le
"ragioni" di della Ragione
proposte per
Napoli e l'Italia
Questi
testi sono tratti da: "Le ragioni di della Ragione", un libro che
raccoglie una scelta di lettere al direttore inviate da
Achille della Ragione, negli ultimi tre anni, ai principali
quotidiani italiani e campani ed inoltre una breve miscellanea
di articoli, recensioni, relazioni congressuali, lezioni e
discorsi scelti dall'opera omnia che l'autore licenzierà tra
poco alla stampa in tre volumi.
Tutti i libri di Achille della Ragione sono reperibili a
Napoli presso la libreria Neapolis (di fronte alla chiesa
di San Gregorio Armeno) e
presso Graphicus, via San Bartolomeo 46
A
Lady;
cagna dolcissima, vivrai sempre nel mio cuore
La tangenziale di Ferdinando II
Gentile
direttore,
nel 1853 il re borbone Ferdinando II realizzava la prima tangenziale al
mondo:un'arteria di cinque chilometri, che, superando delicati problemi
orografici, metteva in collegamento la parte occidentale della città con la
parte orientale, permettendo l'urbanizzazione di vaste aree.
L'opera fu apprezzata in tutta Europa per le soluzioni tecniche e la velocità
di esecuzione. I Napoletani cavallerescamente vollero dedicarla alla regina
Maria Teresa, ma il toponimo ebbe breve durata, perché subito dopo l'unità
d'Italia, i Savoia decisero che un nuovo nome dovesse ricordare il loro re
conquistatore dell'antico regno, anche se la strada era stata realizzata da un
altro sovrano.
Questa appropriazione indebita è passata sotto silenzio per 150 anni, ma è
giunto il momento per fare giustizia di questi soprusi del passato, grazie al
certosino lavoro di coraggiosi storici che, lentamente, ci stanno insegnando a
rivalutare la nostra storia gloriosa.
Un invito al nostro sindaco a voler dedicare questa strada a chi l'ha ideata e
realizzata nell'interesse della sua amata città: Ferdinando II.
Il Mattino 10 giugno 2003
Torna su
Salviamo subito Villa Bisignano
Gentile
direttore,
Villa Bisignano è una perla del Barocco smarritasi in un mare di degrado in
uno dei quartieri periferici della città: Barra. Essa fu nel Seicento dimora
di Gaspare Roomer, ricchissimo mercante, proprietario di una delle più
importanti collezioni d'Europa, ricca di oltre mille dipinti. Nel Settecento
il palazzo fu proprietà del principe di Bisignano, che l'arricchì
ulteriormente di colonnati, fontane, scaloni ed uno straordinario orto
botanico. La villa, oggi, proprietà comunale, ospita un plesso scolastico,
mentre 4-5 famiglie hanno occupato abusivamente il resto del palazzo.
Trattandosi di Napoli un abuso quasi normale, ma tra gli ambienti occupati c'è
l'antica biblioteca, che raccoglie un prezioso ciclo di affreschi del famoso
pittore Aniello Falcone, miracolosamente scampato. La famiglia impossessatasi
dei locali respinge vigorosamente qualsiasi visitatore,, inclusi i professori
di storia dell'arte della scuola, mentre numerosi piccioni coabitano
nell'abitazione e sull'elegante porticato sono state erette abusivamente delle
verande. Uno scandalo macroscopico che grida vendetta, possibile solo a
Napoli. Della triste vicenda avevo informato, sfruttando una personale
amicizia, il sottosegretario Sgarbi, il quale aveva promesso il suo immediato
intervento. Purtroppo dopo due giorni, per le note vicende politiche,
l'onorevole è decaduto dall'incarico, per cui non ci resta che indirizzare il
nostro accorato grido di dolore al sovrintendente Nicola Spinosa, di cui è
noto l'attaccamento ai beni consegnati alla sua tutela, ma soprattutto è
proverbiale la focosa grinta con la quale sa difenderli, per cui possiamo
attendere fiduciosi.
Il Mattino 29 settembre 2002
Torna su
Aspetti trascurati:il ruolo dei
commissari
Gentile
direttore,
ho letto con interesse l'articolo, comparso sul settimanale "Sette",
su Achille Lauro e la replica, il giorno successivo, sul "Corriere del
Mezzogiorno" di Antonio Gava. Finalmente si torna a parlare del
"Comandante" e si cerca di rivisitare errori storici e di giudizio
divenuti inveterati.
Sarebbe il caso, non dico di dedicare una strada al grande armatore, alla sua
epoca più potente del mitico Onassis (tenendo presente che a Napoli esistono
vie e piazze dedicate ad illustri sconosciuti), ma almeno di discutere di due
aspetti trascurati in mala fede dalla storiografia più recente.
1) I grandi volumi edilizi sviluppati a Napoli a partire dagli anni Cinquanta
non videro la luce soltanto negli anni in cui Lauro era sindaco, bensì
prevalentemente nei lunghissimi periodi dei famigerati commissari prefettizi,
inviati dal governo democristiano per punire la città che votava monarchico.
2) Nessuno ha il coraggio di parlare del fallimento della flotta Lauro, una
realtà meridionale che dava lavoro a circa 10.000 famiglie campane e che è
stata distrutta in breve tempo, complici politici ed imprenditori ancora sulla
cresta dell'onda. Una beffa per il Sud che grida vendetta oramai solo davanti
a Dio, avendo la magistratura assolto tutti!
Se lo ritiene opportuno può consigliare ai lettori che volessero saperne di
più di consultare il sito web achillelauro.vola.li
Corriere del Mezzogiorno 18 novembre 2003
Torna su
Strada con tre nomi primato
imbattibile
Gentile
direttore,
ho letto con interesse nella rubrica "Curiosità" de Il Mattino che
l'autore dell'articolo sulla strada napoletana in possesso di due toponimi
riteneva la circostanza degna di figurare nel Guiness dei primati. A tale
proposito vorrei segnalare ai lettori un'altra strada che straccia ogni
primato, essendo in possesso di ben tre nomi chiaramente espressi in tre
distinte targhe che campeggiano austere ai lati della stessa. Trattasi di una
perpendicolare tra via Piedigrotta e via Mergellina. Da un lato possiamo
leggere la scritta "Jan Palach", al lato opposto due diverse lastre
marmoree, l'una indicante "Traversa Mergellina" e l'altra, resa
quasi illeggibile dal tempo e dall'incuria, "Vico lungo". Tale
anomalia fu da me segnalata in un articolo pubblicato tempo fa e di cui mandai
copia ai componenti della commissione toponomastica cittadina, senza sortire
alcun risultato.
