La vera storia del punk dall'inizio alla fine. Ricordatevi comunque che il vero punk non è ancora morto, non conformiamoci con quella merda di suono che viene fatto ora. Ritorniamo al vecchio tempo e ritorniamo a mandare a fanculo lo stato e dio con della musica che dica queste robe sul SERIO!!!!

Il mercato discografico pre-punk

Nel 1976 erano sei le etichette discografiche che si dividevano i due terzi del mercato discografico britannico. Queste major non solo producevano le registrazioni, ma fabbricavano anche i dischi ed i nastri, alcune, come la EMI, li promuovevano nei negozi di proprietà dell'etichetta stessa. Queste etichette miravano alla produzione di prodotti discografici che non fossero usufruibili solo sul mercato inglese, ma anche commerciabili all'estero per soddisfare un pubblico di diverse nazioni. Difatti i testi dei gruppi interessati a questo mercato internazionale erano privi di qualsiasi riferimento di tipo locale, ma legati a temi comuni come l'amore e i rapporti interpersonali. Difficilmente si riferivano a situazioni politiche proprie di alcuni paesi. Registrare un disco in studio stava diventando sempre più complesso per la musica rock, perché i musicisti utilizzavano una gamma di suoni che rispondeva poco al modello originario del rock, fatto di una base ritmica (basso e batteria) e di linee melodiche (chitarra e voce), ma prediligeva l'utilizzo anche di altri strumenti. Dal vivo inoltre il pubblico si aspettava di sentire quello che era stato esattamente registrato in studio, cosa che richiedeva grandi investimenti per pagare musicisti aggiunti o varie apparecchiature elettroniche da utilizzare durante gli spettacoli. Di conseguenza il mercato era dominato da gruppi già affermati che potevano affrontare inizialmente i costi di ore e ore in studio di registrazione e degli spettacoli dal vivo. Per un gruppo nuovo era molto difficile avvicinarsi al mercato dell'industria discografica, perché questo avrebbe significato avere a disposizione dei capitali ingenti per produrre un disco il cui successo non era del tutto assicurato. I dischi rock avevano dei prezzi molto alti per la gente comune, prima di tutto perché costava molto produrli, ed in secondo luogo perché questi musicisti producendo dei "concept-album", ovvero dei dischi che seguivano un filo conduttore sia a livello musicale che di testo, difficilmente potevano estrarre un singolo, ovvero un prodotto più accessibile per il pubblico, dato il suo basso costo rispetto all'album intero. Ma il panorama musicale non vedeva solo il rock, esisteva anche il pop, più orecchiabile e più facilmente fruibile anche da un pubblico di "non addetti ai lavori". Il pop aveva un altro canale di diffusione, costituito dai programmi musicali televisivi che ne decretavano il successo o il totale fallimento. Se un gruppo pop non piaceva al pubblico, veniva immediatamente scartato dall'etichetta senza che la stessa avesse investito capitali per la produzione, bastava un singolo poco riuscito a determinare la fine di un gruppo o di un cantante. Ed infine, l'industria discografica britannica era in attesa di un Grande Evento, dopo i Beatles nessun gruppo inglese aveva mai più raggiunto i vertici di popolarità dei favolosi quattro. Ecco perché il mercato discografico era in crisi. Fu così che il pubblico inglese cominciò ad interessarsi ad un fenomeno più nuovo ed accessibile, il "pub rock".
Questo fenomeno cominciò a prendere piede a Londra nel 1972, si trattava di concerti in locali molto piccoli, senza troppe pretese scenografiche, dove si poteva ricreare quella magia tra musicisti e pubblico che era andata via via scemando nei grandi concerti. Purtroppo i gruppi del pub rock vendevano pochi dischi, perché si limitavano a mettere su nastro le loro performance dal vivo, e le grandi etichette non erano interessate a questo tipo di prodotto. Fu allora che il pub rock acquisì le proprie etichette, dando vita all'economia delle case discografiche indipendenti.
Inoltre alcuni pub davano la possibilità a molti gruppi nuovi di esibirsi, tra cui alcuni dei primi gruppi punk.
Ma perché proprio il punk? Perché proprio questa nuova musica violenta, che non richiedeva nessun virtuosismo strumentale ed era musica fatta da teenager per teenager? Perché proprio questa musica rispondeva bene alla voglia di protesta dei ragazzi degli anni '70, stanchi del vecchio rock progressivo ed inferociti dalla situazione politica dell'Inghilterra.
Il punk era nato come reazione contro la centralità delle varie forme di rock progressivo, e poi per ragioni politico-storiche.

