ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI VENEZIA - SCUOLA DI RESTAURO "Pietro Edwards"

 

Riproposizione de "IL MANUALE DEL PITTORE RESTAURATORE" di Ulisse Forni edito in Firenze nel 1866


Edizione elettronica del "Manuale del Pittore Restauratore" di Ulisse Forni (1866), edizione promossa da questa Accademia di Belle Arti con introduzione e note di Vanni Tiozzo, corredata da collegamenti in ipertesto e ricerche analitiche. Nardini editori Firenze: www.nardinieditore.it info@nardinieditore.it

La nuova pubblicazione del testo di Ulisse Forni, del 1866, è una importante fonte da cui attingere conoscenza sul restauro; una fonte autorevole e colta, espressa quando ancora la cultura dell’Accademia non era stata costretta dall’idealismo che ha portato al disprezzo per la Cultura con risvolti manuali. Questa iniziativa non è quindi un’operazione di sola "archeologia" culturale, strumento per la sola storia del restauro, ma è soprattutto occasione di riflessione e moderazione di un atteggiamento che ci porta sempre più ad usare termini come "restauro scientifico": sottovalutando talvolta lo stesso significato di esperimento scientifico, così come quello di restauro come attività critica, così caro a Cesare Brandi.

Numerosi sono oggi i testi sul restauro reperibili nel mercato editoriale, decisamente più aggiornati del lavoro del Forni, sia nelle tecniche che nei prodotti, tuttavia la loro stesura rivela talvolta un pragmatismo che accosta formule chimiche ad una unica proposta di intervento, una trattazione quasi più idonea ad "avviamento al lavoro" piuttosto che ad un contesto di accrescimento culturale del fenomeno; come se le pubblicazioni risentissero dei problemi di formazione lamentati in Italia.

Ovviamente il testo del Forni deve essere letto consapevoli della sua specifica collocazione storica, le note servano appunto, per grandi linee, ad aiutarci in questo processo; meglio poi approfondire la parte più innovativa delle metodologie e dei materiali di intervento in specifiche pubblicazioni, riviste o atti di convegno, che ben assolvono a questo compito e che sono di facile reperimento. Decisamente poco accessibile è invece la trattazione delle tecniche tradizionali, così come la stessa conoscenza dei relativi materiali, che in questo testo troviamo ben sviluppati, elementi questi che ancor oggi rivestono un ruolo da non sottovalutare negli interventi di restauro.

Chi ha letto Alessandro Conti potrà scoprire anche che la storia del restauro, penso indispensabile strumento di consapevolezza professionale, sia debitrice nei confronti di questo testo per innumerevoli informazioni che qui troviamo inserite in un ambito funzionale alla conoscenza della materia su cui si opera.

La trascrizione integrale, con il riporto preciso dei salti pagina, lo pone quindi utile strumento di consultazione in sostituzione dello stesso stampato storico, quest'ultimo, assai difficile da reperire anche nelle biblioteche.

Questo lavoro penso possa risultare utile per quanti intendono comprendere l’intervento sull’opera d’arte nella sua interezza: non quindi solamente fatto estetico e nemmeno fatto chimico.

La disponibilità di queste conoscenze potrà per ciascuno di noi essere occasione per un passo verso una conoscenza materica su cui operare consapevoli, affinché parole come "reversibilità" e "riconoscibilità", piuttosto che "compatibilità" o "minor intervento", abbiano un reale valore di contenuto anziché di slogan. … "Finalmente s’impegnano di non usare sui quadri ingredienti che non si possano più levare, ma ogni cosa necessariamente adoperata sarà amovibile da quelli dell’arte ogni qual volta si voglia" … prescriveva Pietro Edwards il 6 luglio 1777.