Curiosità nella curiosità, in questa strada trovasi una dimenticata edicola
votiva dedicata alla Madonna di Piedigrotta, un antico stendardo
settecentesco, memore di chissà quante processioni, la cui effigie tradisce
in maniera lampante delle sembianze virili, segno inequivocabile dei gusti
particolari dello sconosciuto artista, il quale ha voluto immortalare il volto
del suo amato glorificandolo e trasfondendolo in un'immagine sacra.
Il Mattino 20 settembre 2002
Torna su
Nel vortice delle cartelle pazze
Gentile dott.
Lubrano,
come tanti altri napoletani sono stato travolto dal vortice "cartelle
pazze" scatenato inconsultamente dalla società di riscossioni Gestline,
la quale in pochi giorni ha richiesto a vari membri della mia famiglia alcune
migliaia di euro per contravvenzioni non pagate negli ultimi anni. Non sono
uno stinco di santo, ma ho sempre pagato ogni multa, per cui ero certo
dell'errore ai limiti dell'estorsione. Ho dovuto vagabondare, novello Fantozzi,
per mattinate e mattinate , in file interminabili, in uffici collocati in vari
punti della città, trascurando lavoro ed impegni familiari. Alla fine
vittorioso ed in possesso dei sospirati documenti di sgravio mi reco per
l'ultima fila nel girone infernale di via Sauro e non sento parole di scusa da
parte della società di riscossione, ma una nuova richiesta di pagamento per
cancellare l'indebita richiesta di pagamento!!Ogni commento è superfluo, ma
una domanda è legittima:"La magistratura che ci sta a fare?".
P.S.- Allego alcuni documenti a comprovare quanto dichiarato e mi dichiaro
disponibile, se necessario, anche a partecipare alla sua trasmissione
televisiva.(posseggo una formidabile dialettica ed una colossale faccia
tosta).
Torna su
Fecondazione artificiale, le ragioni
dei laici
Gentile
direttore,
a giorni il Senato affronterà, forte di una maggioranza trasversale, il
dibattito sulla legge regolante la fecondazione artificiale, una normativa
liberticida che, se approvata, farà precipitare l'Italia nel novero delle
nazioni più arretrate e, cosa più grave, creerà una disparità
intollerabile tra i cittadini, perché i più ricchi potranno recarsi
all'estero ed usufruire delle tecniche più all'avanguardia, mentre tutti gli
altri dovranno sottostare alle norme restrittive che saranno in vigore da noi.
Pochi ma significativi esempi: l'impossibilità di utilizzare la diagnostica
pre-impianto rappresenterà una amara beffa per le numerose coppie affette da
malattie genetiche, il divieto di utilizzare più di tre ovuli per la
fecondazione, accoppiato al divieto di congelamento degli embrioni, costringerà
le donne a sottoporsi a più cicli di trattamenti e prelievi di ovociti, con
aumento dei costi e dei rischi e con una sensibile diminuzione della
percentuale di successo. Nello stesso tempo il non poter utilizzare gli
embrioni soprannumerari per la ricerca scientifica farà tornare il nostro
Paese agli oscuri tempi di Galilei, con una impari lotta tra tolemaici e
copernicani, mentre milioni di ammalati potrebbero viceversa usufruire delle
applicazioni delle cellule staminali, moderne quanto efficaci pietre
filosofali, in grado di guarire svariate patologie.
Una dimostrazione inoppugnabile dello strapotere cattolico e della più che
avvertita assenza della voce dei radicali nelle aule parlamentari.
Torna su
Una piazza per Achille Lauro
Gentile dottor
Gargano,
La ringrazio di aver pubblicato su "Il Mattino" la mia proposta di
dedicare una strada ad Achille Lauro.
A riguardo della speculazione immobiliare, mi permetto di inviarLe un mio
libro, di recente pubblicato, il quale, in un capitolo, tratta con nuovi
documenti gli anni travagliati del "sacco della città", cercando di
dimostrare che il grosso delle nuove costruzioni nei quartieri alti napoletani
non avvenne durante il periodo in cui Lauro era sindaco(1952-'58), bensì
durante i tre anni della reggenza Correra, il famigerato commissario inviato
dal potere centrale per punire la città che votava il partito monarchico.
Doveva rimanere in carica soltanto tre mesi per gestire le elezioni, regnò
viceversa per oltre trenta mesi e cementificò interi quartieri.
Le segnalo queste mie ricerche unicamente per amore della verità.
Torna su
Falsità storiche su Achille Lauro
Gentile dottor
Gargano,
il verde (zona agricola) divenne giallo (zona edificabile) e non grigio, ma è
oramai acclarato tra gli studiosi, storici ed urbanisti, che l'episodio della
manomissione delle tavole del piano regolatore avvenne durante gli anni della
reggenza Correra e non quando Lauro era sindaco. Basta leggere, per
convincersene, la "Storia fotografica di Napoli" di Ermanno Corsi
(pag. 282, che allego), un autore notoriamente non di simpatie laurine o gli
scritti di autorevoli urbanisti come gli architetti Dal Piaz e Mazziotti o
l'ingegner Guizzi( tutti da me citati nella bibliografia del mio libro su
Achille Lauro).
Sono stati questi ultimi, che Le scriveranno personalmente nei prossimi
giorni, a convincermi a ritornare sulla questione, sempre e soltanto per amore
della verità storica.
E trovandomi a puntualizzare vorrei segnalare che anche altri due casi
emblematici di speculazione edilizia, attribuiti dalla vox populi al
Comandante, videro la luce durante gli anni del commissariamento; mi riferisco
alla famigerata muraglia cinese di via Aniello Falcone ed al mostruoso palazzo
Ottieri di piazza Mercato.
Distinti saluti ed ancora grazie per avermi dedicato attenzione.
Torna su
Monumenti allo sbando
Gentile
direttore,
oggi, come ogni fine settimana, con un gruppo di una cinquantina di amici, ci
siamo recati in visita a monumenti cittadini. Dopo la sosta nella chiesa di
San Domenico Maggiore ci siamo recati presso il refettorio del convento,
struttura gestita da personale del comune. Erano le ore 12, dopo aver superato
nel vicoletto San Pietro a Maiella un tappeto di centinaia, anzi migliaia, di
siringhe insanguinate e nonostante avessimo preannunciato la visita e l'orario
di apertura sia fino alle 13 era tutto chiuso. Un negoziante ci ha segnalato
che gli addetti erano tutti andati via da molto tempo. La stessa sorte ci è
toccata nella vicina chiesa della Croce di Lucca:stessi orari di apertura,
arrivo preannunciato il giorno precedente e porte sbarrate.