Il manifesto del Punk

Il punk andò ad intaccare la scena musicale precedente soprattutto per tre fattori:


1. rifiutava di avere a che fare con le istituzioni dell'industria musicale, quindi non si avvaleva né delle major, né della stampa musicale.
2. Lo stile musicale era violento e privo di virtuosismi.
3. I testi delle canzoni erano aggressivi e non più legati a messaggi universalmente accettabili.


Per quanto riguarda la stampa il punk si avvalse di "fanzines" ovvero di giornali autoprodotti che trattavano solo di punk; il più famoso era "Sniffin' Glue" fondato da Mark Perry. Per quanto riguarda invece la produzione di dischi, il punk si avvalse di proprie etichette, la cui sopravvivenza era molto difficile. Inizialmente queste etichette distribuivano i propri prodotti a mano nei negozi locali, oppure vendevano per corrispondenza. Ma appena si voleva aprire il mercato a livello nazionale bisognava raggiungere degli accordi con i distributori, riducendo di molto i margini di profitto. Per quanto riguarda invece la musica, la fanzine Sniffin' Glue ne diede la definizione più precisa: "ecco un accordo, adesso metti su un gruppo!". Non era necessario saper suonare per un gruppo punk, bastava appunto un accordo di chitarra, un testo e la canzone era già scritta. Nessun virtuosismo, nessuna abilità erano richieste per i punk, ma solo una grande voglia di scioccare il pubblico. I giovani gruppi punk trovarono la loro fonte di ispirazione nella musica del decennio precendente che si era caratterizzata come particolarmente "trasgressiva", ad esempio gli Stooges capitanati da Iggy Pop, le americane New York Dolls, gli Who, Alice Cooper. La relazione che il punk aveva con questa musica non era tanto negli aspetti stilistici del sound, ma nel comportamento oltraggioso che questi musicisti precursori manifestavano nelle loro esibizioni dal vivo. Iggy Pop si contorceva ed urlava sul palcoscenico, ed in alcune occasioni teneva comportamenti osceni, Alice Cooper cantava con un boa constrictor vivo intorno al collo, gli Who distruggevano i loro strumenti al termine di ogni spettacolo. Non a caso il gruppo punk più rappresentativo ebbe lo stesso manager che negli Stati Uniti si era occupato delle New York Dolls, Malcom McLaren. La differenza più rilevante tra punk e musica precedente si ebbe nei contenuti delle canzoni. Mentre i soggetti prediletti dal rock e soprattutto dal pop precedente al punk riguardavano le relazioni romantiche e sessuali, la musica ed il ballo, ed in minima parte le canzoni comiche, il punk si occupava maggiormente di sentimenti vissuti in prima persona e di critica sociale e politica, in parte di relazioni romantiche ma con tematiche
sessuali molto più accentuate rispetto al rock precedente. Le canzoni comiche erano del tutto assenti. La sessualità nel punk non veniva trattata in relazione all'amore, ma con un atteggiamento di ossessione e disgusto, con tematiche molto violente dove la donna veniva descritta in termini piuttosto ostili. Gli Stranglers furono i portavoci di questo tipo di tematiche sessuali, mentre un gruppo punk molto noto, i Clash, si occuparono principalmente di critica sociale e politica. I Clash non scrivevano testi con contenuti di retorica politica o ideologici, essi si limitavano a descrivere la realtà che vedevano e vivevano ogni giorno, utilizzando delle immagini molto forti e dure. Queste descrizioni, il sentirsi vicini alla classe operaia, il difendere le minoranze etniche misero i Clash nella condizione di essere considerati simpatizzanti dell'estrema sinistra. Lo stesso nome, Clash, in inglese significa "scontri" intendendo gli scontri tra dimostranti di un corteo e polizia. I Clash non furono gli unici ad occuparsi di politica, anche i Sex Pistols lo fecero soprattutto con canzoni come "Anarchy in the U.K." (Anarchia nel Regno Unito) e "God Save the Queen" (Dio salvi la Regina). Tra i gruppi punk più schierati politicamente e più vicini all'idea di anarchia troviamo gli inglesi Crass, gli americani Dead Kennedys e molti altri ancora.
 

