ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI VENEZIA
EGIDIO MARTINI
Docente di Restauro A.A. 1980-81
Egidio Martini restaura un quadro di Lorenzo Lotto del Paul Getty Museum di Malibu. |
Note biografiche:
Figlio d’arte (il padre Ermenegildo fu nel primo Novecento un noto pittore decoratore), Egidio nasce a Venezia nel 1919. Negli anni giovanili è stato un apprezzato pittore (ne è testimonianza un volume-catalogo che riproduce le sue principali opere, edito alcuni anni or sono): attività che ha probabilmente contribuito all’avvio — fin dal 1944, sotto la guida del restauratore Gino Calore — di quella che è diventata per lunghi decenni la sua principale specializzazione: lo studio e il restauro di dipinti antichi, per i quali ha sempre avuto una peculiare predilezione e che lo porteranno presto a risultati di assoluta eccellenza, riconosciuti in tutto il mondo e culminati — nei mesi scorsi con il conferimento della laurea honoris causa’. La solida preparazione tecnica e la vasta conoscenza dell’arte antica, acquisite nella sua attività di recupero, restauro, sono state altresì la base sia per una notevole produzione di saggi e studi critici — fra i quali vanno ricordati almeno i suoi monumentali volumi dedicati alla "Pittura veneziana del Settecento" (1964 e 1982) e, nel 1992, a "La pittura italiana dal XV al XIX secolo", grazie ai quali ha saputo ‘riscoprire’ e valorizzare opere e artisti ingiustamente dimenticati e offrire alla comunità scientifica una imponente mole di dipinti inediti — sia per la creazione, con acume e notevoli sacrifici, di una imponente collezione di opere d’arte, donata nel 2001 alla Comunità veneziana ed ora esposta in permanenza nel Museo del Settecento di Ca’ Rezzonico.
Hanno scritto di lui
Da: Vittorio Sgarbi, Egidio Martini e il Settecento veneziano, in Dell'Italia. Uomini e luoghi, Rizzoli Milano 1991, pp. 228-230.:
Egidio Martini bisogna conoscerlo. Naturalmente molti lo conoscono per i suoi numerosi, tempestivi, esaurienti interventi sulla pittura veneta, soprattutto del Seicento e del Settecento. Ma se questo è sufficiente per la scienza, non lo è certo per restituirci la compléssa personalità dell’uomo. Egidio Martini occorre incontrano, e parlargli, così come si sarebbe desiderato incontrare uno dei grandi artisti del passato che egli ama più di quanto ci sia possibile immaginare, di un amore, direi, carnale. Egidio Martini affida la sua fama a due volumi di grande spessore, fisico e spirituale, dal titolo e dal formato quasi identici, pubblicati a vent’anni di distanza uno dall’altro. Rosso il primo, La pittura veneziana del Settecento, del 1964, azzurro il secondo, La pittura del Settecento veneto, apparso sotto l’insegna editoriale dell’Istituto per l’Enciclopedia del Friuli-Venezia Giulia. Ma niente che assomigli di meno al Martini di questi due volumi che potrebbero, per l’aspetto, costituire le appendici sul Settecento veneto della Treccani. Martini, infatti, è un poeta, si rispecchia di più in una strofa di Giorgio Baffo o del suo dilettissimo Marco Boschini (che traduce la critica in poesia nella Carta del navegar pittoresco) che in una ben ordita pagina di Anton Maria..Zanetti o di Rodolfo Pallucchini. Beninteso egli stima, segue e sviluppa anche scientificamente le indicazioni e le ricerche di storici e studiosi, ma, come per un’insofferenza che si ricompone seriosamente nelle complesse macchine dei suoi volumi, c’è sempre in lui l’impertinenza e l’illuminazione improvvisa, che chiarisce e arricchisce un nodo critico, un problema attributivo, una personalità di artista in ombra. Pittore, restauratore, collezionista, critico, studioso, ricercatore, avido lettore delle fonti, sensibile non solo al linguaggio [pag. 228-229] figurativo, ma anche a quello letterario, Egidio Martini ci appare nel suo studio a Venezia, di fronte all’Archivio di Stato, poco lontano dalla chiesa dei Frari, come un folletto giudizioso e naturalmente irriverente, che vive nel passato glorioso della Repubblica veneziana, parlando quotidianamente non con noi, che sente passeggeri e caduchi, ma con gli artisti di cui intende sensibilmente i movimenti