Sarebbe interessante conoscere pubblicamente cosa ne pensano l'assessore
competente, il sindaco e perché no anche la Procura, che potrebbe controllare
gli orari dei cartellini.
Pubblicata con la replica dell'assessore alla N.U. Di Mezza il giorno
successivo sul Corriere del Mezzogiorno (4 aprile 2004), col titolo
"Decumani e spazzatura". La lettera è uscita inoltre su La
Repubblica del 6 aprile e sul Roma il giorno 8
Torna su
Via Achille Lauro? A una condizione
Gentile
direttore
A Napoli vi è via Kagoshima e via Jan Palach, vico Scassacocchi e vico Fico,
via dei Chiavettieri al Porto e via dei Chiavettieri al Pendino, ma nessuna
piazza, via, vico, fondaco, cupa, strettoia che ricordi ai napoletani Achille
Lauro!
Chi era costui? Uno sconosciuto Carneade, oppure il sindaco plebiscitario per
anni della nostra città, l'abilissimo imprenditore, il presidente a vita del
calcio Napoli, il più grande armatore di tutti i tempi nel mondo, o, come
amava definirlo Antonio Girelli: l'ultimo re borbone.
Ad oltre venti anni dalla morte è giunto il momento di sdoganarlo e di farlo
conoscere alle giovani generazioni, cancellando pregiudizi politici che non
hanno più modo di esistere ai nostri giorni.
Il Mattino 9 febbraio 2004
Torna su
La mostra di Gauguin, arte e
disfunzioni
Egregio
direttore,
la mostra su Gauguin, organizzata dalla Soprintendenza, che si sta svolgendo a
Castel Sant'Elmo è di altissimo livello ed attira numerosi visitatori anche
da altre città, ma purtroppo è gravata da alcune pecche che potrebbero
facilmente essere risolte. Un sistema di allarme in ogni stanza, che suona
all'impazzata continuamente, rende impossibile qualsiasi spiegazione,
annichilendo per intensità le famigerate trombe di Gerico.
Assenza assoluta di controllo all'ingresso, a tal punto che il pagamento del
biglietto diventa un superfluo optional.(Io stesso, avendo acquistato da un
mese 30 tagliandi per una comitiva di amici, divenuti all' ultimo momento
oltre 50, sono rimasto con la metà dei biglietti in tasca.)
Il gravoso problema del parcheggio, nonostante attorno alle mura del castello,
vi sia spazio per la sosta di centinaia di auto, vergognosamente lasciato
inutilizzato.
Corriere del Mezzogiorno 4 novembre 2003 - Il Denaro 29 novembre 2003
Torna su
Fate presto!!
A giorni il Parlamento
discutendo della legge sulla fecondazione assistita deciderà il destino delle
decine di migliaia di embrioni congelati, conservati nei frigoriferi dei
centri specializzati. Questi embrioni nelle altre nazioni più avanzate
vengono utilizzati per ricavare cellule staminali, vere e proprie pietre
filosofali, in grado di guarire le più svariate malattie. Da noi si prevede
viceversa di distruggerli. Un "grido di dolore" sull'argomento è
stato lanciato l'altro giorno da Luca Coscioni, presidente del Partito
radicale, il quale, davanti ad oltre 500 congressisti, ha invitato l'opinione
pubblica a meditare serenamente sulla spinosa questione.
Per chi non conosce il personaggio poche parole per presentarlo: Luca è
affetto da una grave forma di atrofia degenerativa muscolare, che in breve
tempo lo ha paralizzato completamente, pur lasciando lucidissimo il cervello e
potenziata allo spasimo la sua voglia di vivere. Riesce a parlare con voce
stridente e gia quasi oltretombale grazie ad un computer collegato ad un
sintetizzatore vocale.
"Ho pochi mesi di vita e non posso attendere i progressi della scienza,
ma la mia battaglia non deve morire. Lascio a voi il testimone, non mollate,
non tradite le speranze di milioni di malati, che attendono fiduciosi le nuove
terapie con le cellule staminali. A Natale il Papa avrà dal Parlamento il suo
regalo : la distruzione di 30.000 embrioni, gettati nel cesso, mentre
potrebbero rappresentare la guarigione per milioni di malati!!"
Sono parole lapidarie che non richiedono spiegazioni o commenti .Sono state
accolte da una commovente "standing ovation" di 15 minuti,
un'eternità, durante la quale tutti noi ci siamo avvicinati alla sua poltrona
per applaudirlo da vicino e per fissare i suoi occhi magnetici, eloquenti e
convincenti più di qualsiasi discorso.
Il Golfo 5 novembre 2003
Torna su
Troppe porte chiuse per una città
d'arte
Gentile
direttore,
Napoli, città d'arte, più che una metafora è una pia illusione. Come sono
lontani i giorni magici di Monumenti porte aperte, la straordinaria
manifestazione ideata dalla baronessa Mirella Barracco, che diede orgoglio e
speranza a tutti i napoletani, i quali, improvvisamente, si accorsero di avere
alle spalle un glorioso passato e cominciarono a credere fermamente in un
radioso avvenire. Il malaugurato appassionato di antiche memorie o il turista
colto, che volessero avventurarsi in una visita della città, dovrebbero
affrontare difficoltà di ogni genere e troverebbero luoghi chiusi da tempo
immemorabile alla fruizione: dalle catacombe di San Gennaro e delle Fontanelle
alla Farmacia degli Incurabili, dalle sale monumentali della Biblioteca dei
Gerolamini alle chiese di Monteoliveto e di Sant'Agostino alla Zecca, dagli
antichi palazzi nobiliari, che versano in uno stato di pietoso abbandono, alla
sezione di scultura di San Martino, da anni allestita ed inavvicinabile per
motivi statici. E potremmo continuare all'infinito, naturalmente senza
dimenticare la Napoli (musei, mostre, chiese) non negata al pubblico, anche se
ad orario ridotto e con personale spesso non motivato, ai limiti della
strafottenza.
Il Mattino 8 marzo 2004 - Corriere del Mezzogiorno 24 febbraio 2004
Torna su
Elogio della gonna, nostalgia del
reggicalze
Gentile dottor
Gargano,
mi permetterà, tra tanti argomenti seri ed angoscianti (guerre, terrorismo,
caro vita, disoccupazione, ecc.) trattare brevemente di una tematica
apparentemente fatua, tessendo un elogio di un indumento oramai abbandonato e
che una volta marcava la differenza tra i due sessi: la gonna, sostituita a
livello planetario, in Occidente come in Cina, da jeans strettissimi che più
stretti non si può. Le conseguenze per lo smaliziato occhio maschile sono
state negative, omologando nell'anonimato belle e brutte. E non meno
inquietanti sono risultati gli esiti sotto il profilo medico estetico, avendo
dato luogo a celluliti, accumuli di adipe e vulvo vaginiti ribelli a qualsiasi
terapia. Il tutto aggravato dal consequenziale abbandono delle calze
tradizionali, soppiantate dal collant, una delle invenzioni più nefaste della
storia...Se solo le gentili signore e signorine intuissero il dirompente
effetto afrodisiaco di una minigonna o di un reggicalze, ben più potente di
qualsiasi compressa di Viagra, si pentirebbero certamente.
