MAO 4 il ritorno

Nulla è certo

 

Siamo nel 1980 al capezzale del letto, di un uomo molto malato. La giornata è cupa e triste; fuori dalla finestra una pioggia fitta sottolinea la tristezza del momento. Le persone presenti sono raccolte nel loro dolore; intorno a Giuseppe Chimpira, ricco proprietario terriero che dopo la seconda guerra mondiale aveva creato dal nulla una grande riseria: la “Zumpalo risi”. La sua vita l’aveva dedicata alla campagna e ad allevare i suoi due figli, in quanto da molto tempo ormai era rimasto vedovo.

Marco e Luca avevano 20 e 25 anni, erano molto forti, ma non avevano mai lavorato con il padre. Marco era un musicista, cantava in vari concerti ed in passato aveva anche inciso un disco. La sua vita era divertimento con gli amici e con le donne.

Luca invece, era laureato in economia e lavorava da qualche tempo in uno studio commerciale come impiegato. Luca a differenza del fratello, era molto serio ed amava poco divertirsi.

Il padre improvvisamente ebbe un malore e in punto di morte chiamò accanto a se i suoi figli e con le ultime forze rimaste dettò le sue volontà:- “Voglio che quando io non sarò più tra voi, vi mettiate insieme e portiate avanti la “Zumpalo risi”.  Dopo alcuni momenti di silenzio, il padre spirò.

Marco e Luca dopo il funerale, tornarono a casa insieme, e ripensarono a quello che aveva detto il padre. Marco era entusiasta del lascito, ma solo per i soldi dell’eredità. Luca pensò subito di vendere tutto, ma ciò significava tradire il padre. Che fare? I due dopo aver riflettuto e spinti da una voce interiore, decisero di provare a mandare avanti la società.

Dal giorno dopo, i due fratelli entrando fianco a fianco in riseria, iniziarono la loro amministrazione, preoccupandosi di tutto: osservarono e analizzarono ogni aspetto della produzione e della vendita. Ogni sera tornavano stanchi morti, ma in pochi anni diventarono ottimi imprenditori trasformando la “Zumpalo risi” in una riseria moderna ed affermata sul mercato. Di loro parlarono molti giornali e programmi televisivi tra cui “Melaverde”, dove furono visti da molte persone, ma in particolare da una……

 

Un giorno Marco, attraversando un parchetto, sentì un signore che canticchiava una sua vecchia canzone e rimase subito stupito di come potesse ricordarsi dopo tanti anni di quelle parole; Marco si avvicinò e rimase esterrefatto di una cosa; la sua straordinaria somiglianza con quel uomo. Marco si avvicinò ancora, ed il signore facendo finta di essere infastidito disse: “Cosa diavolo vuoi? Vattene!, lasciami in pace!”, Marco si girò per andarsene, quando il signore disse: “Mi chiamo John” Marco si girò ed iniziarono a parlare e a conoscersi meglio, ed alla fine Marco lo assunse come fattorino nella riseria,. Tra Marco e John si instaurò da subito una bella amicizia ed un ottimo rapporto di lavoro. Ogni tanto John portando la posta a Marco si soffermava nel suo ufficio, curiosando e chiedendo alcune cose sulla riseria.

Quando John finiva il suo lavoro, si appostava fuori dall’ufficio di Marco e prendeva appunti su ciò che aveva imparato. Il suo comportamento destò qualche sospetto ad un impiagato, ma non ci diede tanto peso.

Una mattina Luca e Marco, videro una zona protetta da strisce bianche e rosse, con al centro, una sagoma di gesso di una persona. Marco pensò che quello era stato sicuramente il luogo di un tremendo omicidio. Luca confermò perché quella mattina aveva letto sul giornale, la tragica notizia.

Il tempo passò e sui giornali gli omicidi iniziarono a moltiplicarsi.. In poco tempo era nato un caso e tutti parlavano del “killer della città”. In giro si sentiva un aria raggelante.  Marco qualche volta chiedeva a John che cosa ne pensava a riguardo, ma il ragazzo era sempre molto evasivo.

