissimo, desiderato governo, avesse
agitati gli animi di parecchi tenuti in sorveglianza durante l'occupazione militare
del Generale Murat, mi ha fatto tollerare sino al momento,
la di costoro condotta che si è manifestata chiaramente la più
pericolosa.
Qualora non mi vedrò corrispondere in un oggetto tanto interessante,
sarò nella necessità di domandare un'autorizzazione per trasferire
la mia residenza in altro Comune del Distretto, ove il sentimento e lo spirito
pubblico siano meno guasti(154).
Il brigante vive di rapine ed estorsioni. Anche se non mancano, in alcuni di
questi, i principi di equità sociale, la particolare circostanza storica,
geografica, sanitaria e il momento politico incerto costringono i capi ad ingrossare
le forze anche per non essere sopraffatti dall'autorità costituita. Ci
si rivolge perciò ai bisognosi, ai detenuti, ai disertori, ai nemici
dell'onesto lavoro. Di qui le nefandezze che si registrano.
Alla fine del "700 certamente le condizioni socio-economiche dell'intera
società meridionale non sono tra le più floride. La scarsezza
dei mezzi di sussistenza e la gravezza delle imposizioni contribuiscono ad alimentare
quella forma di ribellione sociale che nasce per combattere i soprusi dei potenti.
In questa cornice si può inquadrare il famoso Angiolillo specialmente
nell'episodio di Calitri. Nel primo decennio dell' 800 il brigantaggio è
alimentato certamente dalle vicende politiche. La rivoluzione ha rimesso in
libertà molti detenuti. A questi si aggregano i borbonici dello sciolto
esercito e formano le bande di briganti che infestano le campagne per molti
anni.
Sotto le finte vesti del legittimismo si commettono scellerataggini e nefandezze
d'ogni specie (155).
Le condizioni socio-economiche sono in ogni caso sempre alla base di questi
fatti delinquenziali.
150) " S.R.M. La Corte Criminale di Principato Ultra, prostata ai piedi
del vostro Real Trono, si affretta ad umiliare alla M.V. i sentimenti
più sinceri della sua devozione ed eterno attaccamento " , Avellino,
4 giugno 1815 in Samnium, luglio-dicembre 1955, n. 3-4, pag 209-210.
153) 29 giugno 1815. Archivio di Stato di Napoli, Min.
Pol., fase. 28."E' noto che a bordo del vascello inglese The Queen il 4
giugno 1815 Ferdinando IV Borbone aveva nominato i componenti del suo primo
ministero di Stato. Luigi de Medici, ministro delle Finanze, fu incaricato interinamente
del Ministero di Polizia, in II Distretto di S. Angelo dei Lombardi nel giugno
del 1815, Samnium, luglio-dicembre 1966, n. 3-4, pagg. 291-292 e nota 3.