Il contesto socio-economico e politico in cui nacque il Punk

Gli anni '70 furono per l'Inghilterra anni molto difficili. L'inghilterra infatti usciva da un periodo di governo laburista durato dal 1964 fino al 1970 in cui il leader Harold Wilson non riuscì a superare i fattori di crisi che inceppavano l'economia inglese (scarsa produttività, insufficienza di investimenti, eccesso di importazioni). Per di più dal 1969 la società britannica si trovò scossa dalla guerra civile nell'Irlanda del Nord che diventò sempre più sanguinosa. Nel 1970 presero il potere i conservatori che avviarono una politica volta al ridimensionamento delle rivendicazioni operaie e che tentarono di risolvere in parte i problemi del paese entrando a far parte del MEC (Mercato Comune Europeo). Nel 1974 di nuovo vinsero le elezioni i laburisti, ma si trovarono di fronte ad una situazione molto compromessa: la crisi petrolifera del 1973, l'inflazione galoppante, la disoccupazione, la chiusura di grandi fabbriche. Tutti questi eventi negativi costrinsero il governo ad arrivare ad un accordo con le forze sociali per il controllo dei prezzi e dei salari e per il rilancio degli investimenti. Su questo patto sociale i laburisti incentrarono tutte le loro forze e le loro speranze, ma persero di nuovo la partita a favore dei conservatori guidati da Margaret Thatcher (1979). Alcuni eventi poi segnarono profondamente gli Inglesi e diedero spunto a tanti gruppi punk per ineggiare alla protesta. Gli avvenimenti più significativi furono lo sciopero nazionale dei minatori del 1974, la bomba in un pub di Birmingham ad opera dell'IRA (Irish Republic Army) che uccise 21 persone sempre nello stesso anno, la morte di uno studente, Kevin Gately, durante una manifestazione antifascista, la ripresa delle attività del National Front, il Carnevale di Notting Hill del 1975 che si concluse con scontri molto violenti tra giovani di colore e polizia. Tutto questo non lasciò indifferenti i giovani teenagers che popolavano le periferie delle grandi città, soprattutto i giovani provenienti dalla working class britannica, che non vedevano più nessuna possibilità di un futuro prospero e roseo. Questi teenagers vivevano una situazione divenuta ormai stagnante, erano consapevoli della noia che li circondava, il rock non alleviava le loro sofferenze perché era avvolto da un'aurea di intellettualismo, non era più immediato e spontaneo come all'inizio, non era il portavoce della loro generazione. Questi ragazzi attendevano un grande evento, qualcosa che li scuotesse e li facesse uscire dai loro sobborghi, persino una guerra avrebbe svegliato le loro anime, ma il presente era sempre quello e sembrava immutabile.
Mentre negli anni precedenti i teenagers avevano assistito alla nascita del rock'n'roll, avevano cominciato ad essere riconosciuti come una categoria a sé, avevano sperimentato il dramma della guerra fredda e il panico della bomba atomica, avevano dato vita alla contestazione giovanile e ne erano stati i principali protagonisti, avevano vissuto il miracolo del boom economico degli anni '60, ora per loro non c'era più niente, solo una grande desolazione intorno. I punk si autodefinirono nichilisti perché si misero nella condizione di vivere come se la terza guerra mondiale fosse già avvenuta e come se loro fossero gli unici sopravvissuti. "I punk avevano l'aspetto di mutazioni. Erano i ratti radioattivi sopravvissuti al primo attacco. (…). Avevano staccato la spina. Vedevano la civiltà come un cadavere fremente il cui sistema nervoso funzionava ancora in modo tristemente automatico. Ma era cerebralmente morta: morta stecchita, morta e sepolta". ("Con un lucchetto al collo" di David Dalton).