segreti del cuore: Gaspare Diziani, Sebastiano Ricci, Gian Battista Tiepolo, Francesco Fontebasso, Pietro Liberi, Giannantonio Pellegrini etc. Di tutti i critici che ho conosciuto, anche dei più sensibili e appassionati, anche dei più puntuali e filologicamente attendibili nella schiera dei conoscitori, cui Martini appartiene, è l’unico che intrattenga con i dipinti un vero e proprio rapporto sessuale, che coinvolge tutto il suo corpo, oltre che la mente, e che lo fa parteggiare, e che lo rende sincero anche quando, assai di rado, sbaglia. Tutto questo, che si contiene, in certo modo, nel testo del suo utilissimo volume, scoppia nelle note, dove vediamo Martini imprecare e saltare non nascondendo nulla di quello che pensa di studiosi; amici e colleghi che abbiano avuto il torto non di discutere le sue tesi, ma di non rendere il dovuto agli artisti che egli tanto ama. La passione intellettuale non è sufficiente. Per Martini, occorre amare per capire; e non è che con questo egli neghi che si possa anche capire senza amare, ma certamente se ne ricava una conoscenza limitata, inferiore. Martini soffre quasi fisicamente di dover pubblicare un’opera già pubblicata (cioè di altri), e sia nel primo che nel secondo libro, per moltiplicare la conoscenza dei giorni e delle ore dei suoi artisti, offre centinaia e centinaia di opere inedite, quasi mille nella sua ultima fatica. "Alcune sproporzioni che si potranno notare sull’alto numero di illustrazioni assegnato ad alcuni pittori a paragone d’altri, anche maggiori, non sono state suggerite dall’importanza storico-artistica più o meno grande dell’artista trattato [...] ma soltanto dall’abbondanza del materiale inedito di cui disponevo; e, naturalmente, dal desiderio di farlo conoscere a tutto vantaggio della ricerca critica." Un vantaggio cui si aggiunge la ricercata qualità del materiale fotografico in un bianco e nero così espressivo perché riprodotto in due colori, per personale cura e intransigenza editoriale del nostro. Con Martini la critica [pag. 229-230] passa dalla filologia come scienza alla filologia come sentimento, come istinto, appunto, senza perdere i suoi requisiti di rigore: un metodo unico, insolito che, con diverso respiro e diverso oggetto d’amore (i bolognesi e i padani, in quel caso), ricorda quello di Francesco Arcangeli, altrettanto furioso ma più intellettualmente tormentato. Le furie di Martini non sono furie di angoscia ma furie di gioia, non sono annientamento nella natura, ma esaltazione sensuale in essa. Martini è un adolescente che si innamora continuamente, timoroso di non essere riamato, ma poi subito eufonico per aver ritrovato in un Pittoni, in un Ricci, in un Pellegrini, e perfino in un Piazzetta, un ammiccamento, un sorriso, una complicità che solo lui può intendere. In quei momenti dobbiamo lasciarlo solo, non avvicinarci, non disturbano. Per questo, delle tante novità dell’ultimo libro non ricorderò altro che la scoperta e la valutazione alla pari dei grandi Marco Ricci, Alessandro Magnasco, Gian Antonio Guardi, di un maestro dimenticato, Antonio Marini, un "marinarista" (pittore di marine oltre che di battaglie e di paesaggi), che reclama tutto l’amore che finora non ha avuto.
Il comitato promotore del premio "Veneziano dell’anno" — patrocinato dalla Associazione Settemari in collaborazione con la Cassa di Risparmio di Venezia, giunto alla sua ventisettesima edizione, ha deliberato alla unanimità di assegnare il riconoscimento per il 2005 a Egidio Martini, con la seguente motivazione: "per la sua feconda opera di restauratore, intrapresa dopo una importante attività pittorica e assurta a livelli di eccellenza riconosciuti in tutto il mondo, accompagnata da una vasta produzione di saggi critici e monografie sulla pittura veneta e suggellata con la donazione, nel segno di un mecenatismo da tempo dimenticato, di una imponente raccolta di oltre 260 dipinti dal XV° al XIX° secolo frutto del suo amoroso e attento collezionismo, ora esposti in permanenza nel civico museo veneziano di Cà Rezzonico" L’associazione Settemari conferisce a Egidio Martini il riconoscimento di VENEZIANO DELL’ ANNO 2005.