Il Mattino 30 Aprile 2004
Torna su
Giovani in toga, no a giudizi sommari
Gentile
direttore,
se dobbiamo sottoporci ad un difficile intervento chirurgico, non pensiamo
nemmeno lontanamente di affidarci ad un medico neo laureato e lo stesso se
dobbiamo consultare un avvocato o un commercialista per una questione
delicata. Questa ferrea e logica regola viene quasi costantemente stravolta
se, malauguratamente, ci troviamo nella veste di imputati, innocenti fino a
prova contraria, ed entriamo in rotta di collisione con un Pm giovanissimo,
uno sbarbatello carico di saccenza o più spesso una rampante e scatenata
paladina della giustizia. Entrambi alle prime armi, in grado però di
determinare il tuo destino. Forse la soluzione di questa paradossale
situazione è nella tanto strombazzata divisione della carriere, certo è
assolutamente insostenibile per i cittadini e per la Giustizia.
Il Mattino 2 luglio 2004
Torna su
Barboni, non possiamo far finta di
non vederli
Gentile
direttore,
ad ogni angolo della città possiamo osservare uomini e donne di tutte le età,
che bivaccano in condizioni igieniche spaventose, avendo fatto del marciapiede
la loro casa. Discutendo del problema con amici, si sente dire spesso che la
scelta del barbone di vivere per strada è libera e non spinta da necessità.
Per rendermi conto della verità ho assunto direttamente informazioni presso
il dormitorio pubblico di via Grande Archivio ed ho scoperto con angoscia che
ogni sera decine di persone non trovano ricovero e sono costretti a passare la
notte per strada. Notizia confermatami dal coraggioso parroco della vicina
chiesa dei Ss. Severino e Sossio, il quale ha organizzato un servizio di
assistenza spirituale. Ma anche il corpo ha le sue improrogabili necessità e
credo che il dormire sotto un tetto sia una delle principali. Come potremo
continuare placidamente ad addormentarci la sera nei nostri letti ora che
sappiamo che uomini e donne più sfortunati di noi sono costretti a cercarsi
un giaciglio di fortuna sulla pubblica strada!
Il Mattino 30 luglio 2004 - Roma 22 giugno 2004 - Corriere del Mezzogiorno
8 luglio 2004
Torna su
Offerta di lavoro a Cosimo Di Lauro
Gentile
direttore,
la foto di Cosimo Di Lauro imperversa sui video telefonini dei teenager ed ha
soppiantato le icone di moda, alle quali i giovani riservano la loro
venerazione, da Leonardo Di Caprio, a Brad Pitt. E l'immagine del bel
tenebroso riscontra eguale successo tra ragazze e ragazzi, le prime colpite
dal fascino magnetico degli occhi e dalla leggenda delle numerose fidanzate,
che a frotte rendevano meno noiosi i giorni dell'inevitabile latitanza, i
secondi stregati dall'inconfondibile volto da duro, abituato a risolvere con
la forza dello sguardo qualsiasi controversia. La colpa naturalmente è dei
mass media che per primi hanno diffuso in maniera martellante la foto del boss
catturato dai carabinieri, senza tener conto della straripante bellezza del
personaggio e del messaggio di fierezza promanante dal volto greco del Di
Lauro. Vogliamo seguire la ricetta dei nostri politici che credono al miracolo
del lavoro? Proviamo ad offrire a Cosimo, appena uscirà, fra poco, da
Poggioreale, in attesa del processo, una parte da protagonista nella
"Squadra" o in qualche altro serial televisivo. Avrà sicuramente un
grandissimo successo e tutti noi saremo felici che le sue imprese siano
virtuali, figlie della fantasia e non della triste realtà di Secondigliano.
La Repubblica 4 febbraio 2005
Torna su
Rivisitiamo il Risorgimento
Gentile
direttore,
la pagina più nera della storia d'Italia è ancora coperta dal segreto
militare a distanza di 140 anni dagli avvenimenti. Nonostante il Risorgimento
stia lentamente subendo un processo di rivisitazione in chiave neoborbonica,
grazie all'impegno di alcuni storici coraggiosi,che lavorano in contrasto
all'ortodossia accademica,a Roma, presso lo Stato Maggiore dell'Esercito, si
conservano, inaccessibili agli studiosi, 150.000 pagine che contengono la
verità sull'insurrezione meridionale contro i piemontesi: quel controverso
periodo capziosamente definito brigantaggio.
I documenti che potrebbero finalmente fare luce sulla distruzione di interi
paesi, sulla deportazione dei suoi abitanti e sulla fucilazione di migliaia di
meridionali subiscono ancora "il complesso La Marmora", dal nome del
generale che diresse per anni la repressione nel Mezzogiorno, prima di
divenire capo del governo.
Negli archivi militari americani si può tranquillamente conoscere ogni
dettaglio del genocidio degli indiani, in quelli francesi indagare sugli
aspetti più oscuri del colonialismo,in quelli tedeschi sapere tutto sul
nazismo. Da noi nel 1967,dopo i prescritti 50 anni di segretezza, abbiamo
potuto meditare sulla dolorosa disfatta di Caporetto, ma sulla
"conquista" del Sud da parte del Nord vige ancora un silenzio
assordante ed una vergognosa chiusura degli archivi pubblici alla
consultazione!
Il Giornale 20 agosto 2003 (con 4 colonne di commento del direttore)
Torna su
Utilizziamo gli embrioni abbandonati
nei frigoriferi
Gentile
direttore,
l'approvazione, senza modifiche al testo, da parte della Commissione sanità
del Senato degli articoli della legge sulla fecondazione artificiale,
precipita l'Italia nel novero delle nazioni più arretrate e, cosa più grave,
creerà una grave disparità tra i cittadini, perché i ricchi potranno
recarsi all'estero ed usufruire delle tecniche più all'avanguardia, mentre
gli altri dovranno sottostare alle norme liberticide che saranno in vigore da
noi.
