MESSAGGIO di SS Giovanni Paolo II
Ai Giovani di AC riuniti in Convegno
Roma, 8 dicembre 2001
Carissimi giovani!
Voi siete la componente giovanile dell’Azione Cattolica: una parte quanto mai importante dell’Associazione. Essere giovani vuol dire avere la schiettezza di Natanaele, il quale, dopo aver manifestato le proprie perplessità sul Nazareno: "da Nazaret, può mai venire qualcosa di buono?" (Gv 1,46), non sa resistere allo sguardo di Gesù che chiama, e lo segue senza calcoli.
Essere giovani vuol dire lanciarsi, come Pietro e Giovanni il mattino di pasqua (cfr Gv 20,4), in una corsa mozzafiato, col cuore in gola per l’amore tenerissimo verso Gesù.
Essere giovani è avere la stessa caparbietà di Tommaso nel cenacolo di fronte ai racconti della risurrezione, una caparbietà trasformata nello slancio di chi si affida completamente a Colui che è percepito come unico "Signore" e "Dio" (cfr Gv 20,28). Non è forse questo che voi stessi ripetete con trasporto a Gesù ogni giorno?
Essere giovani significa provare il desiderio di una vita piena, come il giovane ricco confidò una volta a Gesù (cfr Mc 10,17) e, al tempo stesso, vincere quella debolezza che non permette di distaccarsi da sé e dalle proprie false sicurezze.
Essere giovani è fare l’esperienza di Lazzaro, passato attraverso la malattia e la morte, per aver parte alla gioia senza limiti della vita nuova donata da Cristo (cfr Gv 11,44).
Essere giovani è infine gustare la compagnia di Gesù e l’incanto dell’ascolto "a bocca aperta" delle sue parole, nella calda accoglienza di una casa come quella di Marta e Maria (cfr Lc 10,42).
Essere laici cristiani oggi, comporta l’impegno di essere santi ogni giorno, con gioia ed entusiasmo. Prima di voi, hanno percorso questo itinerario spirituale Giorgio Frassati, Alberto Marvelli e con loro tanti altri giovani come voi. Si tratta di un impegno che dovete assumer anzitutto per voi stessi e per i vostri amici, ma anche per le vostre famiglie, per le vostre Comunità e, anzi, per il mondo intero.
Vorrei rinnovare oggi l’invito che vi ho rivolto a Tor Vergata: voi siete, e dovete essere sempre più le sentinelle del mattino dell’alba del nuovo millennio. Anche se in questo primo scorcio di secolo, funestato purtroppo dal terrorismo, dalla paura e dalla guerra, l’invito può apparire troppo impegnativo, esso rimane valido. Oggi più che mai, per essere sentinelle del mattino del nuovo millennio, occorre essere danti!
Sono certo che nel vostro zaino non mancheranno i libri che vi sono utili per una costì esigente scuola di santità. Vi saranno certamente i Documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II e le indicazioni dei Pastori delle vostre Chiese particolari. Dovete soprattutto avere con voi quel Vangelo che vi siete scambiati a Tor Vergata. Innamoratevi sempre più della parola di Cristo. Sappiatela ascoltare, comprendere, approfondire, amare e, soprattutto, vivere. Fatevi aiutare in questa dagli autentici maestri di fede.
Parola di Dio è in modo eminente Gesù, il Verbo fatto carne nel grembo verginale di Maria Santissima. E Gesù non può semplicemente stare nello zaino: deve trovare posto nei vostri pensieri, nei vostri occhi, nelle vostre mani e nel vostro cuore. In una parola, in tutta la vostra vita. Dovete poter ripetere con san Paolo: "Non sono più io che vivo, ma cristo vive in me" (Gal 2,20). Gesù vive in voi quando lo invocate nella preghiera, nel tempo in cui sapete fermarvi "cuore a cuore" con Lui, dopo averLo ricevuto nell’Eucaristia. Non abbiate paura di ritornare a Lui, qualora vi capiti di essere ingannati e feriti dai miraggi di una felicità falsa e artificiale.
Con la scelta di aderire all’Azione Cattolica, voi avete deciso di collaborare in maniera particolare con i vostri Vescovi, per essere una associazione di laici che con slancio generoso si mette a disposizione dei Pastori della Comunità ecclesiale per l’attività apostolica nel mondo contemporaneo. A tale proposito, desidero far mio l’invito dei vostri Pastori, i quali vi chiedono di "comunicare il Vangelo in un mondo che cambia" (cfr Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il primo decennio del 2000). Voi stessi siete i testimoni singolari di questo nostro tempo in permanente evoluzione: il mondo giovanile, i vostri amici, gli ambienti nei quali vi muovete sono in continuo cambiamento. Impegnatevi, perciò, a comunicare il Vangelo in questo contesto di mutamenti profondi, imparando a "superare i confini abituali dell’azione pastorale, per esplorare i luoghi, anche i più impensati, dove i giovani vivono, si ritrovano, danno espressione alla propria originalità, dicono le loro attese e formulano i loro sogni" (Educare i giovani alla fede, in Notiziario della CEI 2/1999, p. 51). Da soli è difficile, insieme si può: è proprio questo il sostegno che può giungervi dalla vostra Associazione.
Vi assicuro uno speciale ricordo nella preghiera e con affetto vi benedico, insieme con i vostri educatori, i ragazzi cui offrite il vostro generoso servizio formativo e tutti gli aderenti all’Azione Cattolica Italiana.
Dal vaticano, 8 dicembre 2001