Il tempo passò inesorabile, fino a quando arrivò un’estate di siccità, che danneggiò irrimediabilmente le colture; Marco e Luca costatando i danni si misero le mani nei capelli chiedendosi come avrebbero potuto evitare guai economici, con i finanziatori.

 

Una sera Marco rimase a lavorare fino a tardi. In ufficio non c’era nessuno, ma Marco continuava a sentire dei rumori, ma non ci fece tanto caso. Terminati gli ultimi conti chiuse tutto e si avviò verso casa. Come sempre faceva il vialetto buio dietro la riseria ma quella sera c’era un’aria cupa e misteriosa che raggelava il sangue. Marco sentiva dei passi dietro di lui ma girandosi non vedeva nessuno. Ad un tratto, dopo aver sentito ancora altri passi, voltatosi, ricevette una violenta coltellata nel petto che lo fece cadere a terra. Marco riuscì vedere in faccia il suo sicario, e poté solo dire: “Tu come..” e perse i sensi. Il suo carnefice mise il suo corpo in un sacco nero e portatolo a casa sua lo nascose in cantina. Era una cupa casa abbandonata nella campagna e la sua cantina era un grande obitorio, dove le sue vittime erano distese sui banchi da lavoro o appese a delle catene. I corpi erano squarciati e sezionati per chissà quali esperimenti.

 

Il giorno dopo, Marco entrava come sempre vestito di tutto punto dalla porta principale della riseria. Sulla sua scrivania una lettera di dimissioni scritta da John. Ma com’era possibile ciò? Come mai Marco varcava la soglia della riseria quando era stato accoltellato?

In realtà John non se ne era andato, ma si era ripulito, fatto la barba, truccato ed aveva preso il posto di Marco.

All’inizio non fu facile, poiché John non aveva mai amministrato direttamente una società; Luca vedendo alcune stranezze del fratello fece finta di niente dando la colpa alla stanchezza.

John affrontò molti situazioni imbarazzanti e difficili: scoprì che Marco aveva una relazione con la segretaria e con una sua cliente. Con Luca si trovò molte volte in difficoltà perché molte operazioni contabili non le sapeva, anche perché lui da fuori l’ufficio sentiva solo quello che dicevano, ma non poteva vedere ciò che veniva scritto o corretto. Luca fu costretto a riprendere Marco più volte facendo notare errori macroscopici, ma sempre senza avere il minimo sospetto di quello che era accaduto.

 

Una sera John rimase più a lungo nell’ufficio, voleva falsificare i bilanci e cercare con degli storni contabili di appropriarsi di grosse somme di denaro. L’impiegato furtivo che aveva qualche sospetto lo osservava nascosto pronto a chiamare la polizia al primo gesto insolito. Il momento giusto arrivò quando John accomodatosi  sulla poltrona esclamò: “difficile la vita! come diavolo faceva Marco a star seduto fino a tardi su sta poltrona…” Si sentì un rumore improvviso, John si alzò di scatto; l’impiegato aveva fatto un sussulto appena sentita quella frase. John sapeva cosa fare in quelle situazioni. Infilò i guanti, si alzò tranquillamente facendo finta di andare a prendere da bere; con gesto rapido chiuse la porta e afferrò il povero impiegato minacciandolo co queste parole: “allora cosa facevi lì dietro, mi spiavi è?” “no no” replicò l’uomo “anche se ormai era inutile fingere, ti ho scoperto, ecco perché ti appostavi fuori dell’ufficio di Marco, volevi fuggire con tutti i suoi soldi, perciò l’ hai tolto di mezzo, è così vero? Lo sapevo, lo sapevo fin dall’inizio” John replicò; “sì ma ora non puoi fare più nulla, perché non lo potrai dire a nessuno” John portò al piano di sopra la sua vittima , dove la tramortì con un sasso e la fece cadere di sotto. Allontanatosi infine chiamò la polizia dicendo che aveva sentito un rumore nella riseria. La mattina seguente tutta la società era in subbuglio. Luca chiedeva spiegazioni a Marco, il quale fingendosi sconvolto rispondeva che non riusciva a dare una spiegazione sull’accaduto. L’ispettore che si occupava del delitto, archiviò il caso come un normale incidente sul lavoro.