Contenuti e significati della parola "Punk"

"Punk" è una parola dai molteplici significati. Questa parola compare per la prima volta nel 1500 con il significato di "puttana, meretrice", nel corso degli anni acquista via via significati sempre diversi, che hanno però tutti connotazioni negative.
Punk significa anche:

· Legno marcio
· Esca per fuochi d'artificio
· Cosa di nessun valore
· Persona insignificante
· Stupidaggine
· Teppista
· Omosessuale
· Balordo senza nessun avvenire.

Ma la definizione più appropriata la diede John Lydon (Rotten) dei Sex Pistols: "essere punk vuol dire essere un fottuto figlio di puttana che ha fatto del marciapiede il suo regno, un figlio maledetto di una patria giubilata dalla vergogna e dalla monarchia, senza avvenire e con la voglia di rompere il muso al prossimo caritatevole".
Per analizzare i contenuti ed i significati di una sottocultura come il punk è necessario occuparsi di due aspetti fondamentali: le parole (quindi i significati) e l'aspetto degli atteggiamenti punk (i contenuti).
Per quanto riguarda l'uso della parola dobbiamo considerare che sia i testi che i nomi dei vari gruppi hanno un'importanza maggiore della musica e delle abilità tecniche dei musicisti, che, come ho già detto sono essenzialmente trascurabili. Partiamo dai nomi dei gruppi e dai loro significati.
L'esempio più eclatante è quello dei Sex Pistols, che rimane uno dei pochi nomi con diverse connotazioni. La più banale riguarda l'uso di "sex" come espediente pubblicitario del negozio di Malcolm McLaren. La parola sex non scandalizzò nessuno perché nella storia del rock i riferimenti al sesso sono molteplici. Il nome acquista ambiguità grazie a "pistols". Letteralmente significa "pistola", allora perché non usare il termine inglese più comune "gun" ? Perché la parola "pistols" mantiene un senso in qualche modo arcaico, che sa di stereotipi eroici maschili come banditi o cowboys, inoltre foneticamente contiene la parola "pissed" (termine slang per ubriaco) e "piss" (urina). Pistols dunque è in contatto con aree di significato legate a violenza, sessualità ed escrezione, tutti soggetti tabù per la cultura britannica. Le due parole insieme "sex pistols" danno origine ad un significato particolare, perché sex evidenzia il simbolismo fallico della forma della pistola, in questo modo si sottolinea il carattere di misoginia del punk, celebrazione in questo nome della sessualità maschile come essenzialmente aggressiva e fallocentrica.
Altri gruppi invece utilizzarono il proprio nome per fare una critica dalle connotazioni politiche, esempio tra tutti quello dei Clash che letteralmente significa "scontri" tra polizia e dimostranti o tra guerriglieri e forze governative. Gruppi che scelsero nomi politici più generali furono gli Spitfire Boys (aereo da caccia inglese della seconda guerra mondiale), i Joy Division (le prostitute dei campi di concentramento nazisti), i London S.S., dove S.S. non ha solo connotazioni di tipo nazista, ma significa anche Social Security, ovvero i funzionari dell'Assistenza Sociale inglese malvisti dai musicisti che reclamavano l'assistenza sociale e si trovavano davanti a persone con un atteggiamento estremamente ostile. I nomi di persona invece erano chiaramente artificiali ma rappresentativi senza ambiguità dei personaggi che li portavano. "Rotten" (Jonny Lydon dei Sex Pistols) significa marcio, perchè lui era così e non gli interessava nulla e voleva trasmetterlo senza troppi dubbi. "Vicious" (John Simon Ritchie dei Sex Pistols) significa depravato e vizio, e questa era l'essenza che il musicista voleva trasmettere, cioè Sid Depravato o Sid pieno di vizi. Per quanto riguarda i testi, gli esempi sarebbero innumerevoli quindi concentrerò l'attenzione su alcune frasi di due testi dei Sex Pistols. In "Anarchy in the U.K", Rotten declama "sono un anticristo, sono un anarchico, non so cosa voglio, ma so come ottenerlo", e in una sola frase riesce a condensare religione, politica, confusione. Rotten vuole creare confusione e effetto shock nel pubblico, utilizza termini forti e di sicuro impatto come "anticristo", per rendere l'idea di una presenza contro ogni schema costituito, utilizza "anarchia" che ha un duplice significato cioè sia il disordine creato dalla mancanza di un governo, sia la dottrina politica che sostituisce all'ordine sociale basato sulla forza dello Stato un ordine fondato sull'autonomia e la libertà degli individui, e Rotten non lascia intravedere a quale dei due si riferisce, creando ancora confusione nell'ascoltatore. Non sa che cosa vuole, ma sa come ottenerlo è un incitare la folla a rivoltarsi contro non si sa bene chi e non si sa bene per cosa, ma per il gusto di creare disordine. In "God save the Queen" si declama: "dio salvi la Regina, un regime fascista ti ha reso deficiente, una potenziale bomba H ". A parte la scontata critica alla monarchia, in questa frase è racchiusa una minaccia allo stato, è come se Rotten si rivolgesse in prima persona alla Regina dicendole che la situazione di regime che lei ha creato ha fatto sì che negli adolescenti nascesse tanto rancore da renderli come bombe che potrebbero scoppiare da un momento all'altro. Anche in questo testo c'è un vena di aggressività e di violenza non indifferente. Analizziamo ora i contenuti in rapporto agli atteggiamenti tenuti dai musicisti nei confronti del pubblico, e all'aspetto e al comportamento del pubblico stesso.