Pubblicazioni:
Martini E., Marco Ricci battaglista, Venezia 1963.
Martini E., La pittura veneziana del Settecento, Venezia 1964.
Martini E., A proposito di Visoni e Guardi, in "Bollettino del Museo Civico di Padova", n. 2, 1964.
Martini E., Contributo alla conoscenza del Guercino, in "Arte Illustrata", nn. 5-6, maggio-giugno 1968.
Martini E., Due ignoti cicli pittorici di Francesco Fontebasso e altri affreschi del Diziani, in "Arte Illustrata", nn. 5-6, maggio-giugno 1968.
Martini E., Paris Bordon e la ritrovata pala diS. Marina, in "Arte Illustrata", luglio-dicembre 1968.
Martini E., Quattro ritratti ritrovati di Alessandro Longhi e altri inediti, in "Arte Illustrata", luglio-dicembre 1971.
Martini E., Giuseppe Zais battaglista, in "Bergamo Arte", marzo 1972.
Martini E., "Mito di Latona" di G. Carpioni, in "Italia Artistica", maggio 1971.
Martini E., I dipinti di Francesco Fontebasso a palazzo Duodo, in "Notizie da Palazzo Albani", n. 1, 1973.
Martini E., I ritratti di Ca’ Cornaro di G.B. Tiepolo giovane, in "Notizie da Palazzo Albani", n. 1, 1974.
Martini E., Un soffitto inedito di Giandomenico Tiepolo, in "Notizie da Palazzo Albani", nn. 2-3, 1974.
Martini E., Un capolavoro inedito di Jacopo Tintoretto, in "Il mondo dell’antichità e dell’arte", nn. 1-2, 1975.
Martini E., Due bozzetti di Sebastiano Ricci e alcune osservazioni sulla sua tecnica pittorica, in Atti del Congresso internazionale di studi su Sebastiano Ricci e il suo tempo, (Udine), Milano 1975.
Martini E., Storie bibliche di Nicola Grassi, in "Notizie da Palazzo Albani", n. 1, 1976.
Martini E., Opere di G. Diziani, G. Angeli e di L. Ferrari in palazzo Pisani-Moretta, in "Notizie da Palazzo Albani", n. 1, 1977.
Martini E., Pittura dal Ricci ai Guardi, Venezia 1977
Martini E., Tre opere inedite di Gaspare Diziani, in "La Gazzetta delle Arti", dicembre 1977.
Martini E., Venise au XVIII siècle, Venezia 1978.
Martini E., Alcune opere bergamasche di C.I. Carloni e il suo rapporto con la pittura veneziana, in "Arte Lombarda", n. 49, 1978.
Martini E., Venise au XVIII siècle, catalogo della mostra (Parigi, Galerie Miromesnil), Venezia 1978.
Martini E., Opere inedite di Cariani con alcune osservazioni, in "Notizie da Palazzo Albani", n. 1, 1978.
Martini E., Paolo Pagani, Franceso Pittoni, Nicolò Bambini e il Crosato nella chiesa veneziana delle Eremite, in "Notizie da Palazzo Albani", n. 1,1978.
Martini E., Due G. Diziani, un N. Grassi e un S. Ricci ritrovati, in "Notizie da Palazzo Albani", n. 1, 1979.
Martini E., Un capolavoro del Forabosco: il .ritratto del Doge Carlo Contarini, in "La Gazzetta delle Arti", giugno 1980.
Martini E., La pittura del Settecento veneto, Udine 1982.
Martini E., La "Venere e Marte" di Ca’ Correr ed altre opere del Padovanino, in V. Sgarbi (a cura di), Le ricche miniere della pittura veneziana, Roma 1982.
Martini E., Un’opera di Claudio e una di Carlo Ridolfi, in "Notizie da Palazzo Albani", nn. 1-2, 1983.
Martini E., Una "serie mitologica" e altre due opere di Nicola Grassi, in "Atti del Congresso Internazionale su Nicola Grassi" (Udine-Tolmezzo, maggio 1981), Udine 1984.
Martini E., Problemi e precisazioni su dipinti e disegni di Jacopo Marieschi, Gaspare Diziani e Nicola Grassi, in "Notizie da Palazzo Albani", 1984.
Martini E., Novità per Jacopo Guarana, in "Labyrinthos", n. II, 1987.
Martini E., Il telero di Santa Giustina di Pietro Vecchia e altri suoi dipinti, in "Arte/Documento", n. 2, 1988.