Pochi ma significativi esempi: il divieto di utilizzare più di tre ovuli per
la fecondazione ed il divieto di congelamento degli embrioni costringerà le
donne a sottoporsi a più cicli di trattamenti e prelievi, con aumento dei
costi e dei rischi e con una sensibile diminuzione delle percentuali di
successo. Nello stesso tempo il divieto di utilizzare gli embrioni
soprannumerari per la ricerca scientifica farà tornare il nostro Paese ai
tempi di Galilei, mentre milioni di ammalati potrebbero beneficiare delle
applicazioni delle cellule staminali.
Una dimostrazione inoppugnabile dello strapotere cattolico e della più che
avvertita assenza dei radicali nelle aule parlamentari.
Torna su
Impresa memorabile l'11 gennaio 1943:
l'abbattimento delle fortezze volanti
Gentile dottor
Ciuni,
ho letto la seconda puntata della sua storia vista dal Sud pubblicata sul
Mattino del 30 gennaio e mi permetto di segnalarle un errore duplice, nel
nome: Riccardo Monaco (e non Morano) e soprattutto nell'impresa:
l'abbattimento l'11 gennaio 1943 di due superfortezze volanti americane.
Episodio unico nella storia dell'aviazione mondiale, non certo mera
propaganda! Mi farebbe piacere poterle fornire altre notizie sull'episodio
frutto di mie ricerche.
Il Mattino 7 febbraio 2003 , ripubblicata il 7 marzo 2003 sempre con la
risposta dell'ex direttore del quotidiano.
Torna su
Assicurazione obbligatoria solo per
il cittadino
Gentile
direttore,
un problema spinoso che attende da anni una soluzione è quello
dell'assicurazione sulla responsabilità civile per gli autoveicoli.
Obbligatoria per legge per gli automobilisti, non lo è per le compagnie
assicurative, per cui basta un solo incidente, anche in fase di denuncia
cautelare, per vedersi disdettata la polizza.
Ed è solo l'inizio del calvario: tutte le altre società si rifiuteranno di
stipulare una nuova polizza a qualsivoglia prezzo.
Come può allora lo sventurato cittadino ottemperare ai dettati di legge se lo
Stato, latitante come sempre, non si decide ad obbligare le assicurazioni a
contrarre le relative polizze, naturalmente alle tariffe proporzionali alla
propria classe di merito.
Il Messaggero 29 settembre 2004
Torna su
La guerra per l'acqua
Gentile
direttore,
mentre ogni giorno ci affanniamo su argomenti fatui, dalle liste per le
prossime elezioni alla corsa per lo scudetto, dalle trasmissioni televisive
agli acquisti di cose inutili, il Pentagono, alla chetichella e, pare, contro
il parere dello stesso Bush, ha reso noto un rapporto, nel quale candidamente
si riconosce che il più grosso pericolo per l'umanità non è costituito dal
terrorismo, per il quale tanto ci agitiamo, bensì dall'emergenza climatica,
che scatenerà quanto prima guerre planetarie per il possesso di un bene
primario come l'acqua.
L'estate scorsa la temperatura, senza che nessuno l'avesse minimamente
previsto, è salita di circa 6°. Meteorologi e futurologi ci hanno ammonito
che un eventuale aumento di altri 6 gradi significherebbe la scomparsa dalla
Terra di ogni specie vivente, ma non vi è stato alcun impegno da parte di
nessuna nazione per fermare o almeno rallentare l'inquinamento ambientale,
causa scatenante dei rialzi termici.
Se non vogliamo la nostra estinzione, dobbiamo muoverci subito tutti. Cosa
fare? Diminuire drasticamente tutti i consumi inutili, risparmiando così
materie prime e risorse idriche e attuare al più presto una rivoluzione
energetica, sfruttando fonti alternative rinnovabili, ma soprattutto
l'idrogeno, ubiquitario ed adoperabile già da oggi.
Certo le potenti lobbies non gradiranno; esse sono in grado di scatenare
guerre inutili ed hanno un controllo quasi totale dell'informazione, ma
bisogna provare, è questione di vita o di morte e forse è troppo tardi!
Il Messaggero 19 maggio 2004
Torna su
Appello per salvare "Scena
Illustrata"
Gentile
direttore,
"Scena Illustrata" era una delle tante riviste di arte, letteratura
e saggistica. Rispetto alle "colleghe" si distingueva per l'anno di
fondazione:1865!
Illustri collaboratori nel passato, da Pascoli a D'annunzio, agguerrite
redazioni nelle principali città, tra cui Napoli, negli ultimi anni ed oggi,
scomparso l'animatore degli ultimi decenni, la rivista rischia di morire.
Come giustamente affermava il compianto editore Colonnese quando chiude una
libreria si apre un vistoso varco alla barbarie e cosa succede allora quando
scompare una gloriosa rivista?
Diventiamo tutti più poveri e più soli.
Non vogliamo fare niente per salvarla?
La Repubblica 27 agosto 2004 - Roma 4 settembre 2004 - Il Mattino 16
settembre
Torna su
La verità sul termovalorizzatore
Gentile
direttore,
da mesi leggiamo quotidianamente, come un amaro bollettino di guerra, notizie
riguardanti il termovalorizzatore di Acerra: blocco della circolazione
automobilistica e ferroviaria tra nord e sud dell'Italia da parte di cittadini
capeggiati da pregiudicati sicuramente prezzolati, occupazione di edifici
pubblici, dai municipi alle scuole, uscita dal consiglio regionale di partiti
politici contrari alla localizzazione dell'impianto, ecc.
Ed in queste manifestazioni di furore collettivo è sempre stranamente
rispettata una sorta di par condicio, infatti in prima fila si alternano i no
global e l'estrema sinistra ad esponenti di An e del mondo cattolico, con
monsignori onnipresenti e preti d'assalto inneggianti a squarciagola. Il tutto
dimenticando naturalmente che la zona possiede un tasso di inquinamento
ambientale intollerabile, dopo che per anni la camorra, indisturbata, ha
trasferito addirittura scorie nucleari. E per averne conferma basta consultare
la bibliografia scientifica sull'argomento, che segnala un preoccupante
incremento delle malattie, non solo tumorali.
Il cittadino, travolto da notizie di cronaca derivate da una visione
sull'argomento dicotomica, vorrebbe onestamente saperne di più dai mass
media, nessuno dei quali, né locale né nazionale, si è premurato di
sviluppare un'inchiesta approfondita sulla questione.