Tra le trasgressioni dei punk una fu veramente nuova, lo sputo del pubblico sul gruppo. Generalmente sputare contro qualcuno significa disprezzarlo, nel punk il significato è opposto, non c'è disprezzo, ma ancora una volta trasgressione verso le regole sociali. Infatti in Inghilterra gli autobus recano ancora la scritta che "sputare è vietato", quindi sputare per il punk è una forma di non adesione ad una regola. Resta comunque un fattore ambiguo dal momento che lo sputo del pubblico è più rabbioso di quello del gruppo che suona, questo è dovuto al fatto che si viene comunque a creare una situazione di disparità tra pubblico e band, e il pubblico, vivendosi come inferiore alla band, con lo sputo è come se volesse affermare una non distanza tra i due, non idolatrando quindi la band. Il pubblico durante un concerto non solo sputava e insultava la band con le accezioni viste prima, ma "pogava", ogni genere musicale ha il suo ballo e il punk aveva (ed ha tuttora) il "pogo". Il pogo fu ideato da Sid Vicious durante un concerto e consiste nel saltare in modo aritmico e saltando urtare il vicino a destra e a sinistra, avanti e indietro. Il pogo ha delle caratteristiche poi che corrispondono in pieno alla tendenza del punk, si poga generalmente da soli o con gente dello stesso sesso, è un ballo minimale che non richiede nessuna abilità, ricorda una forma di lotta e permette di coinvolgere tutti gli spettatori e di renderli parte attiva del concerto. Per quanto riguarda l'abbigliamento il punk è veramente l'esempio di linguaggio non verbale simbolico, perché ogni dettaglio indossato da un punk è un messaggio al mondo. Gli abiti sadomaso ideati dalla Westwood e da McLaren erano intrisi di significati di critica sociale e di infrazione di tabù già descritti nel precedente paragrafo, insieme a questi troviamo però accessori di uso comune come spille da balia, sacchi della spazzatura, e comuni abiti ma stracciati. Mentre l'abito strappato doveva veicolare un'immagine di povertà, di mancanza di interesse per se stesso da chi lo indossava, la spilla aveva una funzione più semplice, doveva tenere insieme le parti rotte degli abiti, come una sorta di patchwork. A volte le spille servivano anche per compiere delle piccole mutilazioni, questo effetto shock nasce dal fatto che il punk non vuole contatti con gli "altri" e un viso mutilato o pesantemente truccato come se fosse una maschera di carnevale allontana piuttosto che avvicinare lo sconosciuto, ma funge da divisa e da facile riconoscimento tra "simili". Ci sono poi accessori che sottolineano la critica sociale e la voglia continua di scioccare le altre persone, l'utilizzo ad esempio della svastica, svuotata dalle sue connotazioni politiche ma ricca di attrazione, per trarre in inganno la gente comune e tenerla lontana da sé. Altri accessori come braccialetti di cuoio, collari chiodati da cani pastore, talvolta con un guinzaglio, pantaloni uniti da catene all'altezza delle ginocchia che impediscono una deambulazione regolare sono i segni di uno stato di schiavitù contiguo alla condizione subumana imposta agli animali domestici. E poi ancora cravattine strette intorno al collo fino a strangolare rimandano al significato primo della parola: oppressione. Borsette di plastica trasparenti che lasciano la possibilità agli altri di scrutare tra i propri effetti personali significa non avere intimità, essere alla mercé di tutti. Capelli corti tinti di ogni colore, tenuti in piedi come se fossero elettrificati devono rendere l'idea di artificialità, di prodotto sintetico, come se i punk uscissero da una catastrofe nucleare, e il capello "elettrificato" rimanda l'idea di elettroshock, strumento di correzione della dissidenza e della devianza. E anche l'aspetto quasi malato del punk, con gli occhi cerchiati, il pallore mortale del viso, l'apparire denutriti, insani, richiama l'idea di una mutazione genetica.
Il punk quindi si presenta con indosso tutti i segni del benessere economico, invertiti di significato per sottolineare l'idea che essi vivono come i figli "malriusciti" di una società, come gli esseri sopravvissuti alla immaginaria catastrofe nucleare, come gli esperimenti di una ingegneria genetica. Il loro look è un monito, è come mandare un allarme alla società che se non si cura dei suoi figli essi si rivolteranno e rivolteranno tutti i valori socialmente acquisiti.
Qui, per concludere, trova la giusta spiegazione la frase tratta dal film "Liquid Sky" (di Slava Tsukerman - Russia 1983) all'inizio del capitolo:
i punk indossano una maschera che è lo specchio di una società che loro considerano malata, ma la differenza e che loro ne sono consapevoli mentre la gente comune indossa simboli e maschere di benessere ogni giorno senza saperlo.

