Natale
arriva nel bel mezzo dell’estate australiana, quando il
tempo è molto caldo. Dopo lo scambio dei doni al tavolo
della prima colazione, molti fanno il pranzo natalizio sulla spiaggia,
seguito da una cena celebrativa.
Le casa sono decorate con felci e foglie di palma, insieme a specialissimi
fiori. Uno, chiamato “Cespuglio di Natale”, ha grappoli
di piccoli fiori; un altro, “Campana di Natale”, è
a forma di campanella.
Una palma in un vaso, una volta addobbata, si trasforma in albero
di Natale.
Ma il Natale australiano non è molto diverso da quello
dei “cugini” neozelandesi. I cibi sono praticamente
gli stessi, l’abitudine di passarlo tra amici e famiglia
anche. Assai celebre è il concerto di Natale che si tiene,
ormai dal 1937, nella St. Mary's Cathedral di Sydney. Case, piazze
e chiese sono addobbate con fiori di Jaracanda o con i tradizionali
(almeno per l’Australia) Cespugli di Natale, piante che
danno dei piccoli fiori rossi vagamente somiglianti alle nostre
Stelle di Natale.
Nuova
Zelanda
Fiori viola e un nome quasi impronunciabile (Pohutokawa) per l’albero
di Natale neozelandese. I trascorsi coloniali sotto lo Union Jack
hanno però portato anche in questa parte del mondo la tradizione
di Babbo Natale. Gli usi e costumi britannici sono diffusissimi,
prova ne è il pranzo del 25 di dicembre, quando sulla tavola
troneggia il tacchino con il budino di prugne, accanto al quale
compaiono alcuni piatti più tipicamente neozelandesi. Uno
di questi è il Pavlova, una specie di meringa con fragole
e kiwi. Un piatto che scatena da decenni una lotta nazional-culinaria
tra Nuova Zelanda e Australia: il Pavlova sarebbe stato inventato
a Sydney da uno chef neozelandese. Da alcuni anni a questa parte
si sta diffondendo l’abitudine di festeggiare con tutti
i crismi un secondo Natale il 25 di luglio, quando l’emisfero
Australe è in pieno inverno. Il Natale cristiano si festeggia
nellom stesso periodo in cui la tradizione maori celebrava l’arrivo
del mese di Hakihea, una sovrapposizione che ha creato anche un
particolare mix culturale: da un lato gli “europei”
hanno comunciato ad usare l’hangi, una particolare pietra
con un buco dentro il quale si possono cuocere carni, verdura
e frutta. I maori hanno arricchito la propria cosmogonia con un
nuovo compito per Papatuanuku, la Madre Terra: la distribuzione
dei doni ai bambini.