Il restauro nella storia dell’Accademia di BB AA di Venezia.
Venezia vanta una tradizione invidiabile nel restauro. Tra 1698 e 1709 Il gran principe Ferdinando di Toscana ordinò al veneziano Nicolò Cassana il restauro di molti dipinti della propria galleria e il nobile fiorentino Paolo del Sera, per conto di Leopoldo de' Medici, incaricò il veneziano Pietro della Vecchia. A quest'ultimo si deve lo stacco e riapplicazione della pala Costanzo di Giorgione.
Il Senato della Serenissima incaricò a sovrintendere la conservazione delle pubbliche pitture, l'Accademia di Belle Arti di Venezia sin dalla sua costituzione, il 24 settembre 1750, divenendo la prima istituzione ad occuparsi di conservazione e restauro dei dipinti, oltre che il più antico istituto di Alta Formazione presente in Venezia.
Nel 1771 l'accademico Pietro Edwards elaborò gli "Articoli Compagnia Restauro", un'autentica .Carta del Restauro. ante litteram in cui si possono riconoscere i cardini del restauro moderno quali: "riconoscibilità", "reversibilità": "Rimetteranno tutte le mancanze del colore scrostato, e caduto, senza occupare il color vecchio ... S'impegnano poi che non si useranno nei Quadri ingredienti che non si possano più levare, ma ogni cosa necessariamente addoperata, sarà facilmente amovibile da ogn'un ch'intenda l'arte".
L'Accademia di Belle Arti di Venezia non si limitò alla sola produzione di restauri ma continuò anche ad elaborare una vera e propria cultura del restauro, questa, nel 1819, sfociò nel progetto della "Instituzione di una Formale Pubblica Scuola pel Ristauro delle danneggiate Pitture.”
Giovan Battista Cavalcaselle si formò proprio nell'Accademia Veneziana, questi, oltre che occuparsi di critica d'arte si occupò di restauro, dapprima con l'elaborazione di uno specifico progetto e poi, Ispettore Generale per la pittura e la scultura, con la direzione di numerosi restauri, tali da contrassegnare l'attività pubblica dell'Italia unita nel settore, il cosiddetto “restauro conservativo”..
Nel secolo appena scorso vale la pena di ricordare l'Accademia per la formazione di alcuni grandi restauratori come Egidio Martini e Clauco Benito Tiozzo, ambedue chiamati poi ad insegnare la medesima materia nel nostro Istituto, nel cui incarico si debbono aggiungere Lorenzo Lazzarini e Memi Botter.