Il 1976: l'anno fatidico del Punk inglese

Arriviamo al fatidico 1976, quindi, con i Sex Pistols padroni di una scena che andava oltre che contro il sistema, anche contro i dinosauri del rock che volevano estendere una pericolosa egemonia sulla musica. I primi concerti punk, che non dimentichiamo significa "spazzatura, teppista, feccia" presentano un'imperizia tecnica imbarazzante, urli sguaiati, accordi scordati e liriche all'insegna della volgarità più cruda e gratuita. Già nel novembre 1975 i Sex Pistols alla loro prima esibizione erano stati interrotti dopo 5 pezzi. Il 12/02 dell'anno dopo Rotten e soci distruggono un palco prima di esibirsi, nello stesso mese nascono i Damned ed i London SS, il 20 sempre la band creata da McLaren viene coinvolta in una rissa con il pubblico, a marzo invece il buon Malcom inveisce contro i vecchi gruppi come Wings e Queen, troppo legati al sistema e troppo ossequiosi della regina. Alla fine del mese durante un concerto al "100 club" Matlock e Lydon fanno lite, e quest'ultimo prima di abbandonare improvvisamente l'esibizione manda tutti a fanculo. Aprile vede la nascita di "Slaughter and the Dogs" e "Clash" ed il 23 i Pistols ricevono ampio spazio dalla stampa che ormai accetta il loro ultraviolento modo di fare. Dopo un concerto, un certo Neil Tennant, poi con i "Pet Shop Boys", scrive che i quattro non sono altro che un cantante demente e tre bravi studenti di arte puliti ed ordinati. A luglio dopo aver visto Jones & CO. il cantante degli "X-Ray Specs" fonda la sua band, e c'è l'esordio dal vivo di Clash e Damned. Nasce anche la prima punk-fanzine: è "Sniffin' glue and other rock'n'roll habits". Ad agosto nasce l'etichetta Stiff Records, il mese dopo esordiscono "Siouxsie and the Banshees", con Vicious alla batteria. Settembre però è anche uno dei mesi più importanti della storia del punk: i Sex Pistols suonano a Parigi, per la prima volta all'estero, e la cantante Siouxsie, loro ammiratrice, viene picchiata perchè indossava solo un corpetto trasparente. Il 20 ed il 21 c'è il primo festival, ed oltre alla band di Lydon intervengono anche i Clash, i Buzzcocks, Damned ed altri: i più importanti sono tutti qui. Oltre all'ordinario disordine c'è da segnalare il ferimento di una ragazza, colpita da una bottiglia da Sid Vicious, mentre stava inventando il pogo. Da oggi sarà un vero proprio pericolo per la pubblica quiete ed incolumità. A Ottobre esce il primo singolo, dei Damned, con la Beatlesiana Help come lato B, mentre Steve Jones fa incidere ai suoi Johnny B. Goode, classico dei '50 di Chuck Berry. Il 26 Novembre viene pubblicata la più bella canzone scritta dall'uomo: Anarchy in the U.K., un inno, e pochi giorni dopo, il primo Dicembre, avviene il fattaccio del programma TV con Bill Grundy. Il mese di Babbo Natale è da ricordare anche perchè nasce il primo album autoprodotto (dei Buzzcocks), e parte l'"Anarchy in the UK tour" con Sex Pistols, Clash e Damned.