Al ritorno del funerale dell’impiegato, Luca si confidò con Marco di quello che stava vivendo a riguardo delle stranezze che vedeva nel fratello. Marco lo ascoltava annuendo. Luca poi tergiversò su argomenti di tipo ricreativo e rammentò a Marco i loro interessi. Luca ricordò le volte in cui portava Marco a ballare, insieme alle rispettive compagne. Marco disse: “ è vero che bei momenti e quanto ci divertivamo” Luca, si fermò di botto, guardò negli occhi il fratello, e disse: “Tu non ti sei mai divertito in quelle sere, hai sempre preferito farla la musica, piuttosto che ballarla” John si sentì scoperto e declinò il discorso. Luca sapeva che aveva detto una cosa molto precisa che poteva essere la chiave per capire il comportamento strano del fratello.

 

.La mattina dopo Luca andò con una notizia dal fratello: il giornale mostrava un altro omicidio nella zona. Luca ricordò a Marco gli ultimi preparativi per la festa di Luglio.

Ogni anno a Luglio si faceva una festa dove si presentava il bilancio e poi si ballava fino a notte fonda.

Per quell’occasione tutti erano vestiti elegantemente. Luca era accompagnato dalla moglie Melissa. Luca presentò a Marco molti dei presenti, e anche molti che conosceva già, Marco allungava la mano e si presentava; la persona replicava: “ma noi non ci conosciamo già?” Marco annuiva scusandosi a dando la colpa alla stanchezza.

Luca come di consueto richiamò l’attenzione, e presentò il bilancio, con un meraviglioso discorso applaudito da tutti. La riseria andava bene secondo il discorso di Luca, ma in realtà non era così a causa dei ritocchi di John. Luca alzando il calice diede inizio alla festa e con sua moglie Melissa aprì le danze con un bellissimo walzer. Dopo un po’ di musica Luca e Marco proposero un brindisi, Marco offri un bicchiere a Luca colmo di ghiaccio. Marco cercò in tutti i modi di allontanare il momento in cui Luca avrebbe bevuto, perché nel ghiaccio c’era del veleno, e solo facendolo sciogliere questo sarebbe entrato in azione. Luca bevve ma il ghiaccio non si era ancora sciolto, perciò non successe nulla,

Per l’occasione chiesero a Marco un brano. Il giovane era un musicista, e tutti chiesero che facesse ascoltare l’inizio del brindisi della Traviata. John era stonatissimo, le note iniziarono, ma John declinò la richiesta e scappò di sopra, Luca lo guardò salire con un aria preoccupata e un po’ imbarazzata.

 

Di sopra John trovò Melissa, la moglie di Luca. John cercò di convincerla che era stufo della società ed inoltre voleva lavarsi le mani prima che la finanza avesse scoperto gli ammanchi della società, da lui fatti durante le notti. Con quel denaro avrebbero potuto scappare ai Carabi. Melissa dopo la scioccante proposta di John non sapeva cosa rispondere. Il fratello di suo marito, gli proponeva di scappare insieme….. La donna ci pensò e acconsentì, poteva scappare con una grande somma di denaro in posti paradisiaci. Ella si mostrò subito tenera con John, dicendogli che lo preferiva a Luca. Melissa chiaramente non sapeva del fatto che Marco non era effettivamente Marco. Quando John e Melissa si stavano per abbracciare, Luca entrò nella stanza I due complici si allontanarono subito, e Luca li guardò con aria sospettosa. Marco propose un brindisi, Luca molto serio chiese a Marco di parlargli in privato. Marco tergiversò ed insistette per il brindisi, i due uscirono sulla terrazza, sotto la luna ed un cielo stellato. Marco, con alcune domande e complimenti sul discorso, diede tempo al ghiaccio di sciogliersi. Luca disse a Marco delle sue sensazioni sul suo strano comportamento e poi bevve. Marco aspettò un po’ e poi come previsto vide accasciarsi Luca a terra in preda all’effetto del veleno; Marco rise: “Caro fratello io ti saluto, vado ai Caraibi e ballare con la tua dolce moglie. Melissa si trovò sconvolta, nel vedere Luca cadere per terra. Non pensava che Marco potesse arrivare a tanto. Luca con le ultime forze rimaste disse: “Lo sapevo, tu non sei Marco, sei un impostore; molte cose mi hanno fatto pensare a questo, i tuoi modi di fare, ed ora il veleno, ma quello che mi dà la certezza di ciò che dico, è un particolare: Marco non è mancino, perché tu tieni il bicchiere nella sinistra?” John arrabbiato di questa acuta osservazione, prese Melissa per un braccio, la quale non era più contenta di scappare con Marco, e se la portò via.