Perchè non andare ad intervistare i sindaci delle grandi e piccole città
europee, da Milano a Vienna, da Brescia ad Amsterdam, che da anni hanno
collocato termovalorizzatori in pieno centro senza problemi? E poi sentire il
parere, non solo dei tecnici delle ditte produttrici degli impianti, ma anche
dei più autorevoli esponenti della comunità scientifica internazionale. E
naturalmente dare voce anche a coloro che protestano, potrebbero avere
ragione. Ci convincano con dati di fatto scientifici. E infine calcolare
l'enorme movimento di denaro che genera il riciclaggio dei rifiuti, fino ad
oggi, nel sud, saldamente in mano alla delinquenza organizzata.
Torna su
Singolare o plurale, Borbone senza
pace
Gentile dottor
Gargano,
ho letto con interesse la colta dissertazione di Titti Marrone sulla esatta
definizione: Borbone o Borboni. Pur se equilibrato, l'articolo sembra alla
fine sposare la tesi del professor Scirocco, per cui vorrei aggiungere qualche
particolare in favore dei filo Borbone.
La citata lettera di Ferdinando II con la firma Borboni, naturalmente non fa
testo, ben conoscendo il livello culturale del sovrano, come pure la lunga
disquisizione sulle famiglie europee che acquisiscono la dizione Bourbon al
plurale, essendo nozione elementare che alcune lingue, ad esempio inglese o
francese, a volte hanno il plurale per i cognomi, errore gravissimo per
l'italiano. Ed a conferma di ciò richiesi tempo fa un parere all'ancora
attiva ed autorevolissima Accademia della Crusca, che si espresse senza
esitazioni per la forma singolare.
La lunga diatriba linguistica continuerà certamente immutata, avendo sulle
opposte sponde autorevoli personaggi, da un lato i professori Scirocco e
Galasso, dall'altro Mieli ed Eco e troverà una soluzione definitiva solo nel
tempo, essendo la nostra una lingua viva, che macina lentamente le parole.
Il Mattino 5 gennaio 2005
Torna su
La negazione di Pietro riapparsa
per...incanto
Gentile
direttore,
in passato a Napoli, capitale e città ricca ed avanzata culturalmente,
esistevano collezioni private di dipinti tra le più importanti al mondo. Una
ricchezza oggi inimmaginabile, dopo secoli di degrado e di impoverimento della
città, che hanno fatto volare via, quasi al soffio di una incontenibile
tempesta, la gran parte dei quadri posseduta dai privati, tutte opere
trasferite, quasi sempre illegalmente, nel patrimonio di musei americani ed
europei e di collezionisti stranieri; una diaspora rovinosa che ha
rappresentato il segno inequivocabile del declino della nostra sfortunata città.
Visitando la spettacolare mostra sul Caravaggio, allestita degnamente nel
museo di Capodimonte, ci si imbatte in una tela, una Negazione di Pietro,
proveniente dal prestigioso Metropolitan museum di New York, che apparteneva
fino agli anni Sessanta ad una nobile, quanto decaduta, famiglia napoletana,
la quale pensò bene di portare clandestinamente l'opera in Svizzera, da dove
ha preso poi il volo oltre oceano. Il reato non è ancora prescritto, per cui
ci appelliamo a qualche magistrato, che voglia coraggiosamente prendere i
provvedimenti del caso, incluso l'eventuale sequestro cautelativo. Pur
consapevoli delle inevitabili conseguenze internazionali di una simile
iniziativa, siamo certi del significato simbolico di una denuncia, che
potrebbe essere di remora, affinché in futuro altri episodi del genere non si
ripetano.
Roma 3 novembre 2004
Torna su
Trecento carabinieri per il consolato
Gentile
direttore,
mentre si discute animosamente sulla necessità di dirottare sulla città di
Napoli cospicui rinforzi di polizia e carabinieri, per cercare di contrastare
una malavita che ha oramai superato, e di molto, il livello di guardia, si
vuole ignorare che, ogni giorno, oltre cento carabinieri(tenendo conto dei
vari turni) sono distolti dal loro compito primario di affrontare assassini,
rapinatori, scippatori, estorsori ecc. per illudersi di difendere la sede del
consolato americano.
Nei giorni scorsi, addirittura, si sono creati degli orribili cordoli di
cemento, che hanno ristretto ulteriormente le sedi stradali limitrofe e fatto
perdere una quantità di posti per il parcheggio.
Naturalmente se dei terroristi volessero veramente attaccare, lo potrebbero
fare facilmente e sarebbe una strage, in pieno centro.
Che si aspetta a trasferire la sede consolare in una area già militarizzata,
e ne esistono tante anche a Napoli, restituendo alla città una sede che fu
per decenni un albergo prestigioso ma, soprattutto, una maggiore tranquillità
ai cittadini, con tanti carabinieri che potrebbero tornare a combattere la
delinquenza.
Repubblica e Corriere del Mezzogiorno del 12 novembre 2004
Torna su
L'arma segreta di Federico II
Gentile dottor
Gargano,
si è discusso a lungo, nell'elaborare la Costituzione europea, se fosse il
caso di accennare ad una radice comune giudaico cristiana ed alla fine, su
pressione della Francia, laicista ad oltranza, si è rinunciato. Vorrei
rammentare, oltre a quella illuminista tanto cara ai cugini d'oltralpe,
un'altra radice europea laica, forse più importante e spesso trascurata: la
illuminata politica imperiale di Federico II di Svevia. Sotto il suo impero il
sud d'Italia fu prospero, potente e temuto, ma soprattutto quel sovrano seppe
gestire un variegato melting pot di razze, costumi e lingue, facendo vivere in
pace ed accordo sullo stesso territorio Greci Latini, Tedeschi, Normanni e ciò
che più conta: musulmani, cristiani ed ebrei, tutti con leggi e consuetudini
proprie. Un miracolo a cui dovrebbero ispirarsi i politici di oggi, succubi
dell'inevitabilità dello scontro tra le civiltà. Fondò a Napoli una delle
più antiche università del mondo, che fu per secoli la culla della classe
dirigente laica ed un faro di cultura, non più inceppata dal dogma. Ateo,
pretendeva, pena la morte, che i suoi sudditi fossero religiosi per amore
dell'ordine. Protagonista del Medio Evo, accoppiava ad una vastità di
interessi una concezione modernissima dello Stato.
Paradigmatico il modo con cui firmò nel 1229, all'epoca delle crociate, un
vantaggioso trattato di pace col sultano Al Kamil, senza spargere una sola
goccia di sangue, riuscendo ad ottenere ciò che i suoi predecessori non erano
riusciti a conquistare con flotte, eserciti, massacri e rapine.
Nel colloquiare con il Sultano dimostrò una perfetta conoscenza sia della
cultura islamica che della lingua araba, da lasciare stupefatto
l'interlocutore, il quale volle invitarlo, prima di continuare la discussione,
a visitare il suo harem...