Il punk in Italia

Il punk inglese pare aver esercitato un'influenza importante su alcuni fenomeni musicali italiani che si collocano tra il 1977 e l'inizio degli anni '80, in leggero ritardo rispetto agli altri paesi interessati dal fenomeno. Questo perché il punk in Italia, concretizzatosi nell'esperienza del rock demenziale bolognese e del punk milanese, ha dato luogo ad una pratica musicale in circuiti underground che sopravvive tuttora. Grazie al punk anche in Italia abbiamo assistito alla nascita delle etichette discografiche indipendenti, sull'onda delle indies britanniche, che in alcuni casi hanno trovato una relativa integrazione nel sistema discografico tradizionale fungendo da elemento innovativo, assumendosi i rischi della sperimentazione e svolgendo nei casi più fortunati, il lavoro di talent scout per le grandi etichette discografiche.
In Italia la situazione negli anni '70 si presentava leggermente diversa da quella inglese, il rock assumeva una posizione piuttosto marginale, perché la colonna sonora dei movimenti del 1968 era la vecchia canzone politica. Il problema quindi non riguardava la stanchezza nell'ascoltare il rock progressivo, ma la mancanza dei grandi concerti. In Italia si sarebbe assistito alle esibizioni dei gruppi rock, se non fosse stato per gli alti costi dei biglietti, la musica per questi giovani doveva essere gratis, ed ogni evento musicale si trasformava in un pretesto per creare disordini. Nel 1975 Lou Reed fu costretto ad interrompere un suo concerto per l'ingresso violento di un gruppo filo-situazionista che accusava il cantante di simpatie naziste, e nel 1979 durante il concerto di Carlos Santana vennero lanciate delle bottiglie molotov sul palco sfiorando la tragedia.
A seguito di questi episodi i grandi concerti vengono sospesi per un periodo, e le grandi star del rock internazionale si rifiutano di suonare nel nostro paese.
La situazione di Bologna è alquanto particolare, perché vede nascere il punk in un contesto differente da quello inglese, infatti la contestazione e l'attacco al sistema tipico dei gruppi inglesi a Bologna viene tradotto con l'ironia e la satira, e nasce il punk-rock demenziale. Questo perché i giovani bolognesi, stanchi della contestazione e frustrati dai risultati non ottenuti dal movimento del '77 se la prendono sia con le istituzioni che con la militanza politica di sinistra. Il rock demenziale bolognese non era una musica politica nel senso tradizionale del termine, ma doveva rappresentare una sfida sia nei confronti del modello tradizionale di musica, sia verso quello della musica politica, sia verso le pretese artistiche e l'apparato retorico dei concerti rock. I principali interpreti di questo genere furono i bolognesi, appunto, gli Skiantos. La scena milanese invece è leggermente posteriore a quella bolognese. Milano è caratterizzata da un grande numero di circoli giovanili e centri sociali la maggior parte occupati abusivamente. Il punk milanese nasce e si sviluppa soprattutto all'interno di un centro sociale occupato denominato "Virus", in cui i punk anarchici (Punx) si ritrovano, vivono, organizzano concerti e pian piano accolgono temi più vicini al movimento anarchico che a quello punk come, ad esempio, il rifiuto dei canali commerciali, il pacifismo e l'ecologia. L'esperienza del Virus purtroppo non durerà molti anni, anche a causa delle continue lamentele degli abitanti dello stabile e del quartiere e nel 1984 questa esperienza si chiude drasticamente con l'abbattimento dello stabile e lo sgombero dell'area.
L'esperienza Virus fortunatamente è pervenuta fino a noi grazie a dei video amatoriali girati da alcuni studenti che avevano al tempo avvicinato i Punxs, e il messaggio di questi ragazzi sopravvive attraverso le loro stesse dichiarazioni rilasciate in diverse interviste:
"a me del fatto musicale non interessa, ma molti guardano quello e dicono che facciamo schifo musicalmente. A me non interessa proprio niente della musica, io faccio quello che sono capace di fare, non voglio fare più o meno" disse una ragazza che suonava in un gruppo femminile, le Antigenesi. "Chiaro che è importante come vestirsi, è come una provocazione, come un atto di rottura e come un mezzo per comunicare, ma non fine a se stesso" dice un ragazzo membro del 5° Braccio, altro gruppo punk milanese, e aggiunge "non sono più nell'ottica di qualche anno fa quando credevamo in un abbattimento reale dello stato, non esiste, per adesso non c'è alcuna possibilità , perché non esiste più niente, bisogna iniziare a cambiare le cose più piccole, voglio riuscire a fare qualcosa, non mi interessa, non perché non voglio, ma proprio perché è impossibile. L'ideologia di per se stessa non serve proprio a niente".