Luca dopo un lungo momento di silenzio, pian piano si rialzò, riuscì a scendere le scale e senza farsi vedere da nessuno uscì, prese la sua auto e si lanciò all’inseguimento di John, che era appena partito con se Melissa in ostaggio. L’inseguimento fu furibondo. John aveva imboccato la tangenziale e si dirigeva verso casa sua. Luca riuscì a stargli dietro e a vedere dove John uscì. John  voleva scappare senza essere più cercato. Luca parcheggiò la macchina davanti alla vecchia casa, e vi entrò; Cerò nell’armadietto dei medicinali dove scorse l’antidoto al veleno che aveva ingerito. Lo bevve e guarì, appena in tempo, perché la sostanza iniziava a dare i suoi mortali effetti. Cercò  John aspettandosi di tutto. In un angolo, scorse la giacca del vero Marco, dispiaciuto ed avvilito, per un attimo visualizzò tutta la vicenda, ma non si deconcentrò, scese in cantina dove vide con orrore il laboratorio di John, , con carcasse umane lasciate lì da chissà quanto tempo. In quel momento una voce da un angolo chiese aiuto a Luca che purtroppo non la sentì. Una mano si protese verso Luca che già saliva le scale. Luca si trovò in giardino e vide i due  davanti ad un campo di riso: vide John con Melissa. Luca si era armato di un grosso coltello trovato in cantina, ma non appena cercò di lanciarlo contro a John, questi si voltò ed iniziò a minacciare Luca usando Melissa come scudo. Luca impaurito lasciò cadere il coltello.  Dopo un attimo di silenzio John si sentì strano e cadde a terra. Il vero Marco, era riuscito a sopravvivere in quella cantina senza mai farsi scoprire, ed aveva trafitto John con un proiettile sparato da una pistola con il silenziatore.

Luca e Marco si ritrovarono e si abbracciarono. Marco spiegò ogni cosa a Luca; Melissa disse che aveva fatto finta di voler scappare con John, solo perché era complice della polizia che voleva incastrare il criminale. Un “si” uscì da poco lontano; era Giuseppe, che aveva inscenato la sua falsa morte, per aiutare la polizia a prendere John.

Si organizzò un'altra festa dove erano ancora tutti presenti. I nostri protagonisti entrarono nel salone applauditi. Il vero Marco propose un brindisi, e sulle note della Traviata, cantò l’inizio del famoso brindisi. Il ministero di Grazie e Giustizia  premiò con un ricco  finanziamento la Zumpalo risi per l’ottimo lavoro contro il crimine. Tutti vissero felici e contenti.

 

 

 

 

 

Ma dall’oscurità, un uomo girato di spalle concludeva la storia, dicendo: “Questa e la fine della storia da me vissuta, o è l’inizio di una nuova..” voltatosi John illuminato dalla luna fece una smorfia di trionfo

 

 

 

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LA STORIA E’ ORIGINALE; NON E’ TRATTA DA LIBRI E DA FILM.