E Federico II non si fece pregare, stemperando l'animo nel cogliere le grazie,
che gli venivano con tanta prodigalità offerte dal nemico.
E precorrendo di secoli i figli dei fiori, che volevano combattere la guerra
ponendo fiori nei cannoni, capì che era meglio porre il cannone nei fiori
Il Mattino 4 gennaio 2005 - Il Messaggero 8 gennaio 2005
Torna su
Liberalizziamo la droga
Gentile
direttore,
A Napoli e provincia una quota cospicua della popolazione è occupata a
spacciare droga, ad indurre donne alla prostituzione o, nei casi veniali, a
vendere cd e griffe false nel più assoluto anonimato fiscale, ma la cosa più
grave è che la restante popolazione acquista droga, fa la fila per
accoppiarsi a prostitute minorenni, compra merce falsa di ogni genere e si
vanta di vedere soltanto film di contrabbando.
Da questo coacervo inestricabile tra delinquenti ed onesti... difficilmente
verremo fuori.
In questi giorni la malavita impazza, sovrapponendosi ad una microdelinquenza,
che oramai assedia il cittadino ad ogni ora del giorno e della notte.
In Italia, non solo a Napoli, alla base di oltre il 50% dei reati vi è
l'ombra della droga, oltre la metà dei carcerati è ospite... dello Stato per
reati connessi agli stupefacenti, la metà delle forze dell'ordine e della
magistratura è occupata da problemi legati a spaccio e consumo di droga.
Vogliamo provare a dibattere sulla possibilità di liberalizzarla, una vecchia
proposta radicale che non è stata mai discussa seriamente dai mass media,
forse perché influenzati dall'antistato, che ha oramai guadagni tali da poter
corrompere chiunque.
Torna su
Strade e piazze l'opera di Marrone
Gentile dottor
Gargano,
apprezzo il lodevole desiderio di un lettore di stampare un volume, che
contenga notizie sui personaggi a cui sono dedicate piazze e strade
napoletane. Segue un elenco di opere che hanno trattato in passato la
tematica, ma oggi non acquistabili, se non eccezionalmente, sul mercato
antiquariale. Mi permetto di segnalare quella che è universalmente
considerata la Bibbia sull'argomento, disponibile in tutte le librerie ed
anche in molte edicole: "Le strade di Napoli" del compianto Romualdo
Marrone, uno studioso che amava la sua città, alla quale ha dedicato la sua
vita e che non possiamo dimenticare.
Il Mattino 22 gennaio 2005
Torna su
L'Africa in vendita per un tozzo di
pane
Gentile
direttore,
l'Africa è in vendita. Chi è rimasto in patria è costretto a combattere
senza speranza contro mali antichi e nuovi e tra questi il flagello dell'aids,
che sta spopolando un continente, con decine di migliaia di morti al giorno,
nel silenzio e disinteresse dei mass media occidentali. Chi è venuto tra noi
con il sogno di un domani migliore è accolto con ostilità o, nel migliore
dei casi, indifferenza.
All'alba nelle periferie gruppi di africani attendono pazientemente se c'è
lavoro per loro, nei campi, nei cantieri edili, dovunque si possa rimediare un
pezzo di pane. Stanno a piccoli gruppi con un'infinita tristezza negli occhi a
guardare il vuoto, qualcuno parla, la maggior parte è assorta nei suoi
pensieri, uno sta in ginocchio e prega. Alle nove chi non ha trovato nessuno
disposto a sfruttare la disperata forza delle sue braccia ritorna mesto verso
casa, cercando di ingannare la fame che non conosce gli spietati meccanismi
economici della civiltà.
L'Africa è in vendita per un tozzo di pane!
E la sera la liquidazione continua, ma ora entrano in scena le ragazze,
strappate a viva forza da novelli negrieri dalle loro foreste e catapultate
nella giungla delle nostre metropoli, ad offrire in olocausto il loro oscuro
quanto scuro oggetto del desiderio.
Accomodatevi braccia e corpi in offerta speciale, saldi da non perdere:
l'Africa è in vendita!
Il Mattino 14 febbraio 2005
Torna su
Napoli problema nazionale
Gentile
direttore,
vorrei lanciare attraverso le pagine del suo quotidiano un S.O.S. per cercare
di salvare Napoli, antica e gloriosa capitale, che, giorno dopo giorno,
precipita in un baratro sempre più profondo e cupo, nell'assordante silenzio
dei mass media e nel disinteresse del governo.
Una città da oltre un mese paralizzata quotidianamente da manipoli di pochi
disoccupati di mestiere, prezzolati e manovrati dalla camorra,mentre il
prefetto surclassa Ponzio Pilato nel non prendere decisioni.
Una società di politici inconcludenti , corrotti e privi d'idee, che da
decenni litiga su come spartirsi i finanziamenti per Bagnoli, un quartiere
dove si gioca il futuro dei Napoletani.
Un'area del Paese detentrice di numerosi record, dal traffico più caotico
alla micro-criminalità più audace, dalla disoccupazione più diffusa al
racket più opprimente, dal disordine edilizio più devastante alle densità
abitative più alte delle metropoli asiatiche ed inoltre una concentrazione di
extra comunitari per semaforo da guiness dei primati.
A fronte di tante carenze una misconosciuta ricchezza: la più alta
concentrazione di giovani del mondo occidentale, uno straordinario propellente
che, se correttamente adoperato, può cambiare il volto di una civiltà.
Napoli non ha bisogno di elemosine, ma di un'attenzione mediatica e degli
uomini migliori a disposizione. Perché lo Stato non decide, con una spesa
modesta,di lanciare una crociata in favore di questa città, mandandoci i
funzionari più validi,i poliziotti ed i carabinieri più motivati,oltre
naturalmente a questori, prefetti e magistrati disposti ad impegnarsi in una
sfida entusiasmante che da soli i Napoletani non riescono a vincere?
Torna su
Sos per padre Casolaro
Gentile
direttore,
con poche laconiche parole: "siamo costretti, rammaricati, a sospendere
la nostra attività", padre Casolaro, un mito del cineforum napoletano,
si arrende, dopo più di 50 anni di ininterrotta attività, alla chiusura a
catena dei cinema napoletani ed alla mancanza di luoghi di aggregazione dove,
oltre a vedere un film assieme, si possa, uniti dal piacere della cultura,
discuterne.
Possibile che, chiuso il Santa Lucia, che negli ultimi anni ospitava il suo
cineforum, non si riesca a trovare nessun gestore che voglia ospitare
un'iniziativa culturale così qualificante per la nostra città.
Non posso crederlo!