I Punxs milanesi credevano molto nella forza della loro musica e dei loro testi e scrissero su un muro del Virus una frase veramente esemplificativa di quanto volevano affermare, che riassume in parte le idee che stavano alla base di questo movimento: "quando il sistema ti chiude ogni spazio, non rimane che la musica per esprimere la tua rabbia". Ed è stato esattamente così, il punk forse come lo intendevano allora non esiste quasi più, ma il messaggio è stato portato avanti negli anni e continua tuttora.  

Il post-punk

Negli anni '80 il punk fu relegato al circuito underground, i gruppi punk esistevano ancora, ma si esibivano in piccoli locali e soprattutto nei centri sociali. Molti gruppi subirono un'evoluzione e allacciarono il movimento "new-wave", nato dalle ceneri del punk ma con connotazioni meno trasgressive e con un look più accessibile a molti teenagers della piccola e media borghesia che mai si sarebbero acconciati con spille da balia, vestiti stracciati e tagli di capelli a cresta di gallo.
La new wave (nuova ondata) si discosta dalla ferocia e dal nichilismo dei suoi predecessori in favore di una sperimentazione nella musica e nei testi, che talvolta però sfocia in uno sterile esercizio intellettuale. Anche il look dei fans della new wave, benché sembri a prima vista, una diluizione del look punk, è aperto a tutte le contaminazioni. La sua caratteristica principale è l'eccentricità, ma non più di tanto: i capelli si fanno corti, pantaloni di pelle o di plastica, scarpe bianche o nere a punta e il ritorno della cravatta. Nascono anche le prime "discoteche rock": dove, invece di ballare la disco-music, considerata dai new wavers noiosa e ripetitiva, ci si può scatenare con i ritmi bizzarri e variegati del nuovo rock. Il punk poi torna in auge negli Stati Uniti a metà degli anni '90 grazie al successo dei Green Day che hanno il loro punto di forza nella perfetta fusione tra la potenza del rock più estremo e le facili melodie del pop. Ripartendo dalla formula creata dai Ramones (gruppo punk di New York degli anni '70), la band riesce ad entrare nelle case di tutto il mondo con una manciata di singoli che fanno centro al primo ascolto.

A mio parere posso dire che ciò oggi noi sentiamo da gruppi tipo Blink 182, The Offspring, Green Day, tanto per citarne alcuni, cioè quelli che fanno parte della new wave, di punk hanno davvero pochissimo. A malapena il look tendente al punk ma non per parlare con il look, ma solo perchè oramai chi è punk, deve avere la cresta e altre cose (questo è poser punk). Io cerco assolutamente di far perdere questa idea del punk di adesso, che non definirei neppure punk (per esempio, i Blink 182 si dicono da soli che non sono punk, ma la stampa di merda continua a chiamarli così) e far ritornare il punk al vecchio splendore dei Ramones, Clash, Sex Pistols, Crass, Exploited, ecc. Chiunque mi voglia dare una mano, mi faccia sapere: murphy619@libero.it.
 

HOME PAGE