Martini E., Un’opera giovanile di Giambattista Tiepolo, in "Arte Veneta", 1988.
Martini E., Il maestro del Bortoloni: Antonio Balestra e una sua opera in Mattia Bortoloni (Atti del convegno di studi, Accademia dei Concordi, li novembre 1987), Rovigo 1989.
Martini E., Della fortuna e sfortuna critica di Alessandro Milesi, in Tiozzo C.B. et al. (a cura di), Alessandro Milesi pittore, Venezia 1989.
Martini E., Alcune considerazioni sulla pittura di Giulio Carpioni, in "Arte/Documento", n. 3, 1989.
Martini E., Un altro "Riposo nella fuga in Egitto" di Gerolamo Savoldo, in "Paragone", n. 473, luglio 1989.
Martini E., Note varie su Gaspare Diziani, in "Notizie di Palazzo Albani", n. 2, 1989.
Martini E., Di alcune opere di Cima da Conegliano, in "Arte/Documento", n. 4, 1990.
Martini E., Dipinti di antichi maestri veneti dal 400 al ‘700, Verona 1991.
Martini E., Alcuni ritratti e altri dipinti di Jacopo Tintoretto, in "Arte/Documento", n. 5, 1991.
Martini E., Pittura veneta e altra italiana dal XV al XIX secolo, Rimini 1992.
Martini E., Tre poesie di Egidio Martini, in Elisa Mestroni, Due punteseccbe, Udine 1992.
Martini E., Strozzi: già l’inventano del 1693 riportava quella natura morta, in "Il Giornale dell’Arte", dicembre 1993.
Martini E., Un dipinto ritrovato di Carlo Saraceni, in "Arte/Documento", n. 6, 1993.
Martini E., "Capricci" ricceschi di Francesco Guardi, in Studi per Pietro Zampetti, a cura di R. Varese, Ancona 1993.
Martini E., Magnasco e la pittura veneta, in Muti L. De Samo Prignano D., con la collaborazione di Martini E., Alessandro Magnasco, Faenza 1994.
Martini E., Note e precisazioni sul vedutista Johann Richter. in "Arte/Documento". n. 8, 1994.
Martini E., Due battaglie e altre opere di Pietro Liberi, in "Arte/Documento", n. 8,1994.
Martini E., Quattro "Storie di Cristo" di Girolamo Brusaferro, (restaurate a cura della Banca Popolare di Verona), Vicenza 1995.
Martini E., Quattro "Storie di Cristo" di Gerolamo Brusaferro e alcune altre sue opere, in "Arte/Documento", n. 9, 1996.
Martini E., Introduzione a Muti L. De Sarno Prignano D., Antonio Francesco Peruzzini, Faenza 1996.
Martini E., Non Bencovich, ma Tiepolo, in "Arte/Documento", n. 9, 1996.
Martini E., Un nuovo ciclo pittorico di Giuseppe Zais, in "Arte/Documento", n. 2, 1997.
Martini E., Due ritratti di Bartolomeo Nazari; con alcune considerazioni sulla sua opera, in Filo G.M. Polese B. (a cura di), "Per sovrana risoluzione" - Studi in ricordo di Amelio Tagliaferri, Venezia 1998.
Martini E., Giuseppe Bernardino Bison, pittore neoclassico, in AAVV., Studi in onore di Elena Bassi, Venezia 1998.
Martini E., Nuove aggiunte per Antonio e Francesco Guardi, in "Arte Veneta", n. 53, 1998.
Martini E., Note sul Settecento veneto: Sebastiano Ricci, Pellegrini e Crosato, in "Arte/Documento", n. 12, 1998.
Martini E., recensione a U. Ruggeri, Un libro su Pietro e Marco Liberi, Pittori nella Venezia del Seicento in "Critica d’arte", s. VIII, a. LXI1, 1999.
Martini E., Gaetano Vetturali e Apollonio Domenichini, due vedutisti "minori" tra gli altri del Settecento, in Omaggio all’arte veneta per ricordare Rodolfo Pallucchini, "Arte/Documento", n. 14, 2000.
Martini E., Dipinti veneti - Collezione Luciano Sorlini (in collaborazione con Renato Polacco), Cazzago della Riviera 2000.
Martini E., Tre nuovi dipinti di Francesco Guardi figurista, in Per Arte e Venezia, scritti in onore di G.M. Pilo, Venezia 2001.