Una civiltà muore inesorabilmente quando tutti si arrendono e perdono il
gusto di lottare contro la barbarie dell'ignoranza, trovando vano conforto
nell'inutile gioco delle carte, unico passatempo della decadente borghesia
napoletana.
Corriere del Mezzogiorno 15 ottobre 2004 - Il Mattino 6 novembre 2004
Torna su
Poggioreale il regime carcerario
Gentile dottor
Mieli,
La situazione nelle carceri è, a dir poco, esplosiva con penitenziari, come
in quello napoletano di Poggioreale, che contengono un numero di detenuti
doppio rispetto a quello previsto e condizioni di vita assolutamente sub
umane. Ed a pagare ed a soffrire di più sono sempre i più poveri ed i più
deboli.
Voglio raccontare brevemente a Lei ed ai Suoi lettori una vicenda esemplare a
conferma di quanto detto. Un mio ex cameriere, Alcindo Do Carmo, ma il suo
cognome non conta, anzi lì dentro esso è sostituito da un numero, si trova,
a seguito di una aggressione alla moglie, ospite... da circa due mesi dello
Stato. Il difensore d'ufficio non ha presentato in tempo utile richiesta di
scarcerazione al Riesame,ma, la cosa più grave, nessuno si è accorto, forse
per difficoltà linguistiche, che il malcapitato è affetto da una grave forma
tumorale, assolutamente incompatibile con il regime carcerario. L'
indilazionabile chemioterapia, interrotta da oltre sessanta giorni, è stata
sostituita da una serie di selvagge percosse giornaliere da parte dei compagni
di cella.
Ogni giorno ed ogni minuto nelle nostre prigioni viene calpestato l'articolo
27 della Costituzione, che sancisce solennemente:"Le pene non possono
consistere in trattamenti contrari al senso di umanità".
Che cosa si aspetta a portare lo Stato italiano davanti alle Corti di
giustizia europee ?
Corriere della Sera 25 giugno 2003 - Il Mattino 3 luglio 2003
Torna su
Bracciale elettronico e carceri
sovraffollate
Gentile
direttore,
estate tempo di vacanze: quando la temperatura sale, tutti cercano refrigerio
al mare o ai monti ed ogni anno tutti, politici e cittadini benpensanti, con
la benedizione dei mass media, dimenticano l'esplosiva situazione delle
carceri, sovraffollate oltre qualsiasi perversa immaginazione, con detenuti
stipati come bestie in camerate ove il termometro è costantemente oltre i 40°
e le ore di aria sono 2 su 24. Un inferno che neanche la fertile fantasia di
Dante avrebbe potuto immaginare, causato dal gran numero di detenuti. Un
record europeo del quale vergognarsi. Non peroreremo amnistie o indulti, al
momento improponibili, perché la situazione politica non è matura, ma
vorremmo proporre l'adozione del braccialetto elettronico che permetterebbe un
maggior utilizzo degli arresti domiciliari
Roma 29 agosto 2004
Torna su
Il cemento selvaggio sull'isola
d'Ischia
Gentile
direttore,
La spasmodica attesa di un condono, rivelatasi un aborto giuridico, il quale
in ogni caso non avrebbe potuto plausibilmente sanare gli abusi nelle zone
protette, ha scatenato da tempo una folle corsa a costruire smodatamente
dovunque e comunque. Ad Ischia, nonostante l'isola fosse fuori da ogni
possibile sanatoria, si è cementificato dappertutto, creando un danno
irreparabile sotto il profilo ambientale, paesaggistico, ecologico e
turistico. I veri danneggiati da questa selvaggia devastazione sono però i
proprietari in regola, che hanno visto sensibilmente scendere il valore dei
loro immobili.. Essi, come tutti i cittadini onesti, avrebbero preferito una
tassazione una tantum, una modesta patrimoniale, allo scopo di finanziare
oltre alle traballanti casse dello Stato, una gigantesca task force in grado
di distruggere gran parte delle costruzioni abusive, ripristinando
miracolosamente un senso della legalità da tempo del tutto smarrito.
Roma 14 agosto 2004
Torna su
Firme sulle liste norme paradossali
Gentile direttore,
il recente episodio delle firme ”false” della Mussolini ha messo, speriamo definitivamente, il dito sulla piaga della assurdità di dover corredare con un certo numero di adesioni di elettori una lista, da presentare in una competizione elettorale. Se qualche magistrato di buona volontà volesse indagare sull’argomento, scoprirebbe che, in qualsiasi regione d’Italia, tutte le documentazioni, e dico tutte, sono false, perché le firme, anche quando non sono apocrife, sono apposte a margine delle liste prima della stesura dell’elenco completo con i nomi dei candidati, che diventa definitivo per tutti i partiti soltanto nelle ultime 24 ore. Un paradosso legislativo, messo in risalto da anni unicamente dai radicali, che renderebbe nulle con le norme attuali tutte le competizioni elettorali. Che si aspetta a rendere meno ipocrita la normativa?
Il Mattino 11 aprile 2005
Torna su
Matrimoni internazionali
Gentile direttore,
l’Europa, figlia dell’utopia, sta già per andare in crisi. Il referendum sulla sua Costituzione di cui si parla in Francia, unito alla calamitosa inflazione strisciante che, dall’entrata in vigore dell’euro, sta erodendo stipendi e risparmi, sono le spie più vistose di un malessere diffuso, che sta mettendo in crisi un così ambizioso progetto, nato nelle stanze del potere segreto dei banchieri di Francoforte. Il sogno malizioso di una grande Europa dall’Atlantico agli Urali non può reggere naturalmente soltanto su di una moneta, ma è necessario che i popoli, divisi oggi dalla lingua e dalla storia, da abitudini e legislazioni diverse, diventino un solo popolo. Un obiettivo che può divenire più facile attraverso l’aumento dei matrimoni internazionali. Se tutti i governi erogassero dei cospicui incentivi economici e fiscali alle coppie, naturalmente con prole, ai cittadini di diversa nazionalità che volessero mettere su famiglia un passo decisivo verso l’integrazione europea sarebbe compiuto e l’Europa, in capo a 2-3 generazioni, passerebbe dalla fantasia alla realtà.
Un provvedimento semplice senza il quale il nostro futuro demografico è semplicemente senza speranza.
Mi sia permesso un ricordo personale: la malattia di fare proposte attraverso lettere al direttore lo ho contratto in età pediatrica. La mia prima missiva fu indirizzata al mensile Quattrosoldi e trattava proprio dei matrimoni internazionali. Era il 1960, il direttore della rivista nella sua risposta ironizzo e sospettò che stessi per sposarmi con una straniera, non sapeva che da poco avevo compiuto tredici anni.
Quattrosoldi novembre 1